SPIEGATE DA UN ITALO-PALESTINESE CHE LE HA SPERIMENTATE SULLA SUA PELLE
Khaled El Qaisi, un palestinese con cittadinanza italiana, racconta come l' "unica democrazia del Medio Oriente" ha mutuato dalla CIA delle sofisticate tecniche di tortura per estorcere confessioni, informazioni o reprimere il dissenso, in pieno spregio di ogni regola del vivere civile e del diritto internazionale. Alcune di quelle tecniche le ha vissute sulla sua pelle.
Riportiamo anche dei link a diverse inchieste di testate internazionali su cosa accade nei centri di detenzione in Israele dall'8 Ottobre.
Infine, concludiamo con la proposta dell'impresentabile Ben-Gvir: <<sparare un colpo in testa ai prigionieri palestinesi>>
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Immagine di un penitenziario israeliano di Christopher Michel da Wikimedia rilasciata con licenza Creative Commons. |
L'ARRESTO ARBITRARIO E LA DETENZIONE DI KHALED EL QAISI
Khaled El Qaisi, studente palestinese e italiano di lingue e culture orientali, traduttore, tra i fondatori del Centro Documentazione Palestinese, ad Agosto del 2023 è stato arrestato al confine tra la Giordania e la Cisgiordania, dopo una vacanza con la famiglia a Betlemme, e detenuto fino ad Ottobre. In un primo momento è stato incarcerato nel centro detentivo di Petha Tikva (che sul sito dell'associazione Addameer è indicato come un centro per gli interrogatori). Poi è stato trasferito ad Ashkelon dove, per pochissimi giorni, non è stato in isolamento: si trovava nella "sezione farsa", in compagnia di agenti dei servizi segreti camuffati da detenuti.
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Kalehd El Quaisi a un incontro a Napoli organizzato dal Centro Culturale Handala Ali. |
Come tantissimi palestinesi ha rischiato la detenzione amministrativa ma, come ha spiegato in un'intervista a "Il Manifesto", <<sarebbe stato imbarazzante condannare un cittadino straniero senza un processo equo. Quello che dovrebbe essere un diritto diventa un privilegio, che gli altri non hanno>>.
Dei più di 9000 prigionieri politici palestinesi quasi 3400 sono tenuti in ostaggio in questo specifico regime detentivo. Il "privilegio" di avere la doppia cittadinanza gli ha evitato anche di essere processato da una corte militare, sorte riservata a tutta la popolazione soggiogata di Gaza e Cisgiordania ma non ai coloni illegali, principale vettore dell'espansione coloniale.
La detenzione amministrativa può scattare quando non ci sono più formali elementi di accuse: una persona può essere detenuta, potenzialmente all'infinito, senza regolare processo, senza contatti con un avvocato e senza conoscere di cosa si è accusati, con la scusa che rivelare le informazioni del fascicolo con le accuse secretate minerebbe la sicurezza nazionale. Pur non essendo stato sottoposto a questo particolare regime di detenzione, un vero e proprio abominio giuridico applicato nella supposta "unica democrazia del Medio Oriente", che agisce a tutti gli effetti come una dittatura militare nei territori che occupa illegittimamente, anche a Khaled non sono stati spiegati i motivi dell'arresto arbitrario cui è stato sottoposto. Per questo, dopo torture di vario genere, hanno provato a estorcergli delle confessioni: lo hanno fatto proprio con la minaccia della detenzione amministrativa, ossia una carcerazione potenzialmente ab aeterno.
LA TORTURA "SCIENTIFICA" CONTEMPORANEA
Il 12 Luglio, in un incontro organizzato dal Centro Culturale Handala Ali a Napoli dal titolo "Racconti e testimonianze dalle carceri israeliane", Khaled ha spiegato nel dettaglio come funzionano le sapienti torture israeliane, mutuate dal paese presunto "modello di democrazia", gli Stati Uniti.
