Pagine

ALTRE CATEGORIE DI ARTICOLI

22.3.22

Quando “copiare” i compiti è sano: per una didattica dinamica e uno scopiazzare “attivo”…

In questo post alcune riflessioni e proposte di una docente in pensione sullatto di copiare i compiti assegnati a casa.

Copertina di un libro con scritto: "copia riservata al docente" e poi, a penna: "e allo studente responsabile". Nella copertina si trovano disegnati: la copertina di un libro con scritto "temi svolti triti e ritriti"; su un altro libro". "bigné...ami"; su un quaderno: "appunti di mio nonno con esercizi del libro della prof; sullo schermo di un pc si legge: "www.squola.bet transcribere, transribere post mortem quid valere?".  Sotto tre frasi: 1) "i voti e gli esami più importanti sono quelli della vita...!; 2) "Copiate responsabilmente"; 3) Digital divide = social divide. Ci sono poi un simbolo della pace e due simboli di Fanrivista: il grimaldello dell'autogestione e il cervello


Spesso si dice che, talvolta,  “scopiazzare” non è del tutto deleterio per uno studente: ciò si verifica quando l’atto del copiare presuppone delle conoscenze e non si concretizza in una pura trascrizione… In questi casi si dice: “bisogna anche saper copiare”… Infatti, non sapendo copiare o facendolo in maniera pedissequa, si potrebbe anche essere facilmente scoperti!

Ho saputo per caso che alcuni studenti riescono a svolgere alcuni compiti assegnati da fare a casa, come problemi di matematica per esempio, copiandoli integralmente da alcuni siti... Inizialmente sono rimasta basita... Mio figlio, millennial (specifichiamo che i millenial sono quelli nati tra la fine degli anni ‘80 e i primi anni ‘90), un po’ meno, spiegandomi che già prima dell’avvento dei moderni smartphone si potevano richiedere, via sms, versioni di latino, risoluzioni di problemi e quant’altro.

Dopo un primo momento di stupore e una sensazione di tradimento, da docente in pensione, ho fatto questa considerazione: ben venga che le risoluzioni e le risposte a quesiti e domande siano copiate e, magari, addirittura fornite in alcuni casi, così da poter innescare un nuovo modo di insegnare…

Mi spiego meglio: da un po' di tempo si nota che alcuni discenti, a causa di questa pandemia, ma anche a causa di un calo dell’ amore per la cultura da parte loro, intrappolati da tante distrazioni per attività frivole e vuote, incontrano grosse difficoltà nel lavoro di riepilogo e ripensamento a casa... E allora ecco la “novità”: lasciamo la libertà responsabile ai ragazzi di “copiare” i compiti (quelli a casa ovviamente) fornendogli pure in anticipo le soluzioni, e incentiviamo i docenti a spaziare in argomenti e contenuti trattati durante le verifiche in classe dei compiti svolti a casa, favorendo una strategia pedagogica che responsabilizzi gli studenti e al contempo disincentivi le “furberie”... Ovviamente c’è anche il bisogno di fornire più risorse alla scuola e ai docenti, già stracarichi di lavoro, che si troverebbero a dover elaborare nuove verifiche a parte, diverse da quelle già assegnate.

Così facendo chi non trova particolare difficoltà nello svolgimento del compito potrà controllare, prima dell’arrivo in classe, che ha fatto un buon lavoro e prepararsi al meglio su quesiti simili, mentre chi incontra particolari impedimenti, guardando le soluzioni, avrà maggiori possibilità di comprendere i suoi limiti ed errori, e avrà anche le idee più chiare sulle sue peculiari difficoltà da sottoporre ai docenti… I ragazzi capiranno subito che “copiare” (in senso ortodosso) i compiti a casa serve a ben poco e che lo dovranno fare solo se sono in serie difficoltà dopo aver approfondito gli argomenti da imparare Inoltre i docenti non ristagneranno nei loro insegnamenti.

Incredibile a dirsi: ci sono dei colleghi che per anni si “affezionano” ai loro unici libri di testo facendo e rifacendo svolgere ai nuovi alunni sempre gli stessi compiti e dando la possibilità di scopiazzare lo svolgimento dai vecchi quaderni tramandati da parenti o amici che hanno avuto gli stessi insegnanti. Alcuni rifiutano l’aggiornamento professionale, tendendo a non cambiare anche i libri di testo più datati con quelli contenenti contenuti aggiornati e didatticamente più validi e al passo coi tempi.

Far “copiare responsabilmente” è una tattica a mio dire utile per aprire nuovi orizzonti formativi in una scuola che sia più “attiva”, partecipata e dispensatrice di una cultura aperta a tutti, indipendentemente dalle classi sociali a cui si appartiene e dalle proprie condizioni economiche, e quindi dalla possibilità di accedere a servizi online a pagamento o a lezioni private… Oltre che all’ambiente culturale (mio figlio preferisce dire “condizioni materiali” o “socio-economiche”) che, tendenzialmente, favorisce lo studio dei più abbienti... Ovviamente, a proposito dell’accesso a internet e alle varie tecnologie più recenti, le considerazioni fatte valgono nei casi migliori: ai miei tempi non c’erano il web e nemmeno gli sms, ma ancora oggi molti studenti, anche in paesi “ricchi” e industrializzati come l’Italia non hanno accesso a internet, non hanno un Personal Computer (problema emerso in maniera preponderante durante la pandemia, quando avere gingilli informatici significava avere la possibilità di studiare e seguire le lezioni)… Questo fenomeno, dice il mio figlio millennial, si chiama digital divide!

 

La Boomer Matematica

Nessun commento:

Posta un commento