15.5.24

ATTACCATA TRE VOLTE IN UNA SETTIMANA SEDE UNRWA DI GERUSALEMME EST

LAZZARINI: <ATTO OLTRAGGIOSO. TROVARE I RESPONSABILI SE NON SI VUOLE STABILIRE UN NUOVO E PERICOLOSO STANDARD>


IERI GLI ISRAELIANI RICORDAVANO L'"INDIPENDENZA", OGGI I PALESTINESI RICORDANO LA "NAKBA"


Lanci di pietre, intimidazioni a mano armata e attacchi incendiari alla sede dell'UNRWA di Gerusalemme Est per ben tre volte in sette giorni. 

Gli attacchi, anche quelli contro i camion che portano cibo e aiuti a Gaza, accompagnano una campagna di delegittimazione internazionale ai danni dell'Agenzia ONU per il Soccorso e il Collocamento dei Profughi Palestinesi nel Vicino Oriente: scopo principale dei fanatici messianici e dei fascio-sionisti è quello di minare il "diritto al ritorno" di profughi e discendenti palestinesi (oltre che controllare la ricostruzione di Gaza e appropriarsi delle sue risorse). 

Ricordiamo, inoltre, che i vertici dello stato teocratico ed etnocratico sostengono che diversi membri dell'UNRWA sarebbero complici di Hamas e altri gruppi armati ma, secondo l'Agenzia, queste accuse (mai provate) sarebbero state "fabbricate" estorcendo false confessioni con torture agli ostaggi palestinesi.

Infine, ricordiamo che oggi ricorre un funesto anniversario per i palestinesi: la "Nakba"...



Una mappa che mostra come la comunità ebraica è passata dal possedere circa il 7% delle terre nel '47 a occupare quasi tutta la Palestina, inclusi gli insediamenti illegali in Cisgiordania. Il titolo recita: <L’ESPANSIONE COLONIALE DAL 1947 A OGGI>. Sotto la scritta:<Nel primo riquadro, in blu, le terre possedute da ebrei nel 1947. Nel secondo i confini stabiliti nel 1949: la “Green Line” delimita Gaza (governata dall’Egitto) e la Cisgiornania (dalla Giordania). Nel terzo e nel quarto la suddivisione attuale con gli insediamenti illegali, dopo gli Accordi di Oslo e le elezioni del 2006.>

Le 4 mappe sono state elaborate da Oncenawhile e Comservant, tratte da Wikimedia e rilasciate con licenza Creative Commons.





GLI ATTACCHI DEI "COLONI" (MILIZIE PARAMILITARI)

In un messaggio su "X" (ex Twitter) del 9 Maggio Philippe Lazzarini, Commissario generale dell'UNRWA, annunciava la chiusura temporanea dell'ufficio dell'Agenzia di Gerusalemme est. Il motivo: un attacco di <<estremisti israeliani>> che hanno <<incendiato per due volte il perimetro del quartier generale dell'UNRWA (...) causando ingenti danni alle aree esterne. Al pian terreno si trova anche un deposito di benzina per le macchine dell'Agenzia. Il nostro direttore, con l'aiuto di altri membri dello staff, hanno domato da soli l'incendio perché i pompieri e la polizia israeliana hanno impiegato molto tempo prima di arrivare. Una folla di uomini armati sono stati visti mentre cantavano "Bruciamo le Nazioni Unite" (come nel video allegato sotto e diffuso sui media israeliani) (...) Hanno lanciato pietre a funzionari dell'ONU e contro l'edificio. Negli ultimi mesi, membri dell'ONU sono stati costantemente sottoposti a molestie e intimidazioni. In diverse occasioni, gli estremisti israeliani li hanno minacciati con delle pistole. È responsabilità dello Stato di Israele, in quanto potenza occupante, di assicurare che il personale ONU e i suoi edifici siano sempre protetti>>.

