LA CAUSA LEGALE INTENTATA DAL SUDAFRICA
Secondo il Sudafrica Israele sta commettendo un genocidio, e per questo lo ha denunciato alla Corte Internazionale di Giustizia: uccisioni di massa, distruzioni calcolate e indiscriminate che hanno reso Gaza invivibile e colpito ogni tipo di infrastruttura a cominciare dagli ospedali, danni psico-fisici ampliati dall’assedio cui era già sottoposta la popolazione (non facendo entrare risorse basilari come acqua e cibo) e attualmente incrementato, sfollamento di persone (anche verso aree definite “sicure” che poi vengono bombardate) e perfino gli ostacoli per impedire le nascite di infanti, con donne incinta che se sopravvivono hanno difficoltà enormi a partorire e con la mancanza di corrente elettrica che fa spegnere le incubatrici, senza la possibilità di poter fornire aiuti alle quasi 200 donne che ogni giorno hanno difficoltà relative alla gravità (dati dell’OMS).
Disegno di Carlos Latuff rilasciato con licenza creative commons |
Sono dunque 4 su 5 i tipi
azioni commesse dalla forza occupante che, secondo il Sudafrica, ricadono nel II articolo della
Convenzione per la prevenzione e repressione del delitto di genocidio,
e basta che anche solo una di queste azioni sia commessa per configurare
“il crimine dei crimini”, che consiste nell’intenzione di distruggere un gruppo
nazionale, etnico, razziale o religioso anche solo in parte.
Ma, secondo il team di legali del Sudafrica, Israele sta fallendo anche nel punire chi lo incita, quando non sono le stesse alte cariche dello stato a farlo direttamente. In questo post ci concentriamo dunque sul linguaggio genocidiario usato nei confini dello stato teocratico israeliano, linguaggio che costituirebbe la prova delle intenzioni genocide che, per l’appunto, precedono le azioni.
Lo facciamo a partire dal dossier presentato dal Sudafrica, dalle argomentazioni esposte nella prima udienza la scorsa settimana (in particolare quelle del legale Tembeka Ngcukaitobi che si è occupato di illustrare le evidenze che dimostrano le intenzioni e le relative dichiarazioni di governanti, militari e società civile) e analizzando anche altre fonti stampa.
Precisiamo che a questo stadio del procedimento non è ancora necessario provare “nel merito” che il crimine di genocidio si sia consumato (eventuali responsabilità individuali dovrebbero essere accertate da un Tribunale ad hoc e dalla Corte Penale Internazionale), ma basta dimostrare che le accuse siano plausibili per fare applicare le misure cautelari e imporre la fine dell’invasione (o perlomeno un suo forte ridimensionamento), un provvedimento che la parte dell’umanità non indifferente allo sterminio chiede a gran voce. Inoltre va specificato anche che, nel momento in cui le misure venissero applicate e Israele non le rispettasse, verrebbe coinvolto il Consiglio di sicurezza ONU.
Le misure per fermare il massacro, inviare più aiuti umanitari e prevenire il compimento del
genocidio verrebbero “allargate” ai paesi alleati di Israele (Italia inclusa). La difesa israeliana ha invece ribaltato le accuse, dicendo che Hamas si è
macchiata di un genocidio e che gli stati che hanno avallato la sua condotta
sono altrettanto responsabili. Di sicuro un genocidio non ne giustifica un
altro, così come la Shoah non giustifica la Nakba del ‘48 (letteralmente “La
Catastrofe”, e cioè lo sfollamento forzato e la pulizia etnica dei palestinesi) e quella del 2023!
Foto originale rilasciata con licenza creative commons. Clicca o "schiaccia" le immagini per vederle in maniera nitida |
IL CRIMINE DEI CRIMINI E LA “PISTOLA FUMANTE”
Il genocidio è “il crimine dei crimini”, l’atto illegale più atroce dal punto di vista umano e dalla prospettiva del diritto penale e internazionale, ed è anche un “processo”, qualcosa che si sviluppa malignamente nel tempo, utilizzando la macchina della propaganda per disumanizzare il gruppo che si vuole colpire e, così facendo, rimuovendo l’empatia nei confronti di propri simili...
Gli intenti sono palesati da una retorica genocida e
dal linguaggio che de-umanizza la popolazione palestinese, un uso linguistico
di termini, metafore e perfino richiami biblici, utilizzo che parte dai massimi vertici
dello stato e arriva agli ultimi soldati sul campo, passando per i membri del
parlamento e per la società civile, che reiterano il linguaggio genocida
rendendo chiare le intenzioni di distruggere una popolazione, di vendicarsi piuttosto che di
difendersi: altro che legittima difesa, secondo chi scrive si sta legittimando
un’offesa senza precedenti, usando come pretesto il terribile eccidio di
Hamas...
