25 APRILE TUTTI I GIORNI
Oggi festeggiamo la Liberazione dell’Italia dall’incubo
nazifascista.
Oggi ricordiamo la fine di una dittatura militare brutale
che imprigionava o eliminava chi osava distaccarsi dal pensiero dominante, un
pensiero totalitario e reazionario che ha cominciato ad
affermarsi con il supporto economico e politico dei potentati dei signori
della guerra che finanziavano anche la propaganda dell’ex socialista
Mussolini, con l'appoggio degli imprenditori disonesti e corrotti che si opponevano
all’auto-organizzazione di operai e contadini fornendo armi e denaro alle squadracce
nere, composte per lo più da militari avidi di ferocia e guerra oltre che
da chi si era lasciato corrompere con il denaro o con la forza. Le brigate fasciste con la
complicità delle autorità del regno distruggevano e saccheggiavano i luoghi
dove c’era chi, da subito, si opponeva alla logica del sopruso, cercando di
costruire un modello sociale alternativo, più egualitario e sincero.
Oggi ricordiamo chi ha sacrificato la sua vita per farci
conquistare dei basilari diritti umani che qualcuno purtroppo mette
ancora in discussione, a cominciare dall’uguaglianza formale e sostanziale di tutti gli
appartenenti all’unica razza umana, pur nel rispetto delle differenze dei
gruppi e dei singoli.
Ma oggi ricordiamo anche chi ha supportato il fascismo e
il nazismo, chi non si è opposto, chi è rimasto indifferente,
macchiando indelebilmente la storia di questo pezzo di pianeta che si chiama
Italia, inquinando così anche la morale dell’intera umanità.
Per questo oggi dobbiamo ragionare su quei partiti definibili
come neo-fascisti e/o post-fascisti, e dunque di chi si pone in una
stretta correlazione con il fascismo senza rinnegarlo, o di chi ne ha raccolto
l’eredità rinnegandolo solo in parte o in maniera ambigua.

Meloni
e i suoi alleati di governo oggi dicono che la destra in parlamento è incompatibile con il fascismo, ammettendo che ha calpestato i valori
democratici. Al contempo quegli stessi governanti attuano delle politiche che
mettono quei valori in serio pericolo, usando una retorica nazionalista e
conservatrice, seppure attenuata da quando sono entrati in parlamento per ovvie
ragioni di convenienza politica, che non può non essere identificata come la
pesante eredità del “ducetto” appeso a testa in giù dallo stesso popolo che
poco prima lo glorificava: il problema non è solo chi va a governare, ma
anche chi appoggia e chi vota (molto pochi, il che dice molto della
legittimità e della decadenza del modello di democrazia liberale-liberista)
quelle persone che vanno a governare.
Per questo non dobbiamo smettere di essere vigili, di
studiare il passato e il presente per pianificare un migliore futuro, e per
questo celebriamo la ricorrenza della Liberazione riproponendo tre post in cui
parliamo delle dichiarazioni revisioniste rilasciate in queste ultime settimane
da parte di chi vorrebbe riscrivere la Storia, fornendone una versione
drammaticamente semplicistica, edulcorata e pretestuosa.
Non abbiamo la presunzione di detenere la e le Verità, ma le
dichiarazioni di parlamentari ed esponenti del governo più a destra di sempre
dell’età repubblicana, rilasciate in questi ultimi giorni, rasentano il
ridicolo e costituiscono un limpido esempio di un revisionismo “velato” e
ambiguo, essendo propagandato da chi ha giurato formalmente su una
Costituzione Antifascista ma che al contempo non vuole, non
riesce o non può fare i conti con il suo passato da parvenu di movimenti
neofascisti/postfascisti, più che “underdog” della politica, saliti al potere
soprattutto grazie alla mancanza di una vera sinistra che fa gli
interessi delle classi popolari, oltre che di una sinistra troppo divisa se
non addirittura settaria.