14.5.24

GAZA: PRIMA VITTIMA INTERNAZIONALE ONU

Anil Kale è la prima vittima dell'ONU di nazionalità non palestinese uccisa a partire dall'8 Ottobre. In totale sono almeno 260 gli operatori umanitari uccisi nel genocidio di Gaza, di cui 188 membri dell'UNRWA, l'agenzia che si occupa dei rifugiati palestinesi. Tra queste pagine abbiamo anche parlato della campagna di delegittimazione ai danni dell'UNRWA.



LE VITTIME "INTERNAZIONALI" FANNO SEMPRE PIÙ NOTIZIA... MA NON ABBASTANZA PER FERMARE IL GENOCIDIO


Sfondo nero, in basso a sinistra il simbolo dell'ONU e a destra una bandiera palestinese. Al centro la scritta:<LA PRIMA VITTIMA “INTERNAZIONALE” DELLE NAZIONI UNITE DEL GENOCIDIO DI GAZA SI CHIAMA ANIL KALE: LAVORAVA PER IL “DIPARTIMENTO DELLE NAZIONI UNITE DELLA SICUREZZA E PROTEZIONE” (UNDSS) LO SCORSO MESE UN ATTACCO AEREO ISRAELIANO HA TRUCIDATO 6 OPERATORI INTERNAZIONALI E 1 PALESTINESE DI “WORLD CENTRAL KITCHEN” A OGGI, 14 MAGGIO 2024, SONO STATI UCCISI ALMENO 260 OPERATORI UMANITARI DEI QUALI 191 MEMBRI DI DIVERSE AGENZIE ONU: 188 DELL’UNRWA, 1 DELL’UNDP, 1 DELL’OMS E 1 DELL’UNOPS SENZA CONTARE QUASI 500 OPERATORI SANITARI, 70 DI PROTEZIONE CIVILE E ALMENO 35000 VITTIME CIVILI  BASTA A GENOCIDIO E COLONIALISMO: FERMIAMO LA NUOVA NAKBA>



Lunedì un veicolo di un convoglio delle Nazioni Unite, con tanto di bandiere e insegne ben visibili, è stato raggiunto da colpi d'arma da fuoco. In quello che Farhan Haq, portavoce dell'ONU, definisce un <<attacco>> ha trovato la morte Anil Kale, ex appartenente all'esercito indiano e da due mesi membro del Dipartimento delle Nazioni Unite della sicurezza e protezione (UNDSS), diramazione dell'ONU che garantisce la sicurezza e affianca chi fornisce servizi e aiuti umanitari, con il ruolo di osservatore. Un'altra persona sarebbe rimasta ferita in maniera non grave. Il convoglio si trovava nei pressi di Rafah, dove le forze di offesa israeliane stanno preparando un'invasione via terra che finirebbe per moltiplicare i catastrofici danni della punizione collettiva dei gazawi.

È la prima vittima di nazionalità non palestinese del personale ONU: fino a oggi sono morti almeno 260 operatori umanitari (senza contare quasi 500 operatori sanitari e 70 di protezione civile), di cui 191 tra le fila delle Nazioni Unite: 188 membri dell'UNRWA e tre vittime, rispettivamente, dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), del Programma per lo sviluppo (UNDP) e dell'Ufficio per i servizi e i progetti (UNOPS). 

13.5.24

CRONACHE AUTOPRODOTTE DA "LIBBRA", FESTIVAL DELLE "LIBRERIE INDIPENDENTI IN RELAZIONE"

IL RESOCONTO VACILLANTE DAL FESTIVAL DELLE "L.I.RE."


Il logo del festival: a sinistra un monumento equestre con un cavallo fatto di ingranaggi e una figura femminile a cavvallo. A destra due occhi con un paio di occhiali. L'immagine assomiglia a una banconota delle vecchie "lire".


