7.8.22

L’editoria anarchica italiana: piattaforme online, siti libertari e autogestiti

Pubblichiamo oggi, per la rubrica Esami Infiniti, il quarto capitolo di una tesi di laurea dal titolo “L’editoria libertaria italiana: dalla frammentazione della galassia anarchica all’omologazione insurrezionale”. Il richiamo a una certa uniformità dei contenuti delle frange più rabbiose, antiorganizzatrici, nichiliste e violente della galassia anarchica è strettamente connesso a una serie di contenuti (a volte “copiati e incollati”, tradotti o riprodotti secondo logiche di content syndication) presenti online.

Questo penultimo capitolo contiene un lavoro di ricerca e catalogazione online delle infrastrutture web e dei siti online dell’universo libertario. Questa “bozza” di catalogazione è ferma al Marzo del 2021, e quindi è potenzialmente arricchibile anche grazie alle vostre preziose segnalazioni: non è un caso che questa testata/zina vuole abbattere il confine tra "produttori/trici" e "consumatori/trici" di contenuti (su come farlo più nello specifico se ne parla nepost di presentazione del progetto, che è anche un saggio breve informale su autoproduzioni e media alternativi) e per questo l'aiuto della collettività è fondamentale!

Nella prima parte di questo capitolo si parla delle piattaforme anarchiche e autogestite online: partendo dal collettivo “Autistici e Inventati” si fanno delle considerazioni su possibili risvolti negativi degli strumenti a tutela della privacy online. 

Si passa poi a parlare di ECN (European Counter Network), il primo provider “antagonista” europeo, di Indymedia (noto media center), di Anarcopedia (una Wikipedia anarchica) e di altri esperimenti simili, di Ainfos (agenzia stampa anarchica) e di Rivoluzione Anarchica (un aggregatore di notizie automatizzato). 

Nella terza parte del capitolo si parla dei siti dedicati all’ambito insurrezionale e prodotti specificamente da questo ambiente: l’ultima sezione (paragrafo 4,3,4) è dedicata a quelli che ho definito di “propaganda non spicciola” perché si distaccano, contenutisticamente, dall’omologazione richiamata nel titolo della tesi.

 Infine, per concludere la parte di ricerca, c’è una sitografia con altri siti web così divisa: nella prima parte ci sono i siti web propriamente “insurrezionali”, poi quella che contiene siti di soggetti politici “definiti” (come associazioni e collettivi), quella dei comunisti anarchici e dei sindacati di base e libertari, quella dedicata ad altri singoli e collettivi e, infine, quella degli anarcocapitalisti (di cui si parla più nello specifico nel capitolo conclusivo che sarà pubblicato a breve).






NELLE PRECEDENTI "PUNTATE"

Nella prima “puntata scritta” si presentava un’iper-concisa storia del movimento anarchico in Italia intrecciata a uno stringatissimo viaggio in quella del panorama editoriale italiano; vi si trovano anche delle nozioni molto basilari su terrorismo e sull’uso politico della violenza (contestualizzato rispetto all’anarchismo e considerando che gran parte della “galassia anarchica” si configura, almeno sul versante delle pubblicazioni, in maniera “insurrezionale”).

Nella seconda si trattava delle case editrici e dei vari “editori, formali o meno, e più o meno autoprodotti, a partire dalla fine dell’800: queste pubblicazioni possono essere definite “di nicchia” e sono all’interno di un’altra nicchia, quella delle autorpoduzioni “pure” e degli editori semi-independenti che pubblicano “poco” dal punto di vista quantitativo…

Nella terza ci si occupava dei periodici cartacei, partendo dal settimanale fondato da Errico Malatesta per arrivare alla storia di “Sole e Baleno”, passando per il “testamento” di Sacco e Vanzetti.

Buona lettura e grazie per l’attenzione!








4) Progetti editoriali, informali e non, presenti esclusivamente o principalmente sul web

Molti di questi siti e progetti editoriali, dei quali la maggioranza sono dichiaratamente di stampo insurrezionale e terrorista, sono connessi tra di loro in maniera ipertestuale oltre che dalla pubblicazione di rivendicazioni in comune. Per ogni sito e progetto si cercheranno di evidenziare quante più connessioni possibile di questi tipi, rilevate durante la realizzazione del presente elaborato. Alla fine di questo capitolo si troverà inoltre una sorta di sitografia che include tutti i siti web incontrati durante questo lavoro di ricerca che, per vari motivi (tra cui ovvie esigenze di sinteticità, l’impossibilità di “coprire” l’intero spazio del web con ricerche manuali sui motori di ricerca oltre a un personale giudizio riguardante una minore rilevanza di certi siti in questa sede rispetto a quelli per i quali si è invece ritenuto opportuno dedicare un approfondimento maggiore) non vengono descritti sinteticamente o accuratamente ma che comunque, soprattutto in vista di possibili ulteriori ricerche, ho ritenuto ragionevole quantomeno elencarli.

4.1) Infrastrutture libertarie o autogestite: le piattaforme fatte o usate dagli anarchici, autogestionari e “antagonisti”

4.1.1) Il collettivo “Inventati Autistici” (abbreviato in A/I) e l’associazione “Investici”

L’unione di attivisti e collettivi nata tra il 2000 e il 2001 che riprende lo slogan di Primo Moroni, cioè “condividere saperi, senza fondare poteri”, è un movimento che si definisce anticapitalista e dedicato alle tecnologie informatiche e ai diritti connessi a queste, in particolare per ciò che concerne e connette privacy e libertà d’espressione[1]. Banalmente si potrebbe ragionare sulla questione della privacy e della segretezza come elementi che possono essere utili o, in certi contesti come nelle dittature, fondamentali per comunicare liberamente … O ancora si potrebbe discutere sul fatto che sacrificare la privacy a volte può significare maggiore sicurezza e ampliate possibilità di ricostruire vicende che, in ultima istanza, potrebbero tradursi in maggiore libertà di sapere come si sono svolte delle vicende. D’altronde segretezza e riservatezza, viceversa, potrebbero essere usate subdolamente per reprimere le varie libertà o con altri scopi malevoli: non è certamente un caso che la galassia insurrezionale usa i servizi di A/I con le implicazioni morali, se non penali, che ciò comporta. Queste problematiche comunque riguardano più le scienze politiche, demo-etno-antropologiche e la filosofia e, andando più nello specifico, la criminologia e l’informatica[2]. I discorsi affini a questi altri campi del sapere non verranno approfonditi in questa sede, ma vanno comunque considerati come premessa.

Il primo nucleo del progetto A/I era rappresentato principalmente da due “anime” poi fuse. Una era quella fiorentina che si occupava dell’aspetto comunicativo, riunita intorno al centro sociale “Cecco Rivolta”, chiamata in un primo momento “sgamati” e poi “inventati”. L’ambiguità semantica del secondo nome, che a seconda dell’accento può significare sia il participio passato che l’imperativo di inventare, era stata lasciata di proposito dopo aver pensato a un nome che bisognava, appunto, “inventarsi”. L’altra componente, quella milanese organizzata intorno all’hacklab “LOA”, si occupava della parte informatica e aveva deciso di chiamarsi “autistici” per le abitudini comunicative sui generis, come chattare quando si era fisicamente presenti in una stanza invece che parlare faccia a faccia, e per il fatto che al computer di solito si lavora in maniera individuale [3].

I progetti portati avanti da individualità e collettivi del panorama hacker italiano sotto la sigla A/I sono svariati e riguardano i vari ambiti della comunicazione informatica. Gli attivisti appartengono all’area politico ideologica definibile come “antagonista”[4] e mette insieme attivisti, gruppi, centri sociali, terroristi avanguardisti (chi scrive questa tesi considera tali gli autori di molti siti che si nomineranno a breve, mentre presumo che questi si considerino per lo più anarchici individualisti, spontaneisti o nichilisti) e collettivi di tutto il mondo, anche se il progetto nasce in Italia. Oltre a questo si organizzano workshop, incontri e supporto per i vari “hacklab”, centri sociali e gruppi su temi come l’ ”open-source” e le “reti mesh”. I principali servizi auto-organizzati offerti sono quelli di posta elettronica, mailing list, siti web, messaggistica istantanea, piattaforma di blog, “VPN”, mail, navigazione anonimizzata, forum e newsletter: i concetti portanti sui quali si incentrano i progetti, oltre al “do it yourself” (abbreviato in “DIY” e usato anche nell’ambito dell’editoria autoprodotta) e all’autogestione, sono quelli del massimo grado di riservatezza dei dati degli utenti e, di conseguenza, del non sfruttamento a fini commerciali o di sorveglianza di questi, a differenza delle piattaforme commerciali e agenzie di sicurezza, secondo quanto dichiarano gli attivisti[5]. Ciò si attua tramite sistemi di crittografia e la non conservazione di tutti quei dati che potrebbero portare all’identificazione e al tracciamento dei fruitori: come si spiegherà nelle prossime righe è accaduto più volte che la polizia abbia richiesto dati degli utenti di A/I i quali hanno risposto di non averli conservati, come previsto dalla politica dell’associazione. Sarebbero circa trenta i volontari[6] che analizzano le richieste manualmente, in forma dialogica e “anonimizzata”, verificando che il richiedente sia in linea con i principi dell’iniziativa[7] e cercando di instaurare un rapporto “a tu per tu” anche se anonimo. Un concetto affine a quello dei “gruppi di affinità”, di cui si parla in questo elaborato a proposito delle teorie di Bonanno.

Inizialmente il progetto si occupava di “trashware”, ossia il riciclo e il riuso di “scarti” di computer, e fu presentato a uno dei primi “hackmeeting” a Catania nel 2001. Nello stesso anno i fautori del progetto si incontrarono nuovamente a Genova, dove molti dei partecipanti preparavano la trasmissione di contenuti relativi al G8 per Indymedia[8], periodo in cui non c’erano gli smartphone dotati di telecamera e in cui le riprese di eventi costituivano uno dei primi esempi di “citizen journalism”.

Nel 2004 si sono fusi sia il progetto che i siti web portati avanti dalle due “anime”, con un’impostazione simile a quella di Ecn[9] e diverso da Indymedia[10] per quanto riguarda il lato di apertura del collettivo verso l’esterno. Tutto ciò implica una facoltà organizzativa imponente: anche se il numero di utenti, che sarebbe tra i quindicimila e i trentamila (e si supererebbe il milione contando le mailing list)[11], è largamente inferiore a quello dei maggiori fornitori commerciali, ci sono da sostenere i costi per l’infrastruttura informatica, oltre alle spese legali.

Oltre all’impostazione “autogestionaria” (anche se non specificamente anarchica) il progetto è fondamentale da citare in questo studio in quanto molti dei siti e dei gruppi qui menzionati si affidano alle piattaforme di A/I, in particolare quella di blogging “Noblogsche il collettivo riserva per chi non ha bisogno di un sito strutturato ma di una struttura web “snella” per comunicare velocemente.

La prima volta che il collettivo è salito alla ribalta delle cronache è stata nel 2004: Trenitalia denunciò per diffamazione aggravata gli Inventati-Autistici per un’azione antimilitarista via web: consisteva in un “sito-parodia” satirico di denuncia in cui si parlava del trasporto di armi e carri armati da parte dell’azienda per la guerra in Iraq, giudicata come contraria al diritto internazionale. Il sito, in un primo momento sospeso, è adesso ancora online e Trenitalia fu condannata al pagamento delle spese processuali[12]. Una vicenda simile e che ha creato scalpore e discussioni è quella di “pretofilia[13]” nel 2007: un videogioco flash, creato dal collettivo milanese “Molle Industria”, con l’intento di denunciare gli abusi su minori nella chiesa cattolica. 

Ma la prima, delle vicende legali più importanti, risale sempre al 2004: le cronache giudiziarie e le pubblicazioni dedicate all’informatica, tornarono a occuparsi degli Autistici-Inventati per il caso noto come “Aruba crack down” [14]. Inizialmente, spiega un’attivista[15], c’era un unico server materialmente ospitato tra le abitazioni e gli uffici di altri “acari” (nome scherzoso con cui si allude alla parola hacker). Nel 2004 si arrivò alla conclusione che ciò non era più sostenibile, decidendo perciò di appoggiarsi alla “web farm” commerciale di Aruba che avrebbe garantito la privacy a costi contenuti. Gli attivisti notarono dei rallentamenti sulla linea e il gestore spiegò che era dovuto a problemi elettrici: in realtà la polizia italiana stava copiando tutti i dati del server nell’ambito di un’indagine che riguardava il collettivo “Croce Nera Anarchica”, che aveva appunto una mail “@inventati” e un sito ospitato su Ecn. Per gli attivisti si trattò di una scusa usata per un’attività di spionaggio illegale. Nel 2005 il presiedente dell’associazione (il cui nome risulta oscurato nei documenti diffusi da A/I[16]) ha ricevuto un documento dalla procura bolognese e, in una nota scritta con <<caratteri piccoli>>, si spiegava che il contenuto del server era stato copiato. Gli attivisti si recarono ad Arezzo dove si trovava materialmente il server per prelevarlo, e iniziarono una campagna contro Aruba oltre a ripensare a una nuova struttura telematica sviluppando il cosiddetto “Piano R”. Due “hack-tivisti”, Blicero[17] e Ale, avrebbero girato per l’Europa alla ricerca di persone e luoghi in grado di ospitare i server[18]: il piano sostanzialmente prevede, nel caso che un server venga sequestrato, attaccato o comunque smetta di funzionare, che il funzionamento della struttura continui quasi invariato tramite gli altri server della rete, anche se i dati ospitati da quello specifico server potrebbero andare persi (dati che gli “autistici-inventati” invitano comunque a non salvare): in altre parole nessun server è singolarmente essenziale e ognuno può essere usato scambievolmente.

Il piano viene messo alla prova e funziona in occasione di un’altra vicenda legale, probabilmente la più rivelante, cioè il cosiddetto “Norwegian Crackdown”, iniziata nel 2008. Il leader di Casapound Italia, Iannone, e un esponente di Avezzano dei “fascisti del terzo millennio”, a seguito di scritti murari e via web (sui siti “orsa.noblogs.org” e sulle pagine abruzzesi di Indymedia), presentano denuncia contro tali atti ritenuti minatori e diffamatori. Da questa denuncia parte un’indagine con rogatorie in Norvegia, Olanda e Svizzera, finalizzate a ottenere dati della mail “orsa@canaglie.net”. I dati del server norvegese vengono copiati (la questione venne discussa anche sui media norvegesi, oltre a quelli italiani[19]) e i servizi di A/I, dopo una giornata di inattività, continuano a funzionare [20]. Non sembra che la vicenda giudiziaria abbia avuto seguito, mentre A/I allude al fatto che potrebbe esserci stata una vicinanza, se non una connivenza, tra le istanze di settori delle istituzioni e quelle neofasciste[21].

L’ultimo caso legale segnalato sul blog del collettivo (“cavallette”) risale al 2014[22], e si tratta di una richiesta di oscuramento di un post: sul blog “Hurriya.noblogs.org” si parlava di abusi e vicende riguardante il CIE di Ponte Galeria, in particolare ci sarebbero stati dei pestaggi e uno dei ristretti avrebbe ricevuto un’iniezione di psicofarmaci che avrebbe provocato reazioni avverse come gonfiori, problemi respiratori e debolezza[23].

Un altro caso simile si era verificato due anni prima per una questione riguardante un giudice del lavoro di Siena[24]. In considerazione di problemi legali e burocratici, spiegano gli “hacktivisti”, il collettivo A/I ha costituito negli ultimi anni l’associazione culturale riconosciuta “Investici”, che precedentemente era un’associazione semplice.

C’è poi un’altra serie di avvenimenti con delle implicazioni legali che riguardano, non direttamente, A/I: nell’Agosto 2013, lo stranoto informatico nonché “gola profonda” dell’agenzia della sicurezza interna statunitense, Edward Snowden, invia un comunicato ad attivisti e legali, usando servizio di mail simile a quello degli “Investici”, però commerciale, noto come “Lavabit”: di lì a poco chiuderà, dopo la richiesta di accesso alla suo account (che sarebbe stato attivo almeno del 2010) e che comprometterà la privacy anche degli altri utenti, similmente a quanto accaduto ad A/I nell’Aruba Crackdown. Per timori di subire lo stesso procedimento anche un altro servizio, noto come “Silent Circle”, chiude preventivamente e dichiara di cancellare tutti i dati in loro possesso. Nel periodo del “Datagate” e della rinnovata attenzione per il tema della riservatezza, si registra quindi, un’impennata di richieste agli Inventati-Autistici, oltre ai riflettori puntati da varie testate a livello globale. Gli “hactivisti” sospendono momentaneamente il servizio in quanto inondati di richieste. Spiegano che Lavabit gestiva molte più caselle di loro (circa quattrocentomila degli statunitensi contro circa diecimila degli attivisti italiani), che vanno più cauti del solito nell’accettare richieste e che cercano di spiegare che per aderire ai servizi bisogna sottoscrivere un programma politico e organizzativo, oltre che un invito all’autogestione della propria privacy e allo sviluppo di “cyber consapevolezza”: <<Non delegate, prendetevi la responsabilità della vostra sicurezza: scaricate e crittate i vostri messaggi” >>[25].

