BISAN OWDA, GIORNALISTA E REGISTA DI GAZA, RILANCIA IL “GLOBAL STRIKE FOR GAZA”
“Global Strike for Gaza” (“Sciopero Globale per Gaza”) è il nome dell’iniziativa di boicottaggio globale degli acquisti lanciata da Bisan Owda, nota giornalista e regista di Gaza. Scopo dell’iniziativa è quello di porre fine al genocidio e alla carestia provocati dall’etno-teocrazia israeliana.
L’invito ad aderire alla protesta, ogni giovedì a partire dal 21 agosto, è esteso a tutte le organizzazioni del mondo, piccole e grandi, che da mesi protestano in favore della Palestina.
Owda ha pubblicato un video-messaggio di tre minuti, con il sottofondo costante di un drone: <<facciamo quello che gli fa più male: fermare l’economia. È arrivata l’ora di farci sentire, fino al punto che nessun organo di stampa potrà ignorarci (...) Il 21 di Agosto fermeremo l’economia. Non ci saranno transazioni, non ci saranno pagamenti, né con i contanti e nemmeno online. Niente trasporti pubblici. Chiudete le strade più importanti, le strade che conducono a posti “ufficiali” come ambasciate, municipi ecc. Naturalmente, cerchiamo di ridurre la produzione. Non vi sto chiedendo di non andare a lavorare, ma riducete la produzione. Insieme possiamo farcela!>>
Queste le azioni da fare per aderire alla protesta, così come descritte dal collettivo “Humanti Project”:
1) Non comprare nulla di giovedì, nemmeno in contanti. Fare scorte di cibo e altri beni essenziali precedentemente e, idealmente, fare acquisti da attività commerciali indipendenti nelle altre giornate. Anche i rinnovi di pagamenti automatici e gli acquisti online non devono essere effettuati di giovedì.
2) Ogni giovedì limitate o evitate di usare il trasporto pubblico, di comprare carburante o di ricaricare l’automobile elettrica. Se dovete usare il trasporto pubblico per lavoro e altre urgenze comprate i biglietti in anticipo, in modo che la transazione di acquisto non verrà registrata in quel giorno. Se proprio dovete usare un mezzo di trasporto privato e non potete andare a piedi, preferite la bicicletta o condividete la macchina con qualcun altro.
3) Se rischiate di essere licenziati non andando al lavoro è sufficiente evitare di fare acquisti, ma potreste considerare la possibilità di usare il giovedì come giorno di ferie.
Sulle pagine social del collettivo “Humanti Project” si legge anche: <<se anche solo il 5% dei consumatori smettesse di spendere per un giorno, ciò comporterebbe una contrazione delle spese di circa 2-2,5 miliardi di dollari. In questo ordine di grandezza gli economisti noterebbero qualcosa. Se l’azione viene ripetuta regolarmente l’impatto viene moltiplicato e i politici se ne accorgeranno>>.
Alla protesta hanno aderito diversi collettivi internazionali, come “Jewish Voice forPeace” (alla nostra redazione non risultano, al momento, adesioni da parte di organizzazioni o collettivi italiani).
Iniziative simili era state già lanciate in passato anche dalla stessa Owda ma, evidentemente, c’è bisogno di potenziarle e di organizzare con più costanza altre azioni di boicottaggio e proteste non violente.
Diffondete la notizia e facciamoci sentire anche sui “social meda asociali” con i seguenti hashtag: #globalstrike #globalstrikeforgaza #StrikeForGaza #ScioperoGlobalePerGaza #ScioperiamoPerGaza #ScioperoPergaza
Protoredazione
Possiamo cominciare a fare qualcosa di concreto contro il genocidio partendo da quello che mettiamo nel carrello della spesa, tutti i giorni: scaricate applicazioni come “No Thanks” e “Boycat” (le abbiamo testate entrambe e la prima sembra funzionare meglio), seguite le campagne del movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) e non acquistate prodotti di aziende che fanno affari con uno stato terrorista che applica l'apartheid e pratica il genocidio.
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ultimo aggiornamento 27/08/2025 15:29
Siete eroici,grazie per il vostro lavoro!
RispondiEliminaSalve, sono Lo Skietto di Fanrivista. Non credo tanto alle narrative sugli "eroi", ma a persone come me e come lei che si impegnano per ristabilire il senso di umanità perduto, quello che è stato seppellito a Gaza insieme a tanti innocenti. Se ci sono degli "eroi", abitano lì. Grazie del commento e dell'attenzione.
EliminaGrazie per questa iniziativa e per ogni contributo alla causa dell'umanità (perché è di questo che si tratta: non di salvare Gaza, ma di salvare l'umanità). Fermare tutto un giorno alla settimana sarebbe un bel segnale, ciò che sorprende è che si sarebbe dovuto fermare tutto in maniera permanente già da molto tempo, e invece...
RispondiEliminaMe lo chiedo anch'io. Come abbiamo potuto restare, non dico impassibili ma inerti fino ad ora che il genocidio si è gia attuato!
EliminaSalve, grazie del commento. Non tutti, fortunatamente, sono restati inerti. Questo enorme problema è stato brevemente affrontato nella conclusione di questo articolo, argomentando che gran parte della responsabilità è addebitabile ai media che vanno per la maggiore oltre che all'indifferenza che caratterizza il culto del profitto https://www.fanrivista.it/2025/08/giornalisti-uccisi-Gaza-ospedale-bombardato.html Aggiungo che studiosi come Ilan Pappé parlano di "genocidio incrementale", avviato decenni fa.
EliminaOttima iniziativa
RispondiEliminaIn Italia non c'è nessuna organizzazione che aderisce eppure ci sono diversi movimenti contro il genocidio a Gaza
RispondiEliminaComunque penso che anche singoli cittadini possono fare la differenza
Salve sono Lo Skietto di Fanrivista. Grazie dell'attenzione e del commento. Nell'articolo abbiamo specificato che non ci risultavano collettivi italiani aderenti all'iniziativa (eccetto "L'Asilo di Napoli" che ha pubblicato dei post social), lanciata da Owda e Humanti. Sicuramente vanno potenziate iniziative del genere, inclusa la campagna BDS (la menzioniamo sempre alla fine degli articoli sulla Palestina). Seguitici sui "socia asociali" o sul fediverso, pubblicheremo aggiornamenti in merito appena ce ne saranno. Grazie ancora
EliminaAnche singoli cittadini possono fare la differenza
RispondiEliminaAvevo pensato da tempo un'iniziativa del genere,anche per invertire la sovrapproduzione e il consumismo,cause prima dei nostri