Il nostro auto-inviato per nulla speciale, il sincero e diligente Cronista Autoprodotto, è stato a "Libbra, festival delle librerie indipendenti in relazione" (in acronimo L.I.RE.). Il festival, giunto alla terza edizione, ha avuto luogo a Napoli tra il 3 e il 5 Maggio presso la chiesa barocca di San Giuseppe delle Scalze, sede del gruppo di associazioni "Le Scalze". È un evento progettato da una rete di librerie indipendenti partenopee: "Tamu", "Perditempo - libri, vini e vinili", "Libreria Librido" e "Libreria Dante & Descartes".

L'unione di questa rete si rifletteva anche nel posizionamento degli stand, che non erano separati come avviene nei classici saloni del libro, offrendo una soluzione di continuità sia "logistica" che tematica.


La gente che affolla la cappella/padiglione dove erano esposti i libri e dove hanno preso luogo le presentazioni.

Libri esposti della sigla editoriale "Derive Approdi". In alto se ne intravede uno recensito da noi nella rubrica "RecenTips", il Manuale di guerra psichica.

La facciata della chiesa vista da fuori
La location dell'evento

Come facciamo di consueto per le nostre recensioni di festival, il maxi-post che segue è fatto di tanti "articoletti nell'articolone": iniziamo con una prefazione meta-giornalistica sull'utilità delle presentazioni dei libri per un cronista precario nella frenetica epoca della mala-informazione.



La facciata della chiesa vista dall'interno. Sotto le statue si nota la scritta illuminata "mare nostrum".
La location dell'evento.


Ci addentriamo nel resoconto dell'evento con un primo mini-report sulla presentazione delle memorie di una prigioniera politica palestinese e sul dibattito in merito al genocidio in Palestina.

Altri testi esposti. Al centro uno intitolato "Aboliamo le prigioni?" di Angela Davis edito da Mimesis



Continuiamo spostandoci virtualmente in Egitto, con la presentazione di un podcast in cui si parla ancora di resistenza, repressione, necropolitica e realpolitik.

Passiamo poi a parlare dell'influenza delle droghe sulla storia dell'umanità, prendendo spunto da un libro a metà strada tra il saggio e il racconto.


Ancora altri testi esposti. Al centro se notano due delle edizioni del Saggiatore. Si intitolano "Nuova liberazione animale" e "Funghipedia".


Proseguiamo con una sintetica biografia di Danilo Dolci, riduttivamente noto come "il Gandhi italiano" o "Gandhi della Sicilia", in cui si spiega cosa significava per lui la pratica della maieutica o "autoanalisi popolare".

Torniamo a parlare di oppressione con la prosa poetica di una scrittrice-giornalista turca, di cui ci colpisce la vicenda biografica segnata da esilio, carcerazione e semplici denunce che, in un contesto di manipolazione e disinformazione, appaiono radicali e richiedono molto coraggio.

Avviandoci verso la conclusione, prendiamo spunto da una rivista di giornalismo a fumetti per riflettere, ancora una volta, sui veri scopi dell'informazione mainstream, sull'alternanza scuola lavoro e su un'esperienza di riscatto tramite lo sport popolare.

Infine, concludiamo ritornando nel girone infernale-carcerario palestinese con alcune tavole di una graphic novel.

Il resoconto che vi apprestate a leggere è per forza di cose frammentato e incompleto: definire la tre giorni solo come "densa" sminuirebbe la portata culturale e di aggregazione che rappresentano momenti del genere. È stato difficile fare una cernita delle presentazioni da seguire con le poche risorse a nostra disposizione. Non ce ne vogliano tutt3 quelle/i che non sono state/i menzionat3 e che hanno preso parte alla fiera: la scelta che abbiamo operato non si basa su criteri "qualitativi" delle opere presentate, delle conferenze e dei vari laboratori, ma ha privilegiato esclusivamente alcuni temi già approfonditi su questa testata, oltre alle preferenze tematiche del nostro cronista autogestito e a contingenze varie...

Augurandovi buona lettura, vi suggeriamo di leggere questa "recensione di recensioni" con tanta calma (lo "slow-journalism" richiede "slow-reading") oppure di selezionare i capitoletti che vi attirano di più, un po' come quando si sceglie di prendere un libro da uno scaffale invece che un altro...