Le azioni, secondo il team di legali sudafricani (e anche secondo diversi esperti di diritto internazionale), sono dimostrate dal modo in cui si sta conducendo la guerra: con l’assedio che dura da 16 anni e ora intensificato, privando la popolazione civile (che per il governo israeliano è tutta “terrorista”, bambini inclusi) di tutto il necessario per la sopravvivenza (acqua, cibo, medicine, elettricità); con il bombardamento indiscriminato di qualunque obiettivo, inclusi gli ospedali che dovrebbero essere intoccabili in tempo di guerra, e il cui attacco non è giustificato dalle leggi dei conflitti armati (oltre che da principi etici) neanche se fossero effettivamente usati dai miliziani di Hamas e da altri gruppi armati se non, in via del tutto eccezionale, con delle operazioni “mirate”, proporzionate alle esigenze militari specifiche che devono tenere conto dell’ampiezza dei “danni collaterali” in relazione all’importanza dell’obiettivo militare (non certo operazioni mirate a terrorizzare civili già feriti e perfino a privare di assistenza medica anche i combattenti non civili, o attuate su vaghe presunzioni che non sono supportate da evidenze concrete, come accaduto all’ospedale al-Shifa) e solo dopo che sia possibile e sia stata permessa l’evacuazione di feriti e personale sanitario (e ci sono forti dubbi che ciò sia stato fatto, prendendo come esempio sempre quanto avvenuto al solo ospedale di al-Shifa, esempio richiamato durante il dibattimento dai legali israeliani), e proteggendo comunque chiunque non rispetti l’ordine di evacuazione seguendo il principio di proporzionalità!
Del resto per dimostrare i crimini di guerra,
inclusi quelli di Hamas, servirebbero delle indagini sul campo quanto più
celeri possibili condotte da osservatori indipendenti, ma Israele ha tutto
l’interesse a continuare la brutale e primitiva invasione anche affinché le
prove di molti potenziali crimini svaniscano, e quindi che la proverbiale
“pistola fumante” smetta di “sbuffare”. E del resto il grado di impunità che
negli ultimi decenni è stato garantito a Israele rende comprensibile la
crudeltà e la dozzinalità con cui sta conducendo guerra e relativa propaganda.
LA DE-UMANIZZAZIONE DEI GAZAWI: SONO TUTTI BARBARI TERRORISTI...
Foto originale rilasciata con licenza creative commons |
Per il successo di un progetto coloniale bisogna dipingere la popolazione occupata come diversa dal resto della specie umana: se non fosse considerata sub-umana il meccanismo di “rimozione mentale” delle responsabilità per le atrocità non funzionerebbe, la maggioranza della popolazione occupante finirebbe col mettersi nei panni dei simili soggiogati, e nel caso specifico molti israeliani si renderebbero conto che, purtroppo, la storica oppressione subita dagli ebrei è molto simile a quella che vivono i palestinesi, e arriverebbero a comprendere che tra la Shoah e la Nakba ci sono tanti punti in comune, a partire dalla matrice coloniale europea-occidentale che ha causato e causa ancora inenarrabili sofferenze.
Da quando sono iniziati i bombardamenti che hanno preceduto
l’invasione di terra moltissimi hanno lanciato un tetro avviso, purtroppo in
larga parte ancora inascoltato: l’invasione israeliana non è solo una guerra
contro Hamas, ma contro tutti i palestinesi. Bambini, anziani, donne,
personale sanitario, funzionari delle Nazioni Unite, giornalisti: sono tutti
terroristi, anche solo in potenza, e sono tutti esseri sub-umani da
annientare per garantire la sicurezza del “focolare coloniale sionista”. Sin
dalle prime ore dell’illegittima offesa, il motore della macchina
propagandistica sionista era surriscaldato.
Il 9 Ottobre Yoav Gallant, Ministro della difesa, diceva che
Israele avrebbe imposto un assedio completo a Gaza: niente elettricità, cibo,
acqua, carburante perché <<Israele sta combattendo animali umani>>,
specificando che nessuna restrizione sarebbe stata imposta alla distruzione: <<elimineremo
ogni cosa, raggiungeremo tutti i posti, senza nessun vincolo>>.
L'argomentazione degli "animali umani" da
annientare senza troppi fronzoli è stata ripetuta da un coordinatore
governativo delle attività dell’esercito, Ghassan Alian, che ha detto: <<Hamas
è diventato l'ISIS e i cittadini di Gaza stanno festeggiando, invece di provare
orrore. Gli animali umani saranno trattati come tali (...) Israele
ha imposto un assedio completo a Gaza: niente acqua, niente elettricità.
Volevate l'inferno, avrete l'inferno>>.
Foto originale rilasciata con licenza creative commons |
Lo stesso linguaggio disumanizzante, e che palesa l’intento
della “punizione collettiva”, fa parte anche del repertorio retorico del Capo
dello stato sionista, Isaac Herzog. Oltre ad aver autografato delle bombe da
sganciare ha spiegato: <<l'intera popolazione di Gaza è responsabile. Questa
retorica dei civili non consapevoli e non complici è assolutamente falsa.
Combatteremo fin quando non spezzeremo ciò che non è spezzabile>>. La
dichiarazione, dal punto di vista logico, equivale ad affermare che tutti gli
Israeliani (e addirittura anche tutti gli ebrei) sono responsabili per 75 anni
di colonizzazione della Palestina: fortunatamente non è così, e ci sono perfino sopravvissuti all’Olocausto e rabbini totalmente in opposizione al progetto coloniale. La stessa frase, dal punto di vista legale, equivale a
identificare i civili come un obiettivo militarmente legittimo, e quindi
all’incitare al genocidio.
