Tre settimane fa abbiamo cominciato a seguire le richieste della Turchia fatte a Svezia e Finlandia per concedere il via libera alla loro entrata nella NATO. In particolare ci chiedevamo se alla fine avrebbero estradato o espulso diverse persone e dissidenti che la Turchia considera terroristi, e per questo abbiamo contrassegnato questa serie di articoli con le domande-hashtag #ComeVaAfinire #ComeAndràAfinire?!
LA LISTA DI PROSCRIZIONE TURCA
Tra le più di 70 persone di cui la Turchia ha richiesto la “consegna” alcuni sarebbero connessi al PKK, partito comunista curdo che alcune istituzioni considerano ufficialmente terrorista (mentre c’è una sentenza belga che la definisce come una parte di un conflitto armato) ed è da circa 40 anni in lotta con la Turchia. Recentemente sembra essersi distanziato dall’idea indipendentista di uno stato-nazione curdo -sulla scia del cambio di paradigma del suo fondatore, Abdullah Ocalan- dirigendosi verso quella confederalista del municipalismo libertario.
Ma Ankara ha richiesto, nel primo incontro al summit NATO di Madrid tenutosi a fine Giugno, piena collaborazione anche contro altre organizzazioni che reputa terroriste, ma non ritenute tali da altre istituzioni a differenza del PKK (con cui ci sono delle connessioni politiche e strutturali, così come esistono dei dissidi “interni”), ossia il PYD (Partito dell’Unione Democratica siriano) e il suo braccio militare YPG/YPJ (le Unità di protezione popolare) che, all’interno delle Forze Democratiche Siriane, hanno contribuito alla lotta contro il sedicente Stato Islamico.
Infine nella “lista di proscrizione” presentata dalla Turchia c’è anche FETO (Fethullahist Terrorist Organisation), nome attribuito al movimento “demo-islamico” e nazionalista capitanato da Fethullah Gulen. In passato era un “amico” del “sultano” Erodgan, oggi invece quest’ultimo lo ritiene responsabile del fallito golpe nel 2016 (alcuni pensano invece addirittura che Erdogan si sia fatto il golpe da solo, come pretesto per aumentare la sua strategia autoritaria), e alcuni pensano pure che avrebbe contrastato i negoziati di pace con i curdi che Erdogan e l’ex capo dei servizi segreti Fidan stavano portando avanti nel 2012.