LE PRESENTAZIONI DI LIBRI E UNA LIBRERIA DA CRONISTA PRECARIO

9.5.24

QUARANTASEI ANNI FA MORIVANO PEPPINO IMPASTATO E ALDO MORO

Il 9 Maggio del 1978 morivano Giuseppe Impastato e Aldo Moro.

Un anno fa abbiamo pubblicato due approfondimenti, tra le righe impalpabili della rubrica Recentips.


Gli screenshot degli articoli linkati nel post e apparsi un anno fa su Recentips
Gli screenshot degli articoli linkati qui sotto

8.5.24

BASTA ANIMALI AL CIRCO!

SPAZIO COMUNICA-AZIONI 

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato diffuso da Napoli Animal Save e Salerno Animal Save in merito a un presidio contro l'impiego di animali (non umani) nei circhi


Il simbolo di un divieto con all'interno le sagome di un leone, un elefante e un orso. Sotto la scritta "No animals in circuses"
Immagine di Chrisdesign da Openclipart.org

I due collettivi si descrivono così: <<Napoli Animal Save e Salerno Animal Save fanno parte di una rete globale di centinaia di capitoli di Animal Save Movement che testimoniano la sofferenza degli animali e le ingiustizie ai cancelli dei mattatoi. La missione di Animal Save Movement è quella di condividere l’idea che tutti abbiamo il dovere morale di testimoniare e di porre fine all’allevamento degli animali. La nostra visione è quella di un mondo equo, vegano ed eco-friendly per gli animali, il pianeta e la nostra salute.>>


Il volto di una leonessa dietro la grata di una gabbia
Foto di Publicdomainpictures da Pixabay


Prima di lasciarvi alla lettura del comunicato ci preme segnalarvi un post antispecista pubblicato tra queste pagine digitali: utilizzando preziosissimi spunti, presi in prestito dagli scritti di Ocalan, parliamo della scaturigine dello sfruttamento e dello sterminio contemporaneo degli animali, e cioè dell'antica "cultura della caccia" potenziata dall'"intelligenza analitica", per usare le definizioni dell'ispiratore del confederalismo democratico.

Sempre in tema di allevamenti intensivi e connessi interessi, normative e devastazioni ambientali, segnaliamo inoltre l'inchiesta "Food for Profit" di Giulia Innocenzi e Paolo D'Ambrosi, visibile su RaiPlay e mandata in onda dal programma Report la scorsa domenica. 


<<PRESIDIO CONTRO L’UTILIZZO DEGLI ANIMALI NEL CIRCO

Venerdì 3 maggio 2024 noi attivistɜ di Napoli Animal Save e di Salerno Animal Save ci siamo recatɜ di fronte al circo Lidia Togni a Bellizzi per esprimere il nostro dissenso per quanto riguarda l’utilizzo degli animali negli spettacoli.

Siamo riuscitɜ a vedere e riprendere elefanti indiani, pinguini di Humboldt, cavalli e tigri bianche. Questi erano gli animali lì presenti, animali utilizzati per il divertimento delle famiglie. Animali che dovrebbero e vorrebbero trovarsi ovunque tranne che lì.

1.5.24

UNRWA, LAZZARINI: FINIREMO DI OPERARE QUANDO NASCERÀ STATO PALESTINESE

GLI USA SONO L'UNICO PAESE CHE NON HA RIPRESO A FINANZIARE L'AGENZIA ONU


Un monumento con la chiave che simboleggia il diritto al ritorno dei palestinesi.
Un monumento con la chiave che simboleggia il diritto al ritorno dei palestinesi, prerogativa connessa allo status di rifugiato che viene certificato dall'UNRWA. Foto di Reina91 da Wikimedia rilasciata con licenza Creative Commons


MINISTRO DEGLI INTERNI ISRAELIANO VIETA A LAZZARINI DI ENTRARE A GAZA VIA ISRAELE



Aggiornamento sull'UNRWA (acronimo di United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East), l’Agenzia ONU per il Soccorso e il Collocamento dei Profughi Palestinesi nel Vicino Oriente che si occupa di assistere, difendere e promuovere i diritti di quasi 6 milioni di rifugiati palestinesi nei territori occupati (Gerusalemme est inclusa), in Siria, Libano e Giordania. L'Agenzia conta 13mila dipendenti ed è la più numerosa dell'ONU.