Foto originale rilasciata con licenza creative commons |
Anche il Ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir,
identifica come “terrorista” l’intera popolazione civile: <<Hamas
e i civili sono responsabili in egual misura (...) quando diciamo
che Hamas dovrebbe essere distrutta bisogna includere anche chi festeggia, chi
supporta, e pure chi regala caramelle: sono tutti terroristi e vanno tutti
annientati>>. Tutti gli abitanti di Gaza devono essere puniti e ricattati per l'attacco di Hamas: <<fin quando Hamas non rilascia gli ostaggi l'unica cosa che deve entrare a Gaza sono tonnellate di esplosivi delle forze aeree e nemmeno un briciolo di aiuti umanitari>>.
La retorica disumanizzante la possiamo leggere nel messaggio
natalizio del premier Benjamin Netanyahu, associata al ritornello della “barbarie contro
civilizzazione”: <<stiamo affrontando dei mostri, mostri
che hanno ucciso bambini davanti i propri genitori... Questa è una battaglia
non solo di Israele contro i barbari, ma una battaglia della civiltà
contro la barbarie>>, e quindi i corpi spappolati di bimbi
palestinesi da tonnellate di esplosivi sono accettabili, sono trucidati durante
una “guerra santa-sionista” in maniera civile da una potenza occupante
“democratica”!
I suoi discorsi, che assomigliano a una tragicomica ed epica
parodia, sono intrisi di fanatismo religioso, esaltano <<la lotta tra
i figli della luce e i figli dell’oscurità, tra l’umanità e la giungla>>
dei “selvaggi” gazawi, per poi precisare: <<non ci fermeremo fino a
quando la nostra missione non sarà completa, fino a quando la luce sovrasterà
l’oscurità, fino a quando il bene sconfiggerà il diavolo assoluto che minaccia
noi e l’intero pianeta>>.
LA GUERRA SANTA-SIONISTA CONTRO I BARBARI TERRORISTI PER “CANCELLARE” GAZA DALLA FACCIA DELLA TERRA
Più “a destra” di Netanyahu e del Likud ci sono partiti e soggetti politici ancora meno “laici” e ancora più fanatici del premier... Tuttavia il fanatismo messianico e i riferimenti biblici tracimano anche dai suoi discorsi e, in particolare, dal riferimento ad Amalek (capo di una tribù avversa al “popolo eletto” che, per ordine di dio e come scritto nella Torah, doveva essere sterminata, inclusi donne, bambini e perfino animali), costituendo un esempio da manuale dell’interpretazione manipolata e feroce dei testi sacri non dissimile da quella degli estremisti islamici, e Netanyahu in diverse occasioni dice e scrive, rivolgendosi ai militari: <<ricordate cosa ha fatto a voi Amalek, dice il nostro testo Sacro. E noi ricordiamo>>. Così incita le truppe e la nazione, mentre i soldati diffondono video in cui cantano canzoni con ritornelli macabri ed esaltati, in cui si scandisce: <<non ci sono civili; eradicheremo il seme di Amalek>>.
Come abbiamo spiegato in un post sul variegato fronte della resistenza palestinese, e sulle strategie di Hamas e di Netanyahu, il supporto di molti dei palestinesi ad Hamas è in realtà "parziale" e "condizionato", e addirittura un sondaggio dimostra che la stragrande maggioranza dei palestinesi sono contrari agli attacchi contro i civili, ma non alla resistenza armata (legittima in punto di diritto contro una forza occupante, e che non può essere delegittimata in toto da un singolo atto illegale, e cioè l'eccidio terribile del 7 Ottobre, compiuto dall’ala armata del movimento nazionalista islamico).
L’imperativo quindi sembra quello di fare di Gaza piazza pulita, invece che di guidare una “legittima” autodifesa. Nissim Vaturi, membro della Knesset (il parlamento israeliano) in un tweet ha scritto: <<abbiamo tutti un obiettivo comune: cancellare la striscia di Gaza dalla faccia della terra>>, un invito accolto da diversi parlamentari che vogliono <<spazzare via, radere al suolo, cancellare e ridurre in macerie>> insieme a tutti gli abitanti Gaza, arrivando a concepire anche l'uso della bomba nucleare, e attuando una <<Nakba che farà passare in secondo piano quella del '48>>. Il riferimento esplicito al lancio di una <<nuova Nakba>> in corso è presente anche in una dichiarazione del Ministro dell’agricoltura, Avi Dichte, e di Ariel Kallner, politico in quota Likud.