<<A mio avviso, un punto importante da sottolineare, è la scientificità che viene utilizzata nell'individuare metodi di interrogatorio con l'obiettivo di carpire informazioni o direttamente repressivi>> nei confronti di qualunque tipo di dissenso e di attività politica. <<Ogni minimo dettaglio, dal momento dell'arresto al momento della scarcerazione, è frutto di uno studio "scientifico". Molto spesso quando si parla di tortura vengono alla mente scenari di unghie strappate>>, di denti tirati via, di gogne, di marchi impressi con il fuoco, <<di una brutalizzazione quasi gratuita>>, ma la <<realtà dei fatti è più complessa>>. Per reprimere il dissenso c'è bisogno di <<carpire informazioni, per cui si punta su dei metodi che hanno addirittura uno studio dietro, il che rende la situazione più raccapricciante. La tortura sarebbe stata dichiarata illegale da Israele nel '99 con una sentenza della Corte Suprema. Nei fatti si privilegiano alcuni metodi di tortura che sembrano, a primo impatto, più leggeri ma che in realtà sono stati adottati>> perché più efficienti.
Usare forme di tortura brutali ha due fondamentali problemi per gli aguzzini e per chi li comanda: chi subisce la tortura fisicamente più violenta potrebbe diventare più ostinato e non confessare nulla, oppure potrebbe confessare qualunque cosa fornendo informazioni non veritiere. <<L'organo preposto a portare avanti gli interrogatori in Israele sono i servizi segreti interni>>, lo Shabàk o Shin Bet che, <<nel corso degli anni è andato ad adottare una serie di tecniche di interrogatorio che sono quasi le stesse adottate dalla CIA in America Latina -con alcune implementazioni-, contenute in dei manuali denominati dello "sfruttamento di risorse umane", che suona meno sgradevole. Sono quelli del '63 e dell'83, quest'ultimo utilizzato parecchio in Honduras. Si parte dal presupposto che in molti casi la brutalità diretta, senza via di mezzo, è controproducente. Si ottiene l'effetto contrario e il prigioniero, o l'interrogato, si impunta, non dà alcun tipo di informazione. Oppure dà qualunque tipo di informazione pur di uscire dalla situazione in cui si trova, ottenendo dei risultati "falsati".>>.
Per questo si adottano delle torture più "avanzate" basate su <<un alto livello di pressione e di stress fisico e psicologico>> impiegate fin dal momento dall'arresto, la prima fase della tortura: <<molto spesso i prigionieri vengono percossi e anche i familiari vengono sottoposti a trattamenti umilianti>> in preparazione della seconda fase, l'interrogatorio. <<Il detenuto viene portato all'interno di queste strutture che sono tutte completamente uguali. Ce ne sono tre o quattro in Palestina, nei territori del '48. Sono identiche, spiccicate una all'altra perché anche l'architettura e tutto lo studio dell'ambiente è finalizzato per essere il più ostile possibile>> al detenuto, che rimarrà in isolamento durante questa fase. <<Le celle sono parecchio anguste, di un metro e mezzo per due, in pessime condizioni igienico-sanitarie e senza nessun effetto personale. C'è un buco per terra, una sorta di bagno turco, molto spesso otturato. Poi c'è semplicemente una luce sul soffitto e un materassino buttato a terra, molto sottile. Le pareti hanno degli spuntoni per impedire di appoggiarvisi. La cella è completamente verniciata di grigio scuro e insonorizzata. La motivazione del colore è la deprivazione sensoriale>>. Come "insegnano" i manuali e gli "studi" della CIA bisogna <<sottoporre il detenuto per lunghi periodo di tempo alla mancanza di qualsivoglia stimolo esterno, né uditivo, né visivo né di altro tipo>> per condurlo a una dissociazione delle realtà. La luce accesa h24 contribuisce a far perdere la cognizione del tempo: <<potrebbero essere passate ore o giorni dall'arresto>>. In base agli "studi" elaborati nei decenni dalle agenzie di intelligence statunitensi <<dopo circa 10 giorni>> si arriva a perdere contatto con la realtà. Al senso di de-realizzazione psicologico si aggiungono <<condizioni fisiche parecchio provanti: il cibo è completamente scadente, molto spesso i prigionieri non lo mangiano neanche>>. Alla mancanza di adeguato nutrimento, di cui torneremo a parlare nella conclusione, si aggiungono le condizioni igienico-sanitarie debilitanti. Inoltre anche i pasti sono sempre gli stessi, contribuendo così a non capire quanto tempo è passato.
