UNA STORIA AMPIAMENTE FITTIZIA, LARGAMENTE ISPIRATA DA FATTI DI CRONACA E VAGAMENTE CONDITA DA PLAUSIBILI COMPLOTTISMI
Inauguriamo Trame, il format e lo spazio dedicato alla narrativa di Fanrivista, con la trama abbastanza spoglia di una spy-story militante ispirata da eventi di cronaca, di vita vissuta e da paranoie complottiste.
Prima di addentrarci nel vivo della trama va tenuta a mente una premessa immaginativa: la storia è ambientata su un pianeta di un universo parallelo, fisicamente e geograficamente molto simile al nostro, temporalmente quasi contemporaneo e anche storicamente quasi identico al pianeta Terra. Ci sono delle differenze legate a distorsioni spazio-temporali e ad altre faccende filosofiche e trascendentali che non siamo in grado di sondare, ma poco importa: questo non è un racconto fantascientifico, è un pretesto narrativo per comprendere il reale e incidere su esso.
Immaginiamo che nell’“altrove” esistono tante realtà quante se ne possono immaginare. L’unica che possiamo cambiare, però, è questa, quella che percepiamo e in cui “materialisticamente” viviamo. Perciò, vi apprestate a leggere un racconto che è un po’ romanzo di formazione e un po’ spy story, con un tocco di ucronia (tra le varie cose Marx è vissuto un po' in più e Stalin è stato assassinato da un anarchico) e pochissima distopia (viviamo già in una società abbastanza distopica).
La storia non si ripete mai in maniera esattamente uguale, né esattamente diversa… Tanto meno nei mondi immaginari o futuribili!
I CENTRI SOCIALI “OBLÒ”, “INFILTRATI” E “CREAZIONI” AI TEMPI DEL GOVERNO COCOMERI
Siamo su Ovum, pianeta ovale da noi fisicamente irraggiungibile, in un sistema solare con due soli (un sole emette pochissima energia, che contribuisce comunque al riscaldamento ovale del pianeta, ma questi dettagli astronomici non ci interessano più di tanto...). La storia è ambientata principalmente a Calcalia, uno stato-nazione a forma di scarpa al centro del mar Meridionale, che bagna alcune sponde del continente Suolo, quello da cui sono partite le più sanguinose guerre di conquista. La storia ha due “protagonisti”.
La prima è Marla Salli, nata Mario Salli, dopo un percorso di affermazione di genere iniziato da piccola assumendo un farmaco. Si tratta di un bloccante della pubertà che attualmente è vietato a Calcalia. Il governo in carica, guidato da Dulcetta Cocomeri, ha dichiarato l’impiego del farmaco “off-label” un reato universale. Per chi non lo sapesse, “reato universale” vuol dire che se qualcuna va fuori da Calcalia per ricevere la terapia, al rientro nel proprio paese viene comunque denunciata (semanticamente la parola “universale” comprende anche ciò che avviene all’infuori del pianeta, ma gli umani che abitano Ovum, così come noi, si credono soli e al centro dell’universo).
L’altro “protagonista” della storia è rappresentato da alcuni spazi: i centri sociali occupati e/o autogestiti. Sono dei luoghi in cui si fa politica e si svolgono attività per le comunità locali, nati a partire dalla cosiddetta “primavera fredda”, periodo storico di grande mobilitazione sociale nel pieno della “guerra gelida”. Si tratta di una guerra sotterranea e per procura tra due potenze avverse: l’UFA, “Unione Federata Americana”, e l’URCS, “Unione delle Repubbliche Comuniste Sovietiche” (Ovum è quasi uguale alla Terra!).