4.1.2) European Counter Network e Isole nella rete

Ecn.org, in quanto il primo[26] provider del panorama della sinistra antagonista europeo, è l’antesignano di A/I, offrendo gli stessi servizi o simili ai loro, da prima dell’avvento del web, ai tempi dei BBS. L’idea di una rete telematica “antagonista” europea fu originariamente proposta dai danesi di “Tv Stop”. Nel 1996, con l’avvento di Internet, i contenuti di ECN vengono fatti confluire nel progetto e nel server “Isole delle rete”, che ambisce non solo a fare da network in cui si diffondono materiali, ma anche a diventare un progetto politico di tutta l’area antagonista[27] Italiana, e quindi anche di sigle anarchiche. La differenza principale rispetto ad A/I sarebbe una maggiore apertura “movimentista”[28]. Tra le iniziative che il sito ha portato avanti ci sono l’archivio di Umanità Nova dal 1997 al 2009, del centro sociale El Paso e il vecchio sito delle autoproduzioni Nautilus. Infine si segnala anche “ecn.org/zero”, altra iniziativa del periodo iniziale del web che si appoggiava su Ecn, tutt’ora visionabile[29]. Raggruppava progetti dell’ambito cibernauta torinese, sotto la sigla Zero Communication”. Di questo network comunicativo facevano parte anche il vecchio sito di “Radio Black Out” e l’osservatorio sulla repressione “Incontrollabili”, oltre a iniziative e materiali su privacy e crittografia.

4.1.3) Indymedia 

Indymedia, ossia “Independent Media Center” (abbreviato “IMC”),  è una piattaforma globale per la comunicazione di notizie in maniera aperta, “open publishing” in inglese: chiunque può pubblicare notizie in maniera istantanea con un minimo intervento di moderazione e filtraggio[30]. Nacque in occasione dell’incontro del WTO di Seattle nel 1999 con l’intento principale di documentare l’avvenimento e le proteste in maniera indipendente: il cosiddetto “popolo di Seattle” includeva un eterogeneo insieme di componenti riassumibili dall’appellativo “no global”, tra cui anche alcune anarchiche e libertarie. L’azione e le istanze degli IMC saranno “esportate”, o forse è meglio dire verranno mutuate, dalla composita area antagonista anche in Italia, durante le manifestazioni anticapitaliste e contro la globalizzazione: nel Giugno 2000, in occasione di un incontro dell’OCSE, un IMC veniva preparato al centro sociale “TPO” bolognese e si costruiva il primo nodo e sito italiano di Indymedia[31]; nel Luglio dell’anno successivo ci fu  il G8 a Genova con la guerriglia urbana e il blitz delle forze dell’ordine nella scuola Diaz e nel media center degli attivisti. Questi raccoglieranno i materiali anche in vista dei processi in tribunale degli anni a venire. L’obbiettivo iniziale dei media center, incentrati sulla documentazione di specifiche manifestazioni, si amplierà alla pubblicazione delle più svariate notizie. Nei primi anni 2000 gli strumenti di Indymedia erano sicuramente più utili di adesso in quanto non c’erano le possibilità decisamente più ampie per la pubblicazione “open” e in proprio: questo posteriore potenziale di pubblicazione più esteso è probabilmente la causa principale del declino della piattaforma in vari paesi. Nel 2004 Indymedia va offline in varie parti del globo a causa di un’indagine del FBI a Londra con relativo sequestro di server, tra cui anche in Italia dove i “Giuristi Democratici” esprimono la loro solidarietà[32]. Nel 2005 il sito viene sequestrato su richiesta della procura capitolina per un fotomontaggio del papa con una divisa nazista a opera di un anonimo: la Federazione Nazionale della Stampa Italiana si dichiara contraria alla chiusura e l’inchiesta per vilipendio alla religione sarà poi archiviata[33]. Nel 2006 c’era stata un’altra chiusura temporanea della sezione italiana per questioni organizzative[34], che precede quella definitiva di sette anni dopo: nel 2013 infatti, il ramo italiano nazionale e quelli locali chiudono i battenti tra problemi tecnici, partecipativi ed economici[35]. Una tendenza alla chiusura che si attua su varie diramazioni del progetto a livello globale[36] e che persiste ancora oggi (anche se il progetto non è scomparso dappertutto) dopo anni di svariate e composite pubblicazioni, che spaziavano dai documentari sul G8 ligure al vademecum per evitare di essere arrestati dalla polizia dopo azioni di piazza.

 

4.1.4) Tmcrew.org

Infine, sempre riguardo al periodo degli albori del web e ai precursori di “A/I” (che hanno reso possibile la conservazione del sito), si deve almeno nominare anche “Tactical Media Crew”: progetto partito dal “Villaggio Globale” di Roma con l’intento di avvicinare l’area antagonista a Internet[37]. L’omonimo collettivo nato nel 1995 si è sciolto nei primi anni del 2000.

4.2) Dall’enciclopedia all’agenzia stampa dell’anarchismo

4.2.1) Anarcopedia.org, diramazione italiana di “Anarchopedia”

Graficamente e strutturalmente simile a Wikipedia in quanto esempio di scrittura collaborativa tramite software wiki (di cui è un “fork”[38]) ma, a detta del collettivo che porta avanti il progetto dal 2005[39], le somiglianze con la più famosa enciclopedia si fermano alla struttura informatica e visuale (oltre che ad alcune prassi, come quella della possibilità di firmarsi nelle discussioni ma non nelle voci). È proprio la più vasta enciclopedia che a sua volta precisa, nel suo primo “pilastro”, di non essere <<un banco di prova per l’anarchia o la democrazia>>, mentre la prima raccolta enciclopedica “wiki” dedicata all’anarchismo ha l’ambizione di sperimentare direttamente l’autogestione e l’autoproduzione di contenuti, ossia di fare <<esperienza anarchica di azione diretta>> con un punto di vista dichiaratamente anarchico e non neutrale[40]. Invece per Wikipedia imparzialità e neutralità sono suggellate dal secondo “pilastro”. Un esempio di questa anti-neutralità o partigianeria viene fornito a proposito della morte di Pinelli: su Wikipedia è indicata come <<mera morte, mentre Anarcopedia parla di assassinio>>. Altra critica e “imposizione libera”, oltre che limite aggiunto ai “limiti dello Stato”, addebitata ai “wikipediani” dagli “anarcopediani”, riguarda la questione dei diritti d’autore e di utilizzazione, riassunta nel terzo “pilastro”: ogni testo e materiale usato su Wikipedia deve rispettare i criteri indicati nelle licenze “GNU-FDL” e “CC BY-SA[41]”, e ciò esclude quindi tutti quei materiali non protetti da copyright e riutilizzabili che non ricadono sotto quelle specifiche condizioni[42]. Sempre a proposito della questione dei diritti d’autore si noti che su Anarcopedia viene usata, di default e quindi salvo diversa specificazione, la licenza “Copyzero” promossa da un’associazione milanese, “Movimento costo zero”. Questa prevede un contributo di trentasei centesimi per il deposito e la marcatura temporale di un’opera, mentre per i non iscritti alla SIAE costerebbe centotrentadue euro. Il presidente di questa è indicato nel nome di Nicola Grossi che, a meno che non ci si trovi dinanzi a un’improbabile caso di omonimia, sarebbe l’utente “K2” (come si spiega meglio fra poche righe). Ancora differente da Wikiepdia sarebbe <<la struttura centrale di potere>> e la gestione di risorse <<in maniera centralizzata e grossomodo gerarchica della fondazione non-profit Wikimedia>> che limiterebbe <<gli orientamenti della larga base di utenti e fruitori>>[43]. Ci sono pure delle voci che, a detta degli “anarcopediani”, sarebbero state cancellate e non verrebbero ospitate da Wikipedia: ciò sarebbe un esempio di censura <<fascista>> e per questo si decide di accoglierle[44]. Si deve notare la dichiarata possibilità di <<adottare articoli>> della più nota enciclopedia, anche se il collettivo è arrivato all’ovvia conclusione che produrre contenuti ex novo sia la scelta da preferire <<anche in considerazione della scarsa veridicità e precisione di molti articoli presenti su Wikipedia aventi per oggetto temi anarchici>>. È da notare che, viceversa, anche alcune voci di Wikipedia usano come fonte Anarcopedia[45]. Gli utenti[46], (che sono quelli che possono iniziare una nuove voce come si spiega nella pagina principale mentre le modifiche dovrebbero essere aperte a tutti. In realtà, provando a modificare delle voci, appare un avviso che segnala la necessità di registrarsi e questa è un’altra differenza con Wikiepdia) sono circa venti, di cui due amministratori[47] (e due inseriti nella categoria, forse scherzosa, “burocrati”, che sono K2 e “Anarcopedia”). Differente da Wikipedia è anche la policy sulle fonti da citare. Per esempio nella voce sull’alleanza Internazionale della Democrazia Socialista si può notare che non sono presenti fonti: su Wikipedia una voce del genere sarebbe contrassegnata dagli annunci indicanti che non sono presenti fonti o che queste non sono sufficienti.

Tra gli utenti il più attivo sembra essere colui o colei che va sotto il nome di K2 (sembrerebbe anche l’unico che ha una mail per essere contattato e uno dei due fondatori della diramazione italiana). Lo stesso pseudonimo è usato in un blog dove si parla di Wikipedia, Anarcopedia e questioni riguardanti i media e la comunicazione, all’indirizzo "larivoluzione.blogspot.com".

Cè poi un sito che parla di software libero[48] dove si trova il nome “Nicola Alcide Grossi” associato alla mail usata anche su Anarcopedia “k2@larivoluzione.it”. “Googlando” questo nome associato ad Anarcopedia si giunge anche a una presentazione della stessa, ad opera di tale Grossi, in occasione della Vetrina dell’editoria anarchica e libertaria del 2019, oltre a un volume di “Stampa Alternativa” in cui si spiega che si occupa di licenze digitali. Lo stesso Grossi è anche il presidente della citata associazione “Copyzero” e promotore del progetto “scarichiamoli”[49]. Chi scrive ha provato a inviare una richiesta di intervista via mail all’indirizzo succitato e a quello presente sul sito di Copy Zero senza ricevere risposta. È un vero peccato perché sarebbe stato utile per capire di più sul funzionamento dell’enciclopedia autogestita, su come si organizza il collettivo, ecc. Spero ce ne sarà la possibilità di farlo in altre occasioni o studi.

Per quanto riguarda la sua struttura e il suo funzionamento, sono più di duemila le voci e gli articoli presenti nel sito, più di quarantacinquemila le modifiche apportate rilevate, più di seimila le pagine (che non includono solo le voci ma anche quelle per le discussioni e atte ad altri scopi) suddivise in una quindicina di categorie e svariate sottocategorie, che spaziano da quelle atte al funzionamento dell’infrastruttura enciclopedica al teatro, passando per i temi della scienza, della storia dell’anarchia e quella definita “generale”. Ci sono anche le voci che devono essere “anarchizzate”, ossia <<il cui contenuto deve essere reso più anarchico>>. Mi permetto di notare che quest’ultima frase mi sembra palesemente contro lo spirito libertario, quasi come se si volesse rinchiuderlo dogmaticamente. C’è anche una sezione con testi ed ebook consultabili online e scaricabili, e una dedicata a file audio e video, intitolata “mediateca” (tra cui libri, file e documenti che in realtà sarebbero protetti da copyright[50]). Un’altra sezione ospita citazioni anarchiche e poi ce ne è una di contenuti non enciclopedici, come dei comunicati scritti collettivamente, riguardanti <<manifestazioni, meeting, casi politici o sociali e simili>> ritenuti utili dal collettivo. Nel 2016, stando a quanto riportava l’utente “Nessuno”, il fondatore del progetto multilingue, il serbo Milos Rancic detto Milosh, lo avrebbe abbandonato[51] (abbandono che sarebbe diventato definitivo nel 2018): così la costola italiana “anarcopedia.org” si sarebbe staccata dalla multilingue “anarchopedia”, spostando i contenuti ospitati dal precedente dominio “ita.anarchopedia.org”. Un concetto alla base del progetto, nonostante lo scarso numero di persone che sembrano contribuire concretamente, è quello dell’economia del dono: ognuno dona il proprio tempo per contribuire alla scrittura “libertarianeggiante”. Sempre a proposito di dono e al finanziamento dell’iniziativa, nella pagina principale si specifica che questa si basa sulle donazioni: per quelle da dieci euro in su sono promessi due libri in omaggio.

4.2.2) Anticopyrightpedia.org e Ingresso Libertario

Inizialmente articolato in due siti web (“Anticopyrightpedia.org“[52]attivo almeno fino al 2019 e l’attualmente inutilizzato “ingressolibertario.wordpress.com”) è un progetto che si oppone alla proprietà intellettuale delle opere e basato sulla rinuncia volontaria ai diritti d’autore per la condivisione di queste, oltre che su pratiche di autoproduzione come quelle di rilegarsi i libri in proprio, a mano, con strumentazioni realizzabili con qualche asse di legno. Acronimo del progetto è “PDA”, che sta per “Pubblico Dominio Antiscadenza”, alludendo alle opere i cui diritti sono scaduti e quindi di “Pubblico dominio” e contrapponendosi a questo concetto in quanto l’ “antiscadenza” presuppone un dominio pubblico “istantaneo”. Da precisare che l’intento non è quello di fare pirateria informatica violando i diritti d’autore, <<pur ritenendo valide e plausibili tutte le forme di anticopyright>>, ma di promuovere <<un ambito di società alternativa e parallela, a carattere di volontariato>> che idealmente metta al bando il concetto di proprietà intellettuale[53]. Inizialmente era connesso ad Anarcopedia da cui il fondatore, tale (o tali) “Altipiani Azionanti” (di cui si trova anche un canale Youtube con pochi video di eventi organizzati), si è separato nel 2011 <<per insanabili contrasti e incomprensioni varie con alcuni amministratori>>[54]. A parte l’ex utente di Anarcopedia il progetto vede la partecipazione o il sostegno di vari attivisti e autori di contenuti come il giornalista e fotografo Gian Marco Benedetto e l’ex magistrato Gennaro Francione.

 

4.2.3) Ainfos.org

È un’agenzia stampa anarchica, internazionale e “informale” con una sezione italiana, attiva almeno dal 2006. Edita da un collettivo che si dichiara composto da <<attivisti rivoluzionari antiautoritari e anticapitalisti, impegnati nella lotta di classe e che considerano la stessa una lotta sociale totale[55]>>, seguendo specifiche linee guida sia ideologiche[56] che editoriali. Gli autori non sembrano visibili “in chiaro” ma si può accedere a una mailing list in cui, si spiega, si discute ogni aspetto che riguarda i contributi e i contributori e che negli intenti si dichiarano diversi dal progetto Indymedia.

 

4.2.4) “Rivoluzione Anarchica”: la versione italiana dell’aggregatore di notizie anarchiche.

Il sito “rivoluzioneanarchica.it” fa parte di un progetto non commerciale e internazionale portato avanti da un gruppo di collettivi riuniti sotto la sigla “Federazione Anarchica Online” o “in linea” (sic) (nella versione italiana). È un aggregatore di notizie automatizzato e autogestito (anche se non c’è una selezione o moderazione “umana” degli articoli e l’aspetto autogestionario riguarda solo il forum per le discussioni) che, spiegano gli autori, funziona in maniera simile ai feed RSS, con la differenza che importa l’intero testo e le immagini, utilizzando tecnologie basate sull’ “AI”e il “machine learning”, ospitato da <<un server autogestito alimentato al 100% da energia rinnovabile>> che usa “Linux” ed è scritto con software non proprietario. Il team inoltre assicura anche di prendere in seria considerazione la privacy degli utenti con delle misure specifiche. La policy del sito stabilisce che i contenuti devono essere connessi all’anarchismo e devono riflettere valori anticapitalisti, antifascisti e antiautoritari. Inoltre i singoli post devono contenere almeno trecento battute e le fonti (ossia i vari siti e blog dai quali le notizie vengono riprese) non devono essere riconducibili a singoli individui e devono produrre almeno quattro post all’anno per non essere considerate inattive[57]. Il team è costituito da attivisti di vari gruppi anarchici attivi online[58] ed è nato nel 2016 dall’intenzione iniziale di costruire un aggregatore di news in francese. È finanziato dalle donazioni della sigla “No Gods No Masters” e tra gli intenti principali che muovono gli attivisti c’è quello di <<migliorare la presenza online>> dei <<media decentralizzati>> e <<anarchici digitali>>. Ciò si compie riunendo le notizie in unico posto e ponendo rimedio alla dispersione di questi media “frammentati”, oltre alla cura degli aspetti “SEO”. Ovviamente, tra gli altri obiettivi ci sono anche la lotta contro la censura e la funzione di <<archiviazione per il futuro>>. I contenuti ospitati includono anche quelli di siti insurrezionali citati in questo lavoro[59] ma non in maniera esclusiva, infatti si trovano anche i siti delle principali realtà editoriali libertarie come Umanità Nova oltre che quelle di vari collettivi e sigle come l’USI. Per essere più precisi, si noti che sulla piattaforma tutte le fonti sono chiamate anche “collettivi” e, mentre si sta scrivendo, ne sono presenti centoquaranta. Tra queste al momento ce ne sono almeno dieci con nessun articolo ri-postato (forse perché in via di approvazione) come la fonte intitolata a “Il Manifesto” (probabilmente qualcuno ha segnalato il quotidiano comunista), o il sito insurrezionale “Contra-info” e la testata “Sicilia Libertaria”. Visitando il forum si nota la proposta dell’utente “Wobbly” di iniziare la versione italiana dell’aggregatore, risalente al Novembre del 2020 e in cui si segnalano dieci siti italiani[60].