Foto originale rilasciata con licenza creative commons |
Il Ministro per gli affari e il patrimonio di Gerusalemme,
Amihai Eliyahu, lo stesso che considera lo sganciare una bomba atomica
su Gaza come un'<<opzione>>, ha anche paragonato i
Gazawi ai nazisti (sminuendo così l'atrocità dell'Olocausto) e ha specificato
che <<Israele deve cercare delle maniere che sono più dolorose
della morte>>, alludendo al massacro attuato non solo con le
bombe, ma anche affamando la popolazione, lasciandola senza medicine e altre
risorse basilari (e ricordiamo che pure l'assedio è un crimine di guerra),
oltre a palesare l’intenzione di cercare vendetta invece che quella di
difendersi. Si è poi compiaciuto, a inizio Novembre, dell'attuale aspetto di
Gaza: <<il nord di Gaza più bello di sempre! Tutto esploso e raso
al suolo, semplicemente un piacere per gli occhi>>.
Foto originale rilasciata con licenza creative commons |
Giora Eiland, ex generale dell’esercito, pochi giorni prima del raid contro l’ospedale al-Shifa (sopra menzionato e richiamato durante l’udienza) auspicava supporto dalla CIA per giustificare <<anche migliaia di corpi di civili>> ammassati lì vicino, cosa poi accaduta: stando a quanto riporta la stampa internazionale l’intelligence nord-americana ha affermato che c’erano sotto l’ospedale alcuni miliziani di Hamas e pochi ostaggi il che, seppure confermato, non giustificherebbe “in punto di diritto” l’ampiezza e la brutalità dell’attacco israeliano, con la propaganda che ha cercato di dimostrare (senza riuscirci) che lì sotto ci sarebbe stato addirittura il comando centrale di Hamas. In altre parole il ridotto obiettivo militare non giustificava la distruzione del principale ospedale di Gaza, le morti nell'attacco e quelle conseguenti per la mancanza di cure: non c'era proporzione tra la "necessità" militare e il danno enorme causato.
L’ex militare e membro di un centro studi per la sicurezza ha anche proposto sui media, con una sfacciataggine inaudita, di incrementare l’assedio tagliando ancora di più acqua ed elettricità, di colpire gli impianti di desalinizzazione dell’acqua di mare, di prevenire ogni forma di assistenza, trasformando Gaza in una zona dove le persone <<non possono vivere>>: <<Israele ha bisogno di creare una crisi umanitaria a Gaza obbligando decine di migliaia di persone, o anche centinaia di migliaia, a cercare rifugio in Egitto e nei paesi del golfo>>, che tradotto significa “sfollamento forzato”, altro crimine. Ovviamente anche secondo lui sono tutti terroristi: <<chi sono le “povere” donne di Gaza? Sono tutte madri, sorelle o mogli degli assassini di Hamas. Sono parte della struttura che supporta l’organizzazione e, se patiscono un disastro umanitario, allora possiamo presumere che alcuni dei combattenti di Hamas e più comandanti di basso rango inizieranno a comprendere che la guerra è futile. La comunità internazionale ci avvisa di una catastrofe umanitarie e di gravi epidemie. Non dobbiamo tirarci indietro, per quanto difficile possa essere. Dopotutto le gravi epidemie nel sud ci faranno avvicinare alla vittoria. È precisamente il collasso civile che farà arrivare la guerra alla conclusione. Quando si dice “o loro o noi”, bisogna capire chi sono “loro”: non solo i miliziani di Hamas con le armi, ma anche gli ufficiali “civili”, incluso chi gestisce ospedali, scuole, e anche l’intera popolazione gazawi che ha supportato entusiasticamente Hamas compiacendosi delle sue atrocità in quei giorni>>. Insomma, di oggettivo in questa dichiarazione c’è solo la strategia di Israele: affamare e far ammalare Gaza per “vincere”, tramite l’assedio (altro crimine di guerra).
Strategia pubblicamente confermata anche dal Ministro delle
infrastrutture e dell’energia, Israel Katz: <<non riceveranno una
goccia d’acqua o una singola batteria fino a quando non lasceranno il mondo
(...) Aiuti umanitari a Gaza? Nessun interruttore della corrente sarà acceso,
nessun idrante aperto e nessun camion di carburante entrerà fino a quando gli
ostaggi israeliani saranno a casa. Umanitarismo per umanitarismo, e nessuno ci
verrà a fare la morale>>. Apriamo una breve parentesi a proposito di
ostaggi e prigionieri: rapire civili per prenderli in ostaggio è un crimine di
guerra, ma non è giusto neanche detenere migliaia di prigionieri (politici e
non) con accuse fabbricate, senza validi processi o senza processo a tempo
indeterminato (si pensi all’istituto della detenzione amministrativa nei
territori occupati), infliggendo torture, e con moltissimi bambini che
rischiano decenni di galera per accuse come quelle del lancio di una pietra
contro un blindato, unico caso al Mondo in cui bimbi sono processati secondo
regole “temporanee” ed “emergenziali” dettate da soldati (anche solo riunirsi
in un numero di persone ristretto può essere vietato e punito con la
reclusione da soldati che scrivono di volta in volta le regole "speciali"), e quindi giudicati da corti militari (mentre per i cittadini
israeliani ci sono tribunali civili, uno dei tanti “sintomi” del sistema di
apartheid). Se avessero liberato i prigionieri politici palestinesi, gli ostaggi israeliani sarebbero
tutti sani e salvi adesso, ma invece Israele continua ad arrestare in maniera
indiscriminata tantissime persone (presumibilmente da utilizzare in scambio di
ostaggi), anche nelle colonie in Cisgiordania dove Hamas praticamente non
esiste...
