LA CARENZA (SE NON OMISSIONE) DI SOCCORSI E UMANITÀ, IL FOCUS SULLE OPERAZIONI DI POLIZIA A SCAPITO DELL’ATTENZIONE PER I SALVATAGGI, LA REPRESSIONE “VIZIATA” DEL FENOMENO DELLO "SCAFISMO"
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A sinistra un tweet di Mediterranea Saving Humans in cui si elogia la Guardia Costiera per un soccorso e si afferma che <<i politici che li "comandano" non valgono un'unghia dell'ultimo marinaio a bordo di quelle vedette>>. A destra alcuni titoli di articoli che riprendono le dichiarazioni di Vittorio Alessandro, ufficiale in congedo della Guardia Costiera che ha affermato: <<salvare vite era il nostro vanto, poi la politica ha fermato tutto>>. Sullo sfondo l'immagine di un gommone tratta dalla sezione "Press" di Mediterranea. In calce al post gli screenshot originali del tweet e dei titoli nei risultati di ricerca. |
Una settimana fa, proprio mentre in redazione si chiudevano due articoli sul decreto ONG e sul tema delle migrazioni (forse sarebbe meglio parlare di “persone in movimento”) è arrivata la notizia dell’ennesimo naufragio a Cutro, in provincia di Crotone.
Di fronte ad almeno 70 vite spezzate (sarebbero almeno una trentina i dispersi), infanti inclusi, alcune distinte da un codice perché senza nemmeno un nome e con una storia di cui si conosce solo il finale in una bara, appare ipocritamente ovvio che si doveva fare di più: la magistratura, la stampa e la collettività in generale stanno provando a fare chiarezza su eventuali responsabilità penali e morali riguardanti le carenze (salvo vere e proprie colpose omissioni) nei soccorsi. Fin da adesso sta sempre alla collettività in generale attivarsi perché ciò non accada più, oltre che per ricercare le verità di questa e altre tragedie, anche se per qualcuno sarebbe più corretto parlare di stragi –sempre a proposito di ricerca della verità... Come possiamo fare? Intanto riflettendo, immaginando un nuovo tipo di società sul lungo termine, mentre sul breve termine le iniziative come manifestazioni, petizioni, dibattiti e tutti i mezzi di protesta e pressione a nostra disposizione sono il minimo, forse “sindacabile” in quanto insufficiente…
PRIMA SI SALVA, POI SI DISCUTE O SI INDAGA: LA LOGICA POLIZIESCA PREVALE SU QUELLA UMANITARIA
La procura di Crotone ha aperto almeno due fascicoli, stando a quanto riporta la stampa: uno sull’organizzazione del viaggio, con le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, lesioni e omicidio colposo a carico di quattro presunti scafisti e organizzatori, due pakistani e due turchi tra i 17 e i 50 anni. Tre sono in stato di arresto mentre uno è fuggitivo. Pare che abbiano tentato la fuga dopo aver gonfiato un gommone e abbandonato la nave.
L’altra inchiesta dovrebbe chiarire le responsabilità istituzionali della sciagura: si dovranno ricostruire le comunicazioni tra i diversi corpi e istituzioni (ministeri, Capitanerie di Porto - Guardia Costiera, Guardia di Finanza e l’agenzia europea Frontex) e le intricate catene di comando e responsabilità che evidentemente non hanno funzionato.
