30.4.24

AGGIORNAMENTO SU COSPITO E BENIAMINO: CONDANNA DEFINITIVA A 23 E 17 ANNI

CONFERMATO ANCHE IL REGIME DI 41 BIS. PENE TROPPO SEVERE PER I LEGALI

La scorsa settimana è diventata definitiva la condanna a 23 anni per Alfredo Cospito e a quasi 18 anni per Anna Beniamino, in relazione all'attentato alla caserma per allievi Carabinieri di Fossano nel 2006

I due, inizialmente, erano stati condannati per -tentata- "strage comune" ma, in un secondo momento, il reato contestato è stato quello di "strage politica". 

In questo post ripercorriamo brevemente la vicenda giudiziaria, concentrandoci sulla differenza tra i due tipi di reato, e riproponiamo una serie di articoli, per chi volesse approfondire, dedicati alla militanza del "simbolo" dell'anarco-insurrezionalismo-nichilista contemporaneo e sulle diverse anime dell'anarchismo.


A sinistra e al centro le immagini di Cospito che viene allontanato da un'udienza, riprese da siti dell'area insurrezionalista e usate per pubblicizzare degli eventi in suo favore. A destra la stessa immagine diventa un'icona, viene stilizzata e usata per analoghe iniziative
A sinistra e al centro le immagini di Cospito che viene allontanato da un'udienza, riprese da siti dell'area insurrezionalista e usate per pubblicizzare degli eventi in suo favore. A destra la stessa immagine diventa un'icona, viene stilizzata e usata per analoghe iniziative



L'ATTENTATO DI FOSSANO E LA GAMBIZZAZIONE DI ADINOLFI

La Cassazione ha respinto i ricorsi della difesa (avv. Flavio Rossi Albertini e Caterina Calia) e della procura torinese che miravano a far celebrare un nuovo processo d'appello per ottenere, rispettivamente, di non concedere le attenuanti e di ridurre le pene sollevando eccezioni di incostituzionalità.

Secondo Albertini si tratta comunque di una "mezza vittoria", anche se molto amara, dato che la <<pena, seppur aspra, fa intravedere a Cospito di poter, un giorno, riottenere la libertà>> essendo stata riconosciuta <<l'irragionevolezza della prevalenza sulle attenuanti generiche della contestata recidiva reiterata>>. Mentre per Beniamino la procura aveva originariamente richiesto una condanna a 27 anni, per Cospito si era chiesto l'ergastolo, con un anno di isolamento diurno. Quest'ultimo, infatti, è stato condannato in via definitiva a quasi 11 anni pure per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare, attentato compiuto dopo l'incidente nucleare di Fukushima. 

Il complice di Cospito, Nicola Gai, ha riottenuto la libertà nel 2020. Come emerse dalle dichiarazioni dei condannati Adinolfi, ferito, urlò ai due: <<so chi vi manda, bastardi!>>. Circostanza poi smentita dalla vittima, mentre Cospito ha spiegato in uno scritto di aver scoperto, in quel momento, che avevano messo <<le mani in un letamaio>>. Le urla lo avrebbero <<pietrificato>> per pochi secondi, il tempo necessario ad Adinolfi per leggere i numeri di targa del motorino usato, <<che da inesperti>> non avevano coperto.

Per Cospito è stato anche confermato il cosiddetto "carcere duro" in regime di 41 bis anche se, come abbiamo approfonditamente spiegato tra queste pagine virtuali, è stato presentato un ricorso alla CEDU. Diversi scritti per corrispondenza lo hanno condotto a essere accusato di essere una sorta di ossimorico "capo" degli anarchici-insurrezionalisti senza un'organizzazione gerarchica e verticistica, e così è precipitato nel regime di "carcere duro". Una misura estrema e immotivata, secondo il suo avvocato, dato che sarebbe bastato restringere la possibilità di comunicare tramite missive con l'esterno nel regime di alta sicurezza, in cui era precedentemente ristretto.