INCITARE SOLDATI E SOLDATESSE AL GENOCIDIO, CONTINUARE IL LAVAGGIO DEL CERVELLO PER TUTTA LA SOCIETÀ CIVILE
Foto originale rilasciata con licenza creative commons |
La propaganda per incitare i soldati e le soldatesse sul
campo, innalzata a politica ufficiale dello stato teo-cratico ed
etno-cratico, è tanto brutale quanto rozza nel rendere accettabile lo
sterminio dei palestinesi. Altro esempio presentato davanti alla Corte è
quello dell'incoraggiamento del 95enne Ezra Yachin, soldato protagonista della
Nakba del 1948, che incitava le truppe prima dell'invasione via terra, girando in uniforme con un veicolo ufficiale dell'esercito e dichiarando: <<siate trionfanti
e sterminateli. Non lasciate nessuno dietro di voi: cancellate la loro memoria,
cancellate le loro famiglie, le loro madri e i loro bambini. Questi
animali non possono restare in vita. Ogni ebreo con un’arma dovrebbe andare ad
ammazzarli. Se avete un vicino arabo non aspettate: andate a casa sua e
sparategli. Non vogliamo invadere come prima, dobbiamo entrare e
distruggere quello che ci troviamo davanti, distruggere tutte le loro
case una dopo l'altra, con tutta la nostra forza: distruzione completa, entrate
e distruggete. Come vedete stiamo per essere testimoni di cose che non siamo
mai riusciti a sognare. Lasciate sganciare le bombe e cancellateli. Tutte le profezie trasmesse dai profeti si stanno per avverare>>.
E questi inviti vengono accolti, trasformati in video virali
(allegati in calce a questo post) che prendono in giro la morte e la
distruzione di un altro popolo, girati dai "valorosi" difensori
dell'entità statale sionista che si improvvisano influencer tra un raid
e l’altro.
Ma i discorsi d’odio sono purtroppo radicati anche nella
società civile e non solo tra i ranghi militari: Eliyahu Yosian, ex soldato,
ingegnere e studioso di medio-oriente, e quindi membro della società civile
israeliana, ha dichiarato in televisione: <<non ci sono innocenti...
Non c’è popolazione. Ci sono 2,5 milioni di terroristi>>, sono
tutti <<il nemico>> inclusi <<il bambino che va in
prima elementare e la donna incinta (...) non ce ne rendiamo
conto perché vediamo il bambino con una tavoletta di cioccolato e non
comprendiamo che in prima elementare imparerà a usare un Kalashnikov>>.
Forse, ammesso che il bambino impari a usare le armi così presto e diventi
automaticamente “il nemico”, bisognerebbe comprendere che se opprimi una
popolazione con la violenza, per ignoranza e avidità, saranno inevitabili le
reazioni violente...
L’ex parlamentare e calciatore Danny Neumann in un’intervista
ha dichiarato: <<sono tutti terroristi a Gaza, nessuna eccezione,
figli di cani. Devono essere sterminati, tutti uccisi.
Raderemo al suolo Gaza, riducendola in polvere, e l’esercito ripulirà l’area. Poi
cominceremo a ricostruire per noi, principalmente per la nostra sicurezza>>,
la sicurezza di una colonizzazione riuscita, la “soluzione finale” per
sconfiggere dei “terroristi”, non certo gli autoctoni...
David M Weinberg, vicepresidente del centro-studi “Istituto
di Gerusalemme per la strategia e la sicurezza” ha usato una metafora sul “The
Jerusalem Post”, argomentando che bisogna usare il pugno di ferro contro il
popolo illegalmente occupato, invece che porre fine all’occupazione e avviare
una soluzione politica al conflitto, invece che continuare a colonizzare la
Cisgiordania (altro crimine) e così via: <<bisogna tagliare il
prato del giardino, è un lavoro costante e duro. Se non lo fai le erbacce
crescono selvagge e i serpenti iniziano a strisciare nella boscaglia>>.
Si potrebbe ribaltare la metafora spiegandogli che forse i serpenti hanno
infestato la casa di qualcun’altro. Si potrebbe chiedere se “tagliavano
il prato” anche quando pochi anni fa i “serpenti” protestavano pacificamente
durante la Grande Marcia del Ritorno, in un periodo in cui anche i “terroristi” di Hamas sembravano intraprendere la strada della resistenza non violenta, e
intanto venivano massacrati civili dai cecchini posizionati sul “muro” che
circonda quel “prato” incolto: sparare su persone inermi è come tagliare
qualche erbaccia con la cesoia... Adesso lo stanno incendiando il prato, e quel
fuoco rappresenta un pericolo per tutti...