4.3) Siti specificamente dell’ambito insurrezionale

4.3.1) Croce Nera Anarchica

Si è già fatto cenno alla sigla “Croce Nera Anarchica” (abbreviata in CNA) in merito alla mail ospitata su Aruba tramite A/I e al primo sito su Isole nella rete. La sigla traduce in italiano quella internazionale a cui si rifà: la “Anarchist Black Cross” che è attiva nell’ambito della detenzione di “prigionieri politici”. L’organizzazione nacque nella Russia zarista, allora si chiamava “Croce rossa anarchica”, e continuò ai tempi degli internamenti del periodo totalitario. Il nome fu cambiato per evitare confusione con l’organizzazione quasi omonima (la Croce Rossa) quando, nel 1967, uno scozzese la rifonda con lo scopo di aiutare i detenuti nelle prigioni spagnole. Si inviano generi di prima necessità, si pubblicano i loro documenti clandestinamente e si svolge attività di monitoraggio delle repressioni. In Italia viene fondata nel 1969 con l’intento iniziale di appoggiare la causa dei prigionieri spagnoli e, poco dopo, si trova a operare sul territorio italiano in relazione agli eventi delle esplosioni dell’Aprile del 1969 e poi di Piazza Fontana, oltre alle conseguenze giudiziarie e mediatiche di questi. Lo fa difendendo la memoria di uno dei suoi stessi fondatori, Giuseppe Pinelli, organizzando, oltre alle già menzionate attività, manifestazioni, incontri con la stampa e la pubblicazione di un bollettino[61]. L’associazione si scioglie in occasione della liberazione di Valpreda lasciando i suoi compiti ad altri rami del movimento[62]. A livello internazionale si differenzia da Amnesty International in quanto quest’ultima non supporta chi abbia usato mezzi violenti.

Dell’ odierna CNA “tricolore” esiste un sito (oltre a quello sopra menzionato) attivo dal 2014 fino al 2019 e ospitato dalla piattaforma di A/I oltre a un profilo Facebook nella cui descrizione si dice di non essere <<parte dell’organizzazione CNA pur condividendone, da anarchici, lo scopo, il pensiero, la solidarietà (…) per questo manteremmo (sic) il nome che i precedenti amministratori hanno voluto dare>>[63]. La rivista aperiodica collegata al sito, in cui si pubblicavano rivendicazioni di attentati parallelamente alla teorizzazione della distruzione dell’istituzione carceraria e non alla sua riforma, è invece nata nel 2001 e, secondo gli inquirenti dell’operazione “Scripta Manent”, avrebbe raccolto l’eredità di “Pagine in Rivolta”[64]. Nell’ambito dell’inchiesta Scripta Manent sono stati condannati, in secondo grado a Novembre del 2020, dieci persone per istigazione a delinquere per questo e altri siti web menzionati in questa tesi[65].

Nella parte denominata “Il progetto” di fianco alla homepage, si condanna una presunta <<intollerabile omogeneità>> del <<cosiddetto movimento anarchico>> con la ricorrente retorica “estetizzante” e “guerra-fondaia” (oltre che arrogante a mio avviso). Si spiega poi che la “nuova” CNA è <<una palestra di idee con come minimo comune denominatore la centralità della pratica distruttiva>>.

Il sito è articolato in varie sezioni, tra le quali una lista internazionale di detenuti e indirizzi delle prigioni intitolata “lista prigionieri” ai quali inviare lettere e libri. Si spiega che non si darà <<in alcun modo spazio a raccolte di firme, telegrammi, fax o qualsivoglia mezzo di civile pressione>> perché ritenuti <<mezzi non solo inutili ma dannosi, controproducenti ed obiettivamente nemici del pensiero e dell’azione anti-autoritari, che in ben altro orizzonte si dispiegano>>. Poi c’è la parte dei “comunicati dal carcere” con missive dai detenuti, in particolare quelli di Alfredo Cospito e della sua cellula. Un’altra sezione è intitolata “rivendicazioni” ed è simile a quella denominata “cronache”: è dedicata a eventi internazionali ma scritta in italiano. Continuando c’è la parte dedicata agli “aggiornamenti sui processi”, e alla “repressione” dove vengono segnalate nuove inchieste e procedimenti giudiziari, oltre ai numeri di conto corrente per donazioni di solidarietà, per così dire, “insurrezionale”. Infine c’è una sezione intitolata “recensioni” dedicate alle iniziative “editoriali”, come il ciclo di pubblicazioni clandestine “bandiera nera”.

4.3.2) Finimondo.org  

Finimondo è un sito che può essere ricondotto alla fazione “classica”[66] dell’insurrezionalismo[67]. Attivo dal 2011 ricorre nelle cronache[68] per quelle che potrebbero essere rivendicazioni mascherate da post in cui, con toni ambigui, si narrano episodi di sabotaggio e terrorismo oppure incidenti che potrebbero essere casuali. Tra questi episodi per esempio c’è il grave ferimento di un poliziotto a Firenze che disinnescava una bomba posta di fronte una libreria di Casapound, oppure i danneggiamenti alla rete ferroviaria della penisola (a proposito dei toni ambigui e delle “pseudo-rivendicazioni” si dice ad esempio che <<è bastata una sigaretta accesa per fermare l’alta velocità>>: in pratica ci si riferisce a fatti specifici senza fare una rivendicazione esplicita e al contempo propagandando testi come la guida per “distruggere un’antenna ripetitore” intitolata contro il 5g e il mondo che ha bisogno[69]).

Se non si tratta di rivendicazioni velate da parte dei colpevoli o dei complici materiali, magari fatte in un’ottica diversa ma affine a quella “mitomane”, si può oggettivamente affermare che quelli che le scrivono sono quantomeno complici “morali” di questi atti. Le suddette cronache, per quanto mi risulta (con la sola e parziale eccezione di Panorama di cui si parla in questo paragrafo), non approfondiscono il tema degli autori del sito, limitandosi a riportare i citati post di solidarietà o rivendicazioni più o meno velate, indirette e virtuali. All’interno del sito vi sono presenti riferimenti a un centro sociale cremonese[70] ma oltre a questo non sembra ci siano fonti aperte online che possano permettere di ricondurlo con esattezza a persone o luoghi specifici (a parte le carte di Scripta Manent citate in nota che associano il sito a Bonanno, e lo scontro con reciproche accuse di delazione con due siti NoTav di cui si parla a proposito delle edizioni informali “Indesiderabili” in questa tesi). Il sito raccoglie poi altri testi che vanno dalle recensioni di libri alle traduzioni e ripubblicazioni di articoli e saggi anarchici di varie epoche, per arrivare al dibattito su temi di stretta contemporaneità come la presa di distanza dall’ambiente della “Tac/Tav” in Val di Susa[71]. In un articolo di Panaroma del 2012[72] si afferma che il sito, pur senza citarlo direttamente ma rivolgendosi chiaramente ad esso, <<per gli esperti trasmette in tempo reale al mondo il pensiero>> di Alfredo Maria Bonanno. Esiste anche un profilo “Mastodon” del sito internet e i post vengono tradotti principalmente in sei lingue, più una settima sezione dove si trovano una ventina di articoli in altri idiomi. Da notare è che i link che rimandano alle varie traduzioni di articoli si trovano sotto la scritta “ostrogoto”, lì dove in un sito o un blog classico si troverebbe una scritta come “traduci” o più semplicemente il simbolo delle bandiere dei vari stati collegati ai rispettivi idiomi.

La suddivisione del sito, studiata in un modo originale o quantomeno atipico, non si limita alla parte linguistica, articolandosi in nove sezioni principali denominate “rubriche”, alla quale si aggiunge “modo d’uso”, equivalente al più classico “chi siamo”; in “Intempestivi” si tratta di attualità vista <<però con gli occhi incantati dell’irrealismo>>. C’è poi “brulotti” che letteralmente indica delle navi-trappola caricate di materiali infiammabili ed esplosivi da scagliare contro le flotte nemiche, mentre in senso figurato <<sono piccole idee suscettibili di provocare danni nei luoghi comuni che rendono triste ed opaca la nostra esistenza>>. Queste idee rappresentano dei pretesti per riflettere su <<un fatto del giorno, l'intervento in una lotta, l'annuncio di una iniziativa, la riproposizione di testi dimenticati...>>; terza categoria, che raccoglie scritti di vari filosofi, studiosi e attivisti, da Illich a Bonanno, è intitolata “Contropelo”, nome che suggerisce il dover <<abbracciare tutti gli ambiti dell’esistenza umana>> e <<andare in senso contrario>> anche provocando <<irritazioni e disagio>> per arricchire <<il pensiero ribelle>>, che altrimenti rischia di diventare <<mero commentario>>. Andando avanti c’è “Fuoriporta” dove si trattano questioni ed eventi d’oltreconfine. Nella piccola sezione “Autopsia”, con circa venti post, si prendono <<con il bisturi in mano le parole di ogni potenziale Maestro>> e si parla, a volte in maniera fortemente critica altre volte più apologetica, di singoli personaggi come Jean Meslier, Lenin, il Che, Louis-Auguste Blanqui, Proudhon, Simone Weil e Omar Khayyam, riprendendo articoli da giornali come “L’adunata dei Refrattari”, la “Gazette de Lausanne”, “Freedom” e “Machete”. Nella rubrica “Breccie”, ossia quelle <<aperte da chi nel passato si è scagliato contro l’autorità>> ci sono una trentina di articoli dedicati a eventi storici che spaziano dalla banda del Matese alla rivolta di Los Angeles del 1992, riprendendo articoli da testate come “Cronaca Sovversiva” e “L’adunata dei Refrattari”, e pubblicazioni tra le quali le edizioni “Gratis”, “Venomous Butterfly” e “Anarchismo”. La rubrica “Miraggi” è occupata soprattutto da poesie ma anche da brani di narrativa. La penultima rubrica, “Macchianera”, raggruppa una ventina di post di recensioni di libri. In realtà sono quasi tutte delle “stroncature” (ossia recensioni negative), con poche eccezioni (come quella del libro “Interrogativi fatali” di Bonanno e, parzialmente, quella pubblicata originariamente da Orwell nel 1946 su “Noi” di Zamjatin). Infine nella sezione “Papiri” si raccolgono <<volantini, manifesti, adesivi, giornali e tomi, già impaginati, pronti per essere saccheggiati, scaricati, riprodotti e diffusi>>. Ovviamente il titolo deriva dal fatto che <<nell’era telematica, la carta stampata assomiglia ad un’anticaglia>> .

Per concludere questo paragrafo cito il post “Ci vuole rispetto”[73] del 2015 (nella sezione “Brulotti”) che affronta in maniera sarcastica e con venature volgari il tema della frammentarietà del movimento anarchico, in particolare quello degli inizi. Lo si fa parlando delle diatribe e delle dissonanze di due principali rappresentanti delle correnti organizzatrice e antiorganizzatrice, cioè rispettivamente Malatesta e Galleani, con altre figure del movimento.

4.3.3) Altri siti che ospitano contenuti, rivendicazioni, comunicati, cronache e lettere riconducibili all’anarco-insurrezionalismo

La “biblioteca” anarchica (biblioteca anarchica.org) nasce come “fork” (più semplicemente “diramazione) italiano del progetto originario in lingua inglese “The Anarchist Library” (theanarchistlibrary.org), che ha l’obiettivo di fungere da archivio dell’anarchismo: un anarchismo in un senso “ampio” come spiega l’autore (o gli autori) che si firma (o firmano) con la mail “marco@anarhija.net”, ma non così ampio da accettare <<il cosiddetto anarco-capitalismo, anarco-nazionalismo e m***a simile>> . Oltre a ciò sulla pagina della versione inglese si spiega che ogni “library” del network è un progetto a sé con le implicazioni che ne scaturiscono sulle scelte del materiale da pubblicare, anche in considerazione di episodi riguardanti la pubblicazione di <<cosiddetto materiale eco estremista>> che avrebbe dato inizio a contrasti e scissioni riguardanti cosa pubblicare o meno. Inoltre la piattaforma, con il lato software che permette la pubblicazione in diversi formati, è stata implementata a partire dal progetto originario, e quindi anche in questo senso ne è un “fork”.

Non sono molti i titoli ospitati (circa un centinaio) sulla versione italiana della biblioteca e si trovano testi prodotti da altri siti come Finimondo. La versione inglese della “biblioteca”, che in realtà dovrebbe mirare a essere più propriamente un archivio, invece ospita molti più documenti anche di interesse storiografico e accademico, dai classici come Malatesta fino a Chomsky. Sulla versione italiana di questo sito inoltre si trova un testo che sembra distaccarsi, almeno parzialmente, da alcuni esponenti del nichilismo della FAI-FRI, dato che al suo interno vi si trovano un punto di vista tendenzialmente critico delle loro azioni, oltre che della loro retorica <<futuristaindividualista>> e <<dannunziana>>[74].

C’è poi un gruppo di vari siti con l’intestazione “guerra sociale” nel dominio: guerrasociale.org è stato il primo, poi c’è anche guerrasociale.blogspot.com e guerrasociale.anarchismo.net, tutti indirizzi che ospitano o hanno ospitato più o meno gli stessi contenuti, collegati ad altre realtà editoriali insurrezionali, in particolare “NN” e soprattutto le edizioni “Anarchismo di Bonanno”. Al dominio “guerrasociale.anarchismo.net” si legge in un avviso che il sito non è più attivo e che lì è raccolto il materiale pubblicato dal 2002 al 2010: a oggi (Dicembre 2020) nella sezione degli ultimi testi pubblicati si trovano le trascrizioni di un periodico che si chiama “Adesso, foglio di critica sociale”[75] di Rovereto e altri testi come un elenco di società di videosorveglianza. Dato che i documenti risultano caricati a Settembre 2020 si deduce che l’opera di archiviazione è ancora in atto. Inoltre l’indirizzo IP, francese, oltre che l’aspetto dell’interfaccia grafica, è lo stesso del sito delle edizioni di Bonanno, ossia “edizionianarchismo.net”. Da notare che un’interfaccia simile a queste è anche quella di Bibliotecaanarchica.org, anche se l’indirizzo IP del sito in questo caso è diverso. Da una serie di articoli apparsi nel 2003 su “La Repubblica” si evince che il sito e il periodico, per un articolo in cui si parlava della privatizzazione dell’acqua, sarebbero stati sospettati di essere collegati a delle manomissioni di bottigliette d’acqua che hanno causato anche dei malori a varie persone. Si sospettava inoltre che alcuni di questi malori potessero essere <<fasulli>>[76]. Dietro la gestione della testata “Guerra Sociale”, oltre che di “Pagine in rivolta” e di “L’arrembaggio”, stando a quanto scritto nella suddetta ordinanza dell’inchiesta “Scripta manent”, firmata dal GIP Anna Ricci emessa nel 2016, ci sarebbe Fabio Sgarbul, (che gestisce un’attività commerciale libraria con Medeot Annalisa, compagna del Bonanno, a Trieste[77]).

Segnalo poi parolearmate.noblogs.org attivo solo nel 2012 (connesso al sito anarchaos.org[78] secondo quanto si evince leggendo un articolo di “Umbria 24”[79]). Dalle carte dell’indagine Scripta Manent emerge che ne sarebbe curatore Lo Turco Giuseppe[80].

Ci sono poi due siti con la parola “macerie” nella loro intestazione: macerie.noblogs.org e macerie.org. Secondo le fonti di polizia ricavabili dall’ordinanza del GIP dell’inchiesta Scripta Manent il sito, insieme a “Informa-Azione”, appartiene alla corrente insurrezionale “sociale” (come indicato nel già citato schema a p. 19 dell’ordinanza). Collegato a RadioBlackout [81]nella quale c’è una trasmissione specifica dallo stesso titolo con musica hardcore, avvenimenti e questioni politiche vari, oltre a inviti come <<attenzione lì c’è un posto di blocco della municipale>>. 

Il blog invece è anche collegato a hurryia.noblogs.org[82] che tratta questioni relative ai CPR (ex CIE) e migranti. Lì si dice che la versione cartacea del giornale[83] si diffonde <<nelle strade di Torino e al Centro di documentazione Porfido>>. Il sito è menzionato dalle cronache per degli eventi avvenuti a partire dal 2015 e culminati in un’operazione giudiziaria a Febbraio 2019: alcuni avrebbero lanciato messaggi che incitavano ad appiccare incendi all’interno dei CPR, in italiano e arabo, tramite delle palline da tennis con all’interno accendini e fiammiferi, oltre che a contatti telefonici. Le telefonate avvenute con questi numeri sono state intercettate. Sul blog venivano poi pubblicate rivendicazioni in merito[84]. Un’associazione con lo stesso nome viene menzionata anche in un articolo dove si parla delle rivolte avvenute nelle carceri durante i primi mesi dell’emergenza sanitaria per il Covid-19 (ancora in corso mentre si scrive) e del sabotaggio di due antenne a Bologna[85].

Anche altri due blog, culmine.noblogs.org e iconoclasta.noblogs.org (attivi rispettivamente dal 2009 al 2012 e dal 2011 al 2012) hanno attirato le attenzioni delle forze dell’ordine e delle cronache[86]. La paternità di alcuni testi è stata rivendicata da Stefano Gabriele Fosco, testi che dimostrerebbero la sua presa di distanza dal linguaggio e dalle strategie lottarmatisti[87].