A questo punto il prigioniero è pronto per essere sottoposto a interrogatorio, <<teoricamente senza l'uso della violenza (anche se nel corso dei trasferimenti magari ti prendi delle bastonate) ma impiegando quello che loro chiamano "ragionevole livello di stress fisico">>. Durante gli interrogatori il detenuto è seduto con mani e piedi ammanettati a una sedia. Le mani sono dietro la schiena e i piedi legati alle gambe posteriori della sedia, ancorata a terra in uno stanzino, mentre viene sparato un gettito di aria gelida sul prigioniero. Per rendere la posizione "ragionevolmente" più scomoda, la sedia è completamente bombata e le gambe anteriori sono tagliate: il fastidio che si prova, nei primi minuti, diventa poi dolore fisico <<per 10, 11 e 12 ore. Si sa di persone tenute giorni e giorni consecutivi in questa posizione>>. Al prigioniero viene detto <<la scelta è tua! Puoi far cessare in qualunque momento la situazione in cui ti trovi. Per cui si gioca su questo elemento della scelta. Nel momento in cui ci si trova in uno stato di alterazione psicologica e di grande stress fisico, dopo giorni che si tramutano in settimane, settimane e settimane, con rinnovi costanti>> della detenzione arbitraria, si rischia di cedere. Quando si accetta di fare dichiarazioni "spontanee", <<termine abbastanza ipocrita, visto che possono essere tutto meno che spontanee, utilizzando questi metodi>>, molto spesso si pensa che scontare vari anni di carcere "normale" sia meglio di quella tortura con un "ragionevole livello di stress". <<Questa è la prassi, sistematicamente utilizzata! Nel mio caso, sono stato abbastanza fortunato>>, essendo stato scarcerato al termine massimo della durata dei 30 giorni, teoricamente e "legalmente" prorogabili fino a tre mesi senza contare la detenzione amministrativa, che costituisce la terza fase di questa ignobile tortura legalizzata e prolungata.
A questo punto inizia una <<carcerazione vera e propria, con altri detenuti: anche se non ci sono elementi sufficienti per formalizzare le accuse, anche senza elementi di prova, senza sapere di cosa si è accusati, il giudice, molto spesso di una corte marziale, in base a un fascicolo secretato per motivi di sicurezza dello stato, può decidere di condannarti a pene che si aggirano tra i tre e i sei mesi, rinnovabili potenzialmente all'infinito. Per cui ti potresti trovare condannato, senza sapere perché, senza conoscere i contenuti del tuo fascicolo, e alla fine dei sei mesi scatta un rinnovo per ulteriori sei mesi>>.
DALL'8 OTTOBRE LA TORTURA È DIVENTATA ANCORA PIÙ SPIETATA E SFACCIATA: NON C' È DA MERAVIGLIARSI PERCHÉ AL POTERE CI SONO I FONDAMENTALISTI FANATICI-MESSIANICI CHE SI SENTONO LEGITTIMATI DA DIO! E CHE DIFENDONO IL "DIRITTO" DI <<SPARARE IN TESTA AI PRIGIONIERI>>.