I centri sociali sono dei luoghi “altri” in cui si sperimenta una socialità e una società diversa, ma non sono “isole felici”, proprio perché immersi in un pianeta e in un sistema oppressivo. Allo stesso modo chi li frequenta riflette delle contraddizioni. Nascono come occupazioni di luoghi abbandonati per la speculazione edilizia, portate avanti da gruppi della sinistra extraparlamentare. Tuttavia, alcuni di questi fungono da circoli di partiti “istituzionali”, occupati e gestiti da esponenti di essi, oppure nascono sulla “scia” dei circoli, ricalcando il modello delle “case del popolo” partitiche, e talvolta mirano anche a superarlo. Al loro interno si svolgono svariate attività, non solo prettamente “politiche”: alcune occupazioni hanno uno scopo principalmente abitativo, in altre si trovano sportelli medici, doposcuola, corsi di lingue e sportivi, e così via. Alcune occupazioni, insieme a quelle “di destra”, sono state parzialmente o completamente legalizzate, ma non è tutto oro ciò che luccica... Un primo obiettivo della legalizzazione può essere quello di “normalizzare” chi attua forme di conflitto, soprattutto quelle non violente, che sono più difficili da reprimere di fronte all’opinione pubblica. La formale “legalizzazione” viene sfruttata anche in alternativa agli sgomberi “con il pugno di ferro”. Con il pretesto della legalizzazione le autorità locali impongono una serie di restrizioni che, oltre a snaturare l’atmosfera libera dei centri, portano con sé una serie di spese economiche. Quando non possono essere più sostenute, e dopo aver lasciato in stato di completo abbandono infrastrutturale ed economico i centri sociali, subentrano degli speculatori privati. Ma i problemi dei centri sociali iniziano prima della fase “anarco-capitalista” che vive Calcalia e l’intero “ovulo” (altro nome comune con cui è noto Ovum).
Il potere gerarchico, specista e patriarcale, dominante sulla “Madre Ovaia” (altra espressione con cui si indica Ovum) nutre un profondo interesse a vigilare e controllare quello che avviene in spazi in cui si sfida la sua autorità. Per questo, già nella fase precedente all’anarco-capitalismo puro, gli apparati dell’intelligence di Calcalia hanno invaso da tempo questi spazi dove si auto-pratica la libertà e si sperimenta l’autogestione: a volte osservano, a volte confondono, a volte sfruttano, a volte seminano zizzania e divisione... Lo fanno con delle tecniche non solo subdole, ma anche illegali ai sensi della stessa legge calcaliana che prevede, tra l’altro, la libera associazione dei cittadini.
A seconda del grado di “invasione” o di “attenzione”, questi spazi possono essere suddivisi in tre categorie. Le categorie che stiamo per elencare non vanno intese “monoliticamente”, e cioè va tenuto presente che ogni categoria non esclude l’altra, potendo esistere delle sfumature. Queste categorie possono essere applicate anche ad altri contesti, non solo ai centri sociali.
La prima categoria possiamo chiamarla i centri sociali “oblò”: il potere riesce a controllare meglio una serie di dinamiche se un certo genere di persone si riunisce in un unico luogo. In pratica, pur avendo la possibilità legale o fattuale di sgomberare un luogo naturalmente avverso al "potere", si preferisce (o è più comodo) monitorare ciò che avviene al suo interno, osservando ciò che avviene come da un oblò. La fase “oblò” può precedere quella dell’infiltrazione.
Arriviamo alla seconda categoria, quella dei centri sociali “infiltrati”: in questa categoria o fase non ci si limita a osservare con mezzi tecnologici (microfoni, telecamere, software, ecc.) o con agenti umani. Gli infiltrati agiscono direttamente per concretizzare vere e proprie provocazioni e manipolazioni. Alcuni di questi casi sono stati scoperti e sono saliti alla ribalta delle cronache, oltre a finire in delle inchieste per violazioni dei diritti umani: una spia è stata denunciata per violenza sessuale dopo aver sedotto diverse attiviste in decenni di operazioni sotto copertura, e con una ha avuto perfino un figlio.
