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Trame

TRAME è la sezione di Fanrivista dedicata al racconto.

Descrizione del collage: Sullo sfondo il disegno di un grane libro. Si intravedono alcune dita che lo reggono. Sulla pagina a sinistra è incollata la sagoma di una libreria. Al centro della libreria quattro trame di tessuti variamente colorate. L’ultima trama ricamata ha toni psichedelici. Al centro dell’ultima trama si intravede il disegno, con linee ondulate, di una penna a piuma con calamaio. Sulla pagina a destra la scritta “Trame”. Ci sono altri disegni e immagini: il disegno di due maschere. Una sorride l’altra è triste, simboleggiano il teatro. Ci sono poi altri disegni di vignette vuote e simboli usati nei fumetti. L’immagine di un microfono con delle onde sonore. Una macchina da scrivere e alcuni fogli accartocciati. Una pellicola. Infine, uno dei simboli di Fanrivista: il cervello. Al cervello è collegato un sensore con un cavo. Il cavo è collegato a un libro. Al centro del libro un altro simbolo di Fanrivista: il grimaldello dell’autogestione. Consiste in un grimaldello: al centro si trova la “Saetta che rompe il cerchio”, la “n” che simboleggia l’autogestione. La saetta esce dal corpo del grimaldello e termina con una punta, invece che la parte metallica tipica dei grimaldelli.

Così come non ci sono confini a restringere l’immaginazione, non ci sono limiti ai tipi di opere ospitati. Che si tratti di narrativa scritta o di testi concepiti per la narrazione audio-visuale, che si stia scrivendo con la penna, con la voce o con la telecamera poco importa: quello che conta sono le storie, le trame! I contenuti privilegiati di questo format saranno strutturati come degli spogli intrecci narrativi. Bozze di romanzi, sceneggiature, copioni, racconti brevi, fantasiosi o realistici, saranno intelaiati con eventi di storia e di cronaca, quest’ultima intesa come storia iper-contemporanea.

In questa rubrica troverete principalmente frammenti di narrazioni più o meno sconnessi e incompleti. Le infinite varianti di una storia immaginaria, come le molteplici variazioni reali da imprimere nella società, potranno essere sviluppate in maniera collettiva. Non ce ne vogliano i sostenitori dei vari determinismi, a cominciare dall’approccio strutturalista alla narratologia (che è anche alla base di marketing e pubblicità con lo schema “problema, soluzione e vittoria”), per arrivare ad alcune specifiche letture e rielaborazioni marxiane, secondo cui, rispettivamente, le strutture narrative sono essenzialmente tutte le stesse o per i quali i percorsi di lotta sono tutti e sempre “matematicamente” già definiti.

Obiettivo primario è allenare i muscoli dell’immaginazione stimolando, in maniera più diretta e partecipata, sia la creatività nello “storytelling” che la riflessione sul reale, riempiendo dei “buchi” narrativi o creando nuove cavità da colmare con la fantasia, abbattendo le “quarte pareti” ed erigendone di nuove. A questo scopo potranno essere re-immaginate le mutazioni di storie già esistenti, fittizie o reali. E poi, perché no, potremmo anche annodare grovigli di intrighi, storie a lieto fine e senza una vera e propria trama nell’enorme puzzle universale dell’esistenza. Da una stessa "radice" di un racconto possono spuntare tanti alberi e nuovi frutti, si possono sperimentare innesti o scartare piante malvagie. Non c’è nemmeno bisogno di precludersi la possibilità di cimentarsi nell’impiegare l’arte del narrare da una prospettiva prettamente “no-fiction” e realistica, perfino giornalistica, come hanno fatto gli esponenti della corrente del new journalism.

Buona lettura e scrittura!

Giullarə Contemporaneə


3.12.24

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