Esami infiniti




Esami infiniti
è la rubrica di questo sito dedicata all'"apprendimento" in senso lato: al suo interno troverete contenuti di saggistica più o meno informale, commenti sul mondo della scuola e della pedagogia, contributi su materie e temi trattati nelle scuole di diverso grado, articoli scritta da discenti e insegnanti (è sempre netto il confine tra le due figure?!)... Il titolo richiama il detto "gli esami non finiscono mai": c'è sempre da imparare e bisogna mettersi sempre in discussione!





Di seguito trovate la prima “puntata” di una tesi in storia contemporanea, lavoro conclusivo del mio percorso accademico in cui ho conseguito il titolo di Dottore magistrale in Editoria e Scrittura. Questo “lavoraccio”, pubblicato un anno fa e intitolato "L'editoria libertaria italiana: dalla frammentazione della galassia anarchica all'omologazione insurrezionale", si è rivelato cruciale anche per la definizione della mia coscienza politica... In questo primo capitolo troverete una breve storia del movimento anarchico italiano, fusa insieme a uno stringato schema di alcune tappe della storia editoriale italiana e a delle nozioni e considerazioni sul terrorismo e sull’uso della violenza come strumento politico… Ho deciso di dare una certa attenzione a quest’ultimo argomento per la peculiare rilevanza che assume nel contesto “anarchico” (no, anarchia non vuol dire semplicemente caos e violenza se ve lo state chiedendo… anche per questo vi consiglio di proseguire nella lettura e, se vorrete approfondire, di prendere nota dei testi che trovate nella bibliografia).

Buona lettura, grazie per l’attenzione(il testo integrale della tesi lo trovate tramite questo link)! Ps.:non vi risparmiate nei commenti, anche se siete “ravacholisti incalliti” o “tolstoiani fruttariani” e mi insultate, purché diciate qualcosa di costruttivo, grazie!!!





Spesso si dice che, talvolta,  “scopiazzare” non è del tutto deleterio per uno studente: ciò si verifica quando l’atto del copiare presuppone delle conoscenze e non si concretizza in una pura trascrizione… In questi casi si dice: “bisogna anche saper copiare”… Infatti, non sapendo copiare o facendolo in maniera pedissequa, si potrebbe anche essere facilmente scoperti!

Ho saputo per caso che alcuni studenti riescono a svolgere alcuni compiti assegnati da fare a casa, come problemi di matematica per esempio, copiandoli integralmente da alcuni siti... Inizialmente sono rimasta basita...


CONTINUA ... ... ... ...







Questa breve ma estenuante ricerca, concepita originariamente come appendice di un articolo di fact-checking (#ChekkailFattone puntata 1), è inclusa anche in questa categoria in quanto rappresenta un esempio di filologia applicata ai testi online, come articoli di giornale. Fa luce su alcuni dei processi “dietro le quinte” della creazione di notizie e di contenuti scritti usati per fare marketing. Inoltre fa capire come i meccanismi usati dai filologi per ricostruire testi antichi possono tornare utili nell’era del web! È quindi una metanotizia che aiuta a capire fenomeni come quelli del plagio, del content syndication, del ghostwriting, dell’overloading informativo, del diritto d’autore, delle tattiche e degli strumenti da usare per fare ricerche più approfondite sui motori di ricerca.




La scienza e l’infinito

Il post che segue è stato scritto molti anni fa da un professore di matematica, 

quando la parola “post” ancora non diceva nulla ai più. 

Nasce dal suo “tormento” sull’impossibilità umana di comprendere le ragioni prime e 

ultime dell’esistenza, ed esprime il concetto secondo cui si può “razionalmente” tendere 

sempre di più (e infinitamente) verso “la Verità” senza però raggiungerla: il “sentimento” 

è uno strumento che potrebbe penetrare la radice intima delle cose, mentre il “razionale” 

(semanticamente, ma forse non logicamente opposto) sembra gettare luce solo sulla loro 

superficie.









La percezione dell’infinito è cosa antica nel sentire degli uomini. Per il poeta è sensazione 

vaga e indefinita che suscita l’immaginazione e fa subentrare il fantastico al reale. 

Per l’uomo di scienza è felice intuizione di ciò che non ha limiti di numero, di spazio e di tempo, 

che si palesa alla mente nella difficile e faticosa impresa della conoscenza degli intimi segreti 

dell’universo.