La terza categoria rappresenta lo sviluppo dell’infiltrazione alla massima potenza. La definiamo i centri sociali "creati" o "creazioni": sono luoghi creati ad arte da alcuni nuclei di spie (un po’ come il “Villaggio del Suono” nella serie di Naruto). La fase di “creazione” è molto complessa, nonché più rischiosa e potenzialmente più semplice da scoprire. Non si infiltra una comunità “genuina” e “bella e pronta”, ma si polarizzano alcune identità più “malleabili”, persone in difficoltà e tendenzialmente estremiste. Le principali vittime sono i seguaci di gruppi come il Nuovo Partito Stalinista (va notato che in questa dimensione parallela Stalin è stato assassinato da un militante libertario, cosa che ne ha fatto accrescere il culto e ha aumentato i dissapori verso i movimenti anarchici da parte dei comunisti old-school) e alcuni sostenitori delle correnti individualiste e anti-organizzatrici dell’anarchismo (come quelle "nichiliste"). Non a caso si sospetta che gli esponenti più noti di questi partiti e gruppi (specialmente quelli “anonimi”) siano in realtà essi stessi dei manipolatori-infiltrati. Una volta che la “creazione” di queste vere e proprie “sette” è pronta si hanno a disposizione degli “utili idioti”, accuratamente “selezionati”, da impiegare come pedine per attuare delle operazioni di false flag come sequestri, omicidi, ma anche banali scontri alle manifestazioni utili a dipingere tutti i movimenti come “sediziosi” e giustificare ulteriore repressione. Oppure, si possono sperimentare tecniche di guerra di propaganda, o magari vendere e testare droghe (illegalità e proibizionismo sono funzionali all’anarco-capitalismo) e ogni altra cosa che l’immaginazione nefanda può concepire.
Il governo Cocomeri è rozzo dal punto di vista politico e strategico. I suoi esponenti vorrebbero semplicemente sgomberare quei luoghi, disperdendo quelli che vengono identificati come “scarti” delle società, delle <<zecche>> (cit. del ministro Condannini) che finirebbero con il radicalizzarsi e operare in clandestinità. Perciò questa tattica non è considerata astuta dagli esponenti del deep state: operando in clandestinità o in luoghi disparati sarebbero più difficili da controllare, e molti di questi agenti sono anche pigri. Loro agiscono dietro le quinte per i veri potenti del mondo. Cocomeri è solo un burattino del complesso militare-industriale che moltiplica ed esaspera i conflitti.
Va notato pure che alcuni di questi esponenti dello “stato profondo”, che non arrivano mai ai “piani alti” e che hanno ancora almeno un briciolo di coscienza, cominciano a simpatizzare e a parteggiare per le persone che devono spiare, controllare e manipolare. Ma il loro supporto, solitamente silente, non è certo sufficiente. Come ovviare allora all’immenso e strutturale potere di controllo? L’altra protagonista della storia, il personaggio Marla, lo intuisce alla fine del suo percorso di crescita di militanza e professionale, e alla fine di questa “trama”...
DALLA MILITANZA DAL BASSO A QUELLA ISTITUZIONALE
In questo contesto "generale" la narrazione si concentra sulla particolare storia della nostra Marla, una ragazza trans, laureata in scienze politiche e giornalista precaria. Lei è una "testa calda" con un gran cuore, intelligente, estremamente creativa e metodica, instancabile lavoratrice, tanto sincera quanto ingenua.
La narrazione della sua vicenda inizia da quando viene "intrappolata" con accuse di piccoli reati connessi con la sua attività di militante: concorso in oltraggio a pubblico ufficiale, occupazione abusiva e l’accensione di un fumogeno, inquadrata come "devastazione e saccheggio" perché nella stessa manifestazione altri avevano lanciato delle pietre e qualche petardo. Per questo, in attesa che si calmino le acque, decide di girare in vari paesi di Suolo vivendo alla giornata e cambiando di continuo lavoro. Durante questi viaggi si fa coinvolgere politicamente e personalmente (del resto il personale è politico) nelle attività del “Sandal Collective”, una rete transnazionale di estrema sinistra. Ne fanno parte tante “teste” ancora più "calde" di lei ma anche infiltrati vari (agenti sotto copertura "regolari" e altri più "oscuri").
Il punto di massima tensione narrativa si verifica quando arriva in Ollanda (con due elle!), che è anche uno dei pochi paesi in cui l’alcol è quasi legale: viene consumato in dei locali chiamati “Speak Easy”, mentre la cannabis è largamente legale in tutto il pianeta sia per scopi ludici sia medici (solitamente è venduta in pillole o in pietanze dolci). Lì si ritrova con compagn+ e amich* per un azione antifascista contro un emergente gruppo di estrema destra.
