16.6.25

ULTIMA GENERAZIONE, NAPOLI: INTERVIENE L’ESERCITO ALLA PRIMA AZIONE

Riceviamo e pubblichiamo per lo spazio “ComunicAzioni” un comunicato stampa da “Humanity in Focus”: raccontano di una "doppia azione" congiunta con “Ultima Generazione”, svolta lo scorso Sabato a Napoli. Le principali istanze sono due: far pagare il costo della transizione ecologica a multinazionali e gruppi che hanno causato il disastro ambientale e boicottare, come si fece con il Sudafrica, quelle aziende che fanno affari con uno stato che, ai sensi del diritto internazionale, pratica l’apartheid.


9 attivisti con due bandiere della Palestina e una del gruppo "Humanity in Focus". A terra uno striscione, fermato a terra da un megafono e una borsa. Sopra la scritta: "Boicotta il genocidio. Palestina Libera dal fiume al Mare"
Gli attivisti di fronte al Mc Donald della stazione centrale di Napoli


ULTIMA GENERAZIONE INSIEME A HUMANITY IN FOCUS: LA MATTINA ALLA CONAD E IL POMERIGGIO AL MCDONALD PER DENUNCIARE LA LORO COMPLICITÀ NEL GENOCIDIO PALESTINESE

Napoli, 14 giugno 2025 – Questa mattina, una decina di persone hanno svolto un’azione simbolica presso un supermercato Conad, per lanciare un messaggio potente: abbiamo il potere di cambiare le cose attraverso i nostri consumi. Le attiviste e gli attivisti di Ultima Generazione e Humanity in Focus hanno bloccato simbolicamente le casse, esposto uno striscione e distribuito volantini per denunciare il ruolo dei supermercati nella vendita di prodotti israeliani o legati a imprese complici dell’occupazione e dell’apartheid in Palestina. A sorpresa, è intervenuto l’esercito e la polizia per identificare e sgomberare i partecipanti – un gesto che rivela quanto sia temuto persino un atto pacifico di presa di parola dentro uno spazio quotidiano come un supermercato.

Nel pomeriggio, l’azione si è spostata al McDonald’s della Stazione Centrale, parte del sistema globale di sfruttamento economico e simbolo di una multinazionale che ha attivamente sostenuto l’esercito israeliano, offrendo pasti e supporto logistico durante gli attacchi a Gaza.

A rilanciare la raccolta adesioni per il boicottaggio autunnale sono state questa mattina Ancona, Roma, Pisa, Padova, Pesaro, Cagliari dove decine di persone aderenti alla campagna Il Giusto Prezzo di Ultima Generazione hanno interrotto la routine della spesa nei supermercati. Questi luoghi, simbolo invisibile ma centrale dell’ingiustizia economica e climatica che viviamo ogni giorno, sono apparentemente neutri, ma in realtà rappresentano un terreno di speculazione, sfruttamento e concentrazione di potere.


PERCHÈ BOICOTTARE MCDONALD’S?

McDonald’s è una delle multinazionali più criticate al mondo per il suo impatto sociale, ambientale e politico. Durante l’attacco su Gaza dell’ottobre 2023, McDonald’s Israel ha offerto pasti gratuiti ai soldati dell’esercito israeliano, sostenendo materialmente l’occupazione. La casa madre ha poi deciso di riacquisire direttamente i suoi 225 ristoranti in Israele, rafforzando il legame con un contesto di violazioni dei diritti umani. A livello ambientale, McDonald’s è tra i maggiori acquirenti globali di carne, con un impatto enorme su deforestazione, consumo d’acqua ed emissioni di gas serra. I suoi fornitori – come Cargill – sono associati a pratiche altamente inquinanti e dannose per l’ambiente. Il cibo offerto è altamente processato, con conseguenze gravi per la salute pubblica: obesità, diabete e malattie cardiovascolari. Nonostante il marketing "green", McDonald’s rappresenta un sistema che danneggia ambiente, diritti e salute. Boicottarlo è un atto di responsabilità.


Sullo sfondo una bandiera palestinese. Il titolo riporta "Boicotta il genocidio". Poi la scritta: "Boicottando i marchi sul retro ti opponi fermamente al genocidio a Gaza, all'occupazione israeliana della Cisgiordania, alla costruzione di insediamenti illegali, allo stato di apartheid e al trattamento riservato al popolo palestinese.

Diversi marchi, tra cui: Coca Cola, Ajax, Scottex, Panna, Knor, Algida, Actimel, Snickers, Nutella, Danone, Nestlé, Tempo, Mars, Evlan, L'Oreal, Pringles, Dove, Pepsi, Philadelphia, Sprite, Fanta, Pfizer, M&Ms, Pampers, Schweeps, Kraft, Sunsilk, Ace, Mastro Lindo, Jocca e Infasil


PERCHÉ IL BOICOTTAGGIO?