I difensori dello stato di diritto, quelli che si dicono fautori di "ordine e disciplina" e si prostituiscono intellettualmente per l'"unica democrazia del Medio Oriente", un regime coloniale che applica in questa maniera barbara delle leggi di guerra che dovrebbero essere "temporanee" da almeno 57 anni, forse non immaginano nemmeno che dall'8 ottobre le cose sono peggiorate ulteriormente. Si sono aggravate non soltanto in termini numerici, e cioè considerando solo l'aumento esponenziale delle persone sottoposte a queste detenzioni arbitrarie: <<allo stato attuale non sappiamo quanti prigionieri sono stati fatti a Gaza. Ci troviamo con un numero non indifferente di feriti e di dispersi. Per cui molte famiglie non sanno se i propri cari si trovano sotto le macerie oppure in qualche centro di detenzione. I palestinesi di Gaza sono stati per lo più trasferiti in delle carceri improvvisate, messe su sul momento all'interno di basi militari>>.
La più nota e discussa è il campo di detenzione di Sde Teiman. La maggior parte di notizie che si hanno provengono dai prigionieri rilasciati: <<si parla di amputazioni di arti a prigionieri perché costretti dalle manette per settimane e settimane, di diverse morti per tortura, percosse e sistematica negligenza sanitaria>>. Altre informazioni sulla prigione provengono dai media: <<c'è un articolo e indagine di "Haaretz", un giornale israeliano tra l'altro, che a Marzo ha riportato che sono stati almeno 27 i palestinesi uccisi nella struttura carceraria, ai quali si sommano altri 15 in altre strutture in un lasso di pochissimi mesi. La seconda breccia -aperta nel muro di silenzio ndr- è stata aperta dalla CNN, di cui tutto si può dire tranne che è "di parte", nel senso che è dalla parte dei palestinesi. Si riportavano testimonianze agghiaccianti e raccapriccianti non solo dai detenuti rilasciati ma anche dai loro aguzzini, intervistati in quell'inchiesta. Il tutto nel silenzio più completo della comunità internazionale. In questo contesto l'Italia ha inizialmente dato luce verde all'estradizione di un palestinese a una di queste carceri in Israele>>.
Quest'ultimo riferimento dell'intervento di Khaled si riferisce al caso di Anan Yaeesh, di cui parleremo più approfonditamente in un prossimo articolo. Prima di avviarci alla conclusione, ci preme di segnalarvi degli altri servizi giornalistici, oltre a quello della "CNN" su menzionato.
Il primo è andato in onda sei mesi fa sul canale conservatore israeliano "Channel 14", per poi essere ripreso e sottotitolato in inglese dall'emittente "Middle East Eye" (se non vedete il video nel riquadro qui sotto potete vederlo su YouTube a questo link). Le raccapriccianti immagini provengono dalla prigione di Ketziot.
I detenuti passano quasi tutto il giorno accovacciati in delle gigantesche gabbie sotto il sole nel deserto del Negev, o ammassati in piccole celle. Si spiega che c'è un piano, denominato "888", per trasformare tutti gli spazi dei centri di detenzione in modo da ammassare quanti più prigionieri possibile. Un mese fa un altro canale israeliano, "Channel 13", ha rilasciato nuove immagini dallo stesso centro di detenzione (riprese sempre da "Middle East Eye" e disponibili a questi link su Instagram, X e Facebook, se non riuscite a visualizzarlo nell'apposito riquadro qui sotto): il "piano 888" va avanti!
A video report aired by Israel’s Channel 13 shows Israeli soldiers and guards mocking Palestinian detainees held at the Ketziot Prison in the Negev desert. Recent figures from the Palestinian Prisoners’ Society state that at least 9,300 Palestinians are currently being held… pic.twitter.com/4CoemUDs8a
— Middle East Eye (@MiddleEastEye) June 12, 2024
Sia i cronisti che gli aguzzini pensano che i prigionieri sono trattati troppo bene e si compiacciono delle condizioni in cui si trova <<chiunque abbia ucciso o solo osato provare a uccidere un ebreo>>, confondendo l'antisemitismo con l'antisionismo e lo stato coloniale di Israele con l'essere ebreo (un'associazione semantica, quella tra lo stato terrorista israeliano e l'ebraismo, che diffonde ulteriormente e amplifica l'antisemitismo).