Anche sul pianeta Ovum ci sono le stesse religioni monoteiste che abbiamo sulla Terra, il ché fa pensare che siano state fondate da esseri (o alieni) in grado di raggiungere diverse dimensioni. Esistono anche le stesse discriminazioni nei riguardi di gruppi religiosi, etnici e/o linguistici, incluso l’antisemitismo e l’islamofobia. Il gruppo di estrema destra ollandese è antisemita in tutti i sensi: è sia contro gli ebrei ma anche contro altri popoli semiti, come quello filastinese. Paradossi della storia, i discendenti dei neo-nazisti appoggiano i discendenti del popolo che hanno perseguitato durante la Seconda Guerra Mondiale (su Ovulo è durata un paio di sanguinosi anni in più), e che a loro volta stanno attuando da decenni un genocidio contro il popolo della Filastina. Il popolo che è stato perseguitato e che vuole raggiungere l’emancipazione colonizzando terra altrui è quello degli abitanti di Israhell.
Recentemente gli estremisti di destra ollandesi hanno attaccato il museo di Anna Frank (su Ovulo è riuscita a sopravvivere agli Olocausti) e si sono scontrati con la polizia anche a l'Aglia, dove hanno sede le Corti di giustizia internazionali. Nella piccola cittadina ollandese si trova prigioniero Bentlym Evyatar, l'ex primo ministro israhelliano. Doveva recarsi nell’UFA, dove non sarebbe stato arrestato, non avendo l’UFA sottoscritto le relative convezioni internazionali, ma un guasto al velivolo che lo trasportava lo ha costretto a un atterraggio di emergenza sul suolo suoleo (perdonate la cacofonia), consentendone la cattura: lo attende un processo per il “crimine dei crimini”. Alcuni leader di un fallito movimento nazionalista di resistenza islamico filastinese, anche loro inquisiti dal massimo organo penale internazionale, sono fuggitivi, mentre altri si sono consegnati alla giustizia ordinaria assumendosi le proprie responsabilità. Altri ancora sono state vittime della giustizia sommaria israhelliana.
Il movimento estremista di destra ollandese supporta (ed è occultamente supportato dal) il governo di Geertgen Cockjiders, che si dichiara apertamente "revisionista" (più "nostalgico" se non vero e proprio "restauratore") del nazismo. Sta provando a mettere in piedi una serie di leggi che prevedono (in tutti i sensi) dei “reati potenziali”, un obbrobrio giuridico sostenuto anche da Cocomeri in Italia. Cocomeri, Cockjiders e altri autocrati dell’Unione Suolea, sfruttando fatti di cronaca, hanno imposto una serie di restrizioni ai migranti, incluse le sanzioni per reati potenziali.
Tra gli eventi di cronaca sfruttati ad arte per fomentare le varie “guerre tra poveri”, conflitti “dal basso verso il basso”, uno ha come protagonisti degli hooligans israhelliani: hanno posto in atto delle sfacciate provocazioni ad Amstertrap, capitale ollandese, dettagliatamente pianificate dai servizi israhelliani di stanza lì, dove gestiscono una serie di traffici, incluso quello di alcol e altre droghe illegali. Alcuni di questi sono stati picchiati dopo che a loro volta avevano massacrato di botte il guidatore filastinese di un taxi-risciò. In questa atmosfera infuocata si sono verificati nuovi scontri all’Aglia, tra estremisti di destra e di sinistra, in occasione della prima udienza del processo a Benjamin (scusate, volevo dire) Bentlym Evyatar. La polizia ha lasciato liberi di agire quelli di destra e quelli di sinistra si sono difesi. Marla, che ha imparato l’arte del ju-jitsu in una palestra popolare, è riuscita a immobilizzare un neo-nazista slogandogli leggermente la spalla. Per questo, in base alla dottrina giuridica dei “reati potenziali”, è accusata di tentato omicidio: l’accusa sostiene che se il militante di destra avesse battuto la testa a terra sarebbe potuto morire, anche se di fatto la spalla è stata giudicata guaribile in poche settimane.