Lasciamo immaginare al poeta <<gli spazi interminabili e i sovrumani silenzi>> per dire qui,

 quando e come il pensiero, percorrendo gli ardui sentieri della scienza, riesce a captare l’infinito.

CONTINUA ... ... ... ... 




21.6.22

Banchetto con pubblicazioni anarchiche

(immagine tratta dal sito malacoda.noblogs.org)

L’editoria anarchica in Italia: 

case editrici tradizionali e 

sigle editoriali informali


Per la rubrica di 

EsamiInfiniti” 

oggi parliamo di case 

editrici “anarchiche”,

ovvero delle sigle editoriali della 

galassia “libertarianeggiante”

In un precedente post di post di questa rubrica era stato 

pubblicato il primo 

capitolo di una tesi sull’ editoria libertaria italiana

si presentava un’iper-concisa 

storia del movimento anarchico in Italia intrecciata a 

uno stringatissimo viaggio

 in quella del panorama editoriale italiano; vi si trovano 

anche delle nozioni molto

 basilari su terrorismo e uso politico della violenza 

(uso contestualizzato anche 

rispetto all’anarchismo e considerando che gran parte della 

“galassia anarchica”

 si configura, almeno sul versante delle pubblicazioni, 

in maniera “insurrezionale”).

Nel secondo capitolo della tesi, proposto in questo post,

 si tratta dei vari “editori

, formali o meno, e più o meno autoprodotti, a partire dalla fine dell’800: queste

 pubblicazioni possono essere definite “di nicchia” e sono 

all’interno di un’altra 

nicchia, quella delle autoproduzioni “pure” e degli editori 

semi-independenti 

che pubblicano “poco” dal punto di vista quantitativo…

Prossimamente si pubblicheranno altri due capitoli della tesi,

 che si occupano 

rispettivamente dei periodici cartacei e delle pubblicazioni 

online.

CONTINUA ... ... ... ... 




3.8.22

L'editoria anarchica in Italia: i periodici


Per la rubrica "Esami Infiniti" di questa prima rovente settimana d'agosto 2022, pubblichiamo il terzo capitolo

 (e terza “puntata scritta”) di una tesi di laurea sull’editoria anarchica e libertaria in Italia.

Nella prima puntata si presentava un’iper-concisa storia del movimento anarchico in Italia intrecciata a uno 

stringatissimo viaggio in quella del panorama editoriale italiano; vi si trovano anche delle nozioni molto 

basilari su terrorismo e sull’uso politico della violenza (contestualizzato rispetto all’anarchismo e 

considerando che gran parte della “galassia anarchica” si configura, almeno sul versante delle pubblicazioni, 

in maniera “insurrezionale”).

Nella seconda si trattava delle case editrici e dei vari “editori, formali o meno, e più o meno autoprodotti,

 a partire dalla fine dell’800: queste pubblicazioni possono essere definite “di nicchia” e sono all’interno di 

un’altra nicchia, quella delle autorpoduzioni “pure” e degli editori semi-independenti che pubblicano “poco” dal punto di vista quantitativo…

Oggi ci occupiamo dei periodici cartacei, ma non mancano riferimenti alla storia del movimento anarchico, 

alle tensioni all’interno del mondo antagonista e alle diverse declinazioni dell’idea libertaria: partendo dal

 settimanale fondato da Errico Malatesta, “Umanità Nova”, si arriverà alle zine” del principale riferimento 

umano della galassia insurrezionale, Alfredo Maria Bonanno. Suo predecessore, dal punto di vista della 

cosiddetta “propaganda del fatto” oltre che editoriale, è stato sicuramente Luigi Galleani con la sua 

“Cronaca Sovversiva”. Insieme alle sue colonne veniva pubblicato un opuscolo, dal titolo “La salute è in voi”: 

altro non era che un manuale per confezionare “polpette anarchiche”, pietanze metaforiche farcite di reali

 esplosivi. Un refuso, poi corretto, consistente nella sostituzione del carattere “i” con quello della “l”, sarebbe

 anche costato la morte di diversi attentatori o il non funzionamento degli ordigni... Il titolo si ritrova anche

nella frase conclusiva del testamento di Sacco e Vanzetti, i due noti italiani detenuti ingiustamente per sette

 anni prima di essere condannati a morte in un processo farsa, a seguito di un arresto il cui vero obiettivo 

sarebbe stato Mario Buda, sospettato di essere un infiltrato. Le ultime parole scritte del calzolaio pugliese 

e del pescivendolo piemontese ci restituiscono la loro dimensione e militanza politica, lontana da quella 