Israele accusa l'UNRWA di complicità nel 7 ottobre mentre l'agenzia accusa lo stato teo-etnocratico di aver estorto confessioni con la tortura per fabbricare quelle accuse

Al vertice dell'agenzia, Philippe Lazzarini, è stato vietato di recarsi a Gaza passando per Israele

Lazzarini ha spiegato che le funzioni "para-governative" dell'agenzia, inclusa quella di accertare lo status di rifugiato (e il conseguente "diritto al ritorno"), cesseranno di esistere quando nascerà lo stato palestinese, dopo che verrà trovata una soluzione politica. 


DELEGITTIMARE L'UNRWA PER NEGARE IL DIRITTO AL RITORNO

In queste ore il ministro degli interni israeliano, Moshe Arbel, ha vietato a Philippe Lazzarini, Commissario Generale dell'agenzia, di entrare a Gaza passando per Israele. Questo perché, come abbiamo spiegato tra queste pagine digitali, lo stato guidato dai fondamentalisti messianici e fanatici sionisti accusa l'UNRWA di essere complice dell'attacco del 7 Ottobre.

L'UNRWA ha invece accusato l'intelligence dello stato etno-teocratico di aver estorto confessioni con la tortura a suoi dipendenti per fabbricare false prove sul presunto coinvolgimento.

Una Commissione indipendente dell'ONU ha confermato che Israele non ha fornito alcuna prova a sostegno delle accuse, inizialmente veicolate a mezzo stampa con un "dossier riservato" che, in realtà, era una velina governativa colma di generiche denunce, non supportate da evidenze. 

Vero scopo della campagna di delegittimazione dell'UNRWA, oltre al controllo delle fornitura degli aiuti, delle risorse e alla ricostruzione della Striscia oramai ridotta a macerie, è quello di scongiurare il cosiddetto "diritto al ritorno", spettante ai profughi scacciati dalle pulizie etniche e ai loro successori.

Il commissario dell'agenzia dovrebbe perciò entrare a Gaza passando tramite il confine con l'Egitto a Rafah, cittadina a bordo della quale da giorni le forze di offesa israeliane si stanno ammassando in preparazione di un attacco via terra che sarebbe imminente e catastrofico. Quasi tutti gli sfollati di Gaza sono accampati lì.

30.4.24

AGGIORNAMENTO SU COSPITO E BENIAMINO: CONDANNA DEFINITIVA A 23 E 17 ANNI

CONFERMATO ANCHE IL REGIME DI 41 BIS. PENE TROPPO SEVERE PER I LEGALI

La scorsa settimana è diventata definitiva la condanna a 23 anni per Alfredo Cospito e a quasi 18 anni per Anna Beniamino, in relazione all'attentato alla caserma per allievi Carabinieri di Fossano nel 2006

I due, inizialmente, erano stati condannati per -tentata- "strage comune" ma, in un secondo momento, il reato contestato è stato quello di "strage politica". 

In questo post ripercorriamo brevemente la vicenda giudiziaria, concentrandoci sulla differenza tra i due tipi di reato, e riproponiamo una serie di articoli, per chi volesse approfondire, dedicati alla militanza del "simbolo" dell'anarco-insurrezionalismo-nichilista contemporaneo e sulle diverse anime dell'anarchismo.