Sempre sulla piattaforma Noblogs si trova anche campanialibertaria.noblogs.org, blog attivo da Dicembre 2020, ed esemplificativo dell’omologazione contenutistica fatta di testi “copiati e incollati” sui vari siti riconducibili all’insurrezionalismo anarchico, in particolare quello di stampo “distruttivo-nichilista” della FAI-FRI. Nella presentazione si spiega di essere contro <<razzismo, fascismo, nazionalismo, militarismo, omofobia, e qualsiasi altra forma che non rientri all’interno di un’ottica libertaria e di rivoluzione>> e di non condividere materiale che <<possa favorire gli inquirenti all’identificazione personale dei compagni in lotta, si prega quindi di oscurare volti o vestiti, ed eliminare i metadati dalla foto prima dell’inoltro>>. Oltre a questo si fornisce anche una “chiave Gpg”, ossia uno strumento di crittazione. Si nota quindi subito l’interesse nella questione della privacy, confermato da un periodico multilingue annunciato come in costruzione dal titolo “Guerriglia Digitale”. Interesse reso ancora più esplicito nella sorta di “disclaimer” per la privacy, dove si legge infatti: <<All’interno di questa sezione vengono trattate le notizie che riteniamo principali per assicurare agli utenti un grado di consapevolezza maggiore durante la navigazione su internet. Siamo contro ogni forma di controllo-aggressivo nella vita di ogni essere umano, che sia applicata dal Governo, o da un’azienda privata non vi è differenza. La libertà fisica e virtuale dell’essere umano va tutelata sempre, prima di tutto dal soggetto stesso con un grado di consapevolezza e conoscenza maggiore>>, tuttavia la sezione al momento è vuota. L’interesse per la libertà umana sembra però sacrificato in nome di quello rivoluzionario e insurrezionale di stampo nichilista, se non pure “avanguardista-leninista”. Infatti in un post della sezione “notizie”, dove si critica l’opportunità dei <<compagni di lotte>> di entrare in alcun modo in istituzioni politiche e quindi anche <<ogni istituzionalizzazione della nostra forma di lotta libertaria>>, in occasione di un “rimpasto” di giunta a Napoli, si afferma sentenziosamente: <<il sistema e il mondo in cui viviamo oggi, necessita di un annientamento nichilista, per l’instaurazione volontaria di solidarietà ed eguaglianza effettiva fra tutti i membri che compongono la società stessa>>. Nelle altre sei notizie pubblicate a oggi (18 Gennaio 2021) si ritrova più o meno lo stesso genere di contenuti e cronache che mi sembrano tendenzialmente omologati e omologanti, in una maniera che sembra ridurre la frammentazione, a livello pubblicistico quantomeno, delle fazioni insurrezionali anarchiche. Un articolo, anche in francese, è dedicato a un albero di Natale andato a fuoco a Lione, definendo improbabile <<la tesi della ghirlanda difettosa>>, e quindi seguendo il solito schema “narrativo” intermedio tra la rivendicazione di un’azione e la cronaca di un fatto meramente casuale. Segue un lapidario comunicato ricevuto da “RoundRobin” sull’incendio di macchine dell’Eni in occasione del processo “Bialystok”. C’è poi un articolo ripreso dal sito “Notav.info”. Il quarto è un articolo al vetriolo contro il senatore Pietro Ichino (che vive sotto scorta per delle minacce delle brigate rosse) siglato dalla “redazione informale” con lo stesso nome del sito e in cui si annuncia di nuovo la necessità di <<una presa nichilista di tutto ciò che alimenta oggi questa società corrotta nell’animo>>. Il penultimo post riporta un volantino, siglato “anarchici e anarchiche campani” con lo slogan finale <<insurrezione unica soluzione>>. Infine una missiva del detenuto greco Dimitris Koufodinas in cui annuncia uno sciopero della fame, ripresa da “Infernourbano”.

C’è ancora la sezione “biblioteca” che ospita nove contenuti scaricabili tramite servizi come “mega.nz”, similmente a quanto avviene su altri blog qui analizzati. Tra i titoli ci sono dei libri di Bakunin e Malatesta pubblicati da Elèuthera, Feltrinelli, Paperback, Romanzieri.com (dominio che oggi appare in vendita) e altri, oltre al noto compendio del Capitale di Cafiero e a un audiolibro del programma anarchico di Errico Malatesta su un neonato canale Youtube, che si chiama “Oltreconfini audiolibri”. Infine ci sono anche altri contenuti simili, però non pubblicati in nessuna delle predette sezioni, ripresi da altri blog qui analizzati come “Malacoda”.

Un altro sito insurrezionalista, nato nel periodo della crisi sanitaria dovuta al Covid-19, è ilrovescio.info. Il sottotitolo recita: “cronache dallo stato di emergenza”. Oltre alle sezioni più “classiche” per questo genere di scritto online, come quelle dedicate al carcere e alle cronache giudiziarie e non riguardanti l’ambito antagonista, una è dedicata a manifesti e scritte murarie. Tra i vari opuscoli nel segmento del sito intitolato “materiali” si trovano per esempio il foglio “La Ribellula” (sul numero  quattro di questo si trova un contenuto del sito intitolato “Non permettiamo al MONDO SENZA CONTATTO di instaurarsi”[88]), un corposo dossier di più di cento pagine sulle applicazioni di “contact tracing” ospitato su “Roundrobin[89], lo scritto “Catene di carta” sul tema della sorveglianza speciale[90], la traduzione dall’inglese di un pamphlet dedicato alla cura del corpo finalizzata però allo scontro urbano[91], una guida per distruggere ripetitori[92] e una sarcastica “Lettera aperta di un corona virus agli abitanti della terra”[93].

Tra gli svariati siti della galassia insurrezionale nati recentemente segnalo anche plagueandfire.noblogs.org, online dall’Aprile del 2020 e con contenuti in sei lingue, presenta la “classica” struttura insurrezionalista, ossia che pubblica principalmente comunicati e aggiornamenti riguardanti fatti di cronaca come attentati incendiari ed eventi simili, oltre a segnalare obiettivi sensibili con una mappa delle antenne “5G”[94]. Oltre a questo vi si trova una sezione intitolata “narrativa” con dei brevi testi dal tenore sarcastico sulla pandemia ancora in atto mentre si scrive quest’elaborato. Si menziona poi la rivista “I giorni e le notti”, finita nel mirino delle forze dell’ordine in quanto ritenuta espressione di un gruppo eversivo trentino (come riportato sul sito della polizia italiana[95]). Per il gruppo è stata esclusa la finalità terroristica dell’associazione, nel processo di primo grado, anche se sei sono stati condannati per falsificazione di documenti e per due attentati[96]. Tra questi c’è anche Roberto Bottamedi al quale, si legge sul sito, è intestato il conto per pagare la rivista. Viene menzionata pure un’altra rivista, “L’urlo della Terra”: anche per questa pubblicazione viene indicato un conto corrente intestato a Silvia Guerini (esponente del gruppo anarco-ecologista “Il Silvestre” e animatrice della pubblicazione “Terra Selvaggia”[97]). Ci sono infine dei collegamenti a vari siti analizzati in questa sede tra cui “Macerie”, “RoundRobin”, “Finimondo” e “Il rovescio”.

Un altro sito dell’area insurrezionale è informa-azione.info, attivo fino al 2019, come si legge dalla sua presentazione, sarebbe stato connesso con un altro sito, denominato “anarcotico”, di cui ne avrebbe raccolto le notizie[98]. Dalle pagine del 2009 de “Il Resto del Carlino”[99] si ricostruisce che aveva attirato l’attenzione delle forze dell’ordine e delle cronache per avere pubblicato una “guida” di obiettivi attaccabili a Ferrara, in pratica un opuscolo (siglato “Edizioni Squilibrio”), contenente una lista di indirizzi, e-mail e numeri telefonici di strutture come caserme, banche, agenzie interinali, politici di tutti gli schieramenti, sedi di sindacati e testate giornalistiche. Nel 2014 ha ospitato la rivendicazione di un attentato a una sede di Casapound. Secondo le fonti di polizia ricavabili dall’ordinanza del GIP dell’inchiesta Scripta Manent il sito, insieme a “Macerie”, appartiene alla corrente insurrezionalista “sociale”.

Avviandomi verso la conclusione di questo paragrafo menziono ancora i domini che presentano la parola “anarhija”, e cioè anarhija.net[100] e soprattutto anarhija.info (esistenti almeno dal 2003, il primo anno in cui la FAI-FRI risulta attiva, anche se sembra che comincino le pubblicazioni in serbo-croato solo dal 2016[101]; inoltre il secondo risulta chiuso nel 2019 con un annuncio apposito) che ospitano contenuti di varie lingue tra cui molti in italiano, soprattutto riguardanti azioni dimostrative e atti terroristici non svolti esclusivamente in Italia.

Si noti inoltre che la parola “anarhija” ricorre anche nella mail succitata del fautore della “biblioteca anarchica”. Il sito è connesso a “Croce Nera” ideologicamente oltre che dal contributo materiale di almeno uno degli indagati (Cortelli Daniele è stato infatti indagato anche nel processo “Scripta Manent” per un opuscolo di della CNA[102]) in una recente indagine giudiziaria denominata “Bialystok”, per fatti accaduti tra il 2017 e il 2019: in particolare Cortelli nel 2019 avrebbe incendiato delle automobili di car sharing per protesta contro l’ENI e la rivendicazione è apparsa su “roundrobin”. Nel 2017 si era consumato un attentato esplosivo che danneggiò una caserma dei carabinieri romana e che stava per ferire una passante “rea” di non appartenere all’avanguardia “auto”-aristocratica e militare di questi soggetti che si definiscono anarchici. La rivendicazione, firmata “Cellula Santiago Maldonado FAI/FRI” apparve dopo alcune ore sui siti di anarhija e altri affini[103]. Infine, tra le carte dell’inchiesta citata, si segnala un'altra pubblicazione definita “anarchica-ecologista” e venduta tramite le pagine di anarhija, intitolata “Fenrir”[104]. Si noti anche il sito “RadioAzione” (attivo fino al 2015) riporta la scritta, sopra la testata, <<trasmette su anarhija.net>>. Il sito RadioAzione sarebbe opera di un unico autore, stando a quanto ha dichiarato Gioacchino Somma[105], in dei comunicati dai toni accesi e inquisitori pubblicati su altri siti contro l’allora procuratore di Torino Roberto Sparagna[106], destinatario di un plico esplosivo insieme a un altro magistrato.

Per esigenze di completezza riguardo al groviglio di connessioni web, ideologiche e comunicative si segnala l’uso da parte degli insurrezionali delle mail di A/I oltre al collegamento con un altro sito, Contrainfo.espiv.net, un network di traduzioni sempre dell’ambito eversivo[107].

 

4.3.4) Siti insurrezionali di propaganda “non” spicciola

I siti della galassia insurrezionale descritti e menzionati fino ad adesso hanno delle caratteristiche in comune: sono quasi tutti contraddistinti sul piano comunicativo da toni infuocati, al vetriolo, da un ricorso a una teoria violenta insurrezionale spoglia, spesso dichiaratamente nichilista e meramente improntata alla distruzione, con la sicurezza di chi crede di avere la verità in tasca: è un modello di insurrezione “generica”, più che “generalizzata”, che sarebbe in grado di risolvere tutto e che magicamente, da sola, istituirebbe un nuovo ordine armonico. Oltre a questo la quasi totalità dei siti sopra analizzati sono caratterizzati anche dalla medesima struttura editoriale nella forma del blog (ospitati in quasi tutti i casi censiti in questa tesi sulla piattaforma Noblogs di A/I) affiancata da opuscoli autoprodotti che ricalcano le fanzine cartacee diffuse da prima dell’avvento di internet. Infine anche una sostanziosa parte (se non la maggior parte) dell’aspetto mediatico e contenutistico mi pare che si replichi nei diversi domini, in una maniera molto più omologata e omologante di quanto molti dei contemporanei propagandisti del fatto, o aspiranti tali, si rendono conto: ci sono i comunicati di esaltazione o rivendicazione più o meno velati di attentati, di solito incendiari, contro obiettivi come i bancomat o contro le stesse antenne che usano per produrre e veicolare i loro siti. Poi abbiamo le varie espressioni di solidarietà ai loro compagni indagati e incarcerati. Altre volte la solidarietà è espressa in maniera più ambigua in quanto si bollano come montature le varie inchieste e, al contempo, si difendono moralmente e praticamente le azioni violente in una maniera sintetizzabile nella massima: “essere solidali se sono innocenti e ancora di più se sono colpevoli” [108]. Molti di questi contenuti vengono copiati e incollati da un dominio all’altro, diventando virali nella nicchia insurrezionale, e a volte diffusi successivamente anche in versione cartacea. Oppure, viceversa, i vari brani, volantini e opuscoli concepiti come prodotti cartacei vengono riversati nel web.

Ma non tutti i siti di chi si dichiara a favore dell’insurrezione armata o violenta, oppure che la sostiene (anche se in maniera indiretta o, per così dire, “incidentale”, non principale) hanno questi tratti così infervorati, nichilisti e omologati sul piano contenutistico e mediatico. Ritengo che questo sia rappresentato dai casi di “Radio Cane”, da “Libertà e Partecipazione” e soprattutto dal blog di antropologia anarchica “Nulmal”.

Il blog “Nulmal” è online dal 2016 e precedentemente, come spiega il suo autore che nei commenti si firma “Stefano”, era conosciuto con il titolo “L’anarco-antropologo” (denominazione conservata comunque nel dominio: anarcoantropologo.altervista.org), poi tramutato in “Nulmal”. Il Nulmal è una figura della cultura Kwakiutl, popolazione nativa americana, rappresentante un individuo che entra in contatto con uno spirito nella foresta durante l’inverno, periodo in cui si interrompono caccia, pesca e agricoltura e quindi anche la vita ordinaria, permettendo un avvicinamento con il mondo del soprannaturale[109]. Al ritorno nel villaggio il Nulmal è in preda a uno stato di follia che destabilizza l’ordinario, stato di sovvertimento che è per l’autore il principale fine dell’antropologia[110].  Il tema delle società primitive (o presunte tali[111]) e pre-coloniali è probabilmente quello portante di questo sito <<in cui si tratta di antropologia in tutte le sue sfaccettature, di storia, di culture e società[112]>>, oltre all’attenzione rivolta alla recente storia di movimenti e sommovimenti italiani e globali, come la resistenza del Rojava, la lotta dell’EZLN, e a quelli meno recenti come la vicenda “magonista” nella rivoluzione messicana,  o gli scritti di Goldman e Berkman in occasione del centenario della rivoluzione d’Ottobre. Ci sono poi anche testi e tesi insurrezionali, analizzati con una lettura più colta e ragionata rispetto agli altri siti di propaganda “più spicciola”, e con toni anche molto accesi ma che comunque sembrano rifuggire l’estetica decadente della violenza vista precedentemente, pur condividendone sostanzialmente l’aspetto etico (anche se forse solo in maniera parziale): per esempio c’è un post in difesa della pratica del saccheggio come messa in discussione del principio della proprietà privata e quindi del capitalismo; c’è l’articolo che si scaglia contro i centri di identificazione ed espulsione dal titolo <<“FUOCO AI CIE” – NON SOLO UNO SLOGAN, MA UNA PRATICA DI LIBERAZIONE>> dove l’attacco ai centri viene giustificato dalle illegalità alle quali vengono sottoposti i ristretti; sulla stessa linea semantica si posiziona l’articolo dal titolo <<“FUOCO ALLE GALERE!” – UNA PROSPETTIVA LIBERTARIA IN MERITO ALL’ISTITUZIONE CARCERARIA>> dove vengono citati, tra i vari, anche Bonanno[113] e Ravachol[114]; sempre rimanendo nel campo semantico del fuoco più “ragionato” di questo blog, si trova un articolo del 2019 dedicato alla situazione cilena intitolato “IL CILE ANCORA IN FIAMME”.

 Tra gli studiosi di antropologia presenti c’è Franz Boas, <<uno dei primi antropologi ad imbattersi nella figura del “danzatore folle”>>[115] la cui immagine campeggia nella testata del blog. Altri ispiratori dell’autore sono l’antropologo anarchico David Graeber, Pierre Clastres e gli italiani Stefano Boni e Andrea Staid. Infine si fa spesso riferimento a un altro progetto editoriale di antropologia militante, sia cartaceo che online <<autoprodotto in forma anonima e collettiva>>, “Naven”[116].

C’è poi un profilo Blogger[117] con un’immagine tipica della simbologia anarchica, ossia quella di un gatto nero, dal nome “Chat Noir Production” (si trova anche un’omonima pagina Facebook di un’etichetta musicale sempre con varianti dell’immagine del gatto nero[118]). Uno dei quattro blog riferiti a tale profilo è in costruzione e l’altro, “lacomunediparigi.blogspot.com”, rimanda a uno degli altri due. Di questi uno è ancora attivo nel 2020 e l’altro si può definire, in maniera atipica, “completo” nel senso che non è destinato a essere aggiornato periodicamente, come si capirà dalle prossime righe di questo paragrafo. Dico in maniera atipica perché in un certo senso è un blog “sui generis” per la sua struttura, ma andiamo per ordine…

Il primo, online dal 2012, si trova all’indirizzo achatnuarproduction.blogspot.com ed è intitolato “Libertà è partecipazione”, e tratta soprattutto di storia, in particolare quella dell’anarchismo. Nella presentazione si spiega che l’intento del blog è quello di <<sviluppare la libertà di comunicazione>> e della conoscenza ponendosi <<contro ogni privatizzazione e per il piacere e la gioia di costruire una società dove tutti sono liberi ed uguali, dove ognuno è libero di partecipare attivamente alla vita sociale senza alcuna delega>>. Ci si pone di avvicinarsi a questi ambiziosi obiettivi producendo contenuti testuali e multimediali completamente accessibili e riutilizzabili. In calce c’è un video con la canzone di Gaber “Libertà è partecipazione”[119]. Non è quindi un caso che nella testata del blog campeggia la scritta <<libertà è partecipazione diretta>>, racchiusa tra una bandiera nera con la “A cerchiata” rossa (per l’esattezza l’intero blog è su sfondo nero con i caratteri in rosso) a sinistra e un’altra A cerchiata rossa con un pugno chiuso a destra. I contenuti di storia e politica percorrono l’intero arco dell’anarchismo con articoli, documenti, e pubblicazioni varie condivise tramite il servizio “Drive” di Google. Si parte da Ètienne de La Boétie e Jean-Jacques Rousseau per arrivare a Giovanni Pascoli e Alfredo Maria Bonanno (tra i file si trovano interi libri come le quasi cinquecento pagine di “Mezzo secolo di anarchia” di Armando Borghi curato da L. Balsamini della Gwynplaine che costerebbe sui venti euro nuovo, le conferenze di Bakunin pubblicate per la prima volta nel 1921 da “La Sociale”, la “Gioia Armata” di Bonanno e “Il dramma della comune” di Luigi Molinari). Oltre al tema predominante dell’anarchismo ci sono delle incursioni nella storia più genericamente di “sinistra”: per esempio si trovano degli articoli su personaggi come Ernesto Guevara o Jean-Paul Sartre, sulla resistenza, sui combattenti Italiani in Rojava, oltre che su cinema, musica e arte (per esempio sui fratelli Taviani, V per Vendetta, Jimi Hendrix, BB King, ecc.).

