Visualizzazione post con etichetta militanza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta militanza. Mostra tutti i post

17.2.24

NON TI INTERESSA LA POLITICA?!

TANTO NON CAMBIA NIENTE?!


Senti spesso dire (o dici) “non mi interessa la politica”, “tanto non cambia niente”, “i politici sono tutti uguali”, per poi cadere nella rassegnazione? Allora continua a leggere questo post di filosofia spicciola della rubrica “Valvola”(e incluso anche in “Define”). Troverai degli spunti di riflessione molto semplici per ragionare sull’evenienza di rifiutare la parola “politica” in ogni accezione, o per rispondere a chi se ne disinteressa totalmente, cedendo a passività o indifferenza.

Infatti, non esistono azioni che, per quanto piccole possano essere, non producano delle conseguenze, mentre esistono degli “alibi collettivi” per rassegnarsi, giustificare e accettare, anche solo tramite l’indifferenza, le ingiustizie. Oppure per accontentarsi di piccole “concessioni” che in realtà dovrebbero essere dei diritti.

Inoltre, la parola politica non può essere associata solo a quella fatta dai partiti, in particolare quelli dalla “Seconda Repubblica” in poi (per rimanere nel contesto italiano)... Viviamo in un'epoca di de-politicizzazione totale, e dobbiamo assolutamente ritornare a interessarci di "Politica", capire che questa parola non è solo questione di "politica partitica", andando al di là delle affiliazioni populiste, dogmatiche e, per l'appunto, partitiche.


Figure di persone disegnate in maniera semplice, che si tengono per mano e che espongono 3 cartelli: uno ha un punto esclamativo, un altro interrogativo e l'ultimo entrambi



12.3.23

TENDERE CONCRETAMENTE VERSO LE UTOPIE

 SE LE UTOPIE NON SONO RAGGIUNGIBILI SONO ALMENO AVVICINABILI!

Tra le righe telematiche della rubrica “Valvola” pubblichiamo, in una manciata di parole, un ragionamento legato a sogni e ideali da cui questa stessa Zina/Rivista scaturisce. Un concetto che è stato già sfiorato quando si è parlato di “eterotopia” (nello specifico nel post dedicato al festival underground "Crack!")

 

Immagine dell'artista KELLEPICS da Pixabay



Chi è militante politico, attivista sociale, o chi semplicemente sogna un Mondo diverso, ispirato/a da ideali tanto alti quanto difficilmente realizzabili (almeno a prima vista), avrà sentito o dovrà sentire spesso frasi come: “ma quello che dici tu è un’utopia”; “non accadrà mai”, “sono castelli in aria, la natura umana è diversa, la storia insegna che…” eccetera eccetera.

Forse è vero che certe cose, come la violenza insita nella natura e funzionale alla sopravvivenza di certi viventi, non si possono cambiare, non si può fare in modo che cessino del tutto...

Forse è vero che nella “storia” (perlomeno quella più vicina a noi che riusciamo a comprendere meglio) è sempre esistita la sopraffazione, l’ingiustizia, l’ineguaglianza, la guerra…

Ma sono convint#, e penso sia anche “più vero”, che se un qualcosa non potrà mai essere completamente raggiunto o realizzato possiamo, perlomeno, tendere verso quel  qualcosa, verso quella idea di società, di mondo, di vita individuale o collettiva...

9.2.23

TERREMOTO IN SIRIA E TURCHIA: TRA OSTILITÀ E SOLIDARIETÀ

NON UCCIDE IL TERREMOTO MA GLI EDIFICI COSTRUITI MALE E LA MANCANZA DI PREVENZIONE!


La catastrofe naturale e la conseguente tragedia umana offrono alcuni spunti di riflessioni illustrati da Editorialista Travagliato, insieme a una rassegna delle ultime notizie riguardanti la questione degli aiuti umanitari: la mancanza di prevenzione verso i fenomeni naturali alimentata dalla corruzionel’estraneità e la superiorità percepite dall’essere umano nei confronti dell’ambiente e degli ecosistemil’istinto al tempo stesso socievole e clanico degli umani.