Non si pensa nemmeno al fatto che anche chi si macchia dei peggiori crimini resta un essere umano con dei diritti. Ma, peggio ancora, non ci si pone nemmeno il problema che molte di quelle persone, detenute senza un regolare processo, non hanno niente a che vedere con la resistenza armata o il terrorismo: secondo un'inchiesta del "New York Times" pubblicata all'inizio di Giugno e incentrata sempre sul carcere di Sde Teiman, almeno 1200 persone sono state riconosciute come non combattenti e rilasciate senza alcuna scusa o compensazione. Un dottore israeliano ha dichiarato che tra i presunti "terroristi" sbattuti in quell'inferno c'erano anche un paraplegico e un uomo che respira tramite un tubo inserito nel collo fin da bambino, non riuscendosi a spiegare come fosse possibile trattenere delle persone in quello stato. Alcune testimonianze raccolte parlano di svariate forme tortura, di quelle più "medioevali", tra cui l'uso di sedie elettrificate, musica sparata ad alto volume e violenze sessuali perpetrate con bastoni metallici elettrificati. Testimonianze che sono al centro di un'indagine dell'UNRWA, di cui avevamo parlato a Marzo.
L'inchiesta della "CNN" (sempre nel riquadro qui sotto o a questo link), menzionata da Khaled nell'incontro, risale invece a due mesi fa. Mentre ai giornalisti israeliani vengono mostrati i "trofei" ammassati in gabbia, alla troupe statunitense hanno provato a portare via la telecamera perché avevano osato fare delle domande all'ingresso della prigione di Sde Teiman. Le testimonianze di alcuni whistleblowers (o "talpe") israeliani narrano di diverse atrocità: dalle amputazioni che seguono alla morsa prolungata delle manette ai routinari pestaggi per spezzare ossa e denti, passando per le cure di medici non qualificati a detenuti incatenati sui letti, nudi, bendati e con il pannolone. Sostanzialmente quello che emerge da questi video è che qualunque persona ritenuta "terrorista" (incluse quelle poi rilasciate) può essere abusata, disumanizzata e privata dei più basilari diritti umani. Del resto, gli abitanti del regime occupante non potrebbero portare avanti l'oppressione se cominciassero a vedere gli oppressi come loro simili (come abbiamo ampiamente spiegato in un posto intitolato "Il linguaggio genodcida di Israele").
Per quanto tutto ciò sia abominevole purtroppo non sorprende chi scrive questo articolo. Molti di voi avranno sentito parlare di Itamar Ben-Gvir, attuale ministro della sicurezza nazionale israeliano, avvocato che in corte ha difeso terroristi israeliani responsabili di attacchi contro arabi e cristiani, esponente di primo piano dei coloni che occupano illegalmente delle terre riconosciute come appartenenti ai palestinesi dal diritto internazionale, rappresentante dei fanatici-messianici al governo che credono nella pulizia etnica "dal fiume al mare" perché promessa di Dio. Rifiutato persino dall'esercito da giovane, in quanto ritenuto estremista, pochi giorni prima dell'assassinio di Yitzhak Rabin (quello che forse avrebbe fatto "pace" con Arafat) divenne famoso per una sua apparizione in televisione. Mostrando lo stemma della Cadillac dell'allora presidente disse: <<così come siamo arrivati a questo stemma, adesso possiamo arrivare al presidente>>.
Questo soggetto politicamente impresentabile e umanamente discutibile, una ventina di giorni fa ha spiegato in un video che i prigionieri palestinesi andrebbero sottoposti a esecuzione sommaria (senza considerare che tra le accuse mosse a Israele ce ne sono già varie di questo genere, in seguito ai ritrovamenti di diverse fosse comuni): <<in questi giorni mi chiedono se i prigionieri palestinesi hanno un cesto di frutta o meno. Io dico che i prigionieri palestinesi devono essere uccisi con un colpo alla testa. La legge per le esecuzioni dei palestinesi passerà in parlamento alla terza lettura. Fino a quel momento daremo solo il cibo necessario per sopravvivere e niente di più.>>.