Un aspetto singolare rispetto alla maggioranza dei siti e di molti esperimenti di autoproduzione risiede, a mio dire, nell’ottica “mediata” tra tre punti di vista. Il primo è quello insurrezionale e dell’illegalismo tout court, il secondo quello del legalismo per così dire “esclusivo”, della delega incondizionata e dell’accettazione passiva degli eventi e, infine, quello di chi parteggia per colpi di mano, rivoluzioni e dittature come transizioni verso un mondo di uguaglianza e libertà. Quindi una mediazione tra <<la via elettorale e legalitaria; la via terroristica; la via rivoluzionaria e reazionaria>>. Una visione eclettica di come tendere verso una società migliore che tenta di rimediare alla frammentazione, non solo nel movimento anarchico, ma in generale nell’attivismo, e sembra rifuggire estremismi e fanatismi. Nell’esordio dell’articolo intitolato “Sabotare” si spiega con estrema semplicità (forse troppa) che <<Questo mondo non piace a nessuno>> eccetto <<quelli che comandano, che hanno i conti correnti gonfi, che non hanno problemi di lavoro>> e quindi continua spiegando ai pochi che lottano che <<Il Sistema non è modificabile, correggibile, migliorabile. Il Sistema va resettato. Punto.>>. Sul come resettare il sistema identifica appunto tre vie, tre maniere errate di pensare, maniere errate e criticate se prese singolarmente, autonomamente, valide di per sé... La prima è di quelli che <<pensano che basti mettere una croce su un simbolo elettorale ogni cinque anni per cambiare le cose >>, la seconda è quella portata avanti da chi crede <<che bisogna mettere la bombe a destra e a manca>> e infine c’è chi ritiene <<necessaria una rivoluzione. O un colpo di stato. O una bella dittatura che rimetta le cose a posto. Sbagliano tutti quelli che credono che ci sia una sola strada percorribile: la via elettorale e legalitaria; la via terroristica; la via rivoluzionaria o reazionaria. Errore madornale. Perché (sic) se questo Sistema ha fatto qualcosa di buono è stato generare coloro che lo distruggeranno. E ha dato a costoro tutti i mezzi, da quelli legali a quelli illegali, per realizzare quest’opera di distruzione>>. Quindi non mi pare sia un invito alla mera distruzione e all’insurrezione “senza se e senza ma”… Chat Noir incita più che altro ad agire, a un’azione eclettica che tenga conto del contesto in cui si opera, anche se forse lo fa in maniera leggermente confusa o perlomeno da chiarire. Non sembra un caso che nella descrizione del suo profilo spicca la traduzione di un frase del Mahatma Gandhi: <<Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo >>[120].

Infine lo stesso profilo Blogger è autore anche di un altro blog, lcdpcnp.blogspot.com, interamente dedicato alla Comune di Parigi. Pur essendo ospitato su una delle principali piattaforme di blogging la struttura visuale differisce da un blog tradizionale che, di solito, dispone verticalmente una serie di post in ordine cronologico. Il blog “atipico” è degno di nota anche in quanto costruito in una maniera a metà strada tra l’elenco e la mappa concettuale interattiva.

Infine segnalo il sito radiocane.info (prima del 2009 esisteva nella versione di blog [121]). Il motto degli attivisti che la animano, non più leggibile direttamente sul sito ma ancora visibile dai motori di ricerca recita: <<La web radio che dà voce a chi non la ha>>. I temi principali dei podcast, posti in calce a ogni post e ascoltabili o scaricabili tramite un’apposita “maschera”, sono quelli del carcere e della repressione, ma si tratta anche di azioni politiche (alcune delle quali ovviamente collegate ai procedimenti giudiziari che pure occupano una parte sostanziosa del sito, oltre alle occupazioni, agli sgomberi e ai temi connessi dell’urbanistica e della gentrificazione, ai vari movimenti radicali-antagonisti e alle loro manifestazioni), di attualità e di storia contemporanea. I contenuti sono divisi in cinque sezioni che si distinguono più per il tipo di narrazione e cronaca delle varie questioni, invece che per la tipologia dei contenuti (alcuni dei quali si trovano infatti in più sezioni).

La prima è intitolata “Inchieste e approfondimenti” e vi si trovano post riguardanti i conflitti in Siria e in Kurdistan, le lotte No Tav, inchieste giudiziarie come Scripta Manent e ovviamente quelli sul tema carcerario, come un’inchiesta storica sul regime dell’alta sicurezza.

C’è poi la parte del sito intitolata “Cronache e corrispondenze”, che contiene principalmente le lettere e le testimonianze di detenuti e attivisti oltre alle cronache di manifestazioni e azioni politiche.

C’è poi la sezione “Storia e Narrazioni” dove, per l’appunto, si narrano eventi come la rivoluzione spagnola del 1936; oppure si può ascoltare un’intervista a Renato Vallanzasca sulla Milano degli anni ’70 e al brigatista Salvatore Ricciardi sulla Roma dei ’60; o anche quella al curatore dell’edizione italiana di un libro sul genere musicale “Rebetiko”; o ancora il podcast dedicato ai canti internazionalisti-popolari contro la prima guerra mondiale; oppure un racconto ispirato da Gianni Rodari; si può ascoltare il podcast sul giovane militante Luca Rossi morto nel 1986 a Milano per un proiettile esploso da un agente della Digos e anche eventi come le testimonianze sulla rivolta nel carcere di Modena del Marzo 2020.

Tra i post racchiusi nella categoria “Rubriche” vengono riproposti i canti popolari contro la Grande guerra e il racconto “Le avventure di Cipollina” (che si ritrovano  nella sezione precedente appena menzionata); c’è un radiodramma sulla resistenza diviso in tre atti e basato sui racconti di Giulio Questi; un’intervista al docente di sociologia Pietro Basso, e una serie di podcast intitolati “Autogol” sulla storia del gioco del calcio curati dal docente di comunicazione Felice Accame e dal ricercatore e saggista Sergio Giuntini.

Tra i podcast nella sezione “Speciali” ce ne è uno in cui si ripercorre la vita del politico di “AN” Piergianni Prosperini, con l’invito di cattivo gusto a riprovare un presunto tentativo di suicidio fallito; un altro è dedicato al disastro di Seveso, poi uno alla logistica con un’intervista a un rappresentante del SiCobas, un <<omaggio radiofonico>> alla lotta No Tav e ad alcuni arrestati, e così via.

Per quanto riguarda questa tesi e la maniera in cui ho categorizzato questo sito, penso sia importante notare che Radio Cane, pur esprimendo posizioni tipiche dell’area insurrezionale[122], oltre all’attenzione dedicata ai processi e alle vicende giudiziarie dell’area antagonista, in particolare quella anarchica, cerca sempre di argomentare in maniera abbastanza articolata le accuse rivolte al “sistema” e ai suo rappresentanti. Anche il tema dei processi e delle inchieste giudiziarie, spesso con interventi dei vari legali oltre che di associazioni e persone direttamente coinvolte, è trattato con una certo grado di obiettività e con il ricorso degli addetti ai lavori, cioè gli avvocati degli accusati per l’appunto. Ma soprattutto i toni usati, nonostante siano forti, non sfociano nell’insulto gratuito e fine a sé stesso, a differenza di altri progetti insurrezionalisti, nichilisti e “antisociali”. In più anche i contributi che si danno a livello di inchieste di controinformazione e contenuti storiografici, anche se in maniera non accademica e poco “ortodossa”, mi pare siano molto più strutturati e validi della maggioranza dei siti e progetti imperniati sulla logica dell’insurrezione, ancor di più su quelli che perseguono questa logica da un punto di vista esclusivamente o principalmente “distruttivo-nichilista”.

 

4.4) Appendice con elenchi di altri siti web.

Di seguito si trovano degli elenchi di altri siti in cui mi sono imbattuto durante questa ricerca, con le connessioni tra le varie pubblicazioni (quando rilevate) e in alcuni casi con una breve descrizione.

 

-          Elenco degli altri siti “insurrezionali”

1)      alcunianarchiciudinesi.noblogs.org e thehole.noblogs.org

La nascita di questi due blog è annunciata tra le pagine della CNA di cui riportano dei contenuti.

2)      anarchicipistoiesi.noblogs.org

Ospita molti contenuti di “Croce Nera” ed è stato attivo dal 2008 al 2015

3)      anarchistsworldwide.noblogs.org

Fra i siti linkati ci sono 325nostate.net, contra info.espiv.net, anarhija.info e malaconda.noblogs.org

4)      anarcotico.net

Sito offline ma archiviato dal “Web Archive” web.archive.org/web/20020203172526/http://www.anarcotico.net

5)      autprolo.org e autprol.org

Su questi siti, oltre a vari contenuti dell’area antagonista, si trovano archiviati dodici anni di opuscoli dell’associazione milanese Ampi Orizzonti, intitolato “OLGA è Ora di Liberarsi dalle Galere” dedicato principalmente al tema delle carceri e che ospita anche lettere di detenuti politici anarchici.

Secondo un documento dell’amministrazione penitenziaria diffuso sul sito della Camera dei Deputati (reperibile all’indirizzo camera.it/_dati/leg17/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/038/005v02_RS/00000048.pdf) questo opuscolo, insieme a “Croce Nera”, “La Miccia”, “Nunatak” e altri non menzionati in questo elaborato, fungerebbe da <<catalizzatore>> di realtà eversive anarchiche e marxiste-leniniste. Il Corriere della Sera lo definisce come <<il bollettino anti carcerario degli anarchici milanesi>> (cit. in milano.corriere.it/notizie/cronaca/16_agosto_19/detenuto-moez-abu-nassim-reclutatore-amico-anarchici-brigatisti-1ef452d0-65cc-11e6-a72c-ba25dcc53bd3.shtml). L’opuscolo (si spiega sui primi numeri www.autprol.org/public/news/doc000347930032006.pdf) è stato concepito dopo una serie di scontri e arresti avvenuti l’undici Marzo 2016 a Milano. Sul sito di A/I si trova anche un opuscolo speciale dedicato al tema dell’alta sicurezza www.autistici.org/mezzoradaria/wp-content/uploads/2014/08/Massima-sicurezza-Il-carcere-speciale-in-Italia.pdf (url consultate l’11 Dicembre 2020)

6)      cenere.noblogs.org

7)      cignonero.noblogs.org

8)      cordatesa.noblogs.org e inventati.org/rete_evasioni/?page_id=18

Blog e sito dedicati alle istituzioni totali restrittive come le carceri, i CIE e gli ospedali psichiatrici e che ospita news e comunicati di prigionieri e dell’area anarco-insurrezionale, simili quindi sia negli intenti che nei contenuti a CN.

9)      csakavarna.org

Ospita il foglio individualista e insurrezionale “frangenti” (csakavarna.org/wp-content/uploads/2018/11/N%C2%B032-WEB.pdf) ed è citato in questa tesi dove si parla di Finimondo.

10)   disordine.noblogs.org

Sito di una biblioteca leccese.

11)   feartosleep.espivblogs.net

Menziona “Pagine in rivolta” e contiene vari testi in inglese, oltre ad “Adesso - foglio di critica sociale”.

12)   freccia.noblogs.org

13)   fuoridallariserva.noblogs.org

Cita la rivista “Vetriolo” ed è citato a sua volta da sardegnaanarchica.wordpress.com.

14)   galeoneoccupatopisa.noblogs.org

Si prodiga per aiutare le persone coinvolte nel processo “Panico,” oltre a riportare comunicati, volantini e pubblicizzare i vari eventi e iniziative dello spazio “Galeone occupato”.

15)   il-neroveleno.blogspot.com

16)   ilpalazzochebrucia.noblogs.org

Blog del “foglio anarchico informale” intitolato “Il Palazzo che brucia”.

17)   infernourbano.altervista.org

18)   infernourbano.noblogs.org

19)   informazioneanarchica.altervista.org

20)   infuriati.noblogs.org

Il sito a oggi (24/02/2021) risulta vuoto, ma i contenuti sono archiviati dal “Web archive”.

21)   insuscettibilediravvedimento.noblogs.org

Parla del trasferimento dell’attivista “Stecco” (citato in questo elaborato) e presenta rivendicazioni di attacchi incendiari contro obiettivi come antenne e un deposito della polizia locale.

22)   inventati.org/anarkids/who.html s

Sito ancora online, ospitato da “A/I” ma che non viene aggiornato dai primi anni 2000. Nella sottosezione “vandali” della sezione “sabotaggio” si riporta questo passo che delinea la tipica logica “insurrezionalista-distruttrice”: <<L'unica cosa utile è quella che ci dà il piacere immediato o che serve per estendere la rivolta e per farla finita con questo sistema. Non vogliamo autogestirci la miseria, non vogliamo risolvere i problemi del capitalismo, non vogliamo decorare questo mondo di m**** con proposte in positivo. Vogliamo attaccarlo per distruggerlo. Le rivolte non vengono dai libri, ne' dalla mente di nessun illuminato. Le rivolte nascono dall'esplosione di disobbedienza di coloro che hanno accumulato sufficiente rabbia da essere stufi delle proteste ufficiali. Il cittadino progressista vede gli sfruttati come persone da organizzare e educare per fini rivendicativi. La mistificazione con la quale osserva le autorità lo spinge a vedere la gente come una massa di esseri incapaci di ogni reale iniziativa contro il potere. Eredita dagli "illustri" del 18esimo secolo una adorazione mistica per il razionalismo, la pianificazione e una fobia accesa contro la passione, i desideri e la rivolta disordinata. L'intellettualismo di sinistra pretende pianificare dal suo tavolo di chiacchiericci le proteste, le trasformazioni sociali e la nostra vita. Pretende di convertirci a sua immagine e somiglianza in vegetali "coscienti">>.

23)   lincendiario.noblogs.org

Il sottotitolo del blog è “congegno individualista”.

24)   machorka.espivblogs.net

Contiene news in italiano che non vengono aggiornate dal 2016.

25)   mpalothia.net

Anche questo sito cita e pubblica “Vetriolo” e ospita contenuti in varie lingue, tra cui anche l’italiano.

26)   nobordersard.wordpress.com

Sito sardo che da Marzo 2020 è chiuso. Chiusura annunciata dai suoi autori che, dicono, lasceranno aperto il blog in chiaro <<per un po’ di mesi>> per chi voglia salvare materiali o inviarne, prima che sarà fatto <<sparire>> dalla rete, si dice, anche se i materiali verranno <<salvati>>.

27)   orizzontelibertario.blogspot.com

28)   panicoanarchico.noblogs.org

Blog attivo dal 2019, classificabile come insurrezionale in quanto esprime solidarietà e fornisce supporto economico ai personaggi coinvolti nell’operazione “Panico”, oltre ad avere come scopo principale il fornire visibilità ai relativi fenomeni repressivi della zona di Firenze, giudicati ingiusti. Ospita l’elenco di libri di una biblioteca intitolata “La Mareggiata” e vari opuscoli. Particolare attenzione è rivolta al tema delle tecniche forensi riguardanti la validità del DNA.

29)   parolealvento.noblogs.org

Il sito a oggi (24/02/2021) risulta vuoto, ma i contenuti sono archiviati dal “Web archive”.

30)   resistenzealnanomondo.org Blog anarco-insurrezionalista ecologista. Oltre alla cronaca di varie azioni contro ripetitori, si trovano contenuti come vari articoli di Silvia Guerini (citata in questo studio) e le dichiarazioni di Cospito (in quanto “gambizzatore” di un rappresentante dell’industria nucleare).

31)   sognodimillecose.noblogs.org

Riporta vari testi di Bonanno.

32)   spazio-di-documentazione-il-grimaldello.noblogs.org

33)   theblackisland.wordpress.com

34)   tribolo.noblogs.org

35)   velena.noblogs.org

Riporta contenuti di CNA.

