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25.4.25

25 Aprile: quest'anno, un anno fa e 80 anni fa.

Le feste servono a ricordare qualcosa... E ad agire di conseguenza!


Ottanta anni fa sono successe cose che devono essere celebrate con enfasi, passione e dolore, come le storie delle partigiane che ci hanno liberato dal Nazi-fascismo, una delle forme più abiette che l'ideologia, la pratica e la mentalità fascista possa prendere.

Bandiera col simbolo dell'antifascismo (due bandiere sovrapposte, una di colore rosso e una nera). Il simbolo è contenuto in due cerchi concentrici, uno bianco e uno nero, da cui partono una ventina di raggi di sole  simmetreci su sfondo verde. Si lecce la scritta "Antifa Enternasyonal". Sullo sfondo dei palazzi, altre bandiera della Palestina, sagome di varie persone e una camionetta della polizia.
Foto di repertorio de "Lo Skietto" dal corteo della Festa della Liberazione a Napoli lo scorso anno.


Ottanta anni fa sono successe cose che possono essere criticate e devono essere analizzate, come le differenze e le contraddizioni nei contesti rivoluzionari. Esempio emblematico di queste criticità è rappresentato dal fatto stesso che <<mica solo i comunisti hanno fatto la Resistenza, c'erano anche non comunisti, anti-comunisti e perfino dei fascisti>>, per citare Rosario Bencivenga, partigiano e "gappista" dell'attacco di Via Rasella. E sotto il fascismo, in senso lato, ci viviamo ancora.


Quel tipo di fascismo, quello dell'olio di ricino, si adattò al nuovo ambiente socio-politico.

Si trasformò burocraticamente, sin dalle origini della Repubblica, quando rientrò nelle forze che detengono il potere politico, legale e militare. In estrema sintesi, quando si “riciclò”, per usare un'espressione comune.

Si trasformò ideologicamente, concependo prima la fondazione dell'MSI, oggi il governo dei suoi legittimi eredi.


Un anno fa, durante la festa della Liberazione dal nazifascismo, la "Brigata Ebraica" lanciò delle bombe carta a chi manifestava per la Palestina. Se le parti fossero state invertite, ancora oggi si parlerebbe di atti compiuti da pericolosi terroristi e antisemiti.

25.4.24

ATTUALIZZARE L'ANTIFASCISMO PERCHÉ IL FASCISMO NON È ANCORA SCONFITTO

CELEBRIAMO LA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO OGNI GIORNO, CON I FATTI

Festeggiamo la liberazione dal nazifascismo con un editoriale che ricorda che il fascismo esiste ancora in diverse forme. Per questo dobbiamo celebrare la Liberazione con le nostre azioni e pratiche quotidiane.


Bandiera col simbolo dell'antifascismo (due bandiere sovrapposte, una di colore rosso e una nera). Il simbolo è contenuto in due cerchi concentrici, uno bianco e uno nero, da cui partono una ventina di raggi di sole  simmetreci su sfondo verde. Si lecce la scritta "Antifa Enternasyonal". Sullo sfondo dei palazzi, altre bandiera della Palestina, sagome di varie persone e una camionetta della polizia.
Foto nell'articolo de "Lo Skietto" dal corteo di Napoli.



FASCISMO, NEOFASCISMO O POSTFASCISMO: DIVERSE EPOCHE, STESSA SOSTANZA

Il fascismo non è mai cessato di esistere: è solo diventato più subdolo. 


Striscione anarchico che recita: L'antifascismo è anticapitalisa. 25 Aprile a fianco del popolo palestinese e di tutti i popoli oppressi. Contro governi stati e poteri. Autogestione, uguaglianza e libertà.


