La verifica di fonti e informazioni e il controllo delle notizie sono (o dovrebbero essere) un qualcosa di connaturato e "automatico" nel giornalismo (e anche in altri campi del sapere e della divulgazione come la ricerca storica o quella investigativa): in un'era in cui le fakenews e gli errori nel riportare fatti e dati vengono moltiplicati esponenzialmente dai contemporanei mezzi di comunicazione, con l'ostacolo aggiuntivo dell'overloading informativo, questa pratica ha assunto un particolare rilievo, tanto da far nascere testate e siti specializzati oltre che apposite rubriche. L'ambizione di Fanrivista non è solo quella di cimentarsi nelle operazioni di verifica, ma anche quella di trattare i processi informativi.
BUFALE - FANDONIE - DECOSTRUZIONE - ACCURATEZZA - MEZZE VERITà - MEZZE BUGIE
Con la nota espressione anglofona si intende sostanzialmente la verifica di fatti e della precisione delle fonti: Fanrivista non aspira solo a fare debunking (altra espressione inglese indicante lo smontare affermazioni o notizie false e il destrutturare miti e credenze) segnalando errori che vanno dagli strafalcioni gravi alle veniali sviste…
L’obiettivo ideale (oltre a stimolare il ragionamento critico sui più disparati accadimenti, da chi vengono narrati e come) è quello di analizzare anche i processi (giornalistici, mediali e non) che portano alla diffusione di notizie e di visioni che possono essere sfumate in uno spettro ai cui estremi si colloca il totalmente falso e l’esattamente preciso, e che in mezzo racchiude le tonalità di parziali o molteplici verità.
Abbiamo fame ambiziosa di emancipare mediaticamente i
“fruitori” di notizie e contenuti, verso una convergenza più compiuta e
consapevole di chi fa informazione e di chi la “subisce”, tendendo verso il
compimento di quei fenomeni affini al “citizen journalism”, in una società dove
i due ruoli diventano uno, quello del “consu-produttore” di sapere (o prosumer, all’inglese): non dobbiamo solo
mettercela tutta per essere corretti e autorevoli, ma facciamo il possibile per
rendere ogni singolo (come parte della collettività) tale, costruendo
consapevolezza e conoscenza collettive in un processo vicendevole e dialettico.
24/04/2022
La Russia fuori dal’ONU?!
La svista di un utente anonimo di Wikipedia,
oltre a farci sbirciare il funzionamento dell’enciclopedia
no-profit, offre spunti di riflessione sulla permanenza
della Russia nel Consiglio di Sicurezza ONU e nell’ONU stessa,
oltre che sul funzionamento delle Nazioni Unite.
![]() |
In foto il momento inall’ONU di rimuovere la Russia dal Consiglio di Sicurezza o di dissolversi |
Come si vede nella foto seguente, a oggi 24 Aprile 2022,
la pagina in italiano di Wikipedia
dedicata al Consiglio di sicurezza ONU indica che la Russia
è stata sospesa come membro permanente
<<dell’aggressione militare nei confronti dell’Ucraina>>: è falso.
23/05/2022
#CHEKKAILFATTONE PUNTATA 1
Errori grossolani della stampa
sullo status legale della cannabis
Aumenta anche l’attenzione della stampa,
che però non sembra proporzionata al grado di
in questo primo articolo di factchecking sulla cannabis
si segnalano alcuni errori della stampa riguardo
lo status legale della pianta:
in alcuni casi vengono analizzate delle imprecisioni,
spesso derivanti da semplificazioni su una materia
oggettivamente complessa per noi
“non addetti” ai lavori “legali”.
Nei casi peggiori ci troviamo di fronte a delle
“riprodotte in serie” su diversi siti...
CONTINUA A LEGGERE ... ... ... ...
23/05/2022
APPENDICE DI #CHEKKAILFATTONE PUNTATA 1
APPENDICE DI FILOLOGIA APPLICATA:
plagio, content syndication,
“copia e incolla” e
traduttori automatici
26/05/2022
#ChekkailFattone puntata 2
Lancio ANSA tradotto a metà
sulla Cannabis in Tailandia:
titoli “strillati”,
articoli al limite del clickbait
27/05/2022
#chekkaIlFattone puntata 3
Cannabis in Corea del Nord:
è legale
(come sostiene Vice,
l’Huffington Post
e il The Telegraph)?!
16.6.22
“Il” Buddha grasso e sorridente
oppure “un” “semplice” budda?!
Nel post della rubrica di fact-checking
di quest'oggi ci occupiamo del cosiddetto
"Buddha grasso" o "Buddha felice".
sovrappeso e sorridente, mentre altre volte è magro?!