David Azoulai, politico di una cittadina al confine con il Libano, ha dichiarato che Gaza <<dovrebbe essere distrutta e desolata, fungendo da museo come ad Auschwitz, per mostrare le capacità di Israele (...) e la follia delle persone che vivono lì>>. Questa dichiarazione è particolarmente significativa perché il dolore provato per la Shoah viene trasformato in rabbia cieca e diretta verso una popolazione che vive sotto occupazione "ufficiale" da 56 anni ed è colonizzata da 75 anni, colonizzata dai sionisti grazie ai britannici che prima hanno preferito "appaltare" loro la “sicurezza” della Palestina storica (oggi appaltata nell’area dal nuovo impero, quello statunitense), e dalle altre potenze europee che hanno fatto "bancarotta fraudolenta" sulle sofferenze immani subite dagli "ebrei senza terra" facendone pagare il prezzo ai palestinesi.
LA STRATEGIA DELLA DIFESA PER GIUSTIFICARE L’ILLEGITTIMA OFFESA
La strategia della difesa davanti alla Corte si è focalizzata sul dare tutta la colpa ad Hamas, che a sua volta sarebbe colpevole di genocidio (insieme agli stati che avrebbero <<glorificato>>> o <<condonato>> quanto avvenuto il 7 Ottobre), e alle particolari condizioni del campo di battaglia “urbano”, sottolineando che è possibile colpire obiettivi civili per necessità militari, rivendicando che non sono colpiti per finalità di deterrenza e di punizione e che la sola colpa è quella dei miliziani che tengono in ostaggio l’intera popolazione di Gaza usandoli come scudi umani. Israele, potentissimo stato con un’intelligence tra le più tecnologicamente avanzate al Mondo, che testa tecnologie repressive sui palestinesi che poi vengono esportate collaborando con aziende altrettanto potenti, che riesce a compiere operazioni “chirurgiche” come quella in Libano in cui è stato ucciso un comandante di Hamas senza coinvolgere nessun civile, è stato “costretto” a uccidere più di 20mila “scudi umani” con delle “bombe stupide” (e cioè non guidate, a differenza delle cosiddette “bombe intelligenti”), in larga parte bambini!
I
difensori legali sostengono che adesso c’è una “nuova fase” meno intensa della
precedente: che fortuna! Sembrerebbe dunque attenuata la fase in cui si è
bombardato a casaccio, e del resto nella prima settimana dell’operazione “Spada
di ferro” anche Daniel Hagari, responsabile della comunicazione dell’esercito,
dichiarava che lo sganciamento di <<migliaia di tonnellate di bombe>>
era concepito per causare <<il massimo danno>> a scapito
dell’<<accuratezza>>, e quindi della salvaguardia di vite e
infrastrutture... Ricostruire Gaza potrebbe esser un fruttuoso business, per
alcuni...
Israele si starebbe “solo” difendendo da Hamas in maniera <<proporzionata>> ed esercitando il diritto ad attaccarli per riprendersi gli ostaggi (non sono riusciti a liberarne nemmeno uno fino a oggi ma, anzi, ne hanno uccisi tre mentre seminudi sventolavano bandiera bianca, perché scambiati per dei palestinesi).
Il team legale israeliano ha affermato goffamente che Israele sta facendo di tutto per mitigare le perdite civili e facilitare l’ingresso di aiuti umanitari (in palese contrasto con quanto diverse agenzie e personalità dell’ONU affermano da tre mesi), accusando il Sudafrica di presentare una situazione <<distorta>>.
Le
misure cautelari richieste dal Sudafrica priverebbero la potenza nucleare con uno degli eserciti più
finanziati del pianeta dal diritto di difesa, e quindi favorirebbe Hamas e,
secondo loro, costituirebbe un pericoloso precedente che potrebbe essere usato
strumentalmente da altri “terroristi”, mentre lo spregio totale dei civili palestinesi dimostrato non è un pericoloso precedente per nuovi conflitti: se lo ha fatto Israele lo potranno fare tranquillamente anche altri (a patto di essere dalla parte dei "buoni", non certo dei "barbari"). Non gli passa nemmeno per l’anticamera
del cervello che sono una potenza occupante, che commette crimini di guerra e contro
l’umanità da ben prima del settimo giorno di Ottobre dello scorso anno, e che
forse sarebbe giunta l’ora di fermare la colonizzazione avviando una soluzione
politica, ma tanto non ce n’è bisogno perché i loro crimini sono avallati dal
mondo “civile” a guida USA.
Venendo alla questione degli intenti, e quindi alle
dichiarazioni, oltre a enfatizzare quelle in cui i vari governanti dichiarano
di operare secondo il diritto umanitario (cioè le leggi di guerra) e di voler
colpire solo i terroristi, uno degli avvocati ha spiegato che ci sono due
organi centrali coinvolti nell’invasione e che dettano gli ordini per la
conduzione della guerra: la Commissione ministeriale per la sicurezza
nazionale e il Gabinetto di guerra.