A sinistra e al centro le immagini di Cospito che viene allontanato da un'udienza, riprese da siti dell'area insurrezionalista e usate per pubblicizzare degli eventi in suo favore. A destra la stessa immagine diventa un'icona, viene stilizzata e usata per analoghe iniziative
A sinistra e al centro le immagini di Cospito che viene allontanato da un'udienza, riprese da siti dell'area insurrezionalista e usate per pubblicizzare degli eventi in suo favore. A destra la stessa immagine diventa un'icona, viene stilizzata e usata per analoghe iniziative



L'ATTENTATO DI FOSSANO E LA GAMBIZZAZIONE DI ADINOLFI

La Cassazione ha respinto i ricorsi della difesa (avv. Flavio Rossi Albertini e Caterina Calia) e della procura torinese che miravano a far celebrare un nuovo processo d'appello per ottenere, rispettivamente, di non concedere le attenuanti e di ridurre le pene sollevando eccezioni di incostituzionalità.

Secondo Albertini si tratta comunque di una "mezza vittoria", anche se molto amara, dato che la <<pena, seppur aspra, fa intravedere a Cospito di poter, un giorno, riottenere la libertà>> essendo stata riconosciuta <<l'irragionevolezza della prevalenza sulle attenuanti generiche della contestata recidiva reiterata>>. Mentre per Beniamino la procura aveva originariamente richiesto una condanna a 27 anni, per Cospito si era chiesto l'ergastolo, con un anno di isolamento diurno. Quest'ultimo, infatti, è stato condannato in via definitiva a quasi 11 anni pure per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare, attentato compiuto dopo l'incidente nucleare di Fukushima. 

Il complice di Cospito, Nicola Gai, ha riottenuto la libertà nel 2020. Come emerse dalle dichiarazioni dei condannati Adinolfi, ferito, urlò ai due: <<so chi vi manda, bastardi!>>. Circostanza poi smentita dalla vittima, mentre Cospito ha spiegato in uno scritto di aver scoperto, in quel momento, che avevano messo <<le mani in un letamaio>>. Le urla lo avrebbero <<pietrificato>> per pochi secondi, il tempo necessario ad Adinolfi per leggere i numeri di targa del motorino usato, <<che da inesperti>> non avevano coperto.

Per Cospito è stato anche confermato il cosiddetto "carcere duro" in regime di 41 bis anche se, come abbiamo approfonditamente spiegato tra queste pagine virtuali, è stato presentato un ricorso alla CEDU. Diversi scritti per corrispondenza lo hanno condotto a essere accusato di essere una sorta di ossimorico "capo" degli anarchici-insurrezionalisti senza un'organizzazione gerarchica e verticistica, e così è precipitato nel regime di "carcere duro". Una misura estrema e immotivata, secondo il suo avvocato, dato che sarebbe bastato restringere la possibilità di comunicare tramite missive con l'esterno nel regime di alta sicurezza, in cui era precedentemente ristretto.



I FATTI DI FOSSANO: ATTENTATO DIMOSTRATIVO O FALLITO?

29.4.24

AUTONOMIA DIFFERENZIATA: IL DISEGNO DI LEGGE CHE SPACCA L'ITALIA

FUNZIONAMENTO, INCONGRUENZE E INSIDIE DEL DDL CALDEROLI 


Fissata per le ore 10 di questa mattina la discussione alla Camera sul DDL Calderoli, dopo che è stato approvato dal Senato lo scorso Gennaio e assegnato alla Commissione Affari Costituzionali della Camera.


Manifesto del comitato campano contro l'autonomia differenziata. Sullo sfondo la cartina dell'Italia che appare strappata a metà Al centro la scritta: No autonomia differenziata. Sottotilo: Dal nord al meridione insieme contro la secessione


Mercoledì 24 Aprile era stato approvato dalle opposizioni un emendamento che cancellava la parola "autonomia" dal primo articolo del disegno di legge, mentre alcuni esponenti della maggioranza erano assenti. La maggioranza ha "bypassato" la decisione argomentando che la votazione doveva essere considerata nulla per ragioni procedurali e ripetendola nei giorni successivi. Secondo l'opposizione si sarebbe dovuta ripetere subito per essere considerata valida. Le opposizioni denunciano questo pericoloso precedente che viola Costituzione e regole parlamentari rinforzando la "dittatura della maggioranza". La Commissione avrebbe dovuto lavorare a ritmo serrato per discutere più di duemila emendamenti ma, dopo che ne sono stati votati soltanto 80, è stata applicata la cosiddetta "ghigliottina parlamentare" (o "tagliola").

