In 7 minuti la Relatrice
Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori
palestinesi occupati dal 1967, Francesca Albanese, ci parla del massacro del popolo palestinese in corso e le chiediamo di:
1) Diritto a resistere di un
popolo oppresso con le armi
2) La differenza e le
connessioni tra i concetti di “genocidio” e “pulizia etnica”.
3) La strage di personale
sanitario, di operatori dell’ONU e giornalisti che si somma a quella dei civili
a Gaza e nei territori occupati.
4) Cosa possiamo fare,
adesso, per fermare il genocidio?
5) Boicottaggio economico
Francesca Albanese, la settimana scorsa, al margine di un’intensa presentazione del libro “J’Accuse”
(edizioni “Fuori Scena”) di circa due ore a Napoli (sala pienissima, mentre non
sembravano presenti organi mediali “mainstream”), ha dedicato un po’ del suo
preziosissimo tempo alla nostra umile “fanzina/rivista”, aiutandoci a chiarire
alcuni concetti che riteniamo fondamentali per comprendere meglio il
“conflitto” (o forse sarebbe meglio dire la strage di civili) con un tasso di
<<mortalità senza precedenti>>, la cui ultima fase è
stata innescata da <<un atto illegittimo della resistenza>>
che però non può invalidare <<tutta la resistenza>>,
considerando anche la prospettiva del diritto internazionale.
Un “conflitto” narrato da una
<<stampa totalmente connivente, come nei peggiori genocidi>>,
che <<sembra completamente imbastardita, nel senso che non riporta
più i fatti, non permette alla gente di acquisire consapevolezza, e che
continua a fornire una visione parziale e alterata>>, e che
quindi è complice...
Di seguito la trascrizione
integrale dell’intervista. Qui invece il link per vedere il video su Youtube.
DOMANDA: Un popolo oppresso ha diritto a resistere con le
armi?
RISPOSTA: Il diritto internazionale, in particolare il
protocollo aggiuntivo alla convenzione di Ginevra, riconosce il diritto di
un popolo oppresso, un popolo sotto occupazione straniera, alla
resistenza. Durante l'epoca della lotta anti-coloniale, quindi tra gli anni
60 e gli anni 70, anche l'Assemblea generale ha riconosciuto il diritto alla
resistenza, diritto alla resistenza anche armata. Questo diritto è
riconosciuto anche ai palestinesi attraverso risoluzioni dell'Assemblea
generale ma nei limiti del diritto internazionale, quindi i civili non
si toccano, non si ammazzano, non si brutalizzano, non si prendono in
ostaggio.
Però c’è una cosa sulla quale insisto: un atto illegittimo
della resistenza va investigato, va giudicato, i responsabili vanno assicurati
alla giustizia ma quest'atto illegittimo non invalida la resistenza tutta.
DOMANDA: Ci può spiegare qual è la differenza tra genocidio e
pulizia etnica e se ci sono delle relazioni tra questa prima parola e l'altra
espressione?
RISPOSTA: Uno è un crimine, il genocidio è “il crimine dei
crimini”. La pulizia etnica non è un crimine in sé ma, come si evince per
esempio dal lavoro della Commissione indipendente che ha lavorato sui crimini nella
ex-Jugoslavia del 1993-94, la pulizia etnica è una politica che mira
all'eliminazione di una determinata etnia, o di un determinato gruppo,
da un determinato territorio per sostituirla con altra etnia o con altra
parte di popolo, finalizzata all’omogeneizzazione o alla omologazione
etnica. La pulizia etnica si può accompagnare a dei crimini, come
lo sfollamento forzato, che costituisce un crimine contro l'umanità, o
anche al genocidio (questo lo riconosce lo studio della Commissione
indipendente).
Il genocidio è il crimine dei crimini, è il crimine più
grave di tutti, il più grave dei crimini di guerra, il più grave dei
crimini contro l'umanità. Per provarlo serve un dolo specifico, serve cioè dimostrare
l'intento di voler distruggere un popolo in tutto o in parte.
DOMANDA: In questo conflitto stiamo vedendo oltre a un numero
di vittime civili enorme anche tantissimi morti tra il personale dei media, i
giornalisti, ma anche tra il personale delle Nazioni Unite quindi i membri
dell'UNRWA (l'Agenzia ONU per il soccorso dei rifugiati in Palestina). C'è un
precedente simile nella storia delle Nazioni Unite?!
DOMANDA: Cosa dobbiamo fare noi persone della società civile,
noi “comuni mortali”?
RISPOSTA: Innanzitutto c'è la necessità di un cessate
il fuoco immediato una cosa che bisogna fare, che bisogna chiedere a gran voce. il nostro governo, e questo paese, tradendo la sua tradizione
diplomatica di grande principio e di grande rispetto del diritto internazionale
che nel nostro ordinamento costituzionale ripudia la guerra come strumento di
risoluzione delle controversie, questo governo si è astenuto dalla
risoluzione delle Nazioni Unite sul cessate il fuoco: è necessario che la
gente esprima la propria opinione rispetto al governo, e questo alla fine
risponde al popolo delle proprie azioni. E quindi è necessario che ci si faccia
sentire con il nostro governo e poi anche con la stampa che è
totalmente connivente che, come nei peggiori genocidi (quello in Ruanda e
quello in ex-Jugoslavia, solo considerando gli ultimi anni) sembra
completamente imbastardita, nel senso che non riporta più i fatti, non
permette alla gente di acquisire consapevolezza e continua a fornire una
visione parziale e alterata.
DOMANDA: mi permetto di aggiungere una cosa: un'altra arma
molto potente potrebbe essere quella del boicottaggio economico...
RISPOSTA: Allora, il discorso è questo: il sistema dell'apartheid
in Sudafrica non è finito perché gli stati un bel giorno si sono svegliati e hanno
deciso di sospendere le relazioni con lo stato di apartheid del Sudafrica, ma è
partita dalla società civile la protesta, il boicottaggio e la pressione per
sospendere gli accordi commerciali e far sentire il peso dei propri crimini al
Sudafrica. La stessa cosa certamente deve succedere con Israele, ma qui siamo
oltre, nel senso che siamo veramente in area di genocidio ed è necessario che
ci sia proprio una riconsiderazione delle relazioni, soprattutto dei paesi
occidentali, con Israele, richiedendo anche l'applicazione della giustizia internazionale,
e cioè che chi ha commesso crimini paghi.
Gli ospiti dell'incontro da sinistra: Luigi Daniele, Luisa Morgantini, Luigi de Magistris, Francesca Albanese e il moderatore Maurizio del Bufalo |
Nuovi contenuti sull’
“emergenza umana” e umanitaria in corso sono in cantiere, intanto riproponiamo
tutti quelli pubblicati tra le nostre pagine virtuali sulla questione
palestinese, a partire dallo scorso Aprile, e in cui parliamo di:
6) Un commento di diversi appelli per un cessate il fuoco immediato e un invito a firmarli (meno del
minimo di quello che possiamo e dobbiamo fare)
Qui invece la registrazione completa dell'evento organizzato dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e dal Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli.
Non ci può essere pace sotto l’occupazione... Esigiamo un cessate il fuoco immediato!
ultima modifica 22/01/2024 20:12
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