I FATTI DI FOSSANO: ATTENTATO DIMOSTRATIVO O FALLITO?

L'attacco alla caserma degli allievi carabinieri di Fossano del 2006, rivendicato dall'indefinibile "Federazione Anarchica Informale" (la sigla usata nello specifico era "RAT/FAI Rivolta Anonima e Tremenda"), consisteva in 2 ordigni con un chilo di polvere pirica (quella dei fuochi d'artificio, per intenderci) e alcuni oggetti metallici, posizionati in bidoni per la spazzatura, nelle vicinanza dell'ingresso.

L'anarco-nichilista ha sempre negato la paternità dell'attentato, pur definendolo un mero atto dimostrativo e specificando che <<gli anarchici non uccidono con stragi indiscriminate come lo Stato>> .

Difatti le esplosioni non hanno arrecato danno a nessuno e hanno danneggiato solo i bidoni dell'immondizia in cui si trovavano, come ha dimostrato un'inchiesta del programma Report

Dalle immagini diffuse dalla trasmissione televisiva di Rai 3 si notano altri bidoni della spazzatura, di fianco a quelli esplosi, che sono rimasti praticamente intatti.


I bidoni della spazzatura menzionati nel post


La prima esplosione, innescata con un dispositivo a tempo, è avvenuta alle 3 della notte tra tra il 2 e 3 giugno del 2006, fattore che sembra confermare l'intento "dimostrativo" dell'attentato. Tuttavia, va detto anche che il secondo scoppio era stato programmato a mezz'ora di distanza dal primo, secondo la cosiddetta strategia del "doppio tocco" ("double tap" in inglese) o della "trappola": una prima esplosione dovrebbe attirare persone e, in un secondo momento, la seconda esplosione dovrebbe arrecare danno a chi giunge sul posto. Se non c'è stata nessuna vittima è stato solo frutto del caso, secondo l'accusa.



L'UNICA "STRAGE POLITICA" SENZA FERITI E MORTI DELLA STORIA ITALIANA

Consultando i ricorsi presentati dalla difesa, ci sembra di capire che i legali non hanno negato che la vita di un numero indeterminato di carabinieri fosse stata effettivamente messa in pericolo anche se, nella trasmissione televisiva succitata, Albertini qualifica quello, e altri attentati simili, come atti <<meramente intimidatori>>. In altre parole: c'è stato il pericolo ma non la volontà di uccidere. Al di là di questo i legali hanno contestato il fatto che l'attentato minasse la sicurezza dello stato.

Inizialmente i due erano stati condannati in primo grado a 20 e 16 anni per "strage comune", punita dall'art. 422 C.P. con pena minima di 15 anni, quando non ci sono vittime. Nel 2022 la Cassazione ha accolto la richiesta della procura torinese riqualificando il reato come "strage politica", in base all'art. 285 C.P., che punisce con l'ergastolo chi attenta alla sicurezza dello stato tramite devastazione, saccheggio o strage, per l'appunto, e che prevede l'intenzione di ledere la personalità giuridica dello Stato

La Suprema Corte ha chiesto perciò di ricalcolare la pena alla Corte d'assise di Torino. Quest'ultima ha chiamato in causa la Corte Costituzionale per decidere sulla concessione delle attenuanti, dichiarando incostituzionale parte dell'art. 69 C.P. 

In seguito Cospito e Beniamino furono perciò condannati alla pena confermata in Cassazione lo scorso 24 Aprile, riconoscendo e confermando la <<particolare tenuità>> dell'atto, la <<blanda ripercussione sulla compagine statale>> e il <<pericolo limitatissimo di lesione della personalità dello Stato e dell'ordine democratico>> .

Pur non nutrendo nessuna simpatia politica verso l'anarco-individualismo-nichilista (e avendo già parlato, tra queste righe digitali, di terrorismolotta armata e del gusto estetico per la violenza, propagandato da questa specifica frangia dell'eterogeneo anarchismo) il trattamento riservato alla coppia appare, a chi scrive, estremamente penalizzante, anche se formalmente valido, almeno in apparenza: i legali della difesa hanno contestato la violazione del principio della proporzionalità della pena, in relazione alla riqualificazione del reato in strage politica. 

