Visualizzazione post con etichetta Putin. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Putin. Mostra tutti i post

1.12.23

GUERRE, MEDIA E TIFOSERIE

DALLE NARRAZIONI MEDIATICHE POLARIZZATE ALLE "CONTRO-RADICALIZZAZIONI"

 

In questo breve e intenso editoriale parliamo delle etichettature “simmetriche” e radicalizzanti che esprimono le posizioni polarizzanti sui due conflitti più “visibili” dai media e dall’opinione pubblica.

 

Al centro dell'immagine un calamita a forma di "U". A sinistra le foto di Zelensky e Netanyahu, a destra quelle di Putin e di Ismael Haniyeh. A ogni politico sono attaccate delle etichette con le scritte: Neoatlantista, fanatico sionista, putiniano, nazionalista islamico.
Fotografie ai lati rilasciate con licenza "creative commons": foto di Zelensky e Netanyahu di "President.gov.ua"; foto di Ismail Haniyeh, leader di Hamas in basso a destra, di "council.gov.ru".

 

SFEGATATO ATLANTISTA, PUTINIANO, TERRORISTA ANTISEMITA O FANATICO SIONISTA-COLONIALISTA: QUALE “ETICHETTA” TI VIENE AFFIBIATA?!

 

Quando si parla del diritto degli ucraini a difendersi (senza supportare però milizie filonaziste o filo-governative e senza nutrire simpatia alcuna per il disordine mondiale NATO-centrico), oppure dell’applicazione di sanzioni e boicottaggi nei confronti della Russia, oppure si sostiene che è quantomeno anacronistico mettere la bandiera dell’anti-imperialismo nelle mani dell’autocrate Putin (che gode la preistorica, infondata e malsana simpatia dei nostalgici del tipo di fascismo di stampo stalinista) allora vieni identificato come un atlantista sfegatato, un supporter dell’imperialismo della NATO...

 

30.12.22

SVEZIA E FINLANDIA NELLA NATO: VIA LIBERA DALLA TURCHIA?!

COSA VUOLE DAVVERO LA TURCHIA?!
Sintetizziamo e continuiamo a seguire la vicenda delle estradizioni imposte come veto per entrare nella NATO a Svezia e Finlandia dalla Turchia: cosa vuole davvero il “Sultano” Erdogan?!

 

Nello "screenshot" in foto si notano alcuni articoli, che escono nei primi risultati dei motori di ricerca, in cui si afferma un "frettoloso", presunto ed "errato" "via libera" della Turchia all'ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO: in questi giorni, dopo l'ennesima estradizione negata (ma almeno un'altra è stata concessa) il ministro degli esteri turco ha detto che <<non siamo nemmeno a metà strada>> dal "via libera" annunciato. Forse Erdogan punta ad altro, come spieghiamo nell'articolo che segue.



Negli scorsi mesi abbiamo iniziato un “format” di notizie dal titolo “Come va a finire?!”, con l’intento di seguire degli avvenimenti di cronaca “fino alla fine”: troppo spesso i media trattano di alcuni eventi solo quando questi sono più facili “da coprire”, quando si vuole “arruffianare” e “direzionare” l’opinione pubblica, quando si vogliono assecondare le voglie di un# potente di turno, quando si pensa di “vendere” più copie o spazi pubblicitari, magari con pronostici fatti con troppa fretta e con errate semplificazioni (come mettiamo in risalto nella foto “meta-mediatica” di questo articolo: si notano alcuni titoli che sanciscono “un via libera” della Turchia all’entrata di Svezia e Finlandia nella NATO, circostanza che ancora non si è verificata e dalle implicazioni più articolate)… Poi quelle stesse notizie finiscono nel dimenticatoio, nell’inconscio mediale collettivo, soppiantate da nuovi contenuti da “consumare” in maniera vorace e senza troppi sforzi cognitivi e intellettuali!

Fatta questa premessa entriamo subito nel merito: la prima vicenda che abbiamo cominciato a seguire, chiedendoci per l’appunto “Come andrà a finire?!”, è strettamente legata alla causa curda e all’invasione russa dell’Ucraina.

 

DAL MEMORANDUM DI MADRID ALL’ULTIMA ESTRADIZIONE NEGATA DALLA SVEZIA

Svezia e Finlandia, dopo l’aggravarsi del conflitto ucraino (che è iniziato nel 2014, è doverso ricordalo!), hanno richiesto di entrare nella NATO. Bisognerebbe porsi tutta una seria di domande su come garantire la pace nel Mondo, su come dovrebbe comportarsi chi non sta “né con Putin né con la NATO”, ma per ovvie ragioni di sinteticità e pertinenza le rimandiamo a futuri articoli (o anche nei commenti qui sotto, sui social e potenzialmente ovunque la “proto”-Redazione di Fanrivista può rispondere).