La campagna lanciata oggi è chiara: se entro l’autunno raccoglieremo 100.000 adesioni, da ottobre partirà un boicottaggio organizzato contro i supermercati per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali, finanziato con un prelievo sugli extraprofitti delle aziende più inquinanti. Il boicottaggio è una forma di pressione collettiva già efficace altrove: in Croazia ha portato alla calmierazione dei prezzi. La GDO -Grande Distribuzione Organizzata, ndfanza- è un settore potente e poco trasparente: mentre agricoltori e famiglie pagano la crisi climatica, i colossi del commercio aumentano i profitti. Boicottarli significa rompere questo meccanismo, rendere visibile un’ingiustizia strutturale e pretendere un cambiamento concreto. Il boicottaggio si affianca alla disobbedienza civile di Ultima Generazione: è uno strumento di massa, accessibile ed efficace. Inoltre, molte catene – come Carrefour e McDonald’s – sono complici dell’occupazione israeliana, sostenendo economicamente aziende coinvolte nella colonizzazione e offrendo aiuti all’esercito durante i bombardamenti su Gaza. Non possiamo essere complici: i nostri consumi possono e devono essere una scelta politica.

E se smettessimo di fare la spesa tutti assieme? Fallo anche tu: ultima-generazione.com/boicottaggio/  


Possiamo cominciare a fare qualcosa di concreto contro il genocidio partendo da quello che mettiamo nel carrello della spesa: scaricate applicazioni come “No Thanks” e “Boycat” (le abbiamo testate entrambe e la prima sembra funzionare meglio), seguite le campagne del movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) e non acquistate prodotti di aziende che fanno affari con uno stato terrorista che applica l'apartheid e pratica il genocidio.

Nel nostro piccolo ci sforziamo di (auto)produrre articoli giornalistici “artigianali” e originali, notizie non omologate e trascurate dal mainstream, approfondimenti esclusivi, dirette e contenuti extra sui profili (a)social. L'informazione, però, ha un costo. Maggiorato per chi è precario e indipendente: se non puoi fare nemmeno una piccolissima donazione, supportaci condividendo i nostri contenuti, commentandoli, criticandoli e seguendoci sui profili (a)social. Il modello di giornalismo indipendente e sperimentale che portiamo avanti viene discriminato dalle logiche algoritmiche e di mercato, specialmente quando parliamo del genocidio in Palestina. Per questo il tuo supporto è fondamentale! I link per le offerte libere sono più sotto, vicino a quelli dei profili (a)social.

Grazie di essere arrivat@ fin qui!

15.6.25

FREEDOM FLOTILLA: SEQUESTRATI DALLA MARINA ISRAELIANA IN ACQUE INTERNAZIONALI

TRE ATTIVISTI RISCHIANO UN MESE NELLE GALERE ISRAELIANE, UFFICIALMENTE PER VIOLAZIONE DELLE LEGGI SULL’IMMIGRAZIONE


Mentre Netanyahu espande la guerra verso l’Iran, mentre meno occhi sono puntati per questo su Gaza, torniamo a parlare della “Freedom Flotilla”, gruppo di associazioni e attivisti nato nel 2010 con lo scopo di rompere l’assedio di Gaza. Una settimana fa la “Madleen”, una piccola barca a vela, è stata assaltata e sequestrata dalla marina militare israeliana a circa cento miglia da Gaza, dove avrebbe dovuto consegnare un carico di aiuti e un messaggio per il resto dell’umanità, complice o indifferente: la popolazione di Gaza non deve morire sotto le bombe, di fame, di stenti e per la mancanza di cure basilari. Tra gli attivisti presenti c’era anche Greta Thunberg.


In alto a sinistra e a destra Greta Thunberg in piedi, con un braccio che indica l'orizzonte, e seduta sulla prua della nave. Al centro in alto il profilo della Madleen: si notano 6 persone a bordo e una bandiera palestinese. Sotto il momento dell'arrembaggio ripreso da una telecamera di sicurezza: tutti sono seduti sul ponte della nave con le mani in alto.
In alto Greta Thunberg e la Madleen (immagini dai profili social dell'attivista). Sotto il momento dell'arrembaggio israeliano, ripreso dalla telecamera di sicurezza dell'imbarcazione (diffuso sul canale Telegram della Freedom Flotilla Coalition).


Per chi non avesse mai sentito parlare di questa flotta di navi civili, o per chi volesse saperne di più sulla sua storia, consigliamo, come lettura preliminare o di approfondimento, un articolo dello scorso Maggio, pubblicato tra queste pagine impalpabili: troverete una ricostruzione della dinamica dell’attentato a un’altra nave, laConscience”, colpita vicino Malta da droni. In quell’articolo ricordavamo anche la vicenda della naveMavi Marmara”, quando un’altra missione pacifica finì nel sangue.

10.6.25

REFERENDUM ABROGATIVI: MENO QUORUM PIÙ PARTECIPAZIONE

In questo post per la rubrica a-periodica “Dati Parziali non ci concentriamo tanto sui risultati numerici dell'ultimo referendum, ma sul livello di coinvolgimento elettorale in quella che oramai è una "democratura". Se il quorum venisse abbassato, o addirittura abolito, si potrebbe aumentare la partecipazione alla vita politica e il livello di democrazia diretta ma, evidentemente, non è questo il risultato sperato da chi ci governa.

