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17.9.24

DEFINIZIONE DI NEURODIVERGENZA, NEUROTIPICITÀ E NEURODIVERSITÀ

BREVE DEFINIZIONE, DIFFERENZE E ALTRI CONTENUTI DI APPROFONDIMENTO

Per le rubriche Define e RecenTips forniamo una breve definizione dei termini "neurodivergenza" (o "neuroatipicità"), "neurotipicità" e "neurodiversità" , consigliamo delle risorse online per approfondire il tema, e facciamo alcune considerazioni sul deleterio approccio "patologizzante" alla neurodivergenza (e in generale a tutte le disabilità, incluse quelle fisiche) in chiave intersezionale, con il fine ultimo di rivoluzionare una società malata.


Due cervelli disegnati che fanno parte dei simboli di fanrivista: sono posti orizzontalmente a specchio, e in uno i colori sono invertiti. Sopra la scritta: <NEURODIVERGENZA, NEUROTIPICITÀ E NEURODIVERSITÀ>, sotto: <DEFINIZIONI E DIFFERENZE>

NEURODIVERGENZA, NEUROTIPICITÀ E NEURODIVERSITÀ IN PAROLE POVERE

In estrema sintesi, il termine neurodivergenza indica un funzionamento del cervello diverso dalla più omogenea "norma statistica", quest'ultima indicata con il termine neurotipicità.

Nell'intera specie umana non esistono due persone esattamente uguali l'una all'altra e, per questo, sia le persone neurotipiche che quelle neuroatipiche rientrano nel concetto di "neurodiversità".

Le persone neurodivergenti però, come tutte le minoranze, tendono a essere discriminate e ad avere più difficoltà nell'interagire e adattarsi a un ambiente non inclusivo, dal punto di vista sia fisico che sociale. Ciò, come spiega lo psichiatra Valerio Rosso sul suo canale Youtube, può condurre a un <<disagio mentale da disadattamento>> causato proprio dal contesto socio-ambientale escludente. Lo psichiatra-Youtuber spiega che anche se <<alcune neurodivergenze, di gravità maggiore o estrema, possono avere dei connotati intrinseci di psicopatologia>>, questi connotati comunque non sono <<la regola (...) la patologia raramente risiede nella neuordivergenza in sé ma, piuttosto, coinciderà con il disadattamento che essa può generare in un contesto socio-ambientale strutturato per essere vissuto da soggetti neurotipici>>.



LE ORIGINI DEI TERMINI

Qualunque persona è diversa e "neurodiversa" da un'altra e tutti gli esseri umani hanno delle qualità e punti deboli, giudicati come tali secondo parametri dettati dai vigenti paradigmi culturali e socio-economici. Il termine "neurodiversità" (e l'analoga espressione "diversità neurologica") è stato usato nel 1998 dalla sociologa Judy Singer. Alcuni contestano il fatto che sia stata lei a coniarlo affermando che è stato usato online, almeno un paio d'anni prima, dalla comunità autistica. La studiosa lo ha modellato ricalcando il concetto di "biodiversità" e riferendosi soltanto alle persone che, come lei, rientravano nei criteri diagnostici della cosiddetta "sindrome di Asperger" o "autismo ad alto funzionamento".

16.9.24

ISRAELE USA "SCUDI UMANI" PALESTINESI E ISRAELIANI

E SFRUTTA QUESTA DEFINIZIONE GIURIDICA PER DARE UNA PARVENZA DI LEGALITÀ AD ATTACCHI INDISCRIMINATI E SPROPORZIONATI

Leggiamo o sentiamo dire spesso che "Hamas usa i palestinesi come scudi umani" . Anche ammettendo che Hamas usi come "scudi umani" i civili, ciò non giustificherebbe comunque le violazioni del diritto internazionale grossolane e brutali cui assistiamo quotidianamente

In parole povere: se una forza armata viola della regole ciò non implica che l'altra può violarne altre a sua volta, impunemente.


Inoltre, le evidenze storiche e giuridiche finora raccolte testimoniano che, contrariamente a quanto si afferma sui media dominanti, è proprio Israele a usare i civili come "scudi umani", sia quelli palestinesi che quelli israeliani.


Partiamo spiegando cosa si intende per scudi umani da un punto di vista legale e concludiamo con alcune considerazioni sui "doppi standard"...




Bambino seduto sul cofano di una jeep militare con una faccia impaurita, legato con il braccio a una grata metallica che difende il parabrezza. Di fianco un altro mezzo militare, su cui si intravede una scritta in ebraico, e un soldato che parla alla radio.
Un bambino di 13 anni legato al braccio sul cofano di una jeep della polizia militare israeliana, nel villaggio di Biddu, durante una protesta nel 2004. La riprovevole immagine rappresenta un esempio "classico" di scudo umano.