La procedura dell'entrata di un nuovo paese deve essere ratificata dai vari stati membri dell’alleanza, e sta avvenendo comunque in “tempi” record in confronto con le precedenti. All’appello mancano solo Ungheria e Turchia. Il paese della Sublime Porta ha però imposto un veto: vuole la consegna, da parte di Finlandia e Svezia, di quelli che considera “terroristi” ma che, nelle democrazie europee e occidentali in cui viviamo si chiamano “dissidenti”  (e si badi bene che, secondo chi scrive, anche in base al diritto internazionale, se pure quelle persone fossero davvero dei “terroristi” sarebbe comunque ingiusto consegnarle a un paese che potrà torturarle e riservare loro un trattamento detentivo che viola i diritti umani).

A un incontro diplomatico della NATO che si è tenuto a Madrid, lo scorso Giugno, viene siglato un “memorandum” trilaterale in cui i tre paesi si impegnano a perseguire il terrorismo e a considerare alcune organizzazioni come terroriste: si deve sottolineare che solamente il PKK, tra quelle menzionate nel documento, è considerata tale dagli USA e dall’UE (sull’argomento ci ritorniamo meglio su tra poche righe), mentre le YPG/YPJ sono anche alleate del contingente internazionale a guida USA nella lotta contro l’ISIS. Oltre alle organizzazioni curde “di sinistra” figurano anche gli esponenti di quella che la Turchia definisce “FETO”, acronimo dell’ “Organizzazione del Terrore Gulenista”: si tratta di un movimento islamico nazionalista “governato” da un ex-amico del “Sultano” Erdogan, l’“Imam” Fethullah Gulen, ritenuto dal primo l’organizzatore del fallito golpe del 2016 (mentre altri ritengono che il golpe Erdogan se lo sia fatto da solo. Altri ancora credono che “il Maestro” Gulen abbia contrastato le trattative di pace, svolte a partire dal 2012, tra Erdogan e il PKK per motivi che grossolanamente potrebbero essere sintetizzati dal detto “non si tratta con i terroristi!”).

13.11.22

SVEZIA E FINLANDIA NELLA NATO: COSA VUOLE DAVVERO LA TURCHIA?

AGGIORNAMENTO DEL 13/11/2022

Per la rubrica-format di Fanrivista #ComeVaAfinire” oggi pubblichiamo un aggiornamento sul veto posto dalla Turchia all’entrata nella NATO dei due paesi scandinavi, focalizzandoci su: i diktat della Turchia a Finlandia e –soprattutto- alla Svezia, la disponibilità del nuovo premier svedese, gli attacchi fisici e mediatici ai giornalisti turchi rifugiati nei confini europei, le estradizioni concesse e le possibili (ma velate) altre ragioni dietro l’insistenza turca sulla consegna di dissidenti e presunti “terroristi



 


Come promesso, torniamo quindi a occuparci della vicenda cercando di capire “Come andrà a finire”  e dandovi conto degli sviluppi più recenti (oltre a sintetizzare quanto avevamo già scritto in estate) riguardo le estradizioni e le espulsioni richieste dal “Sultano”. Inoltre, secondo un analista svedese, quello che veramente Erdogan vuole raggiungere potrebbe essere qualcosa di diverso dalla semplice consegna dei presunti “terroristi” e altri dissidenti… Il <<dittatore di cui però abbiamo bisogno>> (cit. di Mario Draghi) avrebbe addirittura messo in conto che queste estradizioni non avverranno mai (ipotesi che sembra confermata dal fatto che ci sono oggettivi limiti, giuridici e costituzionali, perché queste siano concesse –come lo status di cittadini o rifugiati- dato che non dipendono direttamente dai due Governi ma da altri enti e agenzie delle due nazioni…). Ma allora perché la Turchia insiste?!




 

ALL’APPELLO MANCANO SOLO TURCHIA E UNGHERIA

Con l’estensione all’intero territorio ucraino dell’aggressione russa, Svezia e Finlandia hanno richiesto di entrare a far parte della NATO, accelerando il processo di avvicinamento all’alleanza iniziato nel ’94 con il Partenariato per la Pace.