Secondo la difesa bisognerebbe dunque comprendere se le
decisioni di questi due organi sono influenzate dalle dichiarazioni dei vari
governanti, e secondo loro non è ovviamente il caso, dato che le
dichiarazioni sopra illustrate sarebbero solo <<citazioni a caso>>,
di personalità non coinvolte direttamente nei processi decisionali specifici. Eppure anche solo il Ministro della difesa fa parte del Gabinetto, ed è ridicolo sostenere che anche le dichiarazioni delle più alte cariche dello stato non possano avere alcuna influenza. I legali hanno presentando una serie di direttive e documenti interni in cui il Primo Ministro
esprime formalmente (ma non nei fatti a quanto pare) la volontà di evitare la
catastrofe umanitaria: evidentemente
nessuno è così folle da ammettere palesemente di voler compiere un genocidio, ma potrebbe essere stupido abbastanza da non riuscire a nasconderlo o semplicemente non curante delle conseguenze. Ed evidentemente la stessa azione legale intentata dal paese che ha sconfitto
l’apartheid sta già fungendo da deterrente, basti pensare che un altro degli
avvocati ha specificato che <<prima del 7 Ottobre entravano in media
70 camion di cibo al giorno, nelle ultime due settimane invece ben 109>> nelle ultime due settimane (ammesso che questo e altri documenti "interni" presentati alla Corte siano validi), ma l’intenzione di denunciare Israele era stata
palesata a Novembre e, già da Ottobre, addirittura il Segretario Guterres si
era recato disperato al valico di Rafah a dire che i camion dovevano entrare
nel più breve tempo possibile... Ma la colpa è sempre tutta di Hamas secondo il
team legale dello stato etno-cratico, dato che il movimento nazionalista
islamico userebbe i camion per far entrare armi e sequestrerebbe le forniture di
cibo. Forse qualche soldato in più poteva essere impiegato per le ispezioni dei camion, e qualcuno in meno per distruggere la gran parte degli edifici di Gaza, ma tanto è tutta colpa di Hamas che si è permessa di attaccare la struttura militare del COGAT (che si occupa di fornire gli aiuti). Israele che manteneva un assedio medioevale da 16 anni, controllando
tutto in quel fazzoletto di terra, dall’acqua potabile ai certificati di nascita, passando per il numero di calorie assegnate a ognuno, non
c’entra niente!
Discorso simile per le IDF, le forze di offesa israeliane,
all’interno delle quali c’è una gerarchia strutturata (come in tutti gli
eserciti) e dunque le eventuali azioni illegali di singoli soldati non possono
essere addebitate ai vertici.
Invece le altre dichiarazioni “pesanti” (per usare un eufemismo) sarebbero solo
momentaneo frutto di <<tormento>> per l’attacco subito,
parte di una <<retorica di guerra>> che non ha alcun valore
legale: sarà che non ha valore legale, ma nei fatti rispecchia la volontà di
soldati e società civile, un “lavaggio del cervello” sociale che purtroppo
genera amari e degenerati frutti.
Si ritorna poi su una delle citazioni di Amalek sottolineando
che Netanyahu aveva anche detto: <<le IDF sono l’esercito con la
morale più alta del Mondo, e fanno di tutto per evitare di far del male a chi
non è coinvolto>>, e meno male!
IL GENOCIDIO IN DIRETTA, LA NOSTRA ASSUEFAZIONE VERSO IL DOLORE ALTRUI E "IL DIRITTO ALLA VENDETTA"
Nonostante la macchina della propaganda, l’uccisione di
giornalisti ostili al regime teocratico-sionista e le condizioni precarie di
chi riesce a inviare immagini dalla Palestina, stiamo assistendo “in
diretta” al genocidio più documentato della storia, ed è anche quello tra
i più sanguinosi negli ultimi decenni anche solo considerando il numero di
vittime: si pensi che nel genocidio "accertato" di Srebrenica nel Luglio del ‘95
furono massacrati più di 8.000 maschi musulmani bosgnacchi (tra
pre-adolescenti, giovani, uomini e anziani), nella persecuzione contro i musulmani rohingya (il processo è ancora in corso, e per il quale la Corte ha richiesto
ufficialmente al Myanmar di attuare misure di prevenzione tre anni fa) sono
morti almeno 25.000 persone a partire dal 2018, mentre a Gaza le
vittime sono circa 25.000 di cui circa 10mila bambini, in poco
più di tre mesi!
Insomma, sostanzialmente i governanti israeliani millantano
di doversi difendersi dal "terrorismo" proveniente da un territorio
occupato da loro stessi illegalmente, attuando a loro volta un "terrorismo
di stato": questo è un concetto davvero curioso di "legittima
difesa"... Non parliamo nemmeno di un "eccesso" di una legittima
difesa, ma di una offesa illegale avallata da gran parte della "civile" comunità internazionale (nordamericana ed europea occidentale)
che sfrutta un orribile eccidio (l'atto di Hamas del 7 Ottobre) come pretesto per
giustificare una "punizione collettiva" da spacciare come "legittima
offesa", esercitando un "diritto alla vendetta". Le dichiarazioni, secondo il team legale sudafricano (e
secondo chi scrive, come sarà chiaro a questo punto) <<sono state
fatte da persone al comando dello Stato. Comunicano una politica statale, ed è
semplice: se le dichiarazioni non mostravano un'intenzione, non sarebbero state
fatte... E l'intento genocida dietro queste dichiarazioni non è ambiguo per
i soldati sul campo di battaglia, e infatti stanno dirigendo le loro azioni e i
loro obiettivi>> in accordo con esse.