A questo punto si verifica un colpo di scena: una campagna mediatico-politica internazionale la salverà, tardivamente e temporaneamente, dalla detenzione. Marla, infatti, dopo un lustro passato nelle galere ollandesi, è stata eletta membro del Parlamento Suoleo. Intanto l’Ollanda è stata sospesa dall'Unione Suolea anche per la riforma dei reati potenziali. Per ripicca Cockjiders si è ritirato dalle convenzioni internazionali, si è alleato con diversi criminali internazionali imprigionati all’Aglia, incluso “Bobi” Evyatar. Insieme ad altri fomentano l’avvio della Terza Guerra Mondiale, propagandandola come uno scontro tra civiltà e barbarie. Ma le vere ragioni del conflitto son ben altre: riguardano i soldi, e dunque il potere.
Essendo riuscita ad acquisire un importante ruolo politico Marla porta avanti diverse campagne e lotte. In favore della comunità LGBTQIA+ ha fornito, con il consenso di medici e genitori, i farmaci vietati a Calcalia che aveva preso anche lei in giovanissima età. Ha poi distribuito in una trasmissione televisiva delle birre analcoliche, vietate dal governo Cocomeri nonostante non abbiano potere drogante. L’azione in favore della lotta antiproibizionista le costerà l’ennesima e la più ridicola accusa in tribunale. Altra accusa che le viene addebitata è quella di aver insultato dei membri delle forze armate mentre caricavano una sua amica a una "frocessione", semplici irrisioni e proteste verbali che le sono costati una prima condanna per favoreggiamento di una rivolta di piazza, per comportamenti potenzialmente pericolosi e oltraggiosi a Pubblico Ufficiale. Tutti reati ideati da Condannini già dalla precedente legislatura, quando era ministro degli interni nel sedicente governo di centrosinistra, fattispecie penali confluite nella decretazione urgente in materia di ordine pubblico. Tra le battaglie politico-legali più importanti di Marla c'è quella per liberare i filastinesi dall'abusato regime di detenzione amministrativa israhelliano (nessuna tutela, niente avvocati, nessuna coscienza di cosa si è accusati). Si batte anche per un regime carcerario il più possibile "riduzionista", inseguendo l’orizzonte “abolizionista”. In questa macro-battaglia rientra anche una mobilitazione contro dei nuovi “centri per migranti”. Si tratta di prigioni galleggianti costruite dai paesi colonizzatori suolei nelle acque delle ex colonie. Ideate per rimpatriare illegalmente ed esternalizzare la gestione dei flussi migratori, quelle costruite dal governo Cocomeri sono state un buco nell’acqua: i tribunali di Calcalia hanno decretato illegali le procedure di rimpatrio e adesso i mastodontici centri-imbarcazioni, costati milioni di suol (la valuta dell’Unione) ospitano animali randagi e specie marine protette (dalle guardie carcerarie, non da biologi o attivisti!).
ANALESSI O PROLESSI SUI CENTRI SOCIALI
Le vicende vissute nei centri sociali da Marla potrebbero essere inserite in unico “blocco” narrativo, non necessariamente in ordine cronologico, oppure potrebbero costituire dei flashback o flashforward... Ma l'"intreccio" narrativo e le questioni narratologiche non ci interessano più di tanto: questa è la bozza di una trama, un racconto vago che potrebbe essere narrato in una foresta intorno a un fuoco oppure vicino a una stufa in un centro sociale. La cosa importante è cercare di far emergere la sua crescita anagrafica e politica, come proviamo a fare in queste righe conclusive.
Tuttavia, considerando l’ordine cronologico (la "fabula"), le storie del primo centro sociale risalgono a quando era adolescente. All’epoca Marla aveva una coscienza politica delineata da un generico istinto di ribellione, impressa da film e canzoni vagamente “alternativi” e “freak” più che da studi solidi e militanti. Comunque, ha sempre teso verso una direzione politica “a sinistra” anche se con tanta incoscienza e con insufficiente consapevolezza. A Malofiume, piccola cittadina della regione del Mollise (con due elle!) da cui proviene, comincia a frequentare il primo dei tanti spazi liberati che attraverserà negli anni: l’ex Circuito Mollica, detto “Il Depistaggio” per la pista di go-kart abbandonata che ospitava. Dopo l’avvento di Cocomeri verrà sgomberato dai senza tetto impiegati nell’edilizia selvaggia che vivevano in stanze abbandonate, tende e baracche, per fare spazio a una mega-discarica per rifiuti urbani e a una centrale nucleare. Questo tipo di centro sociale può essere descritto, dal punto di vista poliziesco (quelli indicati prima), come una via di mezzo tra il tipo “oblò” e “infiltrato”.
