E QUANTI NE MORIRANNO ANCORA PER MANO DELL’ENTITÀ SIONISTA?
Per il format di Fanrivista “Come va a finire?” e per la
rubrica “Dati Parziali” ci occupiamo delle stime delle vittime della strage e
punizione collettiva perpetrata dai fanatici messianici sionisti israeliani ai
danni della popolazione gazawi a cominciare da Ottobre.
Le immagini originali (senza scritte e ritagliate) di questo post sono prese da Wikimedia e rilasciate con licenza creative commons. L'autore è la news agency "Wafa", la fonte "Wiki Palestine" |
Sentiamo spesso dire che le stime delle morti rilasciate dalle autorità di Gaza, dove governa Hamas, non sono affidabili, ma al di là dell'accuratezza di queste, la catastrofe umanitaria e politica in atto nei territori occupati è sotto gli occhi di quasi tutti. Augurandoci (e attivandoci) per un imminente cessate il fuoco, e sperando che la guerra illegale e immorale israeliana cesserà il prima possibile, aprendo spiragli a una soluzione politica della questione palestinese, ci chiediamo: quante persone, e in particolare, quanti civili il governo estremista di Israele sterminerà e ha già massacrato per attuare il folle progetto di eradicare militarmente il Movimento Islamico di Resistenza?
Oltre a questa domanda, di cui seguiremo gli sviluppi per il format “Come va a finire?”, ce ne sono delle altre: l’immagine mediatica di Israele e del governo di estrema destra verrà macchiata indelebilmente o continuerà a essere dipinta come l’unica democrazia del medio oriente? Continuerà a godere dell’appoggio degli altri paesi occidentali (mentre quello incondizionato degli USA sembra iniziare a vacillare)?
Ma soprattutto: il governo Netanyahu e/o i suoi sottoposti, finiranno davanti alla Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità?
Ogni singola vittima civile di ambo le parti merita rispetto: purtroppo però da cronisti, e quindi da “storici” dell’iper-contemporaneità, il nostro dovere è quello di ricercare la verità e di riportare fatti, e quindi leggendo quanto segue questo compito potrebbe sembrare svolto in maniera cruda e insensibile, ma vi assicuriamo che così non è...
I fatti vanno poi separati dalle opinioni, e ne esprimiamo
una subito: oltre al cordoglio per ogni vita spezzata, non possiamo non notare
che la sproporzione di forze e di danni, prima e dopo il 7 Ottobre, è immane ed
è addebitabile quasi totalmente all’entità statale teocratica ed etnocratica
sionista e ai suoi alleati occidentali…
Prima di addentrarci nel dettaglio dei tragici numeri, specifichiamo che i dati di questo post sono aggiornati al 16 Dicembre.
I DATI DAL SITO ONU
Sul sito dell’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), agenzia ONU con il compito di coordinare gli interventi umanitari in situazioni di emergenza, leggiamo che nel settantesimo giorno di guerra (15 Dicembre) un milione e 900mila persone sono sfollate (l’85% degli abitanti di Gaza), 136 membri dello staff dell’ONU sono stati uccisi (135 dell’UNRWA, l’agenzia che assiste i rifugiati palestinesi nell’area, e 1 dell’Organizzazione mondiale della sanità), 300 operatori sanitari morti, 32 operatori di protezione civile morti mentre erano in servizio e 89 giornalisti uccisi: questi dati sembrano al momento confermati dall’agenzia (che usa diverse fonti), insieme a quelli sulla Cisgiordania: a partire dal 7 Ottobre nell’altra parte dei territori occupati sono morti 276 palestinesi, 195 dei quali durante operazioni militari, oltre a 343 attacchi perpetrati dai coloni.
Vengono poi riportati i dati che si basano sulle statistiche fornite da chi governa Gaza e Israele (indicate con degli appositi asterischi nel loro grafico) e che le Nazioni Unite dovranno verificare con indagini indipendenti in un secondo momento (accertare la verità e le responsabilità dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità è un motivo in più per esigere un immediato e permanente cessate il fuoco): tra la popolazione palestinese si contano 18800 morti e 51000 feriti, mentre in Israele se ne contano circa 1200, di cui almeno 33 bambini e inclusi anche abitanti di altre nazionalità (escludendo però i circa cento soldati morti dall’inizio dell’invasione di terra, ci pare di capire).
A proposito dell’ultimo dato fornito da Israele, bisogna ricordare che a Novembre il ministero degli esteri israeliano aveva abbassato la stima delle vittime dell’attacco del 7 Ottobre di 200 persone, inizialmente stabilita intorno alle 1400: dopo riconoscimenti e indagini forensi si è capito che circa 200 corpi bruciati appartenevano in realtà a miliziani palestinesi.
A queste stime si devono aggiungere quelle sui dispersi: le persone scavano a mani nude tra le macerie per cercare di salvare quante più vite possibile, ma purtroppo tantissimi scomparsi saranno destinati a essere estratti come cadaveri martoriati dalle esplosioni e dai processi di decomposizione, un trauma macabro per chi è ancora in vita oltre al pericolo di diffusione di malattie...