Se lo consideriamo come una delle forme più brutali delle svariate prevaricazioni funzionali all'aristocrazia nazional-capitalista, foriera di guerre, diseguaglianze, schiavitù e ipocrisia, allora potremmo anche sostenere che esiste da diversi secoli, anche se Mussolini fu il primo contemporaneo a sistematizzarlo. Il "modello" fascista fu poi esportato in Germania e fuso con il nazismo. Il nazi-fascismo si è adattato ai tempi e alle leggi, è diventato più subdolo, più guardingo, a volte meno dirompente, ma è sempre lì, come un fuoco sotterraneo e nascosto dalle ceneri, pronto a riattizzarsi.

24.3.24

OTTANT'ANNI DALL'ECCIDIO DELLE FOSSE ARDEATINE

UN ANNO DALLE SPARATE "POST-FASCISTE" DI MELONI E LA RUSSA


Riproponiamo due articoli sull'Eccidio delle Fosse Ardeatine, avvenuto 80 anni fa. Un anno fa la Presidente del Consiglio e il Presidente del Senato provarono a riscrivere la storia con dichiarazioni parziali e fake-news.



I sacelli in fila nel Mausoleo
Il Mausoleo delle Fosse Ardeatine. Immagine di Formkurve92 da Wikimedia rilasciata con licenza Creative Commons


Il 23 Marzo 1944 un gruppo di partigiani comunisti portarono a segno un attacco a un reggimento nazista nel cuore di Roma, in via Rasella, uccidendo 33 soldati tedeschi. Un attacco che verrà riconosciuto come un legittimo atto di guerra, anche se negli anni qualcuno ha provato a distorcere la storia definendolo un atto terroristico.

Per rappresaglia le autorità nazifasciste rastrellarono e uccisero barbaramente almeno 335 persone nelle cave di pozzolana sulla via Ardeatina, dove oggi sorge un mausoleo.

9.4.23

UCCISI PERCHÉ ANTIFASCISTI ED EBREI ITALIANI DA TEDESCHI ED ALTRI ITALIANI NAZIFASCISTI!

LE “FAKE-NEWS” SU VIA RASELLA E LE NARRAZIONI DECONTESTUALIZZATE DELLA RESISTENZA

 

In alto a sinistra e sullo sfondo le immagini del luogo dell'attentato. Al centro in alto e sulla destra l'intervento di Alessandro Barbero al Festival della Mente nel 2017. In basso a sinistra Sallusti alla trasmissione DiMartedì. Al centro una targa commemorativa e di fianco La Russa intervistato da LiberoTv
In alto a sinistra e sullo sfondo le immagini del luogo dell'attentato. Al centro in alto e sulla destra l'intervento di Alessandro Barbero al Festival della Mente nel 2017. In basso a sinistra Sallusti alla trasmissione DiMartedì. Al centro una targa commemorativa e di fianco La Russa intervistato da LiberoTv

LA “SPARATA GROSSISSIMA” DI IGNAZIO BENITO MARIA LARUSSA A DIFESA DELLA SUA PUPILLA, “LEADER E SORELLA”

 

Sopra una targa commemorativa e il momento di un'intervista di Enzo Antonio Cicchino (pubblicata su Erodoto Tv) in cui il Gappista Rosario Bentivenga ricorda che c'erano perfino dei fascisti nella Resistenza. Sotto i risultati delle reazioni alle parole della Meloni immortalati nei risultati di Google e Ignazio La Russa a LibertoTv.


IL “FACT-CHECKING” E IL “DEBUNKING” DELLO STORICO ALESSANDRO BARBERO, E ALCUNE QUESTIONI STORIOGRAFICHE ANCORA APERTE, OLTRE ALLE PIÙ DISPARATE TEORIE COMPLOTTISTE

 

Dopo le dichiarazioni della Presidente del Consiglio e del Presidente del Senato sull’atto di guerriglia più importante in un città europea contro il nazifascismo, ossia l’attacco di via Rasella nel Marzo del’44, e la conseguente rappresaglia dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine, scriviamo un corposo articolo (o uno pseudo-saggio) in cui facciamo il “fact-checking” delle “fake-news” sulle teorie trite e ritrite che identificano i partigiani come criminali assetati di sangue e i nazisti morti nell’attentato come una “banda di poveri semi-pensionati”. Prima di addentrarci nella parte in cui smontiamo queste teorie, con l’ausilio di quanto affermato e dimostrato da anni da diversi storici nonostante alcuni dubbi che restano, parliamo anche delle Resistenze e degli attuali meccanismi mediatici che le raccontano, spesso decontestualizzate dal periodo storico in cui sono state attuate scelte tanto dure quanto necessarie, come quelle di impugnare le armi per difendersi dal mostro del nazi-fascismo.