La dinamica delle comunicazioni, degli ordini e degli eventi, ricostruita solo parzialmente dalla stampa e dalle dichiarazioni dei diversi soggetti coinvolti, è pressoché questa: nella tarda serata dello scorso Sabato un velivolo di Frontex avvista un’imbarcazione distante circa 40 miglia dalla costa. Attraverso dei macchinari che rivelano fonti di calore si capisce che all’interno della barca ci sono delle persone, anche se non si può stabilire con precisione quante, ma si scoprirà poi che erano circa 200. La Guardia costiera ha precisato che oltre alle buone condizioni di navigazione, nella segnalazione di Frontex si specificava che una sola persona era visibile, ma l’agenzia europea ha smentito questa ricostruzione specificando di aver segnalato <<un’imbarcazione pesantemente sovraffollata>> (chiarendo inoltre che sono i singoli stati a decidere se un'operazione deve essere considerata di salvataggio o di polizia. La Meloni e il governo si difendono con l'argomentazione che l'agenzia europea non ha segnalato situazioni di pericolo). L’aereo rientra per mancanza di carburante e, stando a quanto dichiarato dai portavoce dell’agenzia, comunicano la notizia arriva alle autorità italiane specificando che non c’erano particolari pericoli: partono due imbarcazioni della Guardia di finanza (che fa capo principalmente al ministero dell’Economia, ma che dipende anche da quello della Difesa e dell’Interno, e quindi in questo caso da Piantedosi), cui competerebbe svolgere operazioni di polizia, ma non la Guardia costiera (che dipende dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e quindi da Salvini) che sarebbe dotata di imbarcazioni specifiche per i salvataggi, a differenza delle prime due che sono costrette a ritirarsi per lo stato del mare dopo un secondo tentativo. Secondo il quotidiano Il Domani (articolo del 28 Febbraio siglato da Nello Trocchia e intitolato "Naufragio in Calabria, Salvini e la Guardia costiera hanno lasciato morire i migranti") viene sollecitato allora un intervento congiunto dei due corpi, sollecitazione che non si compie. Sono circa le tre di notte e, dopo quasi tre ore, un pescatore riceve la segnalazione di una barca in pericolo dalla Guardia Costiera. Altre telefonate sarebbero arrivate dai Carabinieri e da alcuni astanti che dalla spiaggia avvistano la barca, oltre che dall'imbarcazione stessa…
Ma è troppo tardi: la Guardia Costiera interviene a naufragio avvenuto, quando il “caicco” (così si chiama quel tipo di imbarcazione turca) si è spezzato in due su una secca, dopo che il motore era andato in aviaria sputando fumo e liquido bollenti: alcuni si aggrappano ai resti che galleggiano, aiutando chi non sa o non riesce a nuotare. Altri non ce la fanno. Si conclude così il viaggio iniziato su dei camion il 21 Febbraio nel distretto turco di Smirne. Inizialmente sarebbero stati imbarcati su un altro natante che però è andato in avaria: vengono trasferiti sulla “Summer Love” e dopo altri tre giorni di viaggio il sogno di una vita decente si infrange a pochi metri dalla costa.
Orlando Amodeo, ex medico della polizia di Stato, soccorritore ed esponente di Sinistra-Verdi ha dichiarato nella serata di domenica, in televisione, che <<se su quella barca ci fosse stata la figlia di un politico si sarebbe andati a fare il salvataggio anche con il mare a forza 20 (…) gli scafisti li inventiamo noi, se l’Europa fosse più umana non esisterebbero>> dice a proposito di quello che è definibile come il “proibizionismo delle migrazioni”. Specifica poi che anni prima lui stesso aveva partecipato a un soccorso con un livello di forza del mare tra il 6 e il 7: tra l’altro pare che il mare in realtà fosse a forza 4 e che comunque c’erano i mezzi per navigare anche con forza 8, come affermato dallo stesso comandante della Capitaneria di porto locale, mentre le veline governative inviate immediatamente alla trasmissione televisiva e ripetute per giorni parlavano da subito dell’impossibilità di effettuare i soccorsi a causa del mare forza 8). Resta da capire perché allora la Guardia costiera non è intervenuta o perché non è stata fatta intervenire.
Le dichiarazioni di Amodeo, amplificate mediaticamente dall’importante televisione commerciale, per quanto importanti e dirompenti sembrano meno strutturate e precise di quelle rilasciate da Vittorio Alessandro, ammiraglio in congedo della Guardia costiera, dichiarazioni ci pare siano passate più in sordina…
A Il Manifesto ha spiegato (in un'intervista fatta da Giansandro Merli e intitolato con il suo virgolettato "C'è una distorsione del soccorso in mare. Possibili altre tragedie"), che <<in un lungo arco di tempo si possono rafforzare procedure e prassi che inquinano le vicende dei soccorsi di grandi numeri di persone, come i migranti, e le trascinano verso logiche e prassi di polizia. Prima gli interventi erano esclusivamente ispirati al salvataggio. La polizia veniva ovviamente chiamata in causa, ma per aspetti logistici e di ordine pubblico allo sbarco>>, e quindi inquadrando il problema della gestione delle migrazioni e dei soccorsi da una prospettiva più ampia.