DEFINIZIONE E IMPOSTAZIONE TEORICA
Nei circoli di attivisti e militanti di sinistra si sente spesso parlare di “Rojava”, di Confederalismo Democratico e della Siria del Nord-Est. In questi ambienti è ampiamente risaputo che il Confederalismo Democratico deriva dalle idee di Abdullah Ocalan, a sua volte modellate su quelle del teorico Murray Bookchin, e si basa su tre pilastri: ecologia, femminismo e democrazia diretta. Poco si sa di come questo paradigma politico funziona in concreto e di come viene implementato nell’Amministrazione Autonoma Democratica della Siria del Nord-Est (in acronimo DAANES, precedentemente chiamata AANES).
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A sinistra Abdullah Ocalan in una foto di Halil Uysal da Wikimedia rilasciata con licenza Creative Commons. A destra Murray Bookchin. |
Per questo, nel decimo anniversario della liberazione di Kobane, proponiamo due articoli.
In questo primo post, incluso tra le pagine della rubrica Define, forniamo una breve definizione di "Municipalismo Libertario" e "Confederalismo Democratico" concentrandoci sull’aspetto teorico di questi modelli.
Nel successivo cerchiamo di fare chiarezza sulla sua applicazione pratica, la DAANES, una struttura semi-statale con l’utopica ambizione di creare una democrazia senza stato, un auto-governo “dal basso verso l’alto”. Concluderemo questi due articoli su uno degli esperimenti più alti e concreti di “democrazia radicale” con alcune considerazione di “geopolitica popolare” sulla stretta attualità e sulla “rivoluzione del Rojava” o “rivoluzione confederale”.
DECENTRALIZZARE IL POTERE
Il Confederalismo Democratico, modello politico delineato da Ocalan durante la sua prigionia, deriva a sua volta dal Municipalismo Libertario del teorico libertario Murray Bookchin. Si chiama così perché il cuore di questo sistema socialista-libertario sono piccole comunità locali, municipi che si auto-governano tramite assemblee, connessi tra loro in confederazioni. La dimensione locale e de-centralizzata dei municipi ha lo scopo di favorire la partecipazione diretta di tutte e tutti. I cittadini prendono decisioni direttamente e non sono passivi come nelle democrazie rappresentative, dove il loro ruolo oramai è limitato a mettere una crocetta su una scheda elettorale periodicamente.
Per Bookchin si trattava di <<reclamare la sfera pubblica per esercitare la cittadinanza in maniera autentica, mentre si abbandona lo squallido ciclo del parlamentarismo e dell'inganno del suo meccanismo “partitico” come mezzo rappresentativo (…) di sviluppare una nuova etica basata su condivisione e cooperazione>> tramite la pratica del controllo popolare diretto della sfera pubblica, da esercitare faccia a faccia in assemblee. Un obiettivo evidentemente irrealizzabile con la struttura centralistica degli stati, storicamente <<fini a sé stessi>>, separati e al di sopra delle comunità, non un mezzo per servirle.