La condanna, infatti, appare particolarmente severa soprattutto se si considera che il reato di "strage politica" non è stato contestato nemmeno per le stragi di Capaci e via d'Amelio (per le quali inizialmente si era addirittura ipotizzata l'accusa di omicidio plurimo)di Piazza Fontana e, per molti anni, nemmeno per quella della stazione di Bologna (inizialmente configurata come "strage comune" in base alla nozione di formazione armata spontaneista attribuibile ai NAR). Ci risulta, inoltre, che la prima imputazione per "strage politica" è stata adottata per l'attentato di Piazza della Loggia a Bresciamentre per gli altri attentati dinamitardi di matrice mafiosa tra il '92 e il '94 si è sempre proceduto sempre in base all'art. 422 C.P., incluso quello fallito, per il malfunzionamento di un telecomando, allo stadio Olimpico di Roma, che avrebbe dovuto colpire un bus di carabinieri (la ragione specifica, leggendo pagina 175 della sentenza del 21 gennaio 2000 e pubblicata sul sito dedicato alla Strage di via dei Georgofili a Firenze -nella foto qui sotto- non è completamente chiara a chi scrive. Tuttavia, mi sembra di capire che a Totò Riina e compagnia non veniva contestato lo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato, ma "soltanto" quello di terrorizzare e provocare il panico nella popolazione per agevolare "Cosa Nostra". Se ne sapete di più vi preghiamo di segnalarcelo nei commenti qui sotto, via mail o sulle piattaforme social: aiutiamoci a vicenda per la ricerca delle verità!).


L'immagine di pagina 175 della sentenza citata con alcuni passi evidenziati


Quelli sopra citati sono attacchi ben più strutturati e diretti al cuore dello Stato che hanno provocato, complessivamente, più di 100 morti. Attentati commessi con il chiaro intento, seppur "mimetizzato" da svariati depistaggi, di uccidere per destabilizzare e terrorizzare il paese intero ma non diretti, almeno formalmente, a danneggiare la personalità dello Stato. 

Per ironia del destino, e come da storico "copione" almeno dai tempi della "paura rossa", per la strage di Piazza Fontana fu ingiustamente accusato il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli: fu fatto "volare" da una finestra della questura di Milano, destino simile a quello di Andrea Salsedo, altro anarchico legato alla storia di Sacco e Vanzetti. Ma queste sono altre storie, seppur politicamente e storicamente connesse...

In conclusione, anche per chi si macchia delle azioni che possono essere considerate le peggiori, dovrebbero sempre essere garantiti almeno i basilari diritti umani. Per questo, nonostante la distanza politica abissale che mi separa da Cospito, gli sono comunque grato per la battaglia non violenta che ha condotto da dietro le mura carcerarie, e in particolare con lo sciopero della fame durato quasi sei mesi: ha riportato all'attenzione pubblica i problemi dell'ergastolo, la "pena di morte perpetua", e del regime di 41 bis, il "carcere duro". 

Tra l'altro lo Stato italiano non ha ancora recepito le indicazioni provenienti dall'ONU per non macchiarsi, a sua volta, dell'infangante colpa della "tortura di Stato", che può avere molti effetti distorti, a partire dalle false o "parziali" collaborazioni. Se poi si chiede a un anarchico-spontaneista di collaborare per denunciare una presunta organizzazione che rifugge dall'organizzazione stessa, in quanto spontaneista e con una sigla rivendicabile potenzialmente da chiunque (servizi "deviati" inclusi), tanto peggio...