DUE CIVILI PALESTINESI MORTI PER OGNI MILIZIANO
NEUTRALIZZATO: UN GRANDE SUCCESSO SECONDO L’ESERCITO ISRAELIANO
La retorica guerrafondaia israeliana con un linguaggio che rivela un intento genocida (e cioè della distruzione -anche solo parziale- materiale e culturale di una comunità o di un popolo), diffusa ampiamente da tantissimi media in tutto il Mondo, ha avuto un grandissimo successo: hanno dipinto i palestinesi come animali de-umanizzandoli, li hanno definiti terroristi, hanno paragonato i nazionalisti islamici di Hamas addirittura ai tagliagole dell’ISIS (grazie anche alla fake-news dei bambini sgozzati), un ministro si è spinto a ipotizzare l’utilizzo della bomba atomica su Gaza, mentre un documento del ministero dell’intelligence concepisce l’opzione di sfollare forzatamente la popolazione civile nel deserto del Sinai per combattere l’ala armata di Hamas, e magari conquistare tutta Gaza e annesse risorse... Inoltre abbiamo sentito la propaganda israeliana, con i principali media che le facevano da megafono, dichiarare che Hamas userebbe i civili come scudi umani e gli ospedali come basi militari (cosa non ancora provata).
Quello che però hanno detto alcune ONG (e che la quasi totalità dei nostri mezzi di comunicazione non ha quasi mai colpevolmente ricordato) è che pure ammettendo che i miliziani di Hamas usino gli ospedali per condurre delle operazioni militari, questo non giustificherebbe, né moralmente né dal punto di vista del diritto internazionale, l’uccisione indiscriminata di civili e il bombardamento di strutture sanitarie! È un po’ come dire che se un terrorista sequestra cento israeliani allora, per colpire quel terrorista, sarebbe giustificabile uccidere 10, 50 o addirittura tutti e cento quegli israeliani... Eppure l’ufficiale Jonathan Conricus delle IDF (l’esercito israeliano) il 5 Dicembre ha confermato alla stampa che per ogni miliziano di Hamas ucciso sono morti almeno due civili, e si è spinto ad affermare che è un risultato <<straordinariamente positivo e forse unico al mondo>> in un contesto del genere, invitando a confrontare il dato con altri scenari “urbani” di guerra, e in cui i civili vengono usati come scudi umani: e meno male che hanno pure impiegato tecnologie varie, inclusa l’intelligenza artificiale, per minimizzare i cosiddetti “danni collaterali”...
Le vittime tra i civili non dovrebbero essere indicate con l’infausta espressione di “danni collaterali”, ma sarebbe più appropriato parlare di “danni correlati”, perché -ammesso che le statistiche israeliane siano corrette e il rapporto tra civili e militari morti non sia superiore di 2 a 1- per ammazzare un presunto terrorista devono morire almeno due innocenti, la stragrande maggioranza dei quali sono bambini e adolescenti. È raccapricciante ciò che ammettono, e non ci dovrebbe interessare nemmeno se nella storia ci siano dei precedenti peggiori, ma tanto “sono tutti terroristi”, anche i bambini nelle incubatrici degli ospedali che vengono “invitati” a essere evacuati...
LA PERCENTUALE DI VITTIME CIVILI
Secondo uno studio di Yagil Levy, pubblicato dal quotidiano israeliano progressista Haaretz, nelle prime tre settimane dell’invasione di Gaza la percentuale di civili morti arriverebbe al 61%.
Mentre secondo Euro-Med Human Rights Monitor, una ONG di Ginevra, i morti totali al 70esimo giorno sarebbero quasi 25mila di cui il 92% civili: se questo dato fosse confermato sarebbe uno dei pochissimi casi nella storia contemporanea con una percentuale così drammaticamente alta (mentre in altri casi la percentuale “generalizzata” a tutti i conflitti del 90% delle vittime non combattenti costituirebbe una sorta di “fake news a fin di bene”, come abbiamo argomentato in un altro post). Più nello specifico sarebbero circa 2000 i combattenti uccisi, mentre più di 3000 le donne e più di 9000 i bambini, e quindi includendo gli uomini non combattenti il rapporto di civili uccisi per ogni militare sarebbe di 9 a 1, <<un rapporto più alto di quello nelle guerre in Vietnam, Corea, Iraq, Afghanistan e Ucraina. Israele ha ucciso a oggi in due mesi quasi il doppio dei civili di quelli ammazzati dalla Russia in Ucraina a partire dal Febbraio 2022>>, afferma l’organizzazione.
CESSIAMO IL FUOCO E L’ASSUEFAZIONE
Come dicevamo nell’esordio di questo scritto, sentiamo spesso dire da esponenti governativi israeliani che i dati diffusi dalle autorità della striscia di Gaza sarebbero gonfiati, mentre gli alleati nord-americani in alcune occasioni hanno detto che forse potrebbero anche essere sottostimati (e bisogna ricordare che negli scorsi conflitti le autorità di Gaza hanno fornito dati coerenti con quelli delle Nazioni Unite).
Il punto, al di là della precisione di questa mesta conta, è che non dobbiamo assuefarci a quei numeri: ogni “numero” potrebbe essere tuo fratello, la tua compagna, i tuoi figli, i tuoi genitori o tu stess#.
Chiudi gli occhi per un secondo e immagina uno di loro mentre gli viene amputato un arto senza anestesia, immagina una di loro coperta di polvere e sangue in stato di shock dopo essere uscita da un cumulo di macerie, immagina che il dolore o la rabbia che stanno provando quelle persone siano i tuoi, immagina se nei loro panni riusciresti a trattenere la voglia di vendetta, se riusciresti davvero a spezzare il ciclo infinito di odio e violenza: immagina quella sofferenza, cerca di viverla e non pensarla come un freddo numero...
Per questo oltre a un cessate il fuoco immediato facciamo cessare anche l’assuefazione verso quei numeri e quei dolori concreti, e facciamo tutto quello che è in nostro potere per fermare la catastrofe in atto e per attenuare le conseguenze disastrose che ne deriveranno, per cancellare almeno parzialmente l’indelebile macchia che sporca la coscienza dell'intera umanità.
Anarco Pacifista
É straziante tutto questo!
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