“agiografica”… E vicina all’insurrezionalismo! La loro morte ingiusta (e tale sarebbe stata anche se

 loro fossero stati colpevoli della rapina di cui venivano accusati) continua a generare una rabbia,

 un sentimento provocato anche dalla morte di altri due militanti (ufficialmente per suicidio in carcere

molto più vicini a noi dal punto di vista cronologico: Maria Soledad Rosas ed Edoardo Massari, 

detti “Sole e Baleno”.


CONTINUA ... ... ... ...




7.8.22









L’editoria anarchica italiana: piattaforme online e siti libertari e 

autogestiti

 Pubblichiamo oggi, per la rubrica Esami Infiniti, il quarto capitolo di una 

tesi di laurea dal titolo “L’editoria libertaria italiana: dalla frammentazione della 

galassia anarchica all’omologazione insurrezionale”. Il richiamo a una 

certa 

uniformità dei contenuti delle frange più rabbiose, 

antiorganizzatrici, 

nichiliste e violente della galassia anarchica è strettamente 

connesso a una 

serie di contenuti (a volte “copiati e incollati”, tradotti o riprodotti 

secondo logiche 

di content syndication) presenti online.

Questo penultimo capitolo contiene un lavoro di ricerca e catalogazione

 online 

delle infrastrutture web e dei siti online dell’universo libertario. Questa 

“bozza” 

di catalogazione è ferma al Marzo del 2021, e quindi è potenzialmente arricchibile 

anche grazie alle vostre preziose segnalazioni: non è un caso che questa 

testata/zina vuole abbattere il confine tra "produttori/trici" e 

"consumatori/trici" 

di contenuti (su come farlo più nello specifico se ne parla ne

post di presentazione del progetto, che è anche un saggio breve 

informale su 

autoproduzioni e media alternativi) e per questo l'aiuto della collettività 

è 

fondamentale!

Nella prima parte di questo capitolo si parla delle piattaforme 

anarchiche e 

autogestite online: partendo dal collettivo “Autistici e Inventati” 

si fanno delle

 considerazioni su possibili risvolti negativi degli strumenti a tutela 

della privacy 

online. 

Si passa poi a parlare di ECN (European Counter Network), 

il primo provider 

“antagonista” europeo, di Indymedia (noto media center), 

di Anarcopedia 

(una Wikipedia anarchica) e di altri esperimenti simili, di Ainfos 

(agenzia stampa anarchica) e di Rivoluzione Anarchica 

(un aggregatore di notizie automatizzato). 

Nella terza parte del capitolo si parla dei siti dedicati all’ambito 

insurrezionale 

e prodotti specificamente da questo ambiente: l’ultima sezione 

(paragrafo 4,3,4)

 è dedicata a quelli che ho definito di “propaganda non spicciola” 

perché si 

distaccano, contenutisticamente, dall’omologazione richiamata nel 

titolo della tesi.

 Infine, per concludere la parte di ricerca, c’è una sitografia con 

altri siti web così

 divisa: nella prima parte ci sono i siti web propriamente 

“insurrezionali”,

 poi quella che contiene siti di soggetti politici “definiti” 

(come associazioni e collettivi), 

quella dei comunisti anarchici e dei sindacati di base e libertari, 

quella dedicata ad altri singoli e collettivi e, infine, quella degli 

anarcocapitalisti 

(di cui si parla più nello specifico nel capitolo conclusivo che sarà 

pubblicato a 

breve).

CONTINUA ... ... ... ...




23.12.22

L’EDITORIA ANARCHICA E LIBERTARIA IN ITALIA

DAGLI ANARCO-CAPITALISTI ALL’UTOPIA LIBERTARIA E DEMOCRATICA

Per la rubrica Esami Infiniti pubblichiamo la parte conclusiva di una tesi dedicata all’editoria anarchica e 

libertaria in Italia, intitolata per l’appunto: 

L’editoria libertaria italiana: dalla frammentazione della galassia anarchica 

all’omologazione insurrezionale”.