Questo soggetto fascio-sionista è lo stesso che ha affermato: <<Hamas e i civili sono responsabili in egual misura (...) quando diciamo che Hamas dovrebbe essere distrutta bisogna includere anche chi festeggia, chi supporta, e pure chi regala caramelle: sono tutti terroristi e vanno tutti annientati. Fin quando Hamas non rilascia gli ostaggi l'unica cosa che deve entrare a Gaza sono tonnellate di esplosivi delle forze aeree e nemmeno un briciolo di aiuti umanitari>>.
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Foto originale rilasciata con licenza creative commons |
Ovviamente Ben-Gvir non rappresenta tutti gli israeliani, però, se un soggetto del genere è seduto sugli scranni più alti del governo, quantomeno una sostanziale parte degli israeliani lo appoggia, se non la maggior parte, inclusi i comandanti e i soldati sul campo, inclusi i carcerieri dei prigionieri politici palestinesi, trattati come sub-umani. Ed è proprio questo il problema: con una società così indottrinata e fanatica, la cui "avanguardia" è rappresentata dai coloni, qualunque prospettiva di una cessazione dell'occupazione e delle ostilità, di realizzare due stati separati o un unico stato democratico e laico per tutte le persone "dal fiume al mare" è lontana anni luce (spero di sbagliarmi)...
LA PALESTINA: LA LENTE DI INGRANDIMENTO DI TUTTE LE OPPRESSIONI
Da cittadino del mondo, nato nella parte di pianeta "privilegiata", la cosa che mi sorprende e disgusta di più è il livello di legittimazione assicurato da colleghi giornalisti e politicanti a un vero e proprio stato terrorista, dipinto come l'"unica democrazia del Medio Oriente". Un paese che riconosce -formalmente- pari diritti individuali ma non collettivi, dato che la "legge dello stato nazione" afferma che Israele è "casa" solo del "popolo ebraico". Per questo è una teocrazia e una etnocrazia fondata sull'occupazione illegale, sulla pulizia etnica e sulla negazione dell'esistenza stessa dei palestinesi.
Per questo dobbiamo lottare per il rispetto dei diritti umani, a cominciare da quanto avviene nelle discariche sociali e nei luoghi di cieca vendetta chiamati "carceri". Dobbiamo esigere il cessate il fuoco e il rilascio di tutti gli ostaggi, anche quelli trattenuti da Israele! Finiamolacon i doppi standard! Dobbiamo evitare di essere trascinati indietro di secoli in quanto a conquiste giuridiche: Israele sta attuando, da quasi un anno, una genocida punizione collettiva per un illegittimo atto della resistenza armata, che però non può invalidare la facoltà di resistere anche con le armi, come riconosciuto dal diritto internazionale. E lo fa conducendo una guerra con tecnologie avanzatissime (fatta eccezione per le economiche "bombe stupide" impiegate per demolire Gaza) seguendo regole medioevali!
Per questo non dobbiamo smettere di studiare, di parlare e di lottare contro tutti i tipi di oppressione, di cui la Palestina rappresenta una lente di ingrandimento...
Anarco Pacifista
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ultima modifica 20/07/2024 02:58
Grazie per questo accuratissimo resoconto su una situazione terribile
RispondiEliminaSalve, sono Anarco-Pacifista di Fanrivista. Siamo contenti che ha trovato utile questo post. Forse non è così accurato come sembra, perché il vero problema è che la gran parte della stampa mainstream non lo è. In questo contesto mediale anche un articolo sufficientemente dettagliato può sembrare accuratissimo... Sostenete la stampa indipendente facendo girare questi contenuti. Grazie mille! Palestina libera!
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