 

 

LE VITTIME DELL’ECCIDIO DELLE FOSSE ARDEATINE

 



Il 23 Marzo del 1944 diciassette partigiani “gappisti”, e cioè appartenenti ai Gruppi di Azione Patriottica comunisti (le formazioni collegate direttamente al PCI accoglievano circa il 50% dei resistenti armati), portano a segno un’azione di guerriglia contro una colonna tedesca nel centro di Roma, a via Rasella. Muoiono trentatré soldati tedeschi.

Il 24 Marzo del ‘44 i nazifascisti preparano un’azione di rappresaglia, che passerà alla storia come l’Eccidio delle Fosse Ardeatine: giustizieranno 10 italiani per ogni tedesco morto, ma alla fine ne massacreranno 5 in più, 335 in totale, civili e militari, tra i 15 e i 74 anni.

I martiri sono principalmente antifascisti, prigionieri politici, dissidenti e partigiani di tutti gli schieramenti, inclusi quelli cattolici (muore anche un sacerdote), liberali, monarchici e conservatori del Regio Esercito (questi ultimi erano i cosiddetti partigiani “azzurri”, “badogliani” che non facevano parte del CLN, il Comitato di Liberazione Nazionale, ma che combattevano contro il nazifascismo), democratici, “azionisti e, ovviamente, comunisti (non tutti filosovietici), socialisti e anarchici (tre vittime considerate anarchiche secondo Umanità Nova sono anche presenti nella lista dei circa venti “liberi muratori” morti nell’eccidio del Grande Oriente d’Italia), ma anche ebrei (75 erano arrestati per “motivi razziali”), detenuti in attesa di processo e “per motivi di pubblica sicurezza” di cui non si conosce il motivo dell’arresto, uomini rastrellati a caso nei pressi del luogo dell’attentato, persone che avevano salvato ebrei e militari angloamericani o che sostenevano i partigiani (per esempio un giovane di neanche vent’anni fu arrestato con l’accusa di fornire sigarette ai partigiani, altri solo per aver contribuito a diffondere “pubblicazioni clandestine”), e infine sette vittime non ancora identificate.


LE AMBIGUITÁ REVISIONISTE DI GIORGIA MELONI

Il 24 Marzo 2023 Mattarella e alcuni politici nazionali e locali (La Russa, Fontana, Crosetto, Gualtieri e Angelilli) si recano sul luogo dell’eccidio mentre la Presidente Meloni diffonde un messaggio in cui afferma: <<Oggi l'Italia onora le vittime dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Settantanove anni fa 335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell'attacco partigiano di via Rasella. Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani. Spetta a tutti noi - Istituzioni, società civile, scuola e mondo dell'informazione - ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno>>.

Ovviamente, e giustamente, si è scatenato un putiferio: la quasi totalità dei martiri fu selezionata tra prigionieri politici ed ebrei, quindi erano sì italiani ma erano anche antifascisti, fatta eccezione per i pochissimi di cui non si conosceva il motivo della detenzione e di quelli non identificati, e presumibilmente anche almeno alcuni di questi ultimi erano antifascisti (abbiamo fatto una “verifica” visionando e facendo ulteriori ricerche sulle 335 schede sul sito del Mausoleo delle Fosse Ardeatine,  realizzate nei decenni dall’Associazione Nazionale Famiglie Italiani Martiri con la collaborazione di altri enti).