Lì conosce i figli di alcuni notabili del posto, professionisti che in realtà sono espressione di Scutum (l’equivalente di Gladio nel nostro pezzo di universo) e del Nossàp (i servizi israhelliani) a Calcalia. I figli dei "gladiatori" (scusate, volevo dire i figli dei "portatori dello scudo") dirigono una “baby-gang”. Sottopongono Marla a diverse forme di bullismo e nonnismo, prima di coinvolgerla in alcuni furti e in delle azioni vandaliche che non sono il risultato di semplice “disagio” giovanile: sotto la guida dei giovani leader di quella banda (a loro volta guidati dai loro scaltri genitori), che poi studieranno nelle migliori accademie militari e occuperanno posizioni di “rilievo” economico, si compiono diversi atti di vandalismo per imporre, in maniera “soft”, la “protezione” di compagnie di vigilanza privata a diversi esercizi commerciali. Lei, nonostante abbia passato alcuni mesi in un carcere minorile per queste “provoca-azioni” vandaliche, è stata fortunata: nella stessa città, ma in circoli di amicizie di classi sociali più povere, ci sono dei ragazzi ancora più sfortunati che vengono “reclutati” da giovanissimi dalle mafie, le “braccia armate” di politici e ricchi corrotti occultamente guidate dalle borghesie criminali (criminali in senso stretto). Nel Mollise è attivo un modello pulviscolare di organizzazione mafiosa, la “Colladadi”, che prende il nome da un antico gioco d'azzardo. Il destino dei ragazzi “reclutati” è praticamente segnato: prigionia o morte violenta. Altri giovani sono ancora più sfortunati tra gli sfortunati: i figli più marginalizzati di migranti di seconda e terza generazione di religione islamica verranno adescati e indottrinati, tramite delle campagne di reclutamento orchestrate su apposite pagine sui social media da vari potentati occulti, per andare a ingrossare le fila di un sedicente stato islamico. Diventeranno sanguinari taglia-gole, destinati al “martirio” o alla prigionia nel contesto di una caotica guerra civile in Medio-Occidente (Asia orientale, secondo la definizione non coloniale. Non vi fate confondere troppo dalla geografia politica ovale invertita, perché la sostanza è la stessa! Del resto i punti di riferimento sono relativi...). Delle storie ulteriori (degli “spin off” in gergo narratologico) separate e dal sapore pasoliniano, concepibili anche in senso “transmediale” (pezzi di storie che vanno a integrare la principale su altri media, ad esempio in un videogioco o in un libro) potrebbero essere dedicate alle vite di questi altri giovani.
Dalla cittadina del Mollise si trasferisce a Vetustato, metropoli ed ex capitale di uno dei regni in cui era divisa Calcalia, per studiare scienze politiche. Lì realizza le prime inchieste sulle speculazioni ambientali-edilizie, dei veri e propri "scoop" che non vengono considerati dalla "stampa che conta", ma solo da pochi comitati locali. Ma oltre al danno riceverà anche la beffa ("cornut e mazziat", si dice nel dialetto vetustatano): gli articoli le attireranno molte antipatie, incluse quelle del giornale per cui lavorava. Infatti i suoi "colleghi", oltre a sottopagare gli articoli intascavano soldi da politici e industriali per non pubblicare storie scomode o per tessere le loro lodi... A Vetustato comincia a frequentare diversi “tipi” di centri sociali. Tra i vari c’è l’“Ex Prigione”, che affronta una fase di riflusso, già vissuta da un altro noto spazio liberato della città, lo storico "Ex Ufficio di Collocamento" (abbandonato e inutilizzato in tutti i sensi dalle istituzioni). Per lei è un centro sociale che, nonostante molte azioni importanti a livello locale, è ancora limitato dalla matrice marxista-leninista del partito “Nuovo Fondamento Comunista”, come molti altri in quegli anni. Apriamo una parentesi: NFC si è scissa in una serie di altri partitini, tra cui il principale è “Popolo al Potere”. Ognuno di questi partiti si pone come una sorta di “Testimone di Geova” o “Protestante” del comunismo: ciascuno pensa di avere la ricetta esatta per arrivare alla società comunista. Caratteristica comune è la fede nella dittatura del proletariato che deve essere guidata da un'avanguardia di rivoluzionari. Da notare che nel mondo parallelo, a differenza del nostro, Marx (si chiama così anche nel mondo parallelo, che coincidenza! Se lo chiamiamo “Mars” è meglio?!) è morto 5 anni dopo. In quei pochi anni ha avuto modo di approfondire un po’ di più la questione di come dovrebbe essere strutturato lo stato comunista, in senso più libertario. Gli ultimi scritti non sono piaciuti a Lenin e Mao. Sono apprezzati però da Marla e dall’area anarchica/libertaria: la rivoluzione per lei non deve precedere la società “democratica” o “comunista”, in quanto la vera rivoluzione è contemporanea alla società “ideale” e viene costruita continuamente, su un lungo e infinito termine.