Nella prima parte di questo quinto capitolo si parla di quello che molti (incluso chi scrive) considerano 

un “corpo esterno” nel mondo libertario: ci riferiamo agli pseudo-libertari definibili “anarchici di destra” 

(anarco-capitalisti, libertariani, anarco-fascisti) italiani; nel paragrafo successivo si trova una stringata 

rassegna di produzioni mediali –diverse da quelle “a stampa” cartacee e digitali- concernenti l’anarchismo 

italiano, oltre a un cenno brevissimo al mondo dei “fediversi”, sicuramente più decentrati 

(se non anche libertari) dei principali social-network; nel terzo è ultimo paragrafo si 

trovano delle considerazioni personali sulla “continuità” tra democrazia in senso lato 

(e pure in senso “liberale” più ristretto) e anarchismo, espresse seguendo la logica che è anche parte della 

linea editoriale di FanRivista, che prevede il manifestare le convinzioni di chi scrive e così facendo 

(e cioè "schierandosi") anelare all’obiettività essendo più “trasparenti” verso chi legge.

 

NELLE PRECEDENTI “PUNTATE”, OSSIA NEI QUATTRO CAPITOLI PRECEDENTI DELLA TESI, SI ERA PARLATO DI:

1) Anarchismo, terrorismo e storia del movimento anarchico in Italia, connessa a quella "mediatica"

2) Case editrici “libertarianeggianti” più tradizionali e più informali

3) Periodici, aperiodici storici e “zine” contemporane (in questo capitolo abbiamo parlato anche 

di Sacco e Vanzetti, a cui abbiamo dedicato anche un ricordo “non agiografico” nell’anniversario 

della loro barbara esecuzione)

4) Piattaforme online e siti libertari autogestiti. Il capitolo è corredato da una sitografia che, 

per ovvie ragioni, non è esaustiva e potenzialmente aggiornabile ma che può rappresentare 

un punto di partenza per chi volesse cominciare a “mappare” le produzioni online anarchicheggianti, 

in continuità cronologica e storiografica con un “lavoraccio” affine iniziato da Leonardo Bettini, 

che censì svariati periodici e numeri unici (di questo lavoro se ne parla ovviamente nel capitolo precedente).

5) Conclusione
5.1) Il partito dei Radicali e la “vera destra” libertariana

In questa tesi si è fatto riferimento, partendo dalle tripartizioni proposte da Sacchetti, a un’ipotetica “sinistra” e alla rispettiva “destra culturale” del movimento anarchico. In realtà esistono dei libertari che si definiscono “di destra” nel senso propriamente detto, da quelli che credono in un mercato assolutamente libero che si regola da sé e che la totale deregulation sia in grado di normare anche i rapporti tra gli individui, fino a chi si dichiara anarco-fascista o anarco-nazionalista[1]. Come si sarà notato leggendo la parte di questa tesi dedicata al web, il resto del movimento anarchico tendenzialmente non considera tali i libertari “di destra”, definendoli “pseudo-anarchici”. Comunque, prima di avviarmi alla conclusione di questo elaborato che si sforza di descrivere e mappare tutte le componenti editoriali libertarie e anarchiche (componenti anche “ipotetiche” dal punto di vista teorico secondo alcuni), ho ritenuto necessario menzionarli.

Espressioni editoriali della corrente “anarco-capitalista” sono le case editrici “Liberilibri” (maceratese e guidata da Aldo Canovari e Carlo Cingolani) e “Leonado Facco Editore” (ex leghista, fondatore delle riviste “Il Miglio Verde” ed “Enclave” e del “Movimento Libertario”). La rivista “capostipite” del movimento in Italia è stata “Claustrofobia”, pubblicata tra il 1978 e il 1979.

Un altro soggetto politico considerato “sedicente libertario”[2] è il Partito Radicale, che avrebbe anche <<sdoganato, nel linguaggio comune della politica, il termine “libertario”>>[3]. Oltre alla nota “Radio radicale” è da ricordare anche la vicenda di “Stampa Alternativa” di Marcello Baraghini, noto soprattutto per il fenomeno editoriale dei “Millelire”[4].

5.2) Dagli archivi a “Mastodon” passando per documentari e fogli volanti


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