Non solo i governanti israeliani hanno fatto loro stessi
dichiarazioni che palesano l'intento genocida, ma ovviamente non hanno fatto
abbastanza (se non nulla) per condannare e prevenire altre dichiarazioni di
questo tenore, cosa che costituisce a sua volta un'altra violazione della convenzione
sul genocidio, convenzione che affonda le origini proprio nel terribile
sterminio degli ebrei senza terra e che oggi viene violata da alcuni dei loro
successori, i quali utilizzano l'inenarrabile massacro nazista, scientificamente
e dettagliatamente pianificato, per giustificare decenni di abusi coloniali e
tre mesi di massacri brutali e primitivi: non stiamo assistendo a
operazioni militari "chirurgiche" per neutralizzare i miliziani di
Hamas con alcune "vittime collaterali" (come Israele sta
cercando di sostenere in maniera imbarazzante solo in questi ultimi giorni), ma
vediamo "in diretta" l'annientamento di un'intera popolazione e
della dignità umana.
E i colleghi giornalisti che non comprendono ciò, insieme al
resto della società, o sono ingenui o sono in malafede... Se i governanti
criminali di Israele resteranno impuniti, per l’ennesima volta, il diritto
internazionale diverrà carta straccia e l’abuso diventerà sempre di più la
norma, il ricorso sproporzionato alla guerra condotta in qualunque maniera
sempre più legittimo: facciamo pressione su chi ci governa (politicamente ed
economicamente) per esigere un cessate il fuoco immediato,
per ricercare verità e giustizia e perché i criminali di guerra, di ambo le
parti, siano messi in condizione di non nuocere più al resto dell’umanità.
Paolo Maria Addabbo
Alleghiamo una serie di video che riportano alcune delle
dichiarazioni menzionate nell’articolo, altri girati dai soldati sul campo e di
semplici cittadini che mostrano un cattivo gusto e un disprezzo della vita
altrui difficile anche solo da concepire, e che è possibile comprendere solo
ragionando sul lavaggio del cervello che purtroppo funziona con molti membri
della società israeliana, e che porta una parte sostanziale di essa a considerare effettivamente
tutti i palestinesi come terroristi e “meno che umani”, con tantissimi
cittadini (e ovviamente i loro rappresentanti) che non possono, non vogliono o
non riescono a comprendere che sono a tutti gli effetti (inclusi quelli legali)
parte di una potenza occupante.
Se avete problemi nella visualizzazione dei video potete vederli direttamente sulle diverse piattaforme dei "social asociali" (gli stessi che purtroppo penalizzano i contenuti in favore della causa palestinese) cliccando sugli appositi link
In questo video (del canale Al Jazeera English) si mostrano diverse clip di un "trend" virale, una moda che imperversa sui social (TikTok in particolare), con degli insulti "divertenti" fatti da semplici "civili incivili" cittadini israeliani (bambini inclusi, il che è esemplificativo di come vengono educati e di come viene fatto loro il lavaggio del cervello), in cui si prendono in giro i palestinesi, rappresentati come animali e terroristi, non curanti delle loro sofferenze ma anzi umiliati per quelle che stanno provando (per esempio si divertono a sprecare acqua ed elettricità, usano il trucco per simulare le loro ferite fisiche, e così via).
In questo post su Instagram si trovano molte delle diverse dichiarazioni (sottotitoli in inglese) sopra menzionate e incluse nel dossier del Sudafrica. Tra le varie c'è anche la voce di una cantante pop che a suon di musica incita le truppe a "finire Gaza"
In questo tweet su "X" si vede un soldato dichiarare che non si faranno intimidire dalle accuse di fronte alla Corte, e poi una denotazione fa crollare un palazzo sullo sfondo, dopo aver detto <<c'è solo una soluzione per la striscia di gaza>>.
Israeli soldiers continue to release videos documenting them casually detonating entire buildings in the Gaza Strip pic.twitter.com/Baok3AcJZ9
— Quds News Network (@QudsNen) January 8, 2024
In questo video (ripubblicato sul canale Youtube di Reuters) dei soldati dissacrano una moschea, inviando messaggi blasfemi col microfono che si usa per diffondere le preghiere
Video (ripubblicato dal canale "Brave New Films") di un soldato israeliano che ironizza sulla mancanza di acqua in una casa devastata con un "tutorial" in cui spiega come defecare senza sciacquone.
Se hai trovato utili i contenuti tra queste pagine virtuali ti chiediamo un grandissimo favore: aiutaci a condividerli e seguici sui "social asociali" (link sotto) oppure boicottali e connettiti con noi tramite il "Fediverso" (dove attualmente siamo presenti con un profilo Mastodon).
Il modello di giornalismo indipendente e sperimentale che portiamo avanti tende a essere penalizzato dagli algoritmi, da chi li programma e dalle logiche di mercato, specialmente quando parliamo del genocidio in corso in Palestina.
Per questo il tuo supporto è fondamentale. Grazie per essere arrivat* fin qui.
Nessun commento:
Posta un commento