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11.4.24

“UNA DONNA” DI SIBILLA ALERAMO: IL FEMMINISMO SI AFFACCIA IN ITALIA

UN LIBRO ANCORA ATTUALE

Per la rubrica "Recentips" pubblichiamo la recensione del primo romanzo di Sibilla Aleramo, "Una Donna", a cura di Addolorata Fasano.

Si tratta di un libro parzialmente autobiografico pubblicato per la prima volta quasi centoventi anni fa e che, purtroppo, è ancora attuale: gran parte della nostra società sembra ferma da secoli in quanto a conquiste giuridiche ed etiche sui diritti delle donne (ed è ancora più indietro sui diritti delle persone trans e delle identità non binarie).


Il romanzo è largamente considerato come il primo "manifesto informale" femminista della storia italiana (del "Manifesto di Rivolta femminile", pubblicato nel 1970, ne abbiamo parlato in un altro post). Nonostante il merito di essere stata tra le prime opere a far "affacciare" il pubblico italiano sulle tematiche femministe, è anche criticata da alcun* in quanto ritenuta troppo "commerciale", sapientemente studiata più per ottenere un ampio successo letterario che per portare alla luce una radicale e "scandalosa" denuncia del sistema etero-cis-patriarcale, ai tempi della "prima ondata femminista".


L'indiscusso successo del romanzo le porterà tantissima fama, ma al contempo "oscurerà" altre sue opere narrative, sia nel periodo della parziale compromissione con il fascismo che nel dopoguerra, quando, da giornalista, impiega la sua preziosa penna a favore del Partito Comunista.


foto di Sibilla Aleramo
Immagine di Marta Felicina Faccio, in arte Sibilla Aleramo, nel 1913 (fonte: Wikimedia)




MARTA FELICINA FACCIO, DETTA "RINA": IN ARTE SIBILLA ALERAMO

Nel 1906 in Italia venne pubblicato il romanzo “Una Donna” scritto da Sibilla Aleramo. L’opera fu considerata da subito una sorta di manifesto femminista italiano. Nel corso degli anni l’autrice volle proteggere costantemente quel primo romanzo evitandone modifiche o aggiornamenti.

L’opera è una specie di diario con scene di vita dell’autrice, a tratti romanzato. In alcuni casi ci sono delle omissioni, dei silenzi da interpretare soltanto una volta che si viene a conoscenza della vita della donna.

1.7.23

VERITÀ E GIUSTIZIA PER MARIO PACIOLLA

L’OMICIDIO SPACCIATO GOFFAMENTE COME SUICIDIO

Sullo sfondo il murale di "Humanhero Samuel" non lontano da dove viveva Mario, a Napoli. A destra lo striscione del gruppo "Giustizia per Mario Paciolla"
Sullo sfondo il murale di Luca Carnevale "Humanhero" non lontano da dove viveva Mario, a Napoli. A destra lo striscione del gruppo "Giustizia per Mario Paciolla"

LA PRESSIONE CHE DOBBIAMO APPLICARE PER ARRIVARE ALLA VERITÀ

 

Parliamo di Mario Paciolla chiedendo verità e giustizia: a differenza del caso di Giulio Regeni, dove i “cattivi” sono i servizi segreti legati al regime di Abdel Fattah al-Sisi, nel caso di Paciolla almeno alcuni dei “cattivi” (per negligenza quantomeno, se non per dolo) sono dei funzionari delle Nazioni Unite che hanno ripulito la scena del crimine con la candeggina, avallando l’improponibile tesi del suicidio (che senso avrebbe prenotare un biglietto per ritornare a Napoli e suicidarsi dopo poche ore?!). Anche per questo, probabilmente, l’attenzione mediatica e la conseguente pressione sulle autorità in merito alle vicende dell’attivista, giornalista e funzionario ONU napoletano non sembrano essere sufficienti, e per questo dobbiamo chiedere, con ancora più forza, verità e giustizia per lui e per tutte le vittime della storia italiana, decedute all’estero mentre svolgevano attività giornalistiche e umanitarie, di cui non si conoscono con certezza mandanti e ragioni delle esecuzioni, partendo da Italo Toni e Graziella De Palo nel lontano 1980 fino alla morte del fotoreporter Andy Rocchelli nel 2014, e passando per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin nel 1994...


 

Sullo sfondo un'installazione dedicata a Mario, di cui parliamo nella conclusione di questo post
Sullo sfondo un'installazione dedicata a Mario, di cui parliamo nella conclusione di questo post




CHI ERA MARIO: UN TRASFORMATORE DEL PRESENTE PER UN FUTURO DI GIUSTIZIA SOCIALE

Mario Carmine Paciolla era nato nel 1987 a Napoli, città in cui ha vissuto e studiato: si è laureato nel 2014 in scienze politiche all’Università L’Orientale, conseguendo il titolo di Dottore Magistrale in “Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa”.

Mario Paciolla era un instancabile attivista, un trasformatore del presente per un futuro di giustizia sociale, una persona che voleva capire le ingiustizie di questo pianeta, perché per combatterle bisogna prima conoscerle... E la principale maniera per tendere verso un mondo più giusto consiste nel raccontare quelle ingiustizie. Infatti era anche un giornalista, aveva animato la fanzina universitaria “Levante”, era tra i fondatori della rete Cafè Babel di cui faceva parte anche un altro blog napoletano da lui fondato, L’Europeo Napoletano” (quella sezione del sito è attualmente offline, ma al seguente link trovate tutte le pagine archiviate nell’Internet Archive)e aveva anche scritto sulla prestigiosa rivista “Limes” e su “East West” con lo pseudonimo di “Astolfo Bergman”.