 

 

 

Elenco di siti web di soggetti politici “definiti” come associazioni, collettivi, gruppi e sindacati o comunque che ritengo non riconducibili (almeno in via principale o esclusiva) all’area insurrezionale

 

-          Soggetti affiliati alla FAI (Federazione Anarchica Italiana)

36)   anarchia.info

37)   anarresinfo.noblogs.org

38)   anarresinfo.org

39)   cafierofairoma.wordpress.com

40)   comidad.org

41)   cslfabbrijesi.noblogs.org

42)   fasiciliana.noblogs.org

43)   federazione-anarchica-milanese-fai.noblogs.org

44)   federazioneanarchicareggiana.noblogs.org

45)   federazioneanarchicareggiana.noblogs.org; arealibertaria.org

46)   germinalts.noblogs.org

47)   libertadrn.noblogs.org

 

-          Siti di “comunisti anarchici”

48)   alternativalibertaria.fdca.it

49)   anarkismo.net

Fa parte di un network internazionale di quindici gruppi circa, che si dichiara appartenenti alle correnti <<piattaformista, anarco-comunista o especifista>>. Url italiana: anarkismo.net

50)   collettivomakhno.noblogs.org

51)   comunismolibertario.it

52)   fdca.it

53)   fdca-nordest.blogspot.com

54)   fdca-palermo.blogspot.com

55)   fdcaroma.blogspot.com

 

-Siti di sindacati libertari e di base

56)   anarcomedia.wordpress.com

57)   unionesindacaleitaliana.eu

58)   usiait.it

59)   usi-cit.org

60)   usi-cit.org/sezioniesettori

61)   usi-cit.org/statuto-e-principi

62)   usipr.noblogs.org

63)   usireggioemilia.noblogs.org

64)   usistoriaememoria.blogspot.com

 

 

-          Siti di altri gruppi, individualità e collettivi vari

65)   abbatterelemuradelcielo.noblogs.org

Sito dedicato principalmente a un libro della ZIC

66)   affinitalibertarie.noblogs.org 

Sito di attivisti friulani

67)   anarchicicarpi.noblogs.org

68)   anarchistintheworld.altervista.org

69)   anarcopunkcrew.ilcannocchiale.it

Blog fermo al 2010

70)   anarcotraffico.org; anarca-bolo.ch

71)   anarresinfo.org

72)   beccodiferro.noblogs.org

73)   piccolifuochivagabondi.noblogs.org

74)   ecn.org/contropotere

Sito fermo al 2006;

75)   anarresinfo.noblogs.org

76)   anarresinfo.org

77)   anguane.noblogs.org

Blog, attivo dal 2012, di un collettivo che si definisce “anarcoqueer ecovegfemminista”

78)   ateneoimperfetti.it

Sito di un gruppo che si definisce <<un vero e proprio laboratorio di ricerca>>

79)   avvelenata.it

Sito personale del metereologo Filippo Thiery

80)   bagcarrara.wordpress.com

Blog della Biblioteca Archivio Germinal

81)   bibliotecadelgrimaldello.noblogs.org

Sito che funge da catalogo dello spazio “Il grimaldello”

82)   bonometti.noblogs.org

Circolo anarchico bresciano

83)   carlocafierobari.noblogs.org

84)   carminemangone.com

Sito personale di un artista e attivista anarchico

85)   centrostudiudine.wordpress.com

86)   circoloanarchicogfiaschi.wordpress.com

Attivo fino al 2015

87)   circolovanza.wordpress.com

88)   collettivoculturalibertaria.wordpress.com

89)   culturaanarchica.magozine.it 

Sezione del sito “magozine” dedicata alla cultura anarchica. Il progetto appare in costruzione

90)   cusa.noblogs.org

Blog del gruppo pacifista ed ecologista “Cusa”

91)   elcida.noblogs.org

Centro di documentazione anarchica padovano

92)   fas-giustiziaeliberta.noblogs.org

Attivo fino al 2012 quando il collettivo si è sciolto

93)   fenixoccupaalvolo.noblogs.org

94)   gaa.noblogs.org

Circolo anarchico di Benevento

95)   greennotgreed.noblogs.org

Attivo dal 2012 al 2015. Si trova una miscellanea di testi come recensioni di libri, dossier di controinformazione e testi “classici” dell’anarchismo. Alcuni di questi sono scaricabili tramite servizi con “mega.nz” e “anonfiles.com” con un funzionamento che, semplificando, è paragonabile a “megavideo” e “megaupload”.

96)   gruppoanarchicochimera.noblogs.org

97)   gruppoanarchicosalsedotp.noblogs.org

Attivo fino al 2014

98)   bibliotecamalatesta.blogspot.com

Blog non più attivo ma consultabile tramite il Web archive web.archive.org/web/20130515231140/http://bibliotecamalatesta.blogspot.com/

99)   kronstadt-toscana.org

Sito di un gruppo anarchico toscano, dal nome “Kronstadt”, che produceva un omonimo <<foglio anarchico e libertario>> fino al 2015. Il sito è attualmente offline ma consultabile dal Web archive web.archive.org/web/20161105085145/http://www.kronstadt-toscana.org/chi-siamo/

100)    circoloberneri.indivia.net

Risulta offline ma visibile sul Web archive web.archive.org/web/20200218123203/http://circoloberneri.indivia.net/info a oggi 15/12/2020

101)    oresteristori.it

Sito non più online dedicato all’omonimo anarchico toscano, realizzato dal “Centro di documentazione sull’Antifascismo, la Resistenza e la storia contemporanea nell’area Empolese” presso l’Archivio Storico Comunale di Empoli, e reperibile sul Web archive web.archive.org/web/20200516220309/http://www.oresteristori.it/biografia.phpindividualismoanarchico.blogspot.com

102)    iniziativanarchica.noblogs.org

103)    italianimbecilli.blogspot.com

104)    lemaquis.noblogs.org

Attivo da Aprile 2020, la maggior parte dei contenuti sono condivisi tramite “mega.nz”

105)    libertandreapapi.it

Contributi dell’omonimo attivista a vari fogli e giornali, in particolare ad “A” e anche libri per ZIC, ecc

106)    lungidame.noblogs.org

Sito web dell’omonima fanzine <<Accidentalmente punk perché il nucleo formativo di questo strumento di sperimentazione e diffusione comunicativa è composto da punx>>. Il blog è nato nel 2020 mentre il numero zero della fanzine, scaricabile gratuitamente e aperiodica, è uscito nel 2015: in totale ci sono cinque numeri e tre “speciali quarantena”. Concepita principalmente in maniera da essere interessante da leggere al di là del periodo specifico in cui viene pubblicata. Tratta principalmente di arte (ci sono poesie, fumetti, articoli sulla musica, fotografie, scritti satirici ecc.) e attualità, e ha un numero di pagine che oscilla tra le venti e le duecento circa, non coperta da nessun diritto d’autore in quanto <<gli autori stessi ne promuovono la diffusione e l’esproprio. Ma per dirla in terimini (sic) più tecnici ci siamo affidati a una licenza Creativ Commons>> (anche se, tecnicamente, per la legge italiana i diritti “morali” d’autore sono inalienabili).

107)    mutuosoccorso.noblogs.org

108)    nerastella.blogspot.com

Attivo fino al2013

109)    photostream.noblogs.org

110)    pietrogori.it

111)    pinobertelli.it

Sito del fotografo anarchico Pino Bertelli

112)    ponte.noblogs.org

Blog del Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa (il sito precedente del circolo è consultabile sul Web archive web.archive.org/web/20080513125913/http://www.pontedellaghisolfa.org/)

113)    punk4free.org

Sito anarchico dedicato in particolare alla cultura e alla storia punk e antagonista. Per esempio si trova un articolo sui “redskin” (punk4free.org/articoli/8-storia-punk/5646-le-origini-del-termine-qredskinq-di-crombie-media.html), oltre che vari contenuti relativi all’arte “dissacrante” con una sezione ricca di video satirici (che spaziano dal cartone “Southpark” ai comici come “Crozza” e “Il terzo segreto di satira”), una sui fumetti e ovviamente svariati contenuti e testi di musica “punk” e “hardcore”. Ci sono poi anche contenuti riguardanti la storia in generale, la politica e l’attualità, riprendendo articoli di altri siti come quelli di Umanità Nova, di “Informa-azione” o di “Info 404”

114)    radicalantispeciesism.wordpress.com

Sito di un’attivista anti-specista

115)    santocaserio.wordpress.com

116)    senzastato.noblogs.org

117)    socialismolibertario.it

Sito curato dal sindacalista dell’Unicobas, e collaboratore di UN e A rivista, Stefano Derrico

118)    spazio-solebaleno.noblogs.org

119)    stellanera.noblogs.org

120)    stragedistato.wordpress.com

Blog dell’ “Associazione Pietro Valpreda – Gli anarchici per la verità sulle stragi” (ex Circolo 22 Marzo)

121)                       unanarchicoalgiorno.blogspot.com

 

-          Siti “anarcocapitalisti”

122)    anarchismoliberale.wordpress.com

123)    cenerentola.info

124)    movimentolibertario.com

125)    radicalianarchici.it



[1]Cfr. Manifesto – who we are and what do we want , dal loro sito, disponibile all’indirizzo www.autistici.org/who/manifesto.

[2]A tale proposito in G. Chlapoutakis, The Case of the Plan R*  Network of Resistant Communication: Implications to Digital Forensic Investigations, in << www.secbible.org/>>, 27 Aprile 2009, reperibile all’indirizzo secbible.org/Files/papers/ecrime/GeorgeDED2009Paper.pdf (url consultata il 03/02/2021) si spiega che <<anche se lo scopo dietro il Piano R* è privo di intenzioni malevole, il fatto di essere gratuito lo rende un potenziale mezzo di diffusione di materiale illecito oltre che terreno per attività illecite. Ma è ancora più importante il fatto che la struttura e il modo di operare di questo network resistente di comunicazione costituisce un ostacolo significativo per gli investigatori, data la dispersione dei dati su un vasto numero di computer>> (trad. mia). Il testo originale riporta: <<While the purpose behind the Plan R*  network is benign in nature, its cost-free nature makes it a potential distribution medium for a number of illicit material and a potential staging ground for illicit activities. More importantly, the structure and mode of operation of this resistant communication network presents significant problems to digital forensic investigators, due to the dispersal of both data communication and data storage across a vast number of computers>>. Di cosa sia il Piano “R” se ne parla esaustivamente in questo stesso paragrafo, ed è sostanzialmente riferito all’attività di A/I in generale.

[3]Cfr. L. Beritelli (a cura di), +kaos 10 anni di hacking e mediattivismo, Xbook, 2012, cap. “Firenze-Inventati” e “Milano e dintorni-Autistici”. Il volume è disponibile online sul loro sito all’indirizzo autistici.org/static/img/book/ai-book-kaos.pdf e utilizzabile con licenza Creative Commons 3.0 (url consultata il 03/02/2021).

[4]I servizi <<di comunicazione e cospirazione>> offerti nell’ambito del progetto, che fa completo affidamento sulla volontarietà degli attivisti e si finanzia tramite donazioni, sono forniti a tutti coloro che condividono i principi <<di antifascismo, antirazzismo, antisessismo, antiomofobia, antitransfobia, antimilitarismo e non commercialità>> cit. la pagina principale della piattaforma di blogging “noblogs.org/” e quella della “policy” sul loro sito all’indirizzo autistici.org/who/policy.it (url consultate il 03/02/2021).

[5]Anche se, come ricordano i promotori, un concetto di privacy totale non può essere assicurato al cento per cento e ognuno deve cercare di non delegare la propria riservatezza ad altri ma provare a occuparsene in prima persona, nei limiti del possibile e delle proprie capacità.

[6]Cit. al minuto 6 e 30 secondi, tratta dal video della presentazione di A/I a Berlino del 2013 su Youtube, intitolato Autistici.org presentation at C-base, caricato nel 2013 dall’utente “drhlecter” e visualizzabile all’indirizzo youtube.com/watch?v=buetAHESYxY (url consultata il 03/02/2021).

[7]Cfr. la pagina principale del loro sito, autistici.org, selezionando la versione in Inglese (nella versione Italiana la questione dell’affinità non è specificata ma si rimanda alla pagina del “Manifesto”).

[8]Cfr. i primi due minuti di Autistici.org presentation…

[9]Cfr. L. Beritelli (a cura di), +kaos … p. 82. Per una definizione di Ecn fare riferimento al paragrafo seguente.

[10]Ivi. P. 87. Per una definizione di Indymedia fare riferimento al paragrafo seguente.

[11]Sulla stima del numero degli utenti, nell’articolo del <<Corriere della Sera>>, firmato A. Sa. del 28 Giugno 2005, si parla di trentamila utenti (articolo reperibile qui www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2005/06_Giugno/28/crocenera.shtml). Invece in un articolo di <<Vice>> di D. Gambit, intitolato Autistici/inventati: il collettivo hacker italiano a difesa dei diritti digitali del 31 Maggio 2016 è riportato che A/I << ospita più di 10.000 caselle postali rispettando una rigida policy di gestione dei dati, oltre 2.500 mailing list, e più di 3.000 siti>>. E ancora, in un appello apparso sulle pagine di <<Umanità Nova>>, 3, 2012, l’associazione dichiara di avere almeno <<10000 utenti, intorno al milione se contiamo le mailing list. Per esistere (…) al collettivo servono circa 12000 euro all’anno. 1,2 euro per ciascun utente (…) nemmeno un decimo pensa a sostenerci (…) questo e altri gingilli tecnologici potrebbero scomparire>>. Infine sempre sulle pagine di <<UN>>, nell’articolo Sostieni il tuo diritto alla comunicazione libera, all’indirizzo umanitanova.org/?p=4298 si stimano più di quindicimila utenti (url consultate il 03/02/2021).

[12]Cfr. Comunicato del 2004 intitolato Fine primo round con Trenitalia alle corde! dal loro sito, all’indirizzo autistici.org/ai/trenitalia/comunicato_ricorso.php (url consultata il 03/02/2021).

[13]Cfr. I. Fulco, Ecco l’Italia del videogame intelligente: la critica “gsocial” della Molleindustria in <<La Repubblica>>, 05 Aprile 2013, reperibile all’indirizzo repubblica.it/tecnologia/2013/04/06/news/l_italia_del_videogame_intelligente_la_critica_gsocial_della_molleindustria-54855478/ (url consultata il 03/02/2021).

[14]A. Sa. A rischio la privacy di 30 mila utenti in <<corriere.it>> reperibile all’indirizzo corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2005/06_Giugno/28/crocenera.html (url consultata il03/02/2021)

[15]Autistici.org presentation … cit. al minuto 16.

[16]A proposito dell’identità reale dei partecipanti al collettivo e del presidente dell'associazione c’è un articolo de “Il Fatto Quotidiano” di D. Milosa, del 16 Febbraio 2019 (reperibile a questo indirizzo www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/02/16/macerie-e-il-network-dellantagonismo-2-0/4976154/) riguardante il blog “macerie.noblogs.org”, in cui si spiega che “Ronny B.” è stato il rappresentate legale dell’associazione “Investici” (in un primo periodo a Milano e poi trasferita a Pisa), e il nuovo rappresentate sarebbe invece un certo Paolo D. Ronny B. dovrebbe essere in realtà un milanese, classe 1976, il cui vero cognome è Brusetti che userebbe anche lo pseudonimo Ronny Blicero. Secondo l’articolo, basato su un documento giudiziario, avrebbe vari precedenti di polizia anche per associazione terroristica. Facendo ricerche su fonti aperte online emergerebbe che era tra gli organizzatori del media center di Genova nel 2001, oltre a essere stato risarcito come parte civile per gli abusi delle forze dell’ordine che si verificarono (e difeso dallo stesso avvocato del collettivo, Gilberto Pagani, e da Raffaella Multedo).

[17]Vedere nota precedente.

[18]Cfr L. Beritelli (a cura di), +kaos…p. 175.

[19]Per un resoconto giornalistico della vicenda si segnala L. Galeazzi, Clonato server italiano in Norvegia Violata la privacy di migliaia di utenti, in <<Il Fatto quotidiano>>, 9 Novembre 2010, reperibile all’indirizzo www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/09/clonato-server-italiano-in-norvegia-violata-la-privacy-di-migliaia-di-utenti/75996/ (url consultata il 03/02/2021).

[20]Cfr. l’avviso pubblicato sulla piattaforma Noblogs al seguente indirizzo noblogs.org/2010/11/22/norwegian-crackdown-fatti-e-note-a-margine/ (url consultata il 03/02/2021).

[21]Sul sito di autistici, in un post intitolato Norwegian crackdown: fatti e note a margine e pubblicato all’indirizzo www.autistici.org/ai/crackdown-2010/ si dichiara: <<Pensiamo siano possibili diversi livelli di lettura sulla vicenda, in grado di innescare riflessioni su altrettanti aspetti della società italiana.
In primis i rapporti tra il neofascismo e le istituzioni.  (…) Recentemente si è concluso con una serie di assoluzioni il processo per la strage di Brescia. Ci sono state stagioni nella storia d’Italia in cui il neofascimo e alcuni apparati dello stato hanno avuto stretti rapporti. Storicamente ci sono diversi elementi che riconducono la strage di Brescia a gruppi neofascisti, e molto evidenti sono le coperture, i tentativi di insabbiamento, i silenzi che hanno coperto il tutto fino a oggi. A 30 anni dall’attentato è impossibile accertare qualsiasi forma di verità giudiziaria sulla vicenda. Il meccanismo di protezione innescato negli anni ‘70 ha funzionato perfettamente.
Questo tipo di atteggiamento è endemico e si ritrova anche in fatti più recenti e più piccoli, ma non meno dolorosi>> (url consultata il 03/02/2021).

[22]Richiesta di sequestro preventivo di una pagina su noblogs.org, 8 Novembre 2014 cavallette.noblogs.org/2014/11/8689 (url consultata il 03/02/2021).

[23]L’articolo del 2014 all’url hurriya.noblogs.org/post/2014/03/03/cie-di-ponte-galeria-il-medico-e-le-iniezioni-forzate-di-psicofarmaci/ è oscurato <<per ragioni legali>>. Si trova comunque archiviato nel “Web Archive” https://web.archive.org/web/20150912083916/http://hurriya.noblogs.org/post/2014/03/03/cie-di-ponte-galeria-il-medico-e-le-iniezioni-forzate-di-psicofarmaci/.

[24]Giudice del Lavoro ipersensibile in quel di Siena censura noblogs.org!, 22 Agosto 2012, cavallette.noblogs.org/2012/08/7946 (url consultata il 03/02/2021).