Al di là di questo preoccupante e più recente evento, a destare altri timori sono le violazioni dei principi costituzionali di indivisibilità della Repubblica e di solidarietà all'interno del disegno di legge che porta il nome del ministro per gli affari regionali e le autonomie. DDL, in passato osteggiato dagli alleati della Lega e dalla stessa Premier, che diventa perno su cui si regge l'attuale maggioranza in quanto moneta di scambio politico con il cosiddetto "premierato forte", altro provvedimento che rischia di stravolgere la nostra democrazia e di farla virare sempre più verso una democratura. Partiamo vedendo cosa prevede, formalmente, il DDL Calderoli e dove affonda le sue radici.



LE RADICI DEL DDL CALDEROLI


Il volto di Calderoli su una confezione di "Maalox". In basso a sinistra la scritta: "Chi chiagne e chi fotte?"


Il cosiddetto "Ddl Calderoli", ribattezzato come "Spacca Italia", ma noto anche con le espressioni "regionalismo differenziato", "asimmetrico" o, più precisamente, come attuazione della riforma dell'Autonomia Differenziata, consentirebbe il trasferimento di diverse funzioni dallo Stato centrale alle 15 Regioni a statuto ordinario e finirebbe per alimentare le già profonde sperequazioni tra diverse aree del paese. 

In sostanza, potremmo ritrovarci con tanti sistemi governativi diversi in cui, per fare qualche esempio, si avrebbero programmi scolastici differenziati e altrettante eterogenee politiche estere o ambientali, basate su intese e corrispondenti leggi ad hoc per ogni regione richiedente. In due parole: dis-uniformità normativa. Se arrivassimo a questo punto si farebbe prima a proclamare venti stati diversi e dichiarare, anche formalmente, la fine della Repubblica.

Le madri e i padri Costituenti, dopo la Resistenza al nazifascismo, avevano concepito l'indivisibilità e l'unità della Repubblica, dal punto di vista geografico e dei valori comuni, così come espresse nell'articolo 5 della Costituzione. Il quinto dei primi dodici principi fondamentali riconosce anche le autonomie locali, in sinergia con il governo centrale e in linea con gli ideali della stessa Carta fondamentale, oltre al decentramento amministrativo, in rottura con l'accentramento del potere fascista e favorendo l'azione delle amministrazioni locali, più vicine ai cittadini, i quali dovrebbero essere effettivamente coinvolti nei processi decisionali e nella vita politica.

Il disegno di legge 615, ossia lo "Spacca Italia", affonda le sue radici nelle riforma del Titolo V della Costituzione, quello dedicato a Regioni, Province e Comuni, in quanto ne costituirebbe l'attuazione. La legge costituzionale n.3/2001 ha completamente cambiato il rapporto tra governo centrale ed enti locali, attribuendo a quest'ultimi tutte le competenze non riservate esplicitamente allo Stato, trasformando gli enti periferici nei principali punti di riferimento degli abitanti dei singoli territori e attribuendo loro uno status paritario a quello dello Stato. La riforma del Titolo V della Costituzione ha, quindi, già ampliato le materie di competenza di Regioni ed Enti locali, ed è stata promossa da un governo di centrosinistra per contrastare le tensioni secessioniste della Lega Nord che, da parte sua, mirava più a ottenere potere in ambito locale che a garantire l'autogoverno dei cittadini.

