IL SULTANO E IL SUO ESERCITO N.A.T.O. SFRUTTANO IL “PRETESTO” DELL’ATTENTATO, MENTRE IL REGIME IRANIANO COLPISCE LA POPOLAZIONE DI CUI FACEVA PARTE ANCHE MAHSA AMINI, LA GIOVANE PESTATA A MORTE PERCHÉ NON PORTAVA CORRETTAMENTE IL VELO
Dopo l’attentato a Istanbul, attribuito dal regime di Erdogan con un’improbabile “inchiesta lampo” e in maniera goffa al PKK e alle YPG, nella notte tra Sabato e Domenica sono partiti i raid aerei turchi lungo il confine con l’Amministrazione autonoma della Siria del Nord-Est.
Si teme un escalation del conflitto di concerto con l'Iran. Tantissimi partecipano alle proteste in tutto il Rojava e ai funerali delle vittime civili, mentre le SDF annunciano <<vendetta>> e affermano che <<militarmente parlando, l’attacco terrorista turco nelle nostre aree e fallito>>.
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L'immagine di un'automobile colpita a Derik, tratta dal comunicato delle YPJ |
GLI ATTACCHI AEREI, IL BILANCIO DELLE VITTIME E LA RAPPRESAGLIA DELLE “HRE”
Un attacco con ottanta aerei Turchi contro il Kurdistan occidentale è stato lanciato circa due ore prima della mezzanotte del 19 Novembre, ed è continuato fino al mattino successivo. Il fronte che va da Kobane, città nota per l’eroica battaglia contro il sedicente Stato Islamico, fino a Derik, vicino al confine con il Kurdistan Irakeno, è lungo circa 700 KM. Le autorità turche hanno dichiarato di aver preso di mira e distrutto quasi novanta obiettivi.