[25]Di che cosa parliamo quando parliamo di privacy, 17 Agosto 2013, in cavallette.noblogs.org/2013/08/8424 (url consultata il 03/02/2021).

[26]S. Milan, The Guardians of the Internet? Politics and Ethics of Cyberactivists (and their Observers), 2012, tavola rotonda organizzata da “Asia Research Institute, National University of Singapore”. Qui si legge: <<ECN, anche noto come Isole nella Rete. Il più vecchio provider dei movimenti sociali e radicali europei. Ispirato a valori antifascisti, è nato negli anni novanta come un servizio BBS. Lanciò NGVision, la prima piattaforma per la pubblicazione di video di cortei e proteste>> (trad. mia); il testo originale riporta: <<ECN, also known as Isole nella Rete. The oldest provider of the European radical social movement scene. Inspired to antifascist values, it started in the 1990s as a BBS service. It launched NGVision, the first video sharing platform for the publication of video footage from street demonstrations>>, cit. p. 16.

[27]Ivi cit. p. 4.

[28]In D. Gambit, Autistici/Inventati … si afferma che <<Autistici è nato per supportare l'aspetto digitale della comunicazione di movimento, affiancando all'epoca ecn.org, ma con anche la volontà di essere più aperti a chiunque si vedesse rappresentato nei nostri valori, cosa che ci distingueva da ECN>>.

[29]All’indirizzo ecn.org/zero/index.htm.

[30] Per quanto riguarda la questione dei “filtri”, c’è un passo significativo in C. Beschi, Indymedia Italia, quando gli hacker fanno politica, Tesi di Laurea in Teoria e Tecniche delle comunicazioni di Massa, Relatore R. Grandi, Correlatore C. Marmo, anno accademico 2004-2005, Università degli Studi di Bologna: <<Se si vanno a leggere gli archivi delle mailing list italiane, fino alla primavera del 2002 ogni forma di regolamentazione, per quanto minima, dell’open publishing, è vissuta come un attacco a uno dei fondamenti del progetto, e come tale rifiutata con determinazione. Già nel 2003 la maggior parte degli interventi reclamano una attuazione più rigida della policy editoriale, implementata nel frattempo, e un monitoraggio più costante del flusso informativo, che limiti in qualche modo i danni arrecati da spammer, provocatori, idioti di natura varia. In generale, è corretto affermare che il modello della pubblicazione aperta senza alcun tipo di moderazione è entrato in crisi con il crescere della notorietà del progetto Indymedia>>, cit. p141. La tesi è fruibile all’indirizzo www.peacelink.it/mediawatch/docs/1767.pdf (url consultata il 04/02/2021).

[31]Cfr. Ivi pp. 68-70.

[32]Comunicato del 13 Ottobre 2004 all’indirizzo giuristidemocratici.it/Comunicati/post/20041012100213/?page=15 (url consultata il 04/02/2021).

[33]Roma: Chiesta archiviazione inchiesta sito Indymedia per offesa a Papa, in <<Adnkronos>>, 12 Febbraio 2007   www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2007/02/12/Cronaca/ROMA-CHIESTA-ARCHIVIAZIONE-INCHIESTA-SITO-INDYMEDIA-PER-OFFESA-A-PAPA_121203.php (url consultata il 04/02/2021).

[34]Chiude Indymedia: “Una pausa di riflessione” nessun funerale, ma bisogna sanare la crisi, in <<La Repubblica>>, 30 Novembre 2006, consultabile all’indirizzo repubblica.it/2006/11/sezioni/cronaca/chiude-indymedia/chiude-indymedia/chiude-indymedia.html (url consultata il 04/02/2021).

[35]In un annuncio, ancora consultabile tramite il Web Archive, si parla dei problemi economici che gravavano sul progetto web.archive.org/web/20130630140720/http://italy.indymedia.org/ (url consultata il 04/02/2021).

[36]Si segnala a titolo esemplificativo il post del 2017 in cui vengono palesate le intenzioni di cessare le pubblicazioni sulla sezione del Regno Unito che si trovano all’indirizzo www.indymedia.org.uk/en/2017/04/525964.html.

[37]tmcrew.org/project.htm (url consultata il 04/02/2021).

[38]“Fork” è traducibile come diramazione o ramificazione, nell’ambito di sviluppo software indica lo sviluppo di applicativi a partire dal codice sorgente di un altro. Il software usato in questo caso è lo stesso di Wikipedia e si chiama “Mediawiki”.

[39] I fondatori (o il fondatore se per caso fosse una sola persona a utilizzare più nomi. Lo stesso discorso può valere anche per gli altri contributori ovviamente …) della sezione italiana si firmano con i nickname “K2” e” AG”.

[40]Cfr.  www.anarcopedia.org/index.php/Anarcopedia:Punto_di_vista_anarchico (ultima consultazione 04/02/2021).

[41]gnu.org/licenses/fdl-1.3.html; creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ qui si trovano le ultime versioni della licenza (url consultate Ottobre 2020).

[42]A titolo esemplificativo: la licenza CC BY-ND che prevede solo la riproduzione del contenuto, anche a scopo commerciale, ma non la possibilità di modificarlo ottenendo un’opera derivata, non si qualifica come utilizzabile su WIkipedia.

[43]anarcopedia.org/index.php/Wikipedia qui si spiega che le diverse visioni di anarchismo sono rispettate, escludendo però l’anarco-capitalismo e quello di impostazione nazionalista in quanto <<degenerazioni>> e non favorendo nessuna visione rispetto a un’altra. Sempre a proposito della neutralità si spiega che essa è <<il grimaldello attraverso il quale razzistifascistinazionalisti, ecc. riescono a diffondere pubblicamente i loro disvalori, ma anche un elemento fallace giacché sono gli amministratori della celebre wiki a stabilire unilateralmente cosa sia neutrale e cosa non lo sia (su Anarcopedia, invece, tutti sono amministratori, se dimostrano di non essere dei vandali).>>

[44] Sono almeno una decina circa le voci che riportano, oltre al simbolo di Wikipedia, la frase: <<questa voce è ospitata su Anarcopedia in quanto è stata censurata in modo fascista dagli amministratori di Wikipedia>>.

[45] Provando a ricercare su Wikipedia, tramite Google, “Anarcopedia” (digitando quindi “anarcopedia site:ita.wikipedia.org” e considerando che tale ricerca è stata svolta il 6/11/2020) tra i circa cinquanta risultati si trovano alcune voci, come “La settimana rossa”, contenti rimandi all’enciclopedia anarchica e varie pagine di discussione.

[46]anarcopedia.org/index.php/Anarcopediani; anarcopedia.org/index.php/Speciale:Statistiche (url consultate il 04/02/2021).

[47]Vedere nota precedente.

[48]creativecommons.it/pipermail/community/2006-June/006317.html (url consultata il 04/02/2021).

[49]Che fine ha fatto “Scarichiamoli”?, in <<Zeus news>>, 16 Giugno 2005, www.zeusnews.it/allegati/004190-Scarichiamoli.pdf (url consultata il 04/02/2021).

[50]anarcopedia.org/index.php/E-books_anarchici_(ordinati_per_autore) Per esempio tra i vari testi si trovano un volume di Chomsky edito in versione italiana da “Il saggiatore”, oppure la prima edizione digitale del 2013 de “Le parole e le cose” di Foucault della BUR, ospitati su “anarcopedia.altervista.org”. Altri testi sarebbero scaricabili tramite siti come “mega.nz” o “scribd.com” (url consultata il 04/02/2021).

[51]Secondo l’utente “Nessuno” l’iniziatore del progetto, “Milosh”, non risponderebbe da anni ai “compagni” web.archive.org/web/20161017101558/http://ita.anarchopedia.org/Prima_Pagina.

[52]È definito dagli autori come segue: <<non è un Wiki, bens’, come dice la stessa parola, è il luogo informativo ed educativo (paideia) all’anticopyright (…)>> www.anticopyrightpedia.org/?page_id=207 url consultata il 15/10/2020.

[53]anticopyrightpedia.org/?page_id=230 (url consultata il 15/10/2020).

[54]anticopyrightpedia.org/?p=280 << Dopo la breve e intensa esperienza di INGRESSO LIBERTARIO in Anarchopedia (l’enciclopedia anarchica online) terminata in seguito al mio triste abbandono del progetto Anarchopedia, a causa di insanabili contrasti e incomprensioni varie con alcuni amministratori, riprendo a pubblicare sul nuovo dominio Anticopyrightpedia consapevole del fatto che, questo spazio web è limitato e non consente di caricare direttamente file pesanti (multimediali) che invece possono essere tranquillamente linkati sul Forum in P2P. Fino ad oggi non ero intenzionato a rimettere online la fanzina perché la ritenevo una pagina e un valore di Anarchopedia, ma poi, anche per rispetto nei riguardi dei pochi libertari che vi avevano partecipato, sono ritornato sui miei passi ed eccoci qua con nuova vita! rieccoci con il è un autentico spazio anarchico, di tutti, anticopyright e anticensura. E’ il luogo della tolleranza e della sperimentazione anarchica, imperniato su 2 regole fondamentali: l’ANTICOPYRIGHT e l’ANTICENSURA>>, cit. (url consultata il 15/10/2020).

[55]ainfos.ca/org/vision-it.html (url consultata il 04/02/2021).

[56]La sezione in italiano del sito dedicato al piattaformista Nestor Makhno è segnalata dalle pagine dell’agenzia come indicante i principi ideologici a cui si rifà il collettivo www.nestormakhno.info/italian/index.htm. Nella pagina specifica intitolata “Unirsi al Collettivo A-Infos (o aiutare senza diventare socio)”, all’indirizzo ainfos.ca/org/org-it.html, si menzionano quattro principi da sottoscrivere per contribuire da esterni o associarsi al collettivo: con il primo principio ci si dichiara anarchici o socialisti “anti-stato” favorevoli all’anarchismo; nel secondo si sottoscrivono principi autogestionari e non autoritari; con il terzo si cede il proprio contributo anche qualora si esca dal collettivo; con il quarto si accettano decisione collettive tramite un procedimento di democrazia diretta (url consultata il 04/02/2021).

[57]rivoluzioneanarchica.it/about-us/ (url consultata il 20/12/2020).

[59]Per esempio c’è “il manifesto per l’abolizione della polizia” di “Inferno Urbano”, e contenuti di altri siti come “Macerie”, “Malacoda” e “Disordine”.

[60]I siti proposti nella pagina del forum (forum.anarchistfederation.net/d/15-italiano) nello specifico sono alternativalibertaria.fdca.it; federazioneanarchica.org; usiait.it; pane-rose.it; umanitanova.org; resistenzefirenze.noblogs.org; bonometti.noblogs.org; ponte.noblogs.org; lemaquis.noblogs.org; abbatterelemuradelcielo.noblogs.org. La lista completa dei siti si trova qui rivoluzioneanarchica.it/sources-list/, inoltre questo post sembra l’unico in cui si discute della versione italiana (url consultate il 22/12/2020).

[61]Il primo numero del bollettino è digitalizzato e consultabile al seguente indirizzo centrostudilibertari.it/it/cna-bollettino-1 (url consultata il 04/02/2021).

[62]Come si spiega nell’articolo Crocenera anarchica del Febbraio 1981 a cura della redazione di “A rivista anarchica”, consultabile qui arivista.org/?nr=089&pag=89_03.htm (url consultata il 04/02/2021).

[63]Cfr. e cit. facebook.com/groups/198278396915828; autistici.org/cna; (url consultate il 04/02/2021).

[64]Cfr. l’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione Scripta Manent, pp. 29 -34 e pp. 82-87 consultabile qui docplayer.it/51024872-N-12-r-g-notizie-di-reato-n-13-r-g-g-l-p-tribunale-di-torino-sezione-per-le-indagini-preliminari.html (ultima consultazione 04/02/2021).

[65]Sul sito “malacoda” (a questa url malacoda.noblogs.org/post/2020/11/26/sentenza-del-processo-dappello-di-scripta-manent/), dell’ambito insurrezionalista, si riporta infatti che <<a differenza del processo in primo grado, sono state emesse anche altre nove condanne ad altrettanti compagni per “istigazione a delinquere”. Condanne inerenti, a vario titolo, la pubblicazione di “Croce Nera Anarchica”, rivista aperiodica e sito internet e la gestione di alcuni siti internet che erano stati posti sotto accusa nel processo. Queste condanne variano tra i 2 anni e 6 mesi e 1 anno e 6 mesi>>. Su quest’altro sito si riportano altri dettagli come i nominativi dei condannati (senza il cognome) e gli altri siti web sardegnaanarchica.wordpress.com/2020/11/28/sentenza-del-processo-dappello-di-scripta-manent/ (url consultate il 06/12/2020).

[66] Secondo la definizione di “insurrezionalismo classico” che si trova nella ricostruzione degli inquirenti dell’operazione Scripta Manent (cfr. schema di p. 19 dell’ordinanza di custodia cautelare).

[67] Si leggano per esempio queste righe pubblicate in un post del primo anno di attività del sito finimondo.org/node/554: <<perché continueremo sempre a riconoscerci in tutti quei compagni che, spinti da un desiderio di libertà, vanno all'assalto delle strutture e degli uomini del dominio; perché diamo un valore infinito alla forza di volontà individuale, alla ricerca di coerenza e al coraggio che malgrado tutto cerca di dare fuoco alla polveriera. Non considerate queste premesse come un vano tentativo di compiacere; sono sincere, come lo è la nostra preoccupazione davanti all'intenzionale mutilazione del campo di battaglia anarchico.>>. (url consultata il 04/02/2021).

[68]F. Boschi, Rogo Alta velocità. Dubii su anarchici, in <<Il Giornale>>, 24 Luglio 2019 www.ilgiornale.it/news/politica/rogo-alta-velocit-dubbi-su-anarchici-1731088.html ; La firma degli anarco-insurrezionalisti sul sabotaggio ferroviario che ha tagliato in due l’Italia, in <<Open.online>>, 22 Luglio 2019, www.open.online/2019/07/22/la-firma-degli-anarco-insurrezionalisti-sul-sabotaggio-che-ha-tagliato-in-due-litalia/; S. Zandiri, Il vizio di giocare con le parole più che il vizio di giocare con la violenza, in <<Tg Maddalena>>, 29 Dicembre 2014 www.tgmaddalena.it/il-vizio-di-giocare-con-le-parole-piu-che-il-vizio-di-giocare-con-la-violenza/ (url consultate il 04/02/2021).

[69]finimondo.org/sites/default/files/manifestoantenna.pdf (ultima consultazione 04/02/2021).

[70]Cfr. csakavarna.org/?cat=48  (specificamente sul sito si trovano almeno due riferimenti al “Kavarna”: una mail nella sezione “papiri” finimondo.org/sites/default/files/Settembre-2020_0.pdf e una proiezione avvenuta il 15/09/2019 finimondo.org/sites/default/files/fissateA3cr.pdf (url consultate il 04/02/2021).

[71]E. Di Blasi, “No Tav addio”, l’ala dura degli anarchici divorzia dalla Valsusa, 05 Aprile 2017, reperibile all’indirizo torino.repubblica.it/cronaca/2017/04/05/news/_no_tav_addio_l_ala_dura_degli_anarchici_divorzia_dalla_valsusa-162228918/?ref=search#gallery-slider=83517808 <<"No Tav addio". Con un documento pubblicato sul sito Finimondo.org, il più autorevole media dell’anarchia più intransigente, viene sancito l’abbandono della battaglia contro l’Alta Velocità in Val Susa. Già il titolo, "La leggenda della Valle che non c’è", è indicativo. Quella tra gli anarchici e il movimento No Tav è un’alleanza che dura ormai da anni: il fatto che si arrivi a un divorzio, messo per iscritto, è quindi un passaggio importante per capire come evolverà in futuro la lotta in valle. L’articolo, molto ampio, inizia inquadrando il movimento.>> (url consultata il 04/02/2021).

[72]Nell’articolo di Panorama (di G. Amadori, del 06 Giugno 2012, reperibile all’indirizzo www.panorama.it/news/bonanno-il-profeta-degli-anarchici-2 )  si parla del post (all’indirizzo finimondo.org/node/820) intitolato “quaranta”, dove si fa un paragone tra l’omicidio di Calabresi, atto definito di “NN”, di nessuno, e la gambizzazione all’AD di Ansaldo Nucleare, rivendicato con <<luci al neon accese al massimo per illuminare la propria figura>> e che quindi non può <<appartenere a tutti>> (url consultate il 10/12/2020).

[73]finimondo.org/node/1525 (url consultata il 04/02/2021).

[74]All’indirizzo “bibliotecaanarchica.org/library/anonimo-i-puntini-sulle-i” si trova una sorta di lettera aperta sulle azioni e rivendicazioni della FAI-FRI, firmata <<A cura di qualche anarchico e di alcuni libertari a Genova (occasionalmente “cittadinisti”>> suddiviso in paragrafi al cui inizio si trovano parole con la iniziale “I”, da qui il gioco di parole di mettere appunto i puntini sulle “i”. Particolarmente significative sono le seguenti frasi: << Insensibilità. La violenza rivoluzionaria può essere una “tragica necessità”, e certamente non siamo qui a piangere per la gamba di un uomo che, lavorando attivamente nella diffusione del nucleare, ha gravi responsabilità nella distruzione del pianeta e nell’assassinio di tantissime persone. Tuttavia, dalla consapevolezza di una tragica necessità all’esaltazione del piacere per l’arma, passa la differenza tra quella che storicamente è stata e che noi chiamiamo giustizia sociale e quella che, nell’attuale situazione storica, per la rivendicazione che si è data, si è mostrata come pura espressione di rancore settario. (…) Irredentismo. Di una certa retorica e simbologia “dannunziana” ne faremmo volentieri a meno: l’apologia del “bel gesto”, i movimenti interiori dell’anarchico nuovo, un certo sentimentalismo protoromantico e l’autocompiacimento estetizzante li lasceremmo volentieri ad un passato che, oltretutto, non ci appartiene. Del resto, cari “compagni”, non avete preso Fiume ma, se non ve ne siete accorti, c’è solo un ingegnere con la stampella per il prossimo mese. Già la prosa futurista individualista era imbarazzante per i suoi tempi, diciamo che riproporla oggi, in peggio, non è certamente un’urgenza>>. Questo post inoltre è contrassegnato dal tag “critica” (ultima consultazione 14/03/2021).