L'IMPIEGO DI SCUDI UMANI È ILLEGALE, MA NON GIUSTIFICA ALTRI CRIMINI E VA DIMOSTRATO!

Nel diritto internazionale l'espressione "scudi umani" denota una strategia vietata, un crimine di guerra. Consiste nello sfruttare la presenza o il movimento di civili in modo tale da evitare l'attacco a obiettivi militari, oppure per favorire o impedire delle operazioni militari.

Ecco qualche esempio pratico: un insediamento con abitazioni ed edifici civili viene costruito vicino una base militare per evitare che questa venga attaccata; un singolo civile, o un gruppo di più civili, può essere preso in ostaggio e usato da una formazione di militari come "schermo", evitando di essere colpiti durante un'azione militare, come una ritirata o una penetrazione in un territorio urbano; oppure, ancora, quando si sospetta che siano state piazzate delle trappole esplosive per impedire l'accesso a un luogo (si pensi a un campo minato), si manda un civile "all'avanscoperta" (eventualmente a saltare in aria sarà lui e non i soldati). Su quest'ultimo esempio ritorneremo fra pochissime righe, ma prima facciamo delle basilari considerazioni legali.

L'uso di scudi umani della popolazione civile è illegale e, per questo, la formazione militare avversa a quella che li impiega ha comunque il diritto di attaccare l'obiettivo militare che il nemico vuole proteggere. Tuttavia ciò non implica la sospensione dei principi del diritto umanitario internazionale (le "leggi di guerra"): bisogna sempre distinguere civili da combattenti facendo tutto il possibile per minimizzare i cosiddetti "danni collaterali". Non si possono infliggere in maniera indiscriminata danni come uccisioni, ferimenti, demolizioni di infrastrutture. Bisogna tenere conto anche della proporzione tra l'obiettivo militare da raggiungere e il costo in devastazione e vite umane, assumendosi rischi maggiori per colpire solo il nemico, non gli innocenti. Precauzioni aggiuntive e particolari devono essere assolutamente adottate anche quando si hanno prove inconfutabili che strutture sanitarie vengono usate per scopi militari. Non si può bombardare un ospedale senza far evacuare prima personale e pazienti.

In estrema sintesi: non si ha "carta bianca" se gli avversari stanno usando gli scudi umani, sia che questi ultimi vengano sfruttati come tali involontariamente, sia che lo facciano in maniera volontaria.



SCUDI UMANI VOLONTARI, INVOLONTARI E DI PROSSIMITÀ

7.9.24

UCCISA IN CISGIORDANIA AYSENUR EYGI, ATTIVISTA PACIFISTA STATUNITENSE

LA MARTIRE PACIFISTA FACEVA PARTE DELLA STESSA ASSOCIAZIONE DI VITTORIO ARRIGONI, CHE DENUNCIA: 

<<ATTACCATI MANIFESTANTI PACIFICI CHE PREGAVANO. NESSUN LANCIO DI PIETRE VERSO I MILITARI, CHE COMUNQUE SI TROVAVANO A 200 METRI DI DISTANZA DALLA VITTIMA, UCCISA A SANGUE FREDDO>>.


È LA 18ESIMA MANIFESTANTE ASSASSINATA DALLE FORZE DI OCCUPAZIONE ISRAELIANE NELL'AREA DI BEITA DAL 2020 E LA TERZA NELLA STORIA DELL'ISM.



In alto a sinistra l'avamposto nel 2023: si vede una torretta con alcuni militari e una bandiera israeliana. A destra l'immagine di Aysenur Eygi. In fondo al centro 3 soldati e 3 soldatesse israeliani. Due sparano lacrimogeni nella direzione del fotografo. Alcuni ridono, altri appaiono indifferenti.

In alto a sinistra foto dell'avamposto di Evyatar ad Aprile 2023. In basso dei soldati israeliani lanciano gas lacrimogeno verso dei manifestanti nella stessa zona nel 2021.

Immagini di שי קנדלר tratte e "ritagliate" da Wikimedia, rilasciate con licenza Creative Commons. In alto a destra il volto di Ayşenur Eygi nel comunicato rilasciato dall'International Solidarity Movement.




La mattina del 6 settembre la comunità palestinese del villaggio di Beita, vicino Nablus, protestava contro l'espansione dell'insediamento illegale di Evyatar, in Cisgiordania. Alle proteste pacifiche avevano preso parte anche attivisti anti-sionisti israeliani e internazionali in qualità di osservatori, per prevenire eventuali abusi. Tra questi Ayşenur Ezgi Eygi, 26 anni, nata ad Adalia in Turchia e cresciuta negli Stati Uniti, dove studiava psicologia, lingue e culture mediorientali e lavorava come tutor (aveva doppia cittadinanza turca e statunitense).

Evyatar è uno dei più di 300 insediamenti coloniali illegali, ai sensi del diritto internazionale. Molti sono nati come degli "avamposti" che sarebbero dovuti servire solo a scopi militari e temporanei, trasformandosi con il tempo in insediamenti civili, mentre altri sono stati "autorizzati" e costruiti su terre espropriate alla popolazione nativa e dichiarate demanio statale. Alcuni insediamenti sono illegittimi anche per la stessa legge israeliana, come Evyatar. A Giugno, però, è stato "legalizzato" dalle autorità della potenza che occupa illegalmente quei territori dal 1967, lo stato etno-teocratico israeliano.

L'International Solidarity Movement (ISM), associazione che impiega tattiche di protesta non violenta (principalmente documentando gli abusi e proteggendo i civili tramite interposizione non violenta) per la quale Aysenur era volontaria, ha ricostruito il suo assassinio in un comunicato stampa: <<la manifestazione, che consisteva principalmente in uomini a bambini che pregavano, è stata affrontata con la forza dall'esercito israeliano posizionato sulla collina. Inizialmente hanno lanciato un grande quantitativo di gas lacrimogeno e poi hanno cominciato a usare armi da fuoco (...) Hanno sparato due colpi. Uno ha colpito un uomo palestinese a un gamba, ferendolo. L'altro è stato intenzionalmente sparato contro attivisti per i diritti umani che osservavano la manifestazione>>, ferendo mortalmente la giovane volontaria, sembrerebbe con un fucile di precisione. Nella conclusione della nota stampa, dopo l'elenco delle altre 17 vittime massacrate nella stessa zona dal 2020, si evidenzia: <<Alcuni media hanno ripetuto false affermazioni su lanci di pietre da parte degli attivisti dell'ISM durante la manifestazione pacifica. Tutte le dichiarazioni di testimoni oculari confutano queste affermazioni. Aysenur era a più di 200 metri di distanza dai soldati israeliani, e non c'è stato nessuno scontro nei minuti precedenti lo sparo. E comunque, da una tale distanza, né lei, né nessun altro avrebbe potuto essere percepito come una minaccia>>, a differenza di quanto stanno provando a sostenere in queste ore le autorità della potenza occupante, secondo cui a un presunto lancio di pietre, da distanza imprecisata, sarebbe legittimo rispondere con armi da fuoco e proiettili "veri", e non con i proiettili di gomma (che possono essere comunque letali). <<È stata uccisa a sangue freddo>>. 

A questo proposito, vale la pena di ricordare anche quello che è passato alla storia come "l'incidente di Beita": nel 1988 Tirza Porat, un'adolescente israeliana, fu uccisa per errore da un proiettile di un fucile d'assalto israeliano durante degli scontri con i coloni. Subito dopo veniva diffusa la fake-news che ad ucciderla sarebbero stati dei palestinesi con delle pietre. Il bossolo estratto dal suo cranio provò il contrario. 

LA STAGIONE DELL'ORRORE

Riceviamo e pubblichiamo nello "Spazio Comunica Azioni" una "call" per un progetto di ricerca indipendente sul lavoro-sfruttamento stagionale e precario di una compagna.


La "chiamata" è anche denuncia contro gli abusi del precariato e sfogo di "classe precaletaria" (per questo l'abbiamo inclusa anche nella rubrica "Cronache Precarie").


Si tratta di un progetto "etnografico informale" che potrebbe evolversi in un'auto-produzione editoriale.




La Stagione dell’Orrore viene e va!

Ciao!

Una donna dietro il bancone di un bar impugna minacciosamente una bottiglia di liquore. Anche lo sguardo è minaccioso, anche se un po' forzato.
Immagine di Jazz Guy da Flickr rilasciata con licenza Creative Commons


Il mio nome è Marga Romagnoni e sono una barlady antropologa, alle volte antropologa barlady, specializzata in Pestati, Blended, Studi Femministi, Salute Mentale e Critica Anticapitalista in genere.

Mi occupo di Antropologia ormai saltuariamente, in forma autonoma (ossia non dipendo da nessuna Università o altra istituzione) e ‘a sentimento’.

‘A sentimento', significa che decido cosa investigare in profondità sulla base delle sfighe che mi succedono.

‘A sentimento', significa che il mio operato riguarda una vocazione di vita e che non vengo pagata per farlo.

Sono sempre stata quello che Antonio Gramsci ha definito come “intellettuale organico”, ossia faccio parte io stessa dei contesti che pretendo studiare e sui quali produco teoria; l’obiettivo è dunque quello di trovare forme di denuncia, miglioramento ed emancipazione collettiva e non quello di avanzare nella mia carriera sulla pelle altrui.

Se ti è arrivato questo messaggio, è perché, molto probabilmente, come me lavori nel settore Ho.Re.Ca (acronimo di "Hotel Restauranta Café" che indica il settore alberghiero) in modalità stagionale o conosci qualcuno che lo fa.

Ti contatto perché ho in programma di condurre un’etnografia dei contesti del lavoro stagionale, con l’obiettivo di rintracciarne, renderne visibili e analizzarne le problematicità sociali specifiche.


Cos’è un’etnografia

5.9.24

DUE NAUFRAGI NEL MEDITERRANEO IN UN GIORNO

L'ONG MEDITERRANEA: <<LA STRATEGIA DEL GOVERNO PROVOCA L’ENNESIMA STRAGE>> 


Il primo settembre un'imbarcazione è partita dalla Libia con 28 "persone in movimento" a bordo, stando alla testimonianza di 7 sopravvissuti, di nazionalità siriana, soccorsi ieri mattina dalla Guardia costiera mentre il natante stava per affondare vicino a Lampedusa. 21 di queste, di cui 3 minori, sono disperse. Sempre nella giornata di ieri si sono registrati altri 22 dispersi e almeno un morto a largo delle coste libiche.

Di seguito l'ultimo comunicato di "Mediterranea Saving Humans". Negli scorsi giorni il governo italiano ha accusato l'ONG, sostenendo che la loro imbarcazione, la "Mare Jonio", non è in possesso della certificazione necessaria al soccorso, addebito smentito dalla ONG in un altro comunicato


Immagine della Mare Jonio, rimorchiatore della ONG, in alto mare
Immagine della "Mare Jonio"


2.9.24

LA STRUMENTALIZZAZIONE DELL'OMICIDIO DI SHARON VERZENI E DELLA CRONACA NERA

E QUELL'ITALIANO DECAPITATO CHE NON HA FATTO NOTIZIA...


Questa estate un uomo è stato decapitato dal fratello, un italiano con la pelle bianca e cattolico, che ha gettato la sua testa per strada, in provincia di Benevento.


Sempre questa estate una donna è stata accoltellata a morte da un italiano con la pelle nera, apparentemente senza un movente specifico che non sia la pura e malata voglia di uccidere qualcunə.


La stragrande maggioranza di voi della prima vittima non avrà nemmeno sentito parlare, mentre della seconda se ne straparla. Entrambi i reo-confessi sono due persone con evidenti problemi psico-sociali, ma uno ha la pelle di colore diverso dalla maggioranza degli italiani...



Il tweet di Ravetto che allega uno screenshot con un articolo di cronaca su Sharon Verzeni
La parlamentare leghista Laura Ravetto ha scritto su "X" (ex "Twitter"): <<Nato a Milano. Ma opportuno che un soggetto simile sia cittadino italiano? Sono questi i nuovi Italiani cui aspiriamo?>>



UN FRATRICIDIO E UN FEMMINICIDIO

Il 4 luglio a Pannarano, in provincia di Benevento, Annibale Miarelli, 70 anni, viene decapitato da suo fratello, Benito, di 57 anni. Pare che la testa sia stata tagliata mentre dormiva, dopo una lite, e poi gettata in strada (secondo la sua versione avrebbe tagliato la testa dopo averlo inizialmente ferito, e non l'avrebbe gettata dal balcone, anche se un testimone l'ha trovata per strada mentre andava a buttare l'immondizia). Benito Miarelli avrebbe dichiarato di aver sentito delle voci che lo hanno spinto a tale gesto. Annibale era un operaio che dopo la morte di figlio e moglie era tornato al paese natale. L'omicida era seguito dai servizi sociali, alcuni compaesani intervistati hanno dichiarato che aveva delle strane fissazioni legate alla religione cristiana e che era una persona dal carattere scontroso, non potendo però immaginarlo capace di un atto simile. Consultando i suoi profili social (come si vede nelle immagini qui sotto) emergono in effetti diversi contenuti legati alla fede cristiana ma anche un interesse per la rivoluzione francese e il risorgimento italiano, oltre che una simpatia per le forze armate.