La storia recentissima dello "Spacca Italia" comincia però con un'intesa siglata da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna (che si troverebbero a poter gestire direttamente quasi duecento miliardi di euro e che diventerebbero nuove regioni a statuto speciale de facto) con il governo Gentiloni nel 2018. Accordo che ha attraversato il governo "gialloverde", "giallorosso" e, infine, quello tecnocratico-draghiano.



LE INTESE SU 23 MATERIE (E "SOTTO-MATERIE") E I LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI (LEP)

25.4.24

ATTUALIZZARE L'ANTIFASCISMO PERCHÉ IL FASCISMO NON È ANCORA SCONFITTO

CELEBRIAMO LA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO OGNI GIORNO, CON I FATTI

Festeggiamo la liberazione dal nazifascismo con un editoriale che ricorda che il fascismo esiste ancora in diverse forme. Per questo dobbiamo celebrare la Liberazione con le nostre azioni e pratiche quotidiane.


Bandiera col simbolo dell'antifascismo
Foto nell'articolo de "Lo Skietto" dal corteo di Napoli.



FASCISMO, NEOFASCISMO O POSTFASCISMO: DIVERSE EPOCHE, STESSA SOSTANZA

Il fascismo non è mai cessato di esistere: è solo diventato più subdolo. 


Striscione anarchico che recita: L'antifascismo è anticapitalisa. 25 Aprile a fianco del popolo palestinese e di tutti i popoli oppressi. Contro governi stati e poteri. Autogestione, uguaglianza e libertà.


Se lo consideriamo come una delle forme più brutali delle svariate prevaricazioni funzionali all'aristocrazia nazional-capitalista, foriera di guerre, diseguaglianze, schiavitù e ipocrisia, allora potremmo anche sostenere che esiste da diversi secoli, anche se Mussolini fu il primo contemporaneo a sistematizzarlo. Il "modello" fascista fu poi esportato in Germania e fuso con il nazismo. Il nazi-fascismo si è adattato ai tempi e alle leggi, è diventato più subdolo, più guardingo, a volte meno dirompente, ma è sempre lì, come un fuoco sotterraneo e nascosto dalle ceneri, pronto a riattizzarsi.

24.4.24

UNRWA: NESSUNA PROVA DA ISRAELE SU COLLUSIONE CON HAMAS

Aggiornamento sull'Agenzia che fornisce servizi essenziali e garantisce basilari diritti umani dei palestinesi sfollati a partire dal ’48: Israele aveva accusato una manciata di dipendenti dell'UNRWA di complicità nel 7 Ottobre, mentre un altro migliaio sarebbe collegato con Hamas e la Jihad Islamica Palestinese. Le accuse avevano comportato la sospensione dei fondi versati da diversi stati all'UNRWA.


A sua volta l'Agenzia ONU per il soccorso e il collocamento dei profughi palestinesi, che in questo momento deve far fronte soprattutto alla denutrizione dilagante a Gaza, aveva accusato Israele di aver estorto con la tortura delle confessioni da dipendenti ristretti.
Molti dei paesi hanno già ripreso a fornire finanziamenti all'agenzia per i rifugiati palestinesi e, pochi giorni fa, un'indagine interna all'ONU ha confermato che Israele non ha mai fornito alcuna prova a sostegno delle sue accuse.


Il rapporto fornisce, inoltre, decine di indicazioni per migliorare l'applicazione del principio di neutralità e afferma che l'Agenzia <<non è sostituibile ed è indispensabile>>, mentre i governanti sionisti si sforzano di eliminarla insieme al cosiddetto "diritto al ritorno".


Infine, l'Agenzia è stata anche oggetto di diverse campagne di delegittimazione, inclusa un'operazione di propaganda digitale.



Un monumento con la chiave che simboleggia il diritto al ritorno dei palestinesi.
Un monumento con la chiave che simboleggia il diritto al ritorno dei palestinesi. Foto di Reina91 da Wikimedia rilasciata con licenza Creative Commons


LE ACCUSE FONDATE SOLO SULLA "VELINA-DOSSIER" ISRAELIANA