In queste ore la legge di bilancio è arrivata in parlamento, e due degli argomenti più discussi della manovra finanziaria sono le tasse sulle mance e il limite per i pagamenti con il POS alzato a 60 Euro, soglia entro la quale i commercianti potranno rifiutare di accettare la carta. C'è poi un terzo provvedimento "fuoriuscito" dal decreto aiuti e confluito nella manovra, quello del tetto per le transazioni con il contante fino a 5 mila euro (inizialmente proposto a 10 mila).
Molti
pensano che queste misure servano anche (se non soprattutto) a
nascondere il “nero”, riciclare il denaro sporco e a non pagare le tasse e a rendere ancora più precari i
lavoratori. Dopo aver spiegato i motivi di queste preoccupazioni, nella
conclusione, sfioriamo il tema dell’evasione “di necessità” e presentiamo
alcune proposte concrete che un governo dovrebbe adottare se davvero dichiara
di essere dalla parte dei più deboli.
LA TASSAZIONE SULLE MANCE E LA RECENTE SENTENZA DELLA CASSAZIONE: NON È VERO CHE SOLO IN ITALIA SONO TASSATE COME HA DETTO LA SANTANCHE'!
La Ministra del Turismo Daniela Santanchè ha annunciato che verranno ridotte al 5% le tasse sulle mance, precedentemente assoggettate all’IRPEF, e ha anche affermato che l’Italia è <<l’unico paese in cui le mance sono tassate>>. Dopo un brevissimo fact-checking possiamo affermare che è falso: digitando la frase, in inglese, “le mance sono da tassare?” il primo risultato è quello del sito del governo britannico, dove si dice che ogni mancia è soggetta a tasse, e in alcuni casi -come quando c’è una voce specifica sullo scontrino del conto- vengono dichiarate “in automatico”.
Prima di entrare nel merito della questione facciamo un passo indietro di circa un anno: a Ottobre 2021 la Cassazione ha affermato in una sentenza che le mance rientrano nel reddito da lavoro dipendente: la decisione degli “ermellini”, che interpreta in maniera estensiva il Testo Unico sul lavoro, arrivava dopo che un dipendente di un hotel di lusso, un portiere, aveva depositato circa 80 mila euro sul suo conto. Questo è ovviamente un caso molto particolare dato che la maggioranza delle elargizioni dei clienti di ristoranti e altri esercizi è di modesta quantità, e si presume che difficilmente queste “regalie” in contanti saranno dichiarate dai lavoratori. Il discorso potrebbe essere diverso se, come accade in altri paesi, le mance vengono pagate con la carta di credito e contrassegnate nella ricevuta con la parola “tips” (mance in inglese per l’appunto) o comunque con una voce specifica.