Immagine di repertorio tratta da PixaBay di Angelo Giordano 



Il 6 Febbraio un terremoto ha scosso furiosamente il territorio alla frontiera tra Turchia e Siria con l'epicentro tra le province di Gaziantep e Kahramanmaras, nei confini politici della Sublime porta. La magnitudo rilevata della prima scossa è di quasi 8 gradi (su 9,5 della scala Richter, che indica la forza meccanica di un sisma) mentre la più forte scossa di assestamento ha raggiunto quasi 7 gradi. La profondità dell’evento sismico è di 10 KM (molto vicina al livello della superficie e quindi più dannosa): il grado dei danni subiti è stimato a quota 9 della scala Mercalli (precisamente detta scala MCS, su un massimo di 12 gradi, limite che indica la distruzione totale).

Mentre si scrive questo post il bilancio delle vittime accertate ha raggiunto la tremenda cifra di circa 20 mila, mentre centinaia di migliaia si contano tra dispersi, senzatetto e feriti. Per avere un’idea dell’ampiezza della catastrofe si è affermato che è stato mille volte più forte del terremoto di Amatrice ed è paragonabile, in riferimento alla storia italiana, solo a un terremoto che ha colpito la Sicilia nel 1693.

Secondo il “sultano” turco Erdogan si tratta del più grave terremoto nel paese dopo un evento analogo nel 1939 che provocò circa 30 mila morti. Anche nel 1999 la Turchia fu colpita da un altro sisma: le vite spezzate furono più di 17 mila. Molte organizzazioni in quel frangente denunciarono il dilagante abusivismo edilizio e la deturpazione dell’ambiente senza rispettare gli standard di sicurezza…

Questo articolo della BBC mostro le foto di alcuni luoghi immortalati prima e dopo la tragedia, fornendo visivamente una “cifra” dei danni subiti


 

LA MANCATA PREVENZIONE E L’ABUSIVISMO AMBIENTALE ED EDILIZIO COLLEGATO A CORRUZIONE E A UNA VISIONE MIOPE DELL’ESISTENZA

Molti edifici erano già gravemente danneggiati dalla guerra civile siriana che continua da più di un decennio (più del 65% delle infrastrutture basilari erano già distrutte o pesantemente danneggiate nel nord-ovest della Siria, secondo il Rojava Information Center): i danni del sisma si sono aggiunti alla precarietà esistenziale di popolazioni martoriate dalla guerra, dei profughi e degli sfollati interni che faticano a ricevere beni di prima necessità, assistenza sanitaria ed educazione e anche solo a scaldarsi, una popolazione quasi totalmente sotto la soglia di povertà.

Dal lato della Turchia, sul canale Telegram Rise Up 4 Rojava, oggi si legge: <<i giornalisti che criticano la reazione del governo alla catastrofe sono stati immediatamente arrestati. Non possiamo considerare questa catastrofe al di fuori della sua dimensione politica: migliaia di morti potevano essere evitate. Lo stato Turco e l’attuale regime al potere dei partiti AKP-MHP hanno rubato milioni diretti alla stessa emergenza di cui parliamo adesso, hanno permesso ai costruttori di realizzare edifici scadenti in una zona a rischio sismico senza nessun criterio ragionevole, collezionando milioni in tangenti. Le province a maggioranza curda aspettano disperatamente da giorni supporto>>.

Alla corruzione si somma la miopia della specie umana che tende a considerarsi avulsa dalla natura, salvo poi riscoprire tragicamente di essere ospite di un pianeta che non può e non dovrebbe tentare di dominare, ma dovrebbe rispettare come un ospite: si dice che non sono i terremoti a uccidere ma come vengono costruiti gli edifici, uccide la prevenzione che non viene fatta! 

