30.12.22

SVEZIA E FINLANDIA NELLA NATO: VIA LIBERA DALLA TURCHIA?!

COSA VUOLE DAVVERO LA TURCHIA?!
Sintetizziamo e continuiamo a seguire la vicenda delle estradizioni imposte come veto per entrare nella NATO a Svezia e Finlandia dalla Turchia: cosa vuole davvero il “Sultano” Erdogan?!

 

Nello "screenshot" in foto si notano alcuni articoli, che escono nei primi risultati dei motori di ricerca, in cui si afferma un "frettoloso", presunto ed "errato" "via libera" della Turchia all'ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO: in questi giorni, dopo l'ennesima estradizione negata (ma almeno un'altra è stata concessa) il ministro degli esteri turco ha detto che <<non siamo nemmeno a metà strada>> dal "via libera" annunciato. Forse Erdogan punta ad altro, come spieghiamo nell'articolo che segue.



Negli scorsi mesi abbiamo iniziato un “format” di notizie dal titolo “Come va a finire?!”, con l’intento di seguire degli avvenimenti di cronaca “fino alla fine”: troppo spesso i media trattano di alcuni eventi solo quando questi sono più facili “da coprire”, quando si vuole “arruffianare” e “direzionare” l’opinione pubblica, quando si vogliono assecondare le voglie di un# potente di turno, quando si pensa di “vendere” più copie o spazi pubblicitari, magari con pronostici fatti con troppa fretta e con errate semplificazioni (come mettiamo in risalto nella foto “meta-mediatica” di questo articolo: si notano alcuni titoli che sanciscono “un via libera” della Turchia all’entrata di Svezia e Finlandia nella NATO, circostanza che ancora non si è verificata e dalle implicazioni più articolate)… Poi quelle stesse notizie finiscono nel dimenticatoio, nell’inconscio mediale collettivo, soppiantate da nuovi contenuti da “consumare” in maniera vorace e senza troppi sforzi cognitivi e intellettuali!

Fatta questa premessa entriamo subito nel merito: la prima vicenda che abbiamo cominciato a seguire, chiedendoci per l’appunto “Come andrà a finire?!”, è strettamente legata alla causa curda e all’invasione russa dell’Ucraina.

 

DAL MEMORANDUM DI MADRID ALL’ULTIMA ESTRADIZIONE NEGATA DALLA SVEZIA

Svezia e Finlandia, dopo l’aggravarsi del conflitto ucraino (che è iniziato nel 2014, è doverso ricordalo!), hanno richiesto di entrare nella NATO. Bisognerebbe porsi tutta una seria di domande su come garantire la pace nel Mondo, su come dovrebbe comportarsi chi non sta “né con Putin né con la NATO”, ma per ovvie ragioni di sinteticità e pertinenza le rimandiamo a futuri articoli (o anche nei commenti qui sotto, sui social e potenzialmente ovunque la “proto”-Redazione di Fanrivista può rispondere).

La procedura dell'entrata di un nuovo paese deve essere ratificata dai vari stati membri dell’alleanza, e sta avvenendo comunque in “tempi” record in confronto con le precedenti. All’appello mancano solo Ungheria e Turchia. Il paese della Sublime Porta ha però imposto un veto: vuole la consegna, da parte di Finlandia e Svezia, di quelli che considera “terroristi” ma che, nelle democrazie europee e occidentali in cui viviamo si chiamano “dissidenti”  (e si badi bene che, secondo chi scrive, anche in base al diritto internazionale, se pure quelle persone fossero davvero dei “terroristi” sarebbe comunque ingiusto consegnarle a un paese che potrà torturarle e riservare loro un trattamento detentivo che viola i diritti umani).

A un incontro diplomatico della NATO che si è tenuto a Madrid, lo scorso Giugno, viene siglato un “memorandum” trilaterale in cui i tre paesi si impegnano a perseguire il terrorismo e a considerare alcune organizzazioni come terroriste: si deve sottolineare che solamente il PKK, tra quelle menzionate nel documento, è considerata tale dagli USA e dall’UE (sull’argomento ci ritorniamo meglio su tra poche righe), mentre le YPG/YPJ sono anche alleate del contingente internazionale a guida USA nella lotta contro l’ISIS. Oltre alle organizzazioni curde “di sinistra” figurano anche gli esponenti di quella che la Turchia definisce “FETO”, acronimo dell’ “Organizzazione del Terrore Gulenista”: si tratta di un movimento islamico nazionalista “governato” da un ex-amico del “Sultano” Erdogan, l’“Imam” Fethullah Gulen, ritenuto dal primo l’organizzatore del fallito golpe del 2016 (mentre altri ritengono che il golpe Erdogan se lo sia fatto da solo. Altri ancora credono che “il Maestro” Gulen abbia contrastato le trattative di pace, svolte a partire dal 2012, tra Erdogan e il PKK per motivi che grossolanamente potrebbero essere sintetizzati dal detto “non si tratta con i terroristi!”).