Dopo aver narrato dei centri sociali calcaliani dovranno essere inserite delle descrizioni più brevi degli “squat” che ha girato nel resto di Suolo (tra cui uno del tipo "creazione"): in alcuni paesi prevale il modello comunitario-abitativo, in altri quello finalizzato a fornire servizi per le comunità locali. Al di là dei modelli "sociologici" di centro sociale, in comune agli spazi occupati di tutto il continente c’è un grande problema: le mire degli investitori privati e i seguenti sgomberi, che avvengono secondo gli schemi descritti a grandi linee nella prima parte di questa trama. Infatti, dopo lo sviluppo di quelle che vengono chiamate “automobili volanti” (in pratica dei maxi-droni), il business della “turistificazione selvaggia” è in costante crescita, per cui serve sfruttare economicamente qualunque spazio fisico destinato alla socialità.
Forse l’abbiamo tirata troppo per lunghe, per cui arriviamo al momento di svolta finale: il finale, magari “aperto”, potrebbe intrecciarsi a delle dimissioni di Marla dal Parlamento Suoleo per affrontare i processi di cui è accusata a Calcalia. Decide di non avvalersi dell’immunità parlamentare dopo che un suo compagno è stato arrestato in Brutgio (paese confinante con l’Ollanda) per la stessa manifestazione dell’Aglia.
Oppure, potrebbe anche decidere di auto-esiliarsi fuori da Suolo (lasciamo a voi la scelta) e di andare a combattere, in senso comunicativo e militare, insieme a uno dei tanti “battaglioni queer” che si oppongono ai vari neo-fascismi per tutto l'ovulo terraqueo. Intanto il continente, così come gran parte del Mondo-ovulo intero, dopo una sanguinosissima "guerra lampo" in cui qualcuno è arrivato a usare un'arma nucleare "sporca" o "tattica" (non vi fate ingannare da questa espressione "soft"), sembra flebilmente "progredire" verso un futuro di eguaglianza (non solo formale ma anche sostanziale), di verità e di giustizia sociale.
Dopo il "ri-orrore" nucleare, una fulminea Terza Guerra Mondiale (vera e propria, non solo “a pezzetti”) e su spinta dei sempre più crescenti danni dei disastri climatici, tutti i popoli sembrano finalmente unirsi di fronte alle esistenziali sfide dell’umanità intera. Nonostante questo l’apocalisse climatica sembra oramai alle porte... Una delle buone notizie è che in Filastina si sta faticosamente sviluppando un processo simile a quello Sudafricano (riferimento al pianeta Terra) di riconciliazione post-apartheid.
Inoltre, dalla storia è emerso in parte il già citato percorso interiore e “strategico-politico” che fa comprendere a Marla una questione cruciale, grazie anche alla sua esperienza di giornalista prima e di politica "istituzionale" poi: per giungere il più possibile vicino all’agognata utopia della giustizia sociale non serve soltanto abbattere il capitalismo.
