DALLA NASCITA DELLA GLOBAL SUMUD FLOTILLA ALLA TREGUA ARMATA, PASSANDO PER LA STORIA DELLA FREEDOM FLOTILLA COALITION CHE AVEVA ANNUNCIATO UNA POSSIBILE NUOVA MISSIONE PER NOVEMBRE
Questo lungo pseduo-editoriale si concentra sugli eventi più recenti che riguardano le varie “flotillas”, dopo averne iniziato a parlare tra queste pagine digitali lo scorso Maggio: le strategie mediatiche che caratterizzano le varie flottiglie, gli attacchi politici e quelli con droni che hanno preceduto gli ennesimi rapimenti pirateschi in acque internazionali, le mobilitazioni popolari oceaniche, le precedenti e le annunciate nuove missioni umanitarie, e gli aspetti controversi, perché si possono avere obiettivi comuni e non pensarla alla stessa maniera.
Va ricordato, come hanno sempre sottolineato gli attivisti, che la notizia più importante non sono le missioni umanitarie autogestite, ma il genocidio a Gaza e nel resto dei territori palestinesi occupati. Tenendo bene in mente che l’obiettivo è fare pressione su governi e aziende per porre fine a una brutale occupazione militare decennale e a un sistema di apartheid (come risaputo e riconosciuto formalmente anche da un parere consultivo del massimo organo di giustizia dell’ONU), è comunque importante focalizzarsi sugli eventi delle varie flottiglie per la loro portata storica, per l’impatto che hanno avuto e avranno sui movimenti sociali e su tutta la società civile, e per capire come le diverse strategie mediali e di resistenza possono essere impiegate per stravolgere un sistema sociale, culturale ed economico, che nell’oppressione del popolo palestinese ha raggiunto i suoi livelli più bassi.
LE ORIGINI DELLA “GLOBAL SUMUD FLOTILLA”
Lo scorso Luglio le forze di occupazione israeliane si apprestavano a sequestrare in acque internazionali l’equipaggio della barca Handala della “Freedom Flotilla”, dopo aver rapito e rapinato l'equipaggio della Madleen. Circa un mese prima, diverse associazioni riunite in vari convogli, provavano a rompere via terra l’embargo illegale che opprime la popolazione di Gaza da anni. Un blocco illegale potenziato oltre ogni umana decenza e apparenza da quando è iniziata la guerra genocida. L’iniziativa, denominata “Global March to Gaza” (poi rinominata in “Global Movement to Gaza”, GMTG), intendeva passare tramite il valico di Rafah, ma è stata interrotta a metà giugno dopo varie peripezie culminate in violente repressioni in Libia e in Egitto con decine di arresti. In quei giorni gli attivisti che avevano provato l’impresa con la carovana via terra, quelli di GMTG e Sumud Convoy, insieme a quelli che ci provavano da anni via mare, la Freedom Flotilla, annunciavano i preparativi per un nuovo progetto, la “Global Sumud Flotilla”.
Sumud è una parola araba difficile da tradurre e che comprende le sfumature dei significati di “resistenza” e “resilienza”.

