COME SI INSEGNA LA STORIA NELLE SCUOLE ISRAELIANE E IN QUELLE DEI TERRITORI OCCUPATI?!
Per la rubrica "RecenTips" parliamo di un documentario che mostra come viene insegnata la storia dei territori occupati palestinesi e della nascita di Israele nella martoriata terra di Palestina.
Si intitola "This is my land" ("Questa è la mia
terra") e ci offre uno sguardo diretto nel cuore di diverse
istituzioni scolastiche, palestinesi e israeliane.
Fa comprendere
come il trauma della Shoah viene strumentalizzato per costruire una
società militarista che non si pone particolari dubbi etici, eccetto
uno: la sopravvivenza e l'espansione della propria nazione a scapito
di un altro popolo.
Nelle scuole palestinesi si cerca invece di riaffermare la propria identità, negata e oscurata, e di lottare per i propri diritti.
UN'EX SOLDATESSA CHE HA COMINCIATO A PORSI DEI DUBBI
"This is my land" è uscito nel 2015, prodotto in Francia da "Iliade & Films - Saya". In novanta minuti sintetizza l'insegnamento di un anno scolastico della storia della nascita di Israele e dell'occupazione coloniale della Palestina, visto dalla prospettiva di insegnanti e studenti sia palestinesi che israeliani. Autrice e regista è la franco-israeliana Tamara Erde, cresciuta in Israele e soldatessa durante la Seconda Intifada (primi anni duemila).
All'inizio del documentario l'autrice spiega: <<quando ero a scuola non ho mai avuto dubbi o domande sulla storia nazionale che mi veniva insegnata. Ero patriottica e volevo prestare servizio nell'esercito. Non sapevo nulla della storia palestinese o dell'occupazione. Soltanto durante il servizio militare ho cominciato a fare domande e avere dubbi>>.
Ha perciò deciso di osservare e ascoltare studenti e insegnanti, per capire come viene insegnata la storia della terra in cui è nata in sei diversi istituti, in Israele e nei territori palestinesi occupati. Inizialmente aveva contattato una cinquantina di docenti, ma una prima scrematura di quelli che sarebbero stati inclusi nel filmato è subentrata, gioco forza, in seguito alle decisioni delle autorità occupanti. Il ministero dell'istruzione israeliano non le ha concesso di fare riprese all'interno di scuole pubbliche. La censura, come emerge dal filmato, è pervasiva: nei libri di testo la Palestina praticamente non esiste. Anche solo pronunciare la parola "Nakba", lo sfollamento forzato e la pulizia etnica dei palestinesi del 1948, è vietato ai docenti, sanzionato con una multa e il licenziamento, come ha spiegato in un'intervista.
Per questo ha dovuto "ripiegare" scegliendo alcune scuole private. Nel selezionare le classi più adatte al documentario ha privilegiato sia quelle con docenti e discenti più attivi, ma anche quelle in cui si può osservare, quasi sempre molto debolmente, una prospettiva di cambiamento.
SEI ISTITUTI, DIVERSI GRADI DI ISTRUZIONE, LIBERTÀ E INDOTTRINAMENTO
Gli istituti visitati in totale sono sei e i gradi di istruzione vanno dalle elementari al liceo. All'interno di questi si trovano diverse "gradazioni" e suddivisioni di identità arabo-palestinese ed ebrea-israeliana, diversi livelli di ricchezza, e quindi differenze di classe, ma soprattutto diversi gradi e forme di libertà, o di anelito alla libertà: si va dalla legittima istanza di ribellione e resistenza di un popolo oppresso e sotto occupazione militare, alle continue mistificazioni basate sull'interpretazione di un testo sacro per imporre la propria egemonia culturale e materiale su un pezzo di territorio.