In estrema sintesi: perché l’uomo sorridente e grasso non è “il” buddha storico
(personaggio storico, fondatore del buddismo, con il nome “all’anagrafe” di
Trattasi invece di Budai (in cinese) o Hotei (in giapponese) (nome che significa “bisaccia”),
figura databile circa 15 secoli dopo la vita del fondatore del buddhismo.
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18.9.22
Spesso viene riportata la statistica della percentuale delle vittime
quantificata nel 90%. In questo post si cerca di verificarla.
diffusione di questo dato, stando agli studi che citiamo di seguito,
cosiddetta “fake news a fin di bene”. Infine, dopo aver chiarito alcune questioni
metodologiche come la definizione stessa di civile e di conflitto,
spiega perché conoscere la percentuale esatta delle vittime
questione da un punto di vista etico-teorico.
Questo è il primo post della rubrica “Dati Parziali”,
ma è incluso anche in quella denominata
dato che proviamo a verificare l’esattezza di questo dato,
e in quella pseudo-enciclopedica “Define”,
siccome proviamo a spiegare (seppur sbrigativamente) chi è considerato
“civile” in una guerra (prossimamente ci dedicheremo anche alla definizione stessa
di “guerra”, per quest’ultima rubrica).
LA PERCENTUALE MEDIA DELLE VITTIME
CIVILI NEGLI SCORSI TRE SECOLI
SI AGGIREREBBE INTORNO AL 50%
Spesso, quando ci si occupa di guerre e conflitti,
il 90 percento delle vittime delle guerre sono civili,
indossano una divisa e non collaborano
direttamente alle operazioni militari
Il dato si ritrova, per esempio,
nella trascrizione di un incontro dell’ONU dello
scorso Maggio, dove si specifica che
questa percentuale si raggiunge
<<quando si usano armi esplosive i
LA GENERALIZZAZIONE DEL
“9 SU 10” (OSSIA DEL 90% DI VITTIME CIVILI)
E LA FAKE NEWS "A FIN DI BENE"
Facendo una ricerca su Google Scholar tra i
primi risultati si trova uno studio
del 2010 dello storico e professore emerito
di relazioni internazionali ad
Oxford Adam Roberts, usato come
fonte anche nella pagina citata
dell’enciclopedia partecipativa
e intitolato “Lives and statistics:
Are 90%of war victims civilians?”
(Vite e statistiche: il 90% delle vittime
Nello studio si citano diversi casi in
cui la percentuale viene menzionata,
a partire dal 1991, come quando nel
2003 il Consiglio Europeo affermava:
<<dal 1990, quasi 4 milioni di persone
di queste erano civili>>. Nel saggio
si spiega che, effettivamente,
in alcune guerre ci si è avvicinati a
una tale allarmante proporzione,
ma anche che generalizzare questo
dato porta al consolidamento di
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26.11.22
IL PAPA HA DETTO CHE MINNITI È UN CRIMINALE DI GUERRA?
In questo fact-checking “lampo” parliamo di una frase su Minniti attribuita al Papa:
l’abbiamo sentita poco fa mentre guardavamo distrattamente il programma di La7
“Propaganda Live”, ma la prima volta che questa news è apparsa risale a Giugno.
Sabina Guzzanti, nel monologo satirico andato in onda poche ore fa a “Propaganda Live”,
afferma che il Papa avrebbe detto che Marco Minniti è <<un criminale di guerra>>.
Ricordiamo che Minniti è l’ex Ministro dell’Interno del primo governo Gentiloni, fautore
dello scellerato Memorandum Italia-Libia e dunque “degno” predecessore di Salvini,
nonché presidente di una fondazione di Leonardo (avete mai sentito parlare di
L’attrice poi specifica che i “giornaloni”, in quanto vicini al PD, non hanno riportato
la notizia. In effetti un tale affermazione ci sembra tanto “provocatoria” quanto
“sensazionale” se proferita davvero da Papa Francesco (provocatoria nel senso che,
ovviamente, tecnicamente Minniti non è certo un criminale di guerra, e certamente non
verrà processato dalla Corte penale internazionale dell’Aja...).
Allora proviamo a fare un fact-checking “lampo” di questa notizia…
Tra i primi degli svariati risultati che il motore di ricerca ci propone c’è un articolo de
“Il Fatto Quotidiano”, del due Giugno. Si spiega che la frase sarebbe stata detta quando
il sovrano del Vaticano ha spiegato ad altri prelati, in maniera informale, la sua mancata
partecipazione a un convegno di Firenze sul Mediterraneo. L'assenza era dovuta
principalmente alla partecipazione di Minniti all'incontro, insieme a quella di altri
industriali nel settore delle armi (la Leonardo Spa è attiva nel settore della difesa
e lo Stato italiano ne possiede il 30%): <<mi hanno fatto vedere quando erano
al ministero che leggi hanno fatto. Sono dei criminali di guerra. Ho visto anche
i campi di concentramento in Libia dove tenevano questa gente>>.
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