In altre parole, non ci concentriamo sui “numeri” relativi alla partecipazione conteggiati ieri, ma su quelli che potrebbero riflettere un maggiore impegno politico dei più, mentre viviamo sotto una "dittatura della minoranza".


Un manichino infila una scheda elettorale, con disegnato sopra un punto interrogativo e uno esclamativo, nell'urna.


I NUMERI DEGLI ULTIMI REFERENDUM ABROGATIVI

L'8 e il 9 Giugno si sono recate alle urne circa 15 milioni di persone, il 31% degli aventi diritto, circa 2 milioni in più di quelle che hanno votato l'attuale maggioranza (considerando anche chi ha votato “No”), quando l'astensione era del 40%. Il livello di astensione, comparato con quelli di altri referendum, è lo stesso del 2016 (riforma Renzi Boschi) e più basso di 9 punti percentuali dei referendum abrogativi promossi da Lega e Radicali nel 2022. Circa l'88% dei votanti ha voto in favore del “” per cancellare le norme su contratti di lavoro, licenziamenti e sicurezza. Solo il 60% si è dichiarato favorevole all'abrogazione della norma che avrebbe portato da 10 a 5 gli anni per ottenere la cittadinanza italiana. La Toscana è la regione dove l'affluenza è stata più alta (circa il 39%), la Sicilia la più bassa (poco più del 23%), con una differenza marcata tra l'alta partecipazione delle aree urbane più grandi rispetto a quelle meno abitate.


LE REAZIONI STERILI E LA PARTECIPAZIONE DA INCREMENTARE, NON DA DIMINUIRE

8.6.25

NETANYAHU AMMETTE: ISRAELE ARMA JIHADISTI E BANDE CRIMINALI

NON È LA PRIMA VOLTA E SONO PROPRIO QUELLI CHE RUBANO GLI AIUTI


Torniamo a parlare dell'uso della fame come arma di guerra e del ruolo israeliano dietro la “borsa nera” di Gaza e dietro il furto stesso dei beni di prima necessità.

Nella parte conclusiva di questo articolo andiamo oltre l'immediatezza degli eventi più recenti argomentando perché tutto viene permesso a una potenza nucleare illegale (non è l'Iran!) in una dissociazione comunicativa che è solo apparente, trovando le sue ragioni in un modo di ragionare fondato su faziosità e illogicità: da un lato ci raccontano che la popolazione di Gaza muore letteralmente di fame perché Hamas ruberebbe gli aiuti, dall'altro politici israeliani affermano candidamente che <<non deve entrare nemmeno un chicco di grano nella Striscia>>.


Al centro un'immagine da X con un bambino scheletrito tra le braccia di un soccorritore con uno sguardo confuso. Sotto il logo delle "Popular Forces" da Facebook: in un cerchio c'è una mano con una fiaccola.; sullo sfondo i colori della bandiera palestinese, un ramoscello di ulivo e una kefiah. Nella colonna sinistra due immagini: tre uomini che impugnano armi leggere puntandole verso il cielo; il comandante della banda ha un cappello e il volto scoperto. Sotto un'altra immagine da Facebook di un miliziano mascherato con un elmetto. Appese al torace delle cartucce e una bandiera palestinese. Sulla colonna destra due immagini dei miliziani mentre distribuiscono aiuti. Il volto di uno di loro è stato sfocato. Sotto la scritta: <<Netanyahu ammette: Israele arma jihadisti e bande criminali che rubano gli aiuti.



DA TRAFFICANTE DI DROGA A CAPO DELLE “FORZE POPOLARI” CON IL SOSTEGNO DI ISRAELE

Israele fornisce armi leggere a gruppi di criminali jihadisti di Gaza per seminare il caos e indebolire Hamas <<su ordine di Netanyahu>>: lo ha rivelato pubblicamente tre giorni fa Avigdor Lieberman, capo del partito Israel Beitenu, un tempo alleato dell'attuale primo ministro, temendo che quelle armi <<potrebbero essere usate contro Israele>>. “Bibi” Netanyahu conferma, affermando <<che male c'è?! Serve a salvare le vite dei nostri soldati>>, e accusa il suo avversario politico di fare <<un piacere ad Hamas>>.

A capo dei circa trecento uomini della principale banda criminale c'è Yasser Abu Shabab. Questo nominativo gira da mesi. Lo avevamo menzionato in un articolo in cui davamo notizia di un documento ONU riservato che accusava proprio Israele di essere dietro ai criminali che assaltano i convogli umanitari, uccidono gli autisti e impongono il pizzo per il passaggio dei camion di aiuti con il beneplacito dell'esercito israeliano, oltre a gestire la “borsa nera” di Gaza, il mercato clandestino di beni di prima necessità.