Inizialmente era stata diffusa una sorta di “lista di proscrizione” con decine di nominativi, tra cui anche quello di una parlamentare svedese di origini curdo-iraniane e di un poeta morto vari anni fa.

Ad Agosto veniva diffusa la notizia di una prima estradizione e nel giro di poche ore veniva rivelata anche l’identità della persona: si trattava di un cittadino turco-curdo, Okan Kale, ricercato dalla Turchia per una frode a danno di alcune banche e che aveva ottenuto un permesso di soggiorno in Svezia dopo un matrimonio (i media di regime turchi hanno enfatizzato che la persona con cui si era sposata fosse di vent’anni più anziana). Secondo l’accusa aveva falsificato delle carte di credito, secondo lui era ricercato perché renitente alla leva in quanto oppositore di coscienza, perché convertito al cristianesimo e perché curdo. Presumiamo che quella è stata la prima estradizione verso la Turchia (quelle precedenti alla richiesta negli ultimi anni si contano sulle dita di una mano) anche se però di un cittadino turco che non era coinvolto in vicende politiche e che non aveva legami con la resistenza curda. Forse, proprio per questo, il suo caso ha avuto meno attenzione…

Cosa che non è successa con Zinar Bozkurt per cui è partita una campagna mediatica, relativamente modesta, in sua difesa: anche lui non era presente nella lista succitata però, secondo l’intelligence svedese, era sospettato di avere contatti con il PKK sulla base di alcune foto sui social in cui mostrava simpatia per il partito turco dell’HDP e per la lotta contro l’ISIS: dopo un periodo di detenzione in un centro per migranti sembrerebbe che sia tornato alla “normale” vita di un richiedente asilo, che rischiava di essere perseguitato anche per il suo orientamento sessuale oltre che per le proprie opinioni politiche.

Dopo i colloqui tra i tre paesi ripresi nell’autunno le richieste della Turchia sono diventate più pressanti, nonostante i due governi avessero spiegato che i procedimenti non dipendevano direttamente da loro ma dagli apparati giudiziari. Per questo, secondo l’analista svedese Paul Levin, (come abbiamo spiegato in questo post, dove parliamo anche di altre due estradizioni degli anni passati) la motivazione che poteva spingere la Turchia a essere così pressante poteva risiedere nel tentativo di ridurre il più possibile gli embarghi “informali” sulle armi, ottenendo anche gli ambiti caccia F16 americani (vendita di arei a cui si è opposto anche il premier greco) oppure, addirittura, evitare di far entrare i due paesi nella NATO accordandosi “sottobanco” con Putin.

I primi giorni di Dicembre l’“estorsione geopolitica” funziona, forse complice del fatto che al potere in Svezia è salita la destra: Mahmut Tat, accusato di essere un sostenitore del PKK, viene estradato. Si è difeso dichiarando di aver semplicemente partecipato a delle proteste schierandosi <<dalla parte degli oppressi e della lotta democratica: se questo è terrorismo allora sì, sono un terrorista!>>. Nel suo stesso caso era coinvolto anche un giornalista che fu arrestato durante un viaggio a Barcellona dalla Svezia, Hamza Yalcin: probabilmente la “debolezza” mediatica di Tat ha giocato a suo sfavore.

Sicuramente la “forza” mediatica di un altro giornalista, schierato però con i gulenisti e quindi accusato da Ankara di essere un “golpista”, è maggiore: Bulent Kenes si trovava in quella citata lista, ma la corte svedese responsabile per le estradizioni l’ha negata per diversi impedimenti. Anche secondo lui Erdogan starebbe semplicemente cercando di fare leva per ottenere un tornaconto elettorale e favorire Putin. Una decina di giorni fa ha anche affermato, in un’intervista a “Il Domani” con la cronista Futura D'Aprile, che <<Erdogan non è diverso da Putin>> e che l’UE <<dovrebbe smettere di cercare di accordarsi con un regime che ha sostenuto gruppi radicali islamisti in medio oriente e nord Africa. Capisco la “real politik”, ma credo che alcuni leader europei siano un po’ naif nel continuare ad avere relazioni con Erdogan>>.

