15.4.24

RITORNIAMO A ESSERE UMANI

IN RICORDO DI VITTORIO ARRIGONI

Ricordiamo Vittorio Arrigoni parlando dei punti mai chiariti riguardo alla sua barbara uccisione e riportando alcuni dei suoi articoli che siamo riusciti a scovare nei meandri del web tra cui, in particolare, un post pubblicato sul suo blog, "Guerrilla Radio", in cui immaginava uno stato unico come soluzione all'annosa questione palestinese. 

Su quel sito, attualmente offline ma di cui esistono ancora diverse tracce sul web, campeggiava questa descrizione: <<Guerriglia alla prigionia dell'Informazione. Contro la corruzione dell'industria mediatica, il bigottismo dei ceti medi, l'imperdonabile assopimento della coscienza civile. La brama di Verità prima di ogni anelito, l'abrasiva denuncia, verso la dissoluzione di ogni soluzione precostituita, L'infanticidio di ogni certezza indotta. La polvere nera della coercizione entro le narici di una crisi di rigetto. L'abbuffata di un pasto nudo, crudo amaro quanto basta per non poter esser digerito>>. Ogni articoli di "Vik" si concludeva con un motto celebre, che è anche un monito: <<Restiamo Umani>>.



Nel disegno: a sinistra Vittorio Arrigoni con kefiah e pipa. Stringe la manod  di un bambino, sulla destra, ritratto di spalle: è il personaggio "Handala" dell'artista Naji al-Ali.
Immagine di Latuff: il bambino ritratto di spalle e il personaggio "Handala" dell'artista Naji al-Ali. Immagine tratta da Wikimedia



LA PRESENZA PROTETTIVA CONTRO ABUSI DI COLONI E FORZE DI OCCUPAZIONE ISRAELIANE

Tredici anni fa veniva ritrovato il corpo strangolato di Vittorio Arrigoni, detto "Vik". Discendente di partigiani, giornalista e attivista pacifista dell'International Solidarity Movement, l'associazione in cui militava al momento della sua morte.

Si tratta di un gruppo di attiviste e attivisti che si oppone all’occupazione israeliana con la non violenza, seguendo la strategia della “presenza protettiva”: presenziano manifestazioni, sgomberi forzati, i momenti della raccolta delle olive "disturbati" dai coloni e la distruzione illegale di case e infrastrutture con mezzi pesanti per fare spazio a nuovi insediamenti israeliani, e oppongono resistenza passiva, interponendosi fisicamente tra gli obiettivi della repressione coloniale e chi la perpetra.

Sostanzialmente, in queste situazioni fungono da "scudi umani" per tentare di frenare l'espansione dell'occupazione, e documentano tutto con riprese e foto per fare da deterrente contro i soprusi delle milizie paramilitari dei coloni e dell’esercito israeliano. In un'intervista spiegava che lui, e tutt* le attivist* del Mondo, avevano l'obbligo morale di andare in quella terra per essere come degli <<scudi umani>>, schierati di fronte ai cecchini, fungendo da <<forza di interposizione, esattamente quello che dovrebbero fare le Nazioni Unite, in modo che il diritto internazionale venga rispettato>>.

Oltre all'attivismo in Palestina aveva sulle spalle altre esperienze di cooperazione umanitaria in America Latina, Africa ed est-Europa.



LE CIRCOSTANZE DELL'OMICIDIO MAI CHIARITE

Arrigoni fu ucciso, secondo la ricostruzione ufficiale, da una "cellula impazzita" che si opponeva ad Hamas, un gruppo salafita noto come la "Brigata dei Valorosi Compagni del Profeta Mohammed bin Moslima".

Fu il primo occidentale a essere rapito sotto l'autorità del movimento fondamentalista e nazionalista islamico: scopo del sequestro era, almeno secondo la versione ufficiale, ottenere un riscatto di un milione di dollari e la liberazione di alcuni prigionieri, incluso il leader del gruppo, lo sceicco Abdel Walid al-Maqdisi (nome di guerra di Hisham Al Saedni) imprigionato da Hamas per attività sovversive. Il tribunale militare condannò quattro membri del gruppo che attuò il sequestro: Abu Ghoul (nominato nelle cronache anche come Amer Abu Ghoul, Amr al Ghoula e Aamer Abu Ghula), Khader Jram, Mohammed Salf (nome trascritto nelle cronache anche come Mahmoud Salfiti) e Hasanah Tarek (nome riportato anche come Tamer Hasasna). Gli ultimi due furono inizialmente condannati all’ergastolo per omicidio ma, stando alle cronache, la pena fu riformulata in 15 anni in appello: la famiglia di Vittorio si era anche dichiarata contraria alla pena di morte, fattore che conta per la legge islamica. 