Anarco-pacifista





Per chi fosse interessato ad approfondire la vicenda personale, giuridica, politica e mediatica di Cospito segnaliamo una serie di articoli, oltre a quelli sopra-linkati:


1) ALFREDO COSPITO: DALL’ACCUSA DI DISERZIONE AL 41 BIS

LE VICENDE GIUDIZIARIE DELL’ANARCHICO INSURREZIONALISTA

In questo post sintetizziamo le vicende giudiziarie dell’anarchico insurrezionalista Alfredo Cospito, e altre connesse alla "FAI", partendo dall'accusa di diserzione in quanto uno dei primi "obiettori totali" alla leva.



2) LE DICHIARAZIONI DEI MEDICI DI MESSINA DENARO E DI COSPITO

DUE PESI E DUE MISURE

Qui trovate un’ “esclusiva” di Fanrivista (dato che siamo stati i soli a mettere a confronto due notizie di cronaca avvenute a Gennaio del 2023) dove parlavamo dei “due pesi e due misure” usati con Cospito e Matteo Messina Denaro: un primo punto riguarda l’accusa di strage politica, dato che in un primo momento il vertice di Cosa Nostra era accusato “semplicemente” di omicidio plurimo per il concorso nella strage di Capaci (come abbiamo spiegato sopra), mentre poi verrà condannato solo per strage comune.

Inoltre, in quei giorni, mentre il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria vietava alla dottoressa che curava  Cospito di rilasciare dichiarazioni alla testata radiofonica antagonista “Radio Onda d’Urto”, tutte le principali testate nazionali pubblicavano le dichiarazioni di Messina Denaro ai sanitari che lo avevano in cura. Dichiarazioni che potenzialmente potevano nascondere dei messaggi in codice e che dunque sarebbe stato più sensato vietare, a differenza di quelle dell’anarchico che da anni pubblicava a distanza su vari siti della galassia anarchica, testi che giustificherebbero il regime ostativo cui è sottoposto, mentre secondo il suo legale sarebbe bastato applicare una censura sulla sua corrispondenza lasciandolo nella sezione di “alta sicurezza”, come abbiamo spiegato sopra.



3) PERCHÉ STO CON COSPITO E PERCHÉ NON STO CON COSPITO (parte 1)

DALLE VENDETTE DI STATO AI CRIMINI PUNIBILI E NON PUNIBILI

In questo post parliamo di 41 bis ed ergastolo non riducibile (detto anche ostativo).



4) PERCHÉ STO CON COSPITO E PERCHÉ NON STO CON COSPITO (parte 2)

L’USO DELLA VIOLENZA E LA STORICA SPACCATURA DEL MOVIMENTO LIBERTARIO

Qui invece Anarco-pacifista esprime la sua posizione personale su questioni di militanza e, in particolare, riguardo all’uso della violenza come strumento politico, sulle diverse anime e sulle storiche spaccature del movimento anarchico (no, anarchia non vuol dire semplicemente “caos”, casomai ve lo steste chiedendo!).



5) ALFREDO COSPITO: TEORIE DEL COMPLOTTO O FRAMMENTI DI VERITÀ?!

LE ACCUSE INFODATE ALLA PSEUDO-SINISTRA (PD) E I TIPI DI PROTESTE CHE POSSONO FAVORIRE LA NORMALIZZAZIONE DELLA REPRESSIONE DEMOCRATICA E POTENZIALMENTE A BENEFICIO DELLA “STRATEGIA DELLA TENSIONE”

Qui abbiamo parlato delle accuse, campate in aria, mosse da Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia) alla pseudo-sinistra del Partito Democratico e che hanno portato a processo per rivelazione di segreto d'ufficio il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, avendo passato le informazioni rese pubbliche da Donzelli in parlamento.



6) Qui trovate tutti gli altri articoli di cronaca e di approfondimento dedicati alla detenzione.



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1 commento:

  1. Cospito si è reso conto di toccare il letamaio... Adinolfi gli ha gridato "so chi vi manda" perché si aspettava l'attentato da un altro mandante. Ergo, sarebbe solo una coincidenza, oppure... Il mandante, o chi per lui, è riuscito a usare Cospito come utile idiota...

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