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13.7.23

VERITÀ E GIUSTIZIA PER UGO RUSSO

INIZIA A SETTEMBRE IL PROCESSO PER OMICIDIO PLURIAGGRAVATO A CARICO DEL CARABINIERE

Parliamo di Ugo Russo, la giovane vita che, secondo la ricostruzione dei pubblici ministeri, è stata spezzata da un militare addestrato all’uso di armi con vari colpi d’arma da fuoco, di cui uno fatale che sarebbe stato sparato alle sue spalle, tre anni fa a Napoli. Riteniamo che la questione “burocratica” e mediatica del murales a lui dedicato sia salita alla ribalta delle cronache a discapito delle ricostruzioni delle dinamiche della sua morte, delle sistemiche tragedie sociali alla base della diffusione di reati predatori, ma anche delle misure di “welfare” mafioso che compensano le mancanze statali, nonché del labile confine tra “buoni e cattivi”.

un disegno di Ugo Russo contenuto nel fumetto di Zerocalcare intitolato "Strati", ripreso nell'installazione degli attivisti di Liberi
Nell'immagine un disegno di Ugo Russo contenuto nel fumetto di Zerocalcare intitolato "Strati", ripreso nell'installazione degli attivisti di Liberi


Partiamo quindi dalla ricostruzione di quel funesto evento, per poi concludere con una serie di considerazioni e opinioni, e dopo aver dato nota di una nuova un’installazione-azione degli artisti-attivisti di “Liberi” e di “Free Assange Napoli”, fiduciosi che le verità relative alla tragica fine di un adolescente emergeranno completamente nel processo che partirà a breve, e sperando di aver contribuito nel nostro piccolo a far conoscere meglio la vicenda, dal punto di vista della mera cronaca ma soprattutto da quello sociale. Abbiamo cercato di farlo nel modo più oggettivo possibile e chiariamo da subito che secondo noi in questa orrenda storia non ci sono né santi né mostri, ma esseri umani con cui condividiamo tanti problemi che dobbiamo risolvere insieme, per continuare un percorso di cambiamento sociale e perché fatti del genere non si ripetano più!

 

LA DINAMICA DEGLI EVENTI RICOSTRUITA DALL’ACCUSA

1.7.23

VERITÀ E GIUSTIZIA PER MARIO PACIOLLA

L’OMICIDIO SPACCIATO GOFFAMENTE COME SUICIDIO

Sullo sfondo il murale di "Humanhero Samuel" non lontano da dove viveva Mario, a Napoli. A destra lo striscione del gruppo "Giustizia per Mario Paciolla"
Sullo sfondo il murale di Luca Carnevale "Humanhero" non lontano da dove viveva Mario, a Napoli. A destra lo striscione del gruppo "Giustizia per Mario Paciolla"

LA PRESSIONE CHE DOBBIAMO APPLICARE PER ARRIVARE ALLA VERITÀ

 

Parliamo di Mario Paciolla chiedendo verità e giustizia: a differenza del caso di Giulio Regeni, dove i “cattivi” sono i servizi segreti legati al regime di Abdel Fattah al-Sisi, nel caso di Paciolla almeno alcuni dei “cattivi” (per negligenza quantomeno, se non per dolo) sono dei funzionari delle Nazioni Unite che hanno ripulito la scena del crimine con la candeggina, avallando l’improponibile tesi del suicidio (che senso avrebbe prenotare un biglietto per ritornare a Napoli e suicidarsi dopo poche ore?!). Anche per questo, probabilmente, l’attenzione mediatica e la conseguente pressione sulle autorità in merito alle vicende dell’attivista, giornalista e funzionario ONU napoletano non sembrano essere sufficienti, e per questo dobbiamo chiedere, con ancora più forza, verità e giustizia per lui e per tutte le vittime della storia italiana, decedute all’estero mentre svolgevano attività giornalistiche e umanitarie, di cui non si conoscono con certezza mandanti e ragioni delle esecuzioni, partendo da Italo Toni e Graziella De Palo nel lontano 1980 fino alla morte del fotoreporter Andy Rocchelli nel 2014, e passando per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin nel 1994...


 

Sullo sfondo un'installazione dedicata a Mario, di cui parliamo nella conclusione di questo post
Sullo sfondo un'installazione dedicata a Mario, di cui parliamo nella conclusione di questo post




CHI ERA MARIO: UN TRASFORMATORE DEL PRESENTE PER UN FUTURO DI GIUSTIZIA SOCIALE

Mario Carmine Paciolla era nato nel 1987 a Napoli, città in cui ha vissuto e studiato: si è laureato nel 2014 in scienze politiche all’Università L’Orientale, conseguendo il titolo di Dottore Magistrale in “Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa”.

Mario Paciolla era un instancabile attivista, un trasformatore del presente per un futuro di giustizia sociale, una persona che voleva capire le ingiustizie di questo pianeta, perché per combatterle bisogna prima conoscerle... E la principale maniera per tendere verso un mondo più giusto consiste nel raccontare quelle ingiustizie. Infatti era anche un giornalista, aveva animato la fanzina universitaria “Levante”, era tra i fondatori della rete Cafè Babel di cui faceva parte anche un altro blog napoletano da lui fondato, L’Europeo Napoletano” (quella sezione del sito è attualmente offline, ma al seguente link trovate tutte le pagine archiviate nell’Internet Archive)e aveva anche scritto sulla prestigiosa rivista “Limes” e su “East West” con lo pseudonimo di “Astolfo Bergman”.