Gli altri due complici del rapimento furono condannati, rispettivamente, a un anno e a dieci anni: Ghoul avrebbe fornito l'abitazione per il sequestro mentre Jram, il "basista", avrebbe pedinato la vittima per un paio di mesi. Ghoul e Salfiti sarebbero riusciti a fuggire in Siria, ingrossando le fila del sedicente stato islamico dove sarebbero morti, rispettivamente, nel 2013 e nel 2015. Hasasna e Jram, stando a quanto riportava Il Manifesto nel 2019, sarebbero usciti anticipatamente di prigione e svaniti nel nulla. 

L'avvocato Gilberto Pagani, che all'epoca difendeva la famiglia di Vittorio nel processo-farsa, dichiarò di <<non aver mai visto qualcosa di così approssimativo>>.  Altri, invece, hanno pensato che l'omicidio rientrasse in un'operazione "false flag" (letteralmente "falsa bandiera"), orchestrata dalle autorità dell'entità statale sionista.

Tra i punti mai chiariti delle vicenda ricordiamo il rilascio dello sceicco che i rapitori avrebbero voluto liberare dalle prigioni di Hamas, senza alcuna spiegazione ufficiale, e che morirà poco dopo nel 2012, in un raid aereo israeliano.

Altri due membri del gruppo, Bilal al-Omari e il giordano Abdel Rahman Breizat (stando a quanto riportano diverse testate, noto anche con i nomi di battaglia Mohammed Hassan e Abu Abdel Rahman al-Ordini) invece morirono in uno scontro a fuoco con Hamas, poco dopo il rapimento: con la loro morte, probabilmente, sono sparite anche le possibilità di ricercare verità e giustizia. Entrambi sarebbero stati gli ideatori del sequestro. Arrivati a Gaza dalla Giordania, ci si è chiesti come mai le autorità di Hamas li abbiano lasciati agire indisturbati fino allo scontro a fuoco vicino al campo per rifugiati di Nuseirat. A rapirlo materialmente, all'uscita di una palestra in cui Arrigoni si allenava, sarebbero stati proprio Omari e il "pedinatore" Jram.

A rendere ancora più torbide le acque di questa vicenda si aggiungono le antipatie che Vittorio avrebbe attratto dai palestinesi più conservatori e filo-Hamas, che lo vedevano come "troppo" occidentale, e quelle di un sito web americano vicino all'estrema destra israeliana gestito dal sionista californiano Lee Kaplan, attenzionato dall'Interpol, che aveva messo online una taglia da 25mila dollari per avere informazioni su di lui.

Ne abbiamo parlato anche in un articolo pubblicato un anno fa, in cui riportavamo  una serie di link a vari articoli di Vittorio ancora presenti online (oltre alle sue corrispondenze per Il Manifesto, a questo link si trovano tutti gli articoli del blog Guerrilla Radio  archiviati sull'Internet Archive). Quest'anno possiamo fornire anche un link a un altro blog, attualmente offline ma archiviato almeno in parte, VittorioArrigoni.wordpress.com, menzionato sul sito della "Vik Utopia Onlus".



SEMPRE LA STESSA STORIA, MA PEGGIORE...

Rileggendo i suoi articoli nelle emeroteche e negli archivi online si ritrovano alcuni frammenti di storia che hanno condotto l'umanità all'abominio del 7 Ottobre e all'orrore, ancora più grande ed esteso nel tempo, costituito dall'ennesima punizione collettiva dell'intera popolazione palestinese. Una nuova "Nakba" che molti hanno tentato di negare (incluso l'allora presidente Napolitano, al quale "Vik" si riferiva nel post di cui parliamo nel prossimo paragrafo). Nei suoi articoli, scritti con uno stile serio, netto e con un tagliente sarcasmo, ritroviamo le cronache dell'operazione "Piombo Fuso", quando il Movimento Islamico di Resistenza si era da poco insediato nella striscia, movimento al quale non lesinava critiche. Rimproveri che non risparmiava nemmeno a giornalisti <<prezzolati>> e a <<politicanti asserviti ai macellai israeliani>>. In quelle cronache ritroviamo il diritto all'autodifesa invocato a sproposito da una forza occupante, i dissidi tra Fatah e Hamas, e molto altro...

