UN ANNO DI GENOCIDIO, DI PROPAGANDA GUERRAFONDAIA E DI RISCRITTURA DELLE LEGGI DI GUERRA IN SENSO MEDIOEVALE
In questo articolo di fondo atipico ripercorriamo un anno di guerra genocida, punizione collettiva dei palestinesi e libanesi, oltre che di furia vendicativa e coloniale, riproponendo una serie di approfondimenti apparsi su queste pagine digitali. Sono articoli che si concentrano sul doppio metro di giudizio applicato dai nostri media e sulla riscrittura delle leggi di guerra. Stiamo tornando indietro di secoli a livello di conquiste legali, anche se poi la guerra è condotta con mezzi tecnologicamente avanzati.
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Dettaglio dell'mmagine sullo sfondo della Tasnim News Agency tratta da Wikimedia, rilasciata con licenza Creative Commons |
Non serve essere
"pro-Pal" o addirittura "pro-Hamas" per affermare
che l'occupazione illegale, così come sancito dal diritto
internazionale, deve finire. Basta essere "pro-diritti-umani"
e "pro-senso-di-comune-umanità". Tutti dobbiamo impegnarci
contro le ingiustizie, nel nostro piccolo e nel nostro grande, e
questo post rappresenta il minimo che possiamo fare.
Senza la fine
dell'occupazione, senza riconoscere le colpe, senza verità e
giustizia non ci può essere pace. Gli oppressi non hanno bisogno di supereroi liberatori: basta che noi occidentali smettiamo di
fornire armi, risorse e copertura politica ai governanti che
commettono palesi e brutali violazioni dei diritti umani, scendendo
in maniera ipocrita ben al di sotto del livello di altre potenze
statali opprimenti e avverse.
OSSERVARE IL CONTESTO, SEMPRE!
Quando si tenta di giustificare le malefatte di proporzioni bibliche commesse in questo ultimo anno da Israele, potenza nucleare illegale e "nostro" alleato NATO de facto, si dice che bisogna osservare il contesto che le ha generate. A questo punto si passa a parlare del sanguinoso attacco del 7/10, un atto orrifico e tragico che però non giustifica tutti i "Sette Ottobre" inflitti ai danni alla popolazione palestinese in un anno di guerra genocida. Così come non legittima quelli precedenti, l'inizio del genocidio incrementale finalizzato alla pulizia etnica "dal fiume Giordano al mar Mediteranneo" e allo spossessamento dei palestinesi.
Il contesto va osservato sempre, non selettivamente... Senza avere la pretese di individuare la causa prima dei conflitti nelle martoriate terre di Palestina, nel medio-Oriente o addirittura nel Mondo, l'inizio dell'attuale carneficina può essere individuato nella dichiarazione unilaterale della nascita di Israele nel maggio del 1948. Un (dis)ordine mondiale che si reggeva sul colonialismo aveva stabilito che la popolazione indigena avrebbe dovuto accontentarsi di meno della metà dei territori (tra l'altro meno redditizi e senza continuità territoriale), assegnando l'altra metà a una comunità che ne possedeva circa il 7%. Le potenze regnanti di allora (Unione Sovietica inclusa) saldarono così il debito degli Olocausti (il plurale non è un refuso e in questo post spieghiamo perché) facendolo pagare ai palestinesi, dando vita a uno stato che diversi ebrei vedevano come intrinsecamente antisemita. Fin dalla nascita del movimento sionista alla fine dell'800 molti ebrei (incluso un celebre fisico che oggi sarebbe chiamato "ebreo che si auto-odia", un certo Albert Einstein) hanno scorto i pericoli di quel nazionalismo sui generis, per il quale la nascita di uno stato ebraico sarebbe potuta avvenire anche in continenti diversi (tra le ipotesi più accredita dei sionisti c'erano anche l'Africa e l'America). Se una persona di religione e/o di cultura ebraica nasce in Italia, in America o in Russia, perché dovrebbe essere incoraggiata o deportata -più o meno volontariamente- a emigrare altrove?! Per due motivi che, paradosso della storia, hanno unito gli obiettivi dei colonizzatori sionisti a quelli dei biechi nazisti. Da un lato colonizzare terra altrui col supporto dei britannici (e poi degli statunitensi) favorendo l'immigrazione in Palestina per compensare lo squilibrio demografico, dall'altro deportare quanti più ebrei possibile.
Dopo la famosa risoluzione ONU 181, quella che divideva la Palestina in due parti, ci sarebbero dovute perlomeno essere altre mediazioni con i paesi e le popolazioni arabe. Ma i fascisti e terroristi sionisti (uso le parole di quell'ebreo antisemita che era Albert Einstein) colsero l'occasione, inaugurando una tradizione di utilizzo selettivo e distorto del diritto internazionale.