6.7.24

IMMUNITÀ "AD PRESIDENTEM" PER TRUMP, POSSIBILE IMPERATORE USA

LE ACCUSE A DONALD TRUMP PER L'ASSALTO AL CAMPIDOGLIO E LA SENTENZA DELLA CORTE SUPREMA



Spieghiamo in cosa consiste il secondo "impeachment" di Trump (per l'assalto al Campidoglio) e parliamo dell'involuzione dispotica del paese "esportatore" di "democrazia", con modelli di "democratura" formalizzata e plebiscitaria che piacciono molto anche nel nostro "Bel Paese"...


Commento di Sonia Sotomayor alla decisione dei suoi colleghi della Corte Suprema Usa sull’immunità a Trump:<Il Presidente degli Stati Uniti d'America è la persona più potente del paese, e forse del mondo. Quando usa i suoi poteri ufficiali in ogni maniera, secondo il giudizio espresso da questa maggioranza, adesso sarà protetto da processi penali. Ordinare al "SEAL Team 6" di assassinare un rivale politico? Immune. Organizzare un colpo di stato militare per rimanere al potere? Immune. Prendere una mazzetta in cambio di una grazia? Immune.>
Seconda parte del commento della giudice. <Facciamo violare la legge al presidente, lasciamogli sfruttare le insegne del suo ufficio per il proprio tornaconto personale, lasciamogli usare i suoi poteri ufficiali per fini malvagi(...) Anche se questi scenari da incubo non si verificassero, è prego che ciò non accada, il danno è fatto. Le relazioni tra il Presidente e le persone che serve sono state irrevocabilmente mutate. Esercitando il suo potere ufficiale, il Presidente adesso è un re al di sopra della legge>



I FATTI

Il 6 Gennaio 2021 circa duemila "attivisti" pro-Trump (principalmente di diversi gruppi di estrema destra e "complottisti") hanno assaltato il Congresso degli USA a Washington, dove ha sede il parlamento statunitense. I manifestanti estremisti erano stati aizzati da Trump, che ha esercitato pressioni anche su dei collegi elettorali, contestando la legittimità delle elezioni. Si denunciavano dei presunti brogli elettorali e si è tentato di non far proclamare l'attuale presidente Joe Biden. Almeno cinque persone sono morte nelle prime ore successive alla rivolta: tre per cause naturali, una per overdose e una per colpi d'arma da fuoco. La vicenda ha portato Donald Trump a essere sottoposto a una procedura di impeachment, cioè la messa sotto accusa di chi riveste una carica pubblica, in questo caso il Presidente uscente.



LE ACCUSE E IL RICORSO

Il tentativo di ribaltare e revocare le elezioni si sono concretizzate in quattro accuse formalizzate un anno fa: associazione a delinquere (insieme ad altri sei complici) finalizzata a frodare lo stato, associazione a delinquere e intralcio (anche tentato) di procedure ufficiali e associazione a delinquere finalizzata alla soppressione di diritti.

Le condotte sarebbero state attuate principalmente diffondendo consapevolmente notizie false, come fantomatici voti di persone morte usati per "gonfiare" la vittoria di Biden.

Trump, a Febbraio, ha presentato un ricorso alla Suprema Corte degli USA, i cui membri sono nominati dal Presidente e approvati dal Senato.

Attualmente, della Corte definita come la più conservatrice della storia recente, 3 membri su 9 sono stati nominati da Trump, 3 da Bush, 2 da Obama e 1 da Biden (sei su nove sono conservatori). 

La Corte, con il voto a favore dei sei giudici conservatori, ha stabilito che Trump, come qualunque altro Presidente, potrà <<non essere perseguito per aver esercitato i suoi essenziali poteri costituzionali e perciò ha diritto, perlomeno, a una presumibile immunità da azioni penali per tutti i suoi atti ufficiali>>, e non per quelli considerati privati, ossia al di fuori dell'esercizio delle sue funzioni.

Bisognerà tenere conto di questa decisione nell'ambito del processo che si dovrà tenere davanti alla Corte federale presieduta da Tania Chutkan, che aveva respinto l'argomentazione dell'immunità spiegando che <<la posizione di Presidente non conferisce un biglietto a vita per uscire fuori dalla galera>>. La decisione della Corte Suprema ha invece "rafforzato" lo "scudo penale" (fino all'inverosimile, secondo l'opinione di chi scrive) e a Chutkan spetterà esaminare quali dei quattro capi d'accusa rientrerebbero negli "atti ufficiali" di Trump, e dunque non perseguibili.



IMPERI E DEMOCRATURE

Sonia Maria Sotomayor, una delle tre giudici "liberal", nella sentenza ha argomentato che la decisione rende il presidente al pari di un <<re al di sopra della legge>>. 

Ha criticato ed espresso timore per la decisione approvata dalla maggioranza dei suoi colleghi, affermando: 

<<Il Presidente degli Stati Uniti d'America è la persona più potente del paese, e forse del mondo. Quando usa i suoi poteri ufficiali in ogni maniera, secondo il giudizio espresso da questa maggioranza, adesso sarà protetto da processi penali. Ordinare al "SEAL Team 6" di assassinare un rivale politico? Immune. Organizzare un colpo di stato militare per rimanere al potere? Immune. Prendere una mazzetta in cambio di una grazia? Immune. Immune, immune, immune. Facciamo violare la legge al presidente, lasciamogli sfruttare le insegne del suo ufficio per il proprio tornaconto personale, lasciamogli usare i suoi poteri ufficiali per fini malvagi. Perché se avesse saputo che un giorno avrebbe dovuto affrontare le conseguenze dell'infrangere la legge, oggi non sarebbe così spavaldo e sfrontato come vorremmo che fosse. Oggi è questo il messaggio della maggioranza. Anche se questi scenari da incubo non si verificassero, è prego che ciò non accada, il danno è fatto. Le relazioni tra il Presidente e le persone che serve sono state irrevocabilmente mutate. Esercitando il suo potere ufficiale, il Presidente adesso è un re al di sopra della legge.>>.

In termini di democrazia e libertà potrebbero essere svariate le ripercussioni anche nei paesi vassalli del "blocco occidentale", derivanti dalle distorsioni legali che stanno prendendo sempre più piede nel paese che sarebbe campione e modello di democrazia, tanto da esportarla a suon di armi. Una nazione dove il principale leader "progressista" viene, a ragione, soprannominato "Genocide Joe" (per il suo supporto al terrorismo di stato israeliano, e comunque insufficiente secondo Trump), e in cui l'altro principale candidato, che ha sostanzialmente provato a organizzare un "mini-golpe", commenta così il provvedimento "ad presidentem" che potrebbe graziarlo: <<È una grande vittoria per la nostra democrazia e Costituzione. Sono orgoglioso di essere americano!>>.

In qualche maniera, questa concezione della democrazia in cui un tiranno democraticamente eletto può fare quello che gli pare, non si discosta molto dalla nostrana riforma del plebiscitario premierato, che ci renderebbe una "democratura" a tutti gli effetti... Ma sempre vassalla della NATO e, forse, del futuro imperatore Trump!

Il direttore-Tuttofare


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