In Corea del Nord, paese non certo campione per libertà e diritti umani, diversi organi della stampa da anni riportano che il consumo di cannabis sarebbe legale, addirittura incoraggiato per conferire un adeguato e proletario riposo ai lavoratori, insieme all’oppio. Analizziamo alcuni brani di questi articoli, partendo da un frammento che si legge su Vice del 2013 (titolo: La Corea del Nord fuma erba tutti i giorni, il ché spiega molto), dove si afferma: <<nonostante la posizione del governo sia molto dura sull’uso e sul traffico di droghe pesanti come la metamfetamina, la marijuana non è considerata una droga, stando a quel che si dice. Di conseguenza (…) per i fumatori d’erba la Corea del Nord potrebbe essere il paradiso>>[1]
Il brano usa come fonte un altro sito (offline ma reperibile a questo indirizzo) in cui si spiega che lì la marijuana cresce in maniera selvatica, contiene olio da usare nell’industria e che molti coltivano oppio per trattare colite e diarrea (cosa che avveniva anche in Italia molto, molto tempo fa…). Si afferma inoltre che il governo non ha mai controllato l’uso di cannabis e oppio ma, anzi, ha promosso la coltivazione del papavero in terreni abbandonati per guadagnare valuta straniera.
In una breve notizia del 2019 del The Telegraph, dove si parla delle <<23 cose che non ti aspetteresti sulla Nord Corea>> si afferma che il paese è un paradiso per i fumatori <<al pari di Olanda, Colorado e Uruguay. È perfettamente legale comprare e fumare cannabis in pubblico e in privato>>… Diciamo che sono eufemisticamente scettica: non vi consiglio di recarvi lì per farvi gli spinelli!