[75]Qui si trova il numero digitalizzato di “Adesso” guerrasociale.anarchismo.net/library/guerra-sociale-adesso-16 (ultima consultazione 04/02/2021).

[76]Cfr. articolo del 10 Dicembre 2003 sul sito di Repubblica (reperibile qui repubblica.it/2003/l/sezioni/cronaca/avvelenatore/mappa/mappa.html) intitolato Bottiglie manomesse I Nas: “Quasi cento casi” in cui si legge << la conta degli allarmi, veri o fasulli, è da aggiornare quasi minuto dopo minuto>>;  in quest’altro, di due giorni prima, intitolato Quel documento firmato dagli anarco-insurrezionalisti invece si paventa la possibilità della pista anarco-insurrezionale repubblica.it/2003/l/sezioni/cronaca/avvelenatore/anarco/anarco.html; infine in quest’altro, della stessa data, e intitolato Ancora bottiglie manomesse due sedicenni all'ospedale si parla dei malori accusati da varie persone e la presenza di cloro e ipoclorito in un campione analizzato repubblica.it/2003/l/sezioni/cronaca/avvelenatore/nuovi/nuovi.html (url consultate il 07/12/2020).

[77]Cfr. nota num. 19 di p. 27 per quanto riguarda “L’arrembaggio” e p. 160 in merito a “Guerra Sociale”

[78]Il dominio è attualmente occupato da un sito giapponese ma il vecchio sito, attivo fino al 2012, si trova archiviato nel “Web Archive” web.archive.org/web/20141109114750/https://www.anarchaos.org/ e in “Archive.is” archive.is/WSjU.

[79]Cfr. F. Marruco Anarchici, in Rete: «Per ogni arrestato un rivoluzionario pronto ad attaccare». Sorveglianza per i tre magistrati dell’inchiesta in <<Umbria24.it>>, 16 Giugno 2012, all’indirizzo umbria24.it/cronaca/anarchici-%C2%ABper-arrestato-rivoluzionario-attaccare%C2%BB-sorveglianza-magistrati-dellinchiesta (ultima consultazione 14/03/2021).

[80]Cfr. p. 83 nota 291 dell’ordinanza “Scripta Manent”.

[81]Come si evince da questi due indirizzi macerie.noblogs.org/radio/ isole.ecn.org/porfido/old/macerie/ (ultima consultazione 04/02/2021).

[82]Come si può vedere da questa pagina archiviata su “WebArchive”web.archive.org/web/20111104204241/http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/macerie-23-aprile.mp3.

[83] Disponibile a questo indirizzo macerie.noblogs.org/files/2008/04/macerie-numero-0-4.pdf (ultima consultazione 04/02/2021).

[84]Cfr. Cie, la regia degli anarchici sulle rivolte. “Grazie ai migranti che hanno dato fuoco”, in <<Il Corriere della sera>> 11 Febbraio 2019 roma.corriere.it/notizie/cronaca/19_febbraio_11/cie-regia-anarchici-rivolte-66bfa77e-2e3b-11e9-b2ba-a8cdeed9884a.shtml; M. Scagliarini, Puglia, lettere esplosive ad aziende <<firmate>> da due anarchici presi a Torino, in <<La Gazzetta del mezzogiorno>>, 17 Febbraio 2019 lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/1112314/puglia-lettere-esplosive-dietro-gli-attentati-due-anarchici-arrestati-a-torino.html. Della vicenda ne parla anche “Radio d’onda d’urto” dove intervista “Francesco del blog macerie” radiondadurto.org/2019/02/19/trento-sette-arresti-tra-compagni-e-di-area-anarchica/. Un’iniziativa del blog è invece annunciata in D. Racca, Arresti Trento: tutto quello che c’è da sapere sugli anarchici, in <<ofcs.report>>, 19 Febbraio 2019 ofcs.report/internazionale/difesa-e-sicurezza-nazionale/arresti-trento-tutto-quello-che-ce-da-sapere-sugli-anarchici/#gsc.tab=0 (ultima consultazione 04/02/2021).

[85]F. Cimini, Bologna, arrestati 12 anarchici per aver fatto saltare le antenne…, 14 Maggio 2020 in <<Il Riformista>> ilriformista.it/bologna-arrestati-12-anarchici-per-aver-fatto-saltare-due-antenne-98671/?refresh_ce (url consultata il 19/10/2020).

[86]Per esempio in un articolo del 14 Giugno 2012 apparso su <<La Repubblica>> ( intitolato Quell’ordine dal leader in carcere di C. Bonini consultabile qui ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/06/14/quellordine-dal-leader-in-carcere.html ) si cita “Culmine” oltre al succitato “Parole Armate”; i siti ricorrono inoltre più volte nelle carte dell’indagine Scripta Manent (ultima consultazione 27/12/2020).

[87]Cfr velena.noblogs.org/lettera-aperta-al-movimento-anarchico-di-stefano-gabriele-fosco/ e fdca-nordest.blogspot.com/2012/09/lettera-del-anarchico-individuaoli.html (ultima consultazione 27/12/2020).

[88]plagueandfire.noblogs.org/files/2020/06/ribellula_4_web.pdf (url consultata il 04/02/2021).

[89]roundrobin.info/wp-content/uploads/2020/06/contact-tracing.pdf (url consultata il 04/02/2021).

[90]ilrovescio.info/wp-content/uploads/2020/08/Catene-di-carta_opuscolo.pdf (url consultata il 04/02/2021).

[91]ilrovescio.info/wp-content/uploads/2020/05/GUIDA-inhabit.pdf (url consultata il 04/02/2021).

[92]ilrovescio.info/wp-content/uploads/2020/05/manifestoantenna.pdf (url consultata il 04/02/2021).

[93]ilrovescio.info/2020/05/15/lettera-aperta-di-un-corona-virus-agli-abitanti-della-terra/ (url consultata il 04/02/2021).

[94]plagueandfire.noblogs.org/mappa-google-delle-antenne-5g-in-italia/ (url consultata il 09/03/2021).

[95]poliziadistato.it/articolo/155c6bcaaf328da910556674 (url consultata il 04/02/2021).

[96]Cfr. Anarchici, cade l’accusa di terrorismo, 06 Dicembre 2019, in <<giornale trentino.it>>, giornaletrentino.it/cronaca/trento/anarchici-cade-l-accusa-di-terrorismo-1.2203214 (url consultata il 04/02/2021).

[97]Cfr. p. 19 dell’ordinanza Scripta Manent.

[98]web.archive.org/web/20140927031001/http://www.informa-azione.info/node/13.

[99]Il mirino degli anarchici su Ferrara La lista nera degli obiettivi, in <<Il Resto del carlino>>, 16 Aprile 2009 www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/2009/04/16/165404-mirino_degli_anarchici_ferrara.shtml (url consultata il 05/02/2021).

[100]Da questo dominio ci sono dei rimandi ad altri siti: “anarhisticka-biblioteka.net”, “mirror.anarhija.net “, “tabularasa.anarhija.net” e “lib.anarhija.net”.

[101]web.archive.org/web/20160728080213/https://anarhija.info/latest.

[102]Si veda p. 163 dell’ordinanza di custodia cautelare pubblicata sul sito di Adriano Chiarelli malapolizia.com/wp-content/uploads/2020/06/Ordinanze-Bialistok-1_compressed-1-1_Redatto.pdf.

[103]mirror.anarhija.net/bibliotecaanarchica.org/mirror/c/cs/cellula-santiago-maldonado-fai-fri-rivendicazione-dell-attacco-esplosivo-contro-caserma-dei-car.a4.pdf (url consultata il 04/02/2021).

[104]La rivista si trova all’indirizzo anarhija.info/library/italia-e-uscito-n-9-di-fenrir-pubblicazione-anarchica-ecologista-it le e vi si trova anche un articolo di Cospito intitolato “L’autismo degli insorti”. (url consultata il 04/02/2021).

[105]Qui si trova un comunicato del 2017 quando iniziava il primo grado processo “Scripta Manent” autistici.org/cna/2017/11/17/inizio-processo-scripta-manent-16112017-dichiarazione-dellanarchico-gioacchino-somma/; dopo due anni Somma veniva assolto dall’imputazione di istigazione a delinquere con l’aggravante della finalità terroristica. Qui un altro comunicato dai contenuti e toni simili che coincide con la sentenza del 2020 quando invece è stato condannato a due anni e mezzo malacoda.noblogs.org/post/2020/12/01/un-contributo-sulla-sentenza-di-appello-per-scripta-manent-it-es/. Altri scritti di Somma si trovano anche su Anarhija anarhija.info/library/aggiornamento-sull-inchiesta-scripta-manent-e-alcune-riflessioni-03-07-2017-it anarhija.info/library/miserabili-it url consultata il 06/12/2020.

[106] A. Giambartolomei, Torino, chi sono i pm Rinaudo e Sparagna che gli anarchici volevano colpire: inchieste sulle Br e sulla ‘ndrangheta, in <<Il Fatto Quotidiano>>,21 Maggio 2019 reperibile all’url  ilfattoquotidiano.it/2019/05/21/torino-chi-sono-i-pm-rinaudo-e-sparagna-che-gli-anarchici-volevano-colpire-inchieste-sulle-br-e-sulla-ndrangheta/5196316/; Anarchici, ‘guerra lunga contro il pm’ , in <<Ansa>> 27 Aprile 2019 ansa.it/piemonte/notizie/2019/04/27/anarchici-guerra-lunga-contro-il-pm_64e3a1b9-2d9a-44ab-bfc4-7017ad87a496.html ; Imputato (assolto) nell’inchiesta “Scripta Manent” scrive al magistrato: “La guerra sarà lunga”, in <<Torino Today>> 28 Aprile 2019  torinotoday.it/cronaca/Imputato-minacce-Sparagna-scripta-Manent.html (ultima consultazione 04/02/2021).

[107]Nella presentazione all’url lib.anarhija.net/special/about?v=1541242609 si trova una mail  fornita da A/I e si legge: <<Please contact a-library-en@inventati.org >>; all’url anarhija.info/library/italia-e-uscito-il-numero-3-del-giornale-anarchico-vetriolo-inverno-2019-it è scritto: <<Una copia: 2 euro. Per la distribuzione, a partire da almeno cinque copie: 1 euro e 50 cent. A copia. Spese di spedizione in Italia: 1 euro e 30 cent. (fino a due kg). Gratis per le persone prigioniere. Sono ancora disponibili copie dei numeri 0, 1 e 2>>; Sul sito roundrobin c’è un’altra mail di A/I: “roundrobin@autistici.org”; infine il foglio insurrezionale è pubblicizzato anche all’url it-contrainfo.espiv.net/tag/vetriolo/ dove si trova l’indirizzo mail “VETRIOLO@AUTISTICI.ORG”. (url consultate il 04/02/2021).

[108]Il motto è riportato da anche in velena.noblogs.org/lettera-aperta-al-movimento-anarchico-di-stefano-gabriele-fosco.

[109]In questo post si spiega la scelta del titolo anarcoantropologo.altervista.org/perche-nulmal-2/ (consultata il 25 Dicembre 2020).

[110]Cfr. anarcoantropologo.altervista.org/perche-nulmal-2/  <<come un danzatore folle dei Kwakiutl, portatore di creatività attraverso la sua azione distruttrice volta ad attaccare norme e valori dominanti e a destabilizzare il normale funzionamento dell’ordine sociale, ritengo che il ruolo dell’antropologia debba essere grossomodo lo stesso, ossia offrire nuove possibillità di sguardi e interpretazioni su quello che accade attorno a noi, convinto dell’importanza del disordine, della creatività dell’impeto distruttivo e della sovvesione di tutto ciò che si presenta come naturale, giusto, immutabile e dominante. (...) il compito dell’antropologia dev’essere quindi quello di destabilizzare; (...) E reinterpretando quanto sostenuto da Bakunin, vedo l’antropologia come strumento di distruzione con cui minare le fondamenta del potere e dell’autorità costituita. Antropologia quindi come mezzo di sovversione e irruzione del disordine nella realtà odierna, antropologi come “danzatori folli” (...). Perchè solo una rottura dell’ordine costituito può far intravedere la possibilità di sperimentare modi di vivere diversificati.L’unica possibilità che NULMAL prende in considerazione è quindi quella di sconvolgere questo mondo e sovvertire l’esistente e l’oppressione che impone sulle nostre vite, aprendosi alla sperimentazione di modi di vivere altri.>> e cit. (consultata il 25 Dicembre 2020).

[111]Per esempio nel post La democrazia selvaggia: la confederazione degli irochesi” (anarcoantropologo.altervista.org/la-democrazia-selvaggia-la-confederazione-degli-irochesi/) si argomenta che la democrazia degli Irochesi presenti dei caratteri rivendicati da molti come originari della cultura occidentale e mette in contrapposizione i modelli di democrazia “verticali” e “orizzontali”. Sempre sulla stessa popolazione si trova anche un articolo ripreso da “A rivista anarchica” (anarcoantropologo.altervista.org/della-confederazione-irochese-delle-nazioni-larmonia-la-pace-nel-mondo/). Non si tratta inoltre solo di popolazioni pre-coloniali del continente americano, ma anche di quelle africane e asiatiche (url consultate il 25 Dicembre 2020).

[112]Cit. dalla descrizione del profilo Facebook all’indirizzo facebook.com/LAnarco-Antropologo-531507520386091/ (url consultata il 25/12/2020).

[113]<<Come scriveva A.M Buonanno, “il carcere è anche il professore che lo giustifica, il riformatore che lo vuole più umano, il giornalista che ne tace le condizioni, è il cittadino che lo ignora o lo teme” ed è proprio a partire da questa totale mancanza di presa di posizione critica nei confronti del carcere che ritengo sia utile iniziare da una prospettiva anarchica per mettere in discussione il ruolo e la funzione sociale e politica dell’istituzione carceraria, con il fine non di riformarla rendendo le condizioni di detenzioni migliori e “più umane”>> cit. da anarcoantropologo.altervista.org/fuoco-alle-galere-prospettiva-libertaria-merito-allistituzione-carceraria/#:~:text=%E2%80%9CFuoco%20alle%20Galere!%E2%80%9D%20%E2%80%93,in%20merito%20all'Istituzione%20Carceraria&text=Emma%20Goldman%20definisce%20la%20prigione,e%20riformatore%20sociale%20Havelock%20Ellis. (url consultata il 04/02/2021).

[114]<<credo fortemente, come disse Ravachol, che non ci siano criminali da giudicare ma cause del crimine da distruggere. E le cause del crimine rispondono al nome di Stato e Capitalismo. Perciò “Fuoco alle Galere” non deve rimanere uno slogan, ma tramutarsi in una concreta pratica di distruzione dell’istituzione carceraria, strumento della classe dominante per mantenere i propri privilegi espropriati al popolo sfruttando la classe lavoratrice.>>. Cit. Ibidem.

[115]Cit. da anarcoantropologo.altervista.org/perche-nulmal/ (url consultata il 25/12/2020).

[116]Che ha un apposito sito: naven.altervista.org (url consultata il 25/12/2020).

[117]Cfr. blogger.com/profile/10984779620546988307 (url consultata il 25/12/2020).

[118]Cfr. facebook.com/Chat-noir-production-112558300096901/ (url consultata il 25/12/2020).

[119]Cit. da achatnuarproduction.blogspot.com/2012/05/questo-blog-e-stato-creato-per.html (url consultata il 25/12/2020).

[120] Cit. da achatnuarproduction.blogspot.com/2012/09/sabotare.html (url consultata il 28/12/20).

[121]Consultabile tramite il “Web Archive” web.archive.org/web/20090518100308/http://radiocane.info/.

[122]Un primo esempio è rintracciabile nel podcast dedicato alle prigioni galleggianti e alla pirateria in Somalia (radiocane.info/prigioni-galleggianti/). Mentre si menziona il caso di Ilaria Alpi si precisa che <<non si vuole fare l’elogio dei giornalisti>>. Questo è un esempio di una posizione “a priori” contraria al ruolo del giornalista, un ruolo che può essere ricoperto tanto da essere umani prezzolati e asserviti ai “poteri forti”, ma anche da chi crede in un mondo e in una società che forse non è troppo diversa da quella dei creatori della web radio: trovo sia davvero triste minimizzare la vicenda di chi per fare il “cane da guardia del potere” ha pagato un caro prezzo per questo ruolo, come nel caso di Alpi e Miran Hrovatin. Un altro esempio delle posizioni insurrezionali della webradio è contenuto nell’intervista al detenuto Claudio Lavazza, compagno di Cesare Battisti nei Proletari Armati del comunismo e poi passato al lottarmatismo anarchico (https://radiocane.info/f/). Dopo una discussione sulla situazione carceraria e delle politiche a essa connessa, in particolare quella spagnola, l’intervistatore chiede consigli per chi volesse intraprendere un’azione come una rapina in banca. La risposta era quella di studiare <<anche nelle università del sistema>> perché la conoscenza tecnologica e militare è quella che aumenta le probabilità di riuscita di una rapina. (url consultate il 28/1/2020).



ultima modifica 12/04/2023 00:35

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