Condizione per l’entrata di nuovi membri nel patto atlantico è l’approvazione dei rispettivi governi. Mancano solo Ungheria e Turchia all’appello per la ratifica finale da parte delle nazioni già inserite nell’alleanza, che tra l’altro sta avvenendo in tempi “record” rispetto al passato.

Mentre pochi giorni fa l’Ungheria del reazionario e sovranista Orban diceva, tramite un membro del suo esecutivo, che i due paesi potevano <<contare su di loro>>, il premier-autocrate turco continua a fare leva sulla consegna di decine di dissidenti  e presunti terroristi, minacciando che continuerà a opporre il suo veto, dato che il memorandum siglato ad Agosto a Madrid non sarebbe stato rispettato.

In un articolo dello scorso Luglio, pubblicato dalla BBC, si riferiva che la Svezia avrebbe promesso a Erdogan (come da lui affermato) di estradare 73 terroristi e che 4 erano già stati inviati. Da quando, in estate, abbiamo cominciato a seguire la vicenda (analizzando comunicati stampa, articoli da tutto il mondo e altre fonti aperte) però, i casi di estradizione avviati e discussi in pubblico sono stati solo due. Di questi solo uno sarebbe effettivamente concluso.

Intanto “il Sultano” Erdogan ha però già ottenuto lo “sblocco” della vendita di armi al suo paese (conseguente agli attacchi turchi ai danni dello YPG/YPJ, formazione che è riuscita a “ritagliarsi uno spazio” nel nord-est della Siria lottando contro l’ISIS), mentre invece la consegna dei dissidenti si scontra (fortunatamente) con gli ostacoli costituzionali e giuridici che non permettono estradizioni ed espulsioni verso un paese in cui si rischiano abusi come la tortura.

 

LA LISTA DI PROSCRIZIONE, L’UNICA ESTRADIZIONE CHE SEMBRA CONFERMATA FINORA (DELLE ULTIME RICHIESTE) E GLI ATTACCHI FISICI E MEDIATICI AI GIORNALISTI RESIDENTI IN EUROPA

Nei mesi scorsi la Turchia aveva presentato una sorta di “lista di proscrizione”: 

10.11.22

Cronaca rosa-giudiziaria tragicomica e “Putinismo” “rosso-bruno” post-nazifascista

I processi e le “devianze” dell’ex-premier, l’inchiesta sui finanziamenti russi alla Lega e le teorie sulla sostituzione etnica mutuate da Hitler (sostenute da chi ci governa), le casse di Vodka e di Lambrusco, la guerra in Ucraina e i foreign-fighter neo-fascisti (ma anche "di sinistra"), il gas russo e quello algerino, il lettone di Putin e la “propaganda LGBT” dei servizi “deviati”. 


Trattiamo questi argomenti nel lunghissimo editoriale “strampalato” e “impasticciato” che segue (editoriale con caratteri ibridi dell’inchiesta giornalistica su fonti aperte), coprendo un arco temporale che va da “Tangentopoli” al conflitto in Ucraina passando per “Moscopoli”.




Il foto-collage di "Skietto" che include alcune immagini che accompagnano questo maxi-post: tre foto tra le migliaia di scatti nella residenza sarda di Berlusconi del reporter Antonello Zappadu e diffuse originariamente da "El Pais" nel 2009 (che hanno fatto il giro del Mondo e al centro di diverse vicende giudiziarie) con al centro l'ex premier ceco Topolanek; sullo sfondo, in basso, uno screenshot del sito di Giorgia Meloni; in basso a destra Berlusconi, Bush e Putin durante gli accordi di Pratica di Mare e un opuscolo dal titolo "da Pontida a Mosca"; più sopra i due esponenti del Coordinamento solidale per il Donbass accolti dal governatore di una delle due repubbliche autoproclamate; infine ci sono tre simboli "nazi-comunisti": in alto a sinistra e a coprire il pene di Topolanek i simboli del Partito Nazional Bolscevico, mentre sulla destra c'è il simbolo di "L'Altra Russia".