La struttura socio-economica è fondamentale per risolvere i problemi più evidenti di questa lunghissima epoca, come aveva giustamente intuito Marx. Tuttavia, c’è bisogno anche di una maggiore comprensione e critica dei meccanismi che regolano “il potere” in generale (cosa intuita e articolata da un ex guerrigliero marxista-leninista, Semir Ogiallànn, fondatore del “Partito Leninista Curcio”), e non solo di comprendere il funzionamento del potere di stampo capitalistico. Per fare ciò è essenziale mettere in cima alla lista delle priorità la sincerità, la ricerca della verità e delle verità, soprattutto quando fanno male.
Tramite il principio della ricerca della verità, che si concretizza anche nelle attività giornalistiche di documentazione e inchieste (che lei concepisce come una sorta di “intelligence del popolo”) si può guadagnare preziosissimo spazio all’interno di un sistema strutturato sul mistificare e nascondere per opprimere.
POSSIBILE SCHEMA DELL'INTRECCIO NARRATIVO E ALTRI DETTAGLI DEL RACCONTO
Si inizia con la scena di lei che arriva alla prigione galleggiante per migranti. Si mostra (o si descrive, a seconda del media) anche il pianeta Ovulo: quasi uguale alla Terra ma a forma di uovo con due soli, uno mezzo spento.
Flashback di lei in carcere in Ollanda.
Inizia la narrazione di lei che "vive" i (e nei) centri sociali e di lei che inizia a lavorare come giornalista. Si parte dagli Squat fuori da Calcalia.
Conosce un cittadino UCA "alternativo" con cui decide di andare in Ollanda. Lui in realtà è un agente dell’Operazione Scuto, mai veramente terminata dopo la “guerra gelida”.
Flashback sulla formazione poliziesca-militare di almeno un losco figuro italiano e del suo incontro con un americano, di alcuni dei "loschi" figuri internazionali poco prima dell'arresto e del compagno che verrà arrestato in Brutgio.
Flashforward sull’elezione al Parlamento Suoleo.
Flashback sulla sua vita da adolescente: oltre al primo centro sociale e al carcere minorile si narrano alcune vicende legate all’ambito scolastico. Marla cresce e va all’università: nonostante la rigidità del sistema di apprendimento istituzionale, alcuni docenti precari la aiutano a maturare una coscienza politica più definita. In questa parte una voce narrante (da decidere se esterna o interna) spiega come possono essere suddivisi i centri sociali in base al grado di monitoraggio o controllo. Si chiarisce anche che non tutti i centri sociali possono essere “ingabbiati” in questo schema. Alcuni, per esempio, sono stati completamente legalizzati e hanno perso solo parzialmente la loro carica conflittuale. Altri nascono come luoghi più estremi, chiusi, e sono più difficili da infiltrare da parte di chi detiene il potere.
Si raccontano le vicende politiche che portano alla Terza Guerra Mondiale e altri elementi non ancora inclusi della fabula. Le questioni politiche possono essere sintetizzate e narrate con degli stralci di servizi televisivi o di articoli di giornale, inclusi alcuni reali. Narrando gli eventi accaduti realmente sulla "Terra", con nomi di personaggi e luoghi reali, si crea un effetto di straniamento. La grottesca realtà ha tragicamente superato la finzione... Questa tecnica è stata usata anche in questa trama, usando degli appositi link.
Conclusione: una Marla ferita (se avete deciso che sceglie la via dell'esilio e va a combattere) o provata dall’ennesima prigionia (se avete deciso che accetta di affrontare il processo e la condanna certa) fa alcune riflessioni su marxismo, libertarismo, giustizia sociale e ricerca della verità.
Giullarə Contemporaneə
Quali pezzi di eventi reali riconoscete in questa trama (quelli che possono sembrare più surreali li abbiamo linkati a degli articoli di cronaca)? Vorreste modificarla? Avete in mente sviluppi o episodi diversi? Qualche personaggio che vi piacerebbe introdurre? Cosa non vi è piaciuto? C'è qualcosa di reale o fittizio che non avete capito (nessun nome di luogo o personaggio fittizio è scelto a caso!)?
Sbizzarritevi nei commenti oppure, se avete delle proposte più articolate, potete anche contattarci direttamente.
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ultima modifica 05/12/2024 02:54
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