 

LE REAZIONI ALLA PRIMA ESTRADIZIONE “POLITICA” E LA RICHIESTA DI RIMOZIONE DEL PKK DALL’ELENCO DELLE ORGANIZZAZIONI TERRORISTICHE


Foto di repertorio de "Lo Skietto": l'immagine è stata scattata il 12 Novembre 2021 a Napoli, quando è giunta la nave e la delegazione di attivist# per chiedere la liberazione di Ocalan.


Dopo l’estradizione di That diversi organismi politici hanno alzato gli scudi e la voce, tra cui gli esponenti di Unione Popolare che ha definito il provvedimento svedese come <<un palese tradimento dei principi che regolano il diritto d’asilo. I governi Nato fanno finta di non sapere che in Turchia basta chiedere la liberazione di Ocalan per essere accusati di terrorismo. È una vergogna che l’UE e i governi europei abbiano inserito il Pkk nell’elenco delle organizzazioni terroristiche. Unione Popolare condanna la complicità di Nato, UE e governi europei con il regime di Erdogan che sta da settimane bombardando il  Rojava e che sta usando armi chimiche contro la resistenza curda. Chiediamo la cancellazione del Pkk dall’elenco delle organizzazioni terroriste e la garanzia del diritto di asilo per i curdi esuli nei paesi dell’Unione Europea>>.

La richiesta di cancellazione del PKK arriva anche da molti altri soggetti collettivi e singoli tramite una petizione diretta al Consiglio dell’Unione Europea nel cui testo si fa riferimento alle sentenze della Corte UE e di una Corte del Belgio: <<La Corte suprema dell'UE, la Corte di giustizia del Lussemburgo, ha stabilito nel 2018 che il PKK è stato ingiustamente incluso nella lista dei terroristi dell'UE tra il 2014 e il 2017. Oltre a errori procedurali, la sentenza fa riferimento anche all'appello alla pace di Abdullah Öcalan nel 2013. 

Quando la validità della designazione di terrorismo è stata testata nei tribunali belgi, nel 2020 è stato accertato che il PKK non dovrebbe essere considerato legalmente un'organizzazione terroristica perché è parte di un conflitto armato non internazionale, il che lo rende soggetto alle leggi della guerra e non penale>>. 

Oltre alle sentenze si fa riferimento a fattori concernenti la <<nuova situazione del PKK in Medio Oriente>> non presi in considerazione nell’aggiornamento della lista: non si tiene conto <<né del temporaneo processo di pace e negoziato tra il PKK/curdi e il governo turco nel 2013-2015 né del nuovo ruolo dei curdi in del Medio Oriente, ad esempio nella lotta contro il cosiddetto Stato Islamico (ISIS). Dopo che lo Stato Islamico (ISIS) ha proclamato il suo “califfato” nell'estate del 2014 e ha iniziato a invadere vaste aree di territorio in Iraq e Siria, lo Stato turco gli ha fornito assistenza, soprattutto nell'attacco alle aree curde, mentre il PKK ha svolto un ruolo decisivo nella sconfitta dell'ISIS e di altri mercenari. L'ascesa dello Stato Islamico e di altri mercenari ha cambiato le priorità in Medio Oriente. La lotta del PKK con l'ISIS ha giovato agli sforzi antiterrorismo in Iraq e Siria. Il PKK ha contribuito a difendere e liberare aree come Makhmour, Sinjar e Kirkuk in Iraq, nonché Kobani e altre aree nel nord della Siria. Nell'agosto 2014, il PKK è stato determinante nella creazione di un corridoio umanitario per salvare decine di migliaia di yazidi intrappolati dall'ISIS sul monte Sinjar>>.




 


AL MOMENTO UN’UNICA CERTEZZA

A farne le spese sarà sicuramente il popolo curdo, e in particolare i curdi del Rojava e i suoi alleati: oltre alle due estradizioni già concesse presto potrebbero arrivare nuovi strumenti di morte: le armi che arriveranno dalla Scandinavia dopo la fine dell “embargo ufficioso”, imposto proprio per gli attacchi degli scorsi anni all'Amministrazione Autonoma del Nord-Est della Siria, potranno fare nuove vittime e incrementeranno il potere del satrapo turco in medio oriente e nel Mondo.

 


ProtoRedazione


ultima modifica 8/11/2023 18:22

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