Ed emergono gli spudorati e "soliti" abusi delle forze di offesa israeliane: dai bombardamenti indiscriminati con l'immenso costo di "danni collaterali" agli attacchi deliberati contro personale sanitario e giornalisti. Ciò che è cambiato oggi, oltre all'efficienza e alla diffusione degli smartphone, i mezzi con cui i "citizen journalists" riprendono la carneficina più documentata della storia, è l'ampiezza e la maggiore sfacciataggine del genocidio incrementale, iniziato almeno 76 anni fa e adesso giunto al suo apice.



SOLUZIONE A UNO STATO

In un articolo del 2010, intitolato "Gli industriali dell'OlocaustoVik sperava di rimpiazzare <<senza spargimenti di sangue>> il sionismo, <<un movimento abominevole, razzista e coloniale, e come tutte le realtà coloniali e di apartheid deve essere interesse di tutti che venga spazzato via>>, con <<uno stato democratico, laico, secolare, magari sui confini della Palestina storica e che inglobi palestinesi e israeliani sotto eguale diritto di cittadinanza senza discriminazioni etniche e religiose>>. Vittorio immaginava un unico stato dove tutte e tutti, al di là della propria appartenenza etnica o religiosa, potevano vivere in pace e con uguali diritti "dal fiume al mare".

Politici e propagandisti israeliani-sionisti hanno identificato lo stato sionista israeliano con l'ebraicità. Lo hanno fatto con l'intento di confondere l'antisionismo con l'antigiudaismo, o antisemitismo

Anche questa "storica" confusione è sempre attuale e, infatti, il costruttore di pace Arrigoni scriveva: <<Identificare tutti gli ebrei del mondo con Israele sionista e ancora peggio con la tragedia della shoah significa fare il gioco di quello che Norman Filkenstein -storico israeliano, ndr- ha brillantemente battezzato l'industria dell'Olocausto>>. Un'"industria" basata sul trauma e finalizzata a costruire una società, fin dai primi anni di scuola, profondamente militarista che non si pone particolari dubbi etici.



RITORNIAMO A ESSERE UMANI

Restare umani vuol dire combattere le ingiustizie, vuol dire pensare alle più di 30mila persone assassinate da Israele, e anche alle circa mille uccise durante l'attacco di Hamas: significa vederle come nostre sorelle e fratelli, come persone con delle storie e non solo come numeri o vittime sacrificali di opposti fanatismi, di un "terrorismo di stato" e di un "terrorismo dei poveri".

Restare umani vuol dire far comprendere a tutt* che l'occupazione militare e il colonialismo non possono essere giustificati, che non si può sfruttare la tragedia di quegli ebrei senza terra per imporre il proprio dominio su un altro popolo, aggiungendo solo disgusto a un'atrocità senza limiti, innescando infiniti cicli di radicalizzazioni e violenza che vanno spezzati evitando spargimenti di sangue.

Restare umani vuol dire riconoscere il diritto alla resistenza di un popolo sotto occupazione, anche armata, e sforzarsi di comprendere che forse quella non è l'unica strada percorribile, e che forse ne esistono altre anche più efficaci, come le diverse forme di boicottaggio e di pressione non violenta.

Restare umani vuol dire ammettere che sulla coscienza dell'umanità tutta è impressa una nuova indelebile macchia: per questo abbiamo perso un'altra parte di ciò che ci dovrebbe rendere "umani", e per questo dobbiamo ritrovare quel senso di umanità!

Restiamo Umani!



Anarco-pacifista



Alleghiamo a questo post un video della sezione dell'ANPI di Aprilia in cui vengono letti alcuni degli articoli pubblicati da Vik (se non lo vedete nel riquadro qui sotto lo trovate a questo link). E vi lasciamo anche con una citazione musicale: "Resto Umano" dei 99 Posse e Daniele Sepe dall'album "Cattivi Guagliuni"







Vi invitiamo anche a leggere tutti gli articoli che abbiamo pubblicato sulla Palestina a partire dallo scorso Aprile e vi chiediamo un grandissimo favore: se avete trovato utili alcuni di questi contenuti aiutateci seguendoci o diffondendoli sui "social asociali" (link sotto), tramite il passaparola o, meglio ancora, sul fediverso (dove attualmente siamo presenti con un account Mastodon), la principale alternativa ai social mainstream. Contenuti come questi tendono a essere penalizzati dalle logiche algoritmiche e di mercato, in particolare quelli sul genocidio in corso, e per questo il vostro supporto è fondamentale. Grazie.


ultima modifica 22/04/2024 17:40

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