Con il ritorno di Berlusconi in parlamento purtroppo dobbiamo tornare a parlare di “gossip”, o meglio di “pseudo-gossip”, di pettegolezzi tragicomici collegati a serie vicende giudiziarie e politiche… Malvolentieri, invece di pensare a risolvere problemi come quello dei cambiamenti climatici, torniamo ad occuparcene. Molti di questi “pettegolezzi”, legati all’”amico Putin”, non possono non ritornare alla mente e alla ribalta delle cronache dopo la diffusione degli audio in cui Berlusconi (aka “Mr B.” o semplicemente “B.”) narrava della sua profonda amicizia con l’autocrate. Parliamo di ciò nella prima parte di questo pseudo-editoriale travagliato” sul “nuovo” governo che vi apprestate a leggere…

Ma andiamo per ordine spiegando la suddivisione di questo “saggio”-editoriale-inchiesta:

iniziamo con una premessa metodologica, politica e medialmente-critica sul confine tra gossip tragicomico e vicende di “travagliata” cronaca politica/giudiziarianonché su subdole tecniche di propaganda...

Passiamo poi ai processi e alla storia politica di Silvio, intonando “purtroppo Silvio c’è”, e dunque parodiando la canzoncina che diventò virale molti anni prima dell’esistenza dei social network e del “meme” specifico della Meloni (quello che, sulle note di una musica trash da giostra recita: “io sono Giorgia, sono una madre, sono cristiana ecc.”). Spieghiamo anche come il processo Ruby si intreccia con le vicende della nuova premier che, sostanzialmente, ammise di stare con B. solo per opportunismo politicoInoltre parliamo anche delle teorie complottiste riguardanti i “servizi LGBT deviati” e il perfido e surrettizio “piano di sostituzione etnica” a danno della civiltà giudaico-cristiana europea (tanta roba!).

Dopo uno sforzo intellettuale, per comprendere le magagne legali di B. e lo spirito “tribolato” di questo maxi-post, passiamo a parlare dei famosi audio in cui si intuisce che a Berlusconi e Putin piace bere alcoled entrando nella strettissima attualità relativamente all’eterna questione dei gasdotti dai tempi di Craxi a oggi, passando per le proteste di Euromaidan.

Infine sintetizziamo la vicenda dei presunti finanziamenti alla Lega dalla Russia (nota anche come Moscopoli, Russiagate e scandalo Metropol ) sfiorando l’intricata vicenda degli estremisti di destra diventati “foreign-fighters” pro-Putin per “de-nazificare” l’Ucrainavicenda in cui l’appartenenza politica e i concetti di “destra e sinistra” sfumano nella tonalità “rossobruna”, con divisioni sul supporto a Putin o all’Ucraina all’interno della stessa estrema destra e con la partecipazione al conflitto di milizie di sinistra.

Tutto all’insegna della tragicomicità e con un sforzo rigoristico per la narrazione di eventi storici e di cronaca giudiziaria: questo è un articolo lunghissimo (speriamo che almeno una singola persona lo legga per intero, valutiamo di pagarla per leggerlo!!! -scherzo-) per cui se non riuscite a leggerlo tutto d’un fiato salvate la pagina tra i preferiti e ritornateci, magari leggendo un paragrafone alla volta: se volete saperne di più sulle teorie del complotto portate avanti da chi ci governa in questi giorni, se volete piangere, riflettere e ridere amaramente sui rapporti tra la Meloni e Berlusconi, tra la Lega e il nazismo (seriamente!), se siete nostalgici del “ventennio” Berlusconiano (il tempo effettivo in cui è stato in carica come premier è di quasi dieci anni) perché ci siete cresciuti dentro (come me) o se fate parte delle generazioni dopo i millennial e volete saperne di più, non potete perdervelo, non ve ne pentirete lo prometto! Se poi questa promessa, alla fine della lettura, non sarà stata mantenuta, e se non sarete giunti alla fine dell’articolone con <<viva e vibrante soddisfazione>> (cit. di Giorgio Napolitano) e con mesta consapevolezza sulla situazione politica, allora non tornate più sulle pagine di questa fanza/rivista, mettente DIS-like, abbassate pollici all’ingiù, UN-followateci sui social e licenzieremo l’Editorialista Travagliato che ha scritto questo pezzo (che tra l’altro non abbiamo “assunto” perché si auto-gestisce e si auto-sfrutta, quindi c’è poco da perdere...). 


BUONA LETTURA, LOVE!




Le “Travagliate” storie di Gossip “tragicomico” e i motivi per cui ci si dimette sugli altri pianeti

Il <<liberal-montanelliano>> Marco Travaglio è probabilmente il giornalista che più, e meglio, si occupato di Silvio Berlusconi e delle sue vicende giudiziarie: pur non stimando le idee politiche del fondatore de “Il Fatto Quotidiano” penso sia indubbio riconoscere il suo valore di cronista giudiziario e, perciò, la prima parte di questo lunghissimo pseudo-editoriale in un certo senso lo “omaggia”.