27.7.25

SOS DAI DUE ITALIANI DELLA "HANDALA": “ISRAELE CI HA RAPITI, FERMATE IL GENOCIDIO”

  • UNA SETTIMANA FA, QUANDO LA NAVE È PARTITA ALLA VOLTA DI GAZA DA GALLIPOLI, AVEVANO CONSEGNATO ACIDO SOLFORICO INVECE CHE ACQUA
  • TRE MOVIMENTI ANNUNCIANO UN ALTRO CONVOGLIO CON DECINE DI BARCHE PER ROMPERE L'ASSEDIO E CONSEGNARE AIUTI
+ AGGIORNAMENTO DEL 31/07/2025: Poche ore fa il secondo italiano a bordo della Handala, Antonio La Piccerella, è rientrato in Italia dopo essere stato processato e ufficialmente bandito da Israele per un secolo. Ha dichiarato alla stampa che i militari <<hanno provato per tutto il viaggio a darci cibo e acqua con una telecamera puntata>>, una trovata propagandistica impiegata anche nel precedente sequestro in acque internazionali. Tre giorni fa era rientrato anche Antonio Mazzeo, dopo aver firmato un decreto di espulsione. Gli attivisti annunciano una nuova azione contro il blocco illegale a cui è sottoposta Gaza da quasi venti anni +

Negli angoli a sinistra due fermi immagine dai video dei due italiani. Nel primo si legge "we have been intercepted at sea", nel secondo "and I have been kidnapped". Sul lato destro tre fermi immagini. Due dalle telecamere di sicurezza. Nel primo si nota la parte alta dell'imbarcazione in mare aperto e al buio. Nel secondo i venti attivisti seduti, con le mani alzate e con indosso i giubbotti di salvataggio, mentre un militare cammina minaccioso con un fucile. Nel terzo fermo immagine si vede la mappa con la rotta e il punto dell'abbordaggio, non lontano da Gaza.
Le immagini dei video-appelli e del momento dell'irruzione, catturate dalle telecamere di sicurezza dell'imbarcazione, prima che venissero messe fuori uso dai militari.


LE ULTIME ORE E I PROSSIMI GIORNI

Abbordata la nave Handala, a circa 40 miglia nautiche da Gaza, alle ore italiane 22:41 di sabato 27 luglio. Tra i 21 attivisti e membri dell'equipaggio della “Freedom Flotilla Coalition” ci sono anche due italiani: Antonio Mazzeo, giornalista e insegnante, e Antonio La Piccirella, attivista per la giustizia sociale e climatica. 

In due video-messaggi, registrati prima dell'irruzione dell'esercito sull'imbarcazione, chiedono alla società civile di fare pressione sul nostro governo per fermare il genocidio e per liberare loro, insieme agli altri rapiti.

La nave era partita da Gallipoli una settimana fa. A poche ore dalla partenza gli attivisti hanno denunciato l'ennesimo atto di sabotaggio: prima hanno trovato una fune legata all'elica. Poi il furgone che doveva portare l'acqua, da usare per lavarsi e per cucinare, ha consegnato acido solforico. Due membri dell'equipaggio sono rimasti ustionati agli arti.

L'azione di pirateria in acque internazionali, nei confronti di una nave civile e di una missione umanitaria, rappresenta anche un atto ostile nei confronti del paese battente bandiera (Regno Unito) e delle altre nove nazioni da cui provengono i pacifisti (USA, Francia, Spagna, Australia, Norvegia, Tunisia, Marocco, Iraq e Italia). Il tutto succede mentre Regno Unito, Francia e Germania ripropongono l'infruttuoso piano di lanciare aiuti dagli aerei, mentre tonnellate di cibo e medicinali sono andati in avaria alle frontiere di terra, mentre Israele annuncia una tregua umanitaria circoscritta e di sole 24 ore, dopo aver sadicamente affamato la popolazione con un finto piano di distribuzione degli aiuti, e mentre Macron vuole riconoscere lo stato di Palestina.

La nave della Freedom Flotilla ha delle braccia con un pacco enorme con scritto "Humanitarian Aid". Cerco di porgerlo ad altre mani, quelle sabbiose che si protendono da una Gaza distrutta e in fiamme. Verso il pacco si fionda una barca azzurra, con la vela che sembra la pinna di uno squalo e che porta la bandiera israeliana. Vicino alla firma di Latuff si legge "Mintpressnews".
Vignetta di Latuff da Wikimedia


Negli scorsi giorni, la coalizione di associazioni che in passato ha già rotto l'assedio illegale e decennale a cui è sottoposta la Striscia di Gaza, ha preannunciato la nascita della “Global Sumud Flotilla”. La presentazione ufficiale è programmata per domani a Londra: si tratta di un convoglio marittimo che dovrebbe coordinare decine di imbarcazioni da una cinquantina di nazioni diverse. Viene annunciata come la più grande missione marittima e civile per rompere l'assedio, supportata dall'opera di migliaia di attivistə e dai tre movimenti che compongono il nome dell'iniziativa ("Global March To Gaza", "Soumoud Convoy" e "Freedom Flotilla"). 


COSA È SUCCESSO PRIMA: DALL'ATTENTATO TERRORISTICO VICINO MALTA AL SEQUESTRO DELLA MADLEEN

Le missioni politico-umanitarie della Freedom Flotilla non sono state fermate né dal bombardamento della Conscience, lo scorso Maggio, né dal simile blitz sulla Madleena Giugno. 

Nell'approfondimento che abbiamo dedicato all'attentato terroristico con droni, appena fuori le acque territoriali di Malta, si parla anche delle storiche missioni del Free Gaza Movement nel 2008 e della Freedom Flotilla nel 2010. La prima ebbe successo, la seconda finì nel sangue.

Chiudiamo con le parole di Francesca Albanese, che invitava i governi a farsi carico di quello che provano a fare gli attivisti, mettendo fine al blocco di aiuti crudele e illegale: <<dovrebbero essere gli stati a inviare le marine militari>> per rompere l'embargo e portare aiuti a una popolazione oltre lo stremo e affamata. <<I politici potrebbero andare insieme a loro, in modo da assicurare che non ci siano rischi per Israele. Ma il problema è che non si tratta della sicurezza di Israele, ma della sua impunità>>.


PMA


Un soldato gigante, che rassomiglia a quello di un tedesco nella Seconda Guerra Mondiale, schiaccia Gaza, da cui si alzano gli schizzi di persone impaurite. Indossa la fascia dell'esercito israeliano e ha un fucile d'assalto moderno. Si gira verso la nave della Freedom Flotilla, con un pacco gigante che riporta la scritta "Humanitarian Aid", esclamando: <<come any closer and you'r the next!>>. Vicino la firma di Latuff c'è la scritta "Mondoweiss".
Vignetta di Latuff da Wikimedia


Possiamo cominciare a fare qualcosa di concreto contro il genocidio partendo da quello che mettiamo nel carrello della spesa: scaricate applicazioni come “No Thanks” e “Boycat” (le abbiamo testate entrambe e la prima sembra funzionare meglio), seguite le campagne del movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) e non acquistate prodotti di aziende che fanno affari con uno stato terrorista che applica l'apartheid e pratica il genocidio.

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