Abbiamo le capacità tecnologiche per costruire in maniera –quantomeno più- compatibile con il nostro habitat e in maggiore sicurezza, ma allora perché non lo facciamo? Perché siamo coinvolti in un sistema socio-economico che punta all’espansione economica infinita in un sistema ambientale che pone dei limiti e che non è infinito, perché pensiamo all’arricchimento economico sul breve termine alimentato dalla corruzione e finalizzato all’accumulazione di capitale di pochissimi, mentre a un’altra minoranza più estesa restano le borghesi briciole di una vita “comoda” e la stragrande maggioranza non ha nemmeno le risorse per assicurarsi le calorie minime per far funzionare il proprio metabolismo… Perché l’abusivismo edilizio, le case costruite con materiali scadenti sono funzionali a questo sistema!

7.1.23

MANUALE DI GUERRA PSICHICA

UN LIBRO DITATTICO-INFORMALE PER PREPARARSI AL CONFLITTO SOCIALE E A <<UN NUOVO TIPO DI GUERRA PSICHICA E MEMETICA, CON L’OBIETTIVO CHE È  SEMPRE LA PACE>>

Tra le righe della rubrica RecenTips recensiamo e facciamo un conciso “riassuntazzo” del “Manuale di guerra psichica”, un trattatello che riteniamo il punto di arrivo, “ideale” per chi si definisce attivista o intraprende un percorso di militanza politica, di una traiettoria che inizia dal plurisecolare “L’arte della guerra” passando per il “Manuale del guerriero della luce”.




UN TRATTATELLO SU GUERRA PSICHICA E CONFLITTO SOCIALE

Il libro è un “trattato informale” dove si trovano alcune istruzioni sulle strategie di combattimento e consigli tattici per le “guerre” –perlopiù in senso lato- ascrivibili allo stesso filone di testi come l’antichissimo “L’arte della guerra” di Sun Tsu: la differenza principale con questi scritti sta nel fatto che non è un “vero e proprio” trattato militare, non insegna a sparare, a intercettare le comunicazioni di una milizia nemica fornendo nozioni di crittografia o ad assaltare fortezze, e nemmeno specifiche tecniche di psywar (guerra psicologica) per seminare il panico in una popolazione avversa, dato che il “campo di battaglia” non è quello militare tout court o delle rivolte “fisiche” contro delle istituzioni (anche se non mancano dei richiami alla guerra vera e propria) ma quello del conflitto sociale in un’ottica di militanza politica, finalizzata principalmente ad azioni di critica e protesta.

Del resto anche lo storico scritto di Sun Tsu (anche se l’attribuzione a un unico autore del testo, risalente a più di venti secoli fa, è “filologicamente” incerta), e alcune delle “verità” che lo contraddistinguono come quella sulla gestione non distruttiva della conflittualità (in parole povere: “il conflitto più vittorioso è quello che si combatte senza combattere, senza impugnare le armi”) ha influenzato fortemente la cultura orientale e non solo, permeando eterogenei ambiti formativi e, di certo, non usato soltanto nelle accademie militari, anche se fornisce dei consigli pratici e generici sulla strategia delle ostilità…

Questo filo conduttore “strategico” è fuso con lo stile ricercato e con i consigli pratici ed etici di un altro “manuale informale”, di cui molti avvertiranno il richiamo sin dalle prime righe, e cioè con il “Manuale del guerriero della luce” di Paulo Coelho. Gli elementi spirituali e cristiani che si trovano nell’opera dello scrittore brasiliano vengono però depurati e sostituiti dai principi morali dell’attivismo politico, spesso con tratti edonistici e leggermente esoterici.

La prospettiva “politico-spirituale” antagonista da cui il “Manuale di Guerra Psichica” osserva il conflitto sociale (e questo altro <<non è che la continuazione della Guerra Psichica con altri mezzi>>) è principalmente quella di una <<guerra delle ombre>>, cioè di un conflitto portato avanti tramite trappole psicologiche, insidie comportamentali e manovre di propaganda: <<quando il nemico non può offendere il vostro corpo nell’ordinamento democratico, offenderà la vostra ombra>> e perciò, incitano gli autori dalla quarta di copertina, <<sarà cosa utile che vi prepariate sin da subito>>!