19.8.25

SCIOPERO DEGLI ACQUISTI PER GAZA OGNI GIOVEDÌ A PARTIRE DAL 21 AGOSTO

BISAN OWDA, GIORNALISTA E REGISTA DI GAZA, RILANCIA IL “GLOBAL STRIKE FOR GAZA”



Nell'angolo in alto a sinistra il disegno di un'anguria. In alto a destra Bisan Owda. In basso a destra un rettangolo con i motivi della kefiah. Al centro è scritto:"SCIOPERO DEGLI ACQUISTI PER GAZA, OGNI GIOVEDÌ A PARTIRE DAL 21/08/2025. 1) Non comprare nulla di giovedì, nemmeno in contanti. Fare scorte di cibo e altri bene essenziali precedentemente e, idealmente, fare acquisti da attività commerciali indipendenti nelle altre giornate. Anche i rinnovi di pagamenti automatici e gli acquisti online non devono essere effettuati di giovedì. 2) Ogni giovedì limitate o evitate di usare il trasporto pubblico, di comprare carburante o di ricaricare l’automobile elettrica. Se dovete usare il trasporto pubblico per lavoro e altre urgenze comprate i biglietti in anticipo, in modo che la transazione di acquisto non verrà registrata in quel giorno. Se proprio dovete usare un mezzo di trasporto privato e non potete andare a piedi, preferite la bicicletta o condividete la macchina con qualcun altro. 3) Se rischiate di essere licenziati non andando al lavoro è sufficiente evitare di fare acquisti, ma potreste considerare la possibilità di usare il giovedì come giorno di ferie." In risalto gli hashtag: #ScioperoPerGaza #GlobalStrikeForGaza #GlobalStrike


Global Strike for Gaza” (“Sciopero Globale per Gaza”) è il nome dell’iniziativa di boicottaggio globale degli acquisti lanciata da Bisan Owda, nota giornalista e regista di Gaza. Scopo dell’iniziativa è quello di porre fine al genocidio e alla carestia provocati dall’etno-teocrazia israeliana.

L’invito ad aderire alla protesta, ogni giovedì a partire dal 21 agosto, è esteso a tutte le organizzazioni del mondo, piccole e grandi, che da mesi protestano in favore della Palestina.

Owda ha pubblicato un video-messaggio di tre minuti, con il sottofondo costante di un drone: <<facciamo quello che gli fa più male: fermare l’economia. È arrivata l’ora di farci sentire, fino al punto che nessun organo di stampa potrà ignorarci (...) Il 21 di Agosto fermeremo l’economia. Non ci saranno transazioni, non ci saranno pagamenti, né con i contanti e nemmeno online. Niente trasporti pubblici. Chiudete le strade più importanti, le strade che conducono a posti “ufficiali” come ambasciate, municipi ecc. Naturalmente, cerchiamo di ridurre la produzione. Non vi sto chiedendo di non andare a lavorare, ma riducete la produzione. Insieme possiamo farcela!>>

Queste le azioni da fare per aderire alla protesta, così come descritte dal collettivo “Humanti Project:

1) Non comprare nulla di giovedì, nemmeno in contanti. Fare scorte di cibo e altri beni essenziali precedentemente e, idealmente, fare acquisti da attività commerciali indipendenti nelle altre giornate. Anche i rinnovi di pagamenti automatici e gli acquisti online non devono essere effettuati di giovedì.

2) Ogni giovedì limitate o evitate di usare il trasporto pubblico, di comprare carburante o di ricaricare l’automobile elettrica. Se dovete usare il trasporto pubblico per lavoro e altre urgenze comprate i biglietti in anticipo, in modo che la transazione di acquisto non verrà registrata in quel giorno. Se proprio dovete usare un mezzo di trasporto privato e non potete andare a piedi, preferite la bicicletta o condividete la macchina con qualcun altro.

3) Se rischiate di essere licenziati non andando al lavoro è sufficiente evitare di fare acquisti, ma potreste considerare la possibilità di usare il giovedì come giorno di ferie.

Sulle pagine social del collettivo “Humanti Project” si legge anche: <<se anche solo il 5% dei consumatori smettesse di spendere per un giorno, ciò comporterebbe una contrazione delle spese di circa 2-2,5 miliardi di dollari. In questo ordine di grandezza gli economisti noterebbero qualcosa. Se l’azione viene ripetuta regolarmente l’impatto viene moltiplicato e i politici se ne accorgeranno>>.

Alla protesta hanno aderito diversi collettivi internazionali, come “Jewish Voice forPeace” (alla nostra redazione non risultano, al momento, adesioni da parte di organizzazioni o collettivi italiani).

Iniziative simili era state già lanciate in passato anche dalla stessa Owda ma, evidentemente, c’è bisogno di potenziarle e di organizzare con più costanza altre azioni di boicottaggio e proteste non violente.

Diffondete la notizia e facciamoci sentire anche sui “social meda asociali” con i seguenti hashtag: #globalstrike #globalstrikeforgaza #StrikeForGaza #ScioperoGlobalePerGaza #ScioperiamoPerGaza #ScioperoPergaza

Protoredazione



Possiamo cominciare a fare qualcosa di concreto contro il genocidio partendo da quello che mettiamo nel carrello della spesa, tutti i giorni: scaricate applicazioni come “No Thanks” e “Boycat” (le abbiamo testate entrambe e la prima sembra funzionare meglio), seguite le campagne del movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) e non acquistate prodotti di aziende che fanno affari con uno stato terrorista che applica l'apartheid e pratica il genocidio.

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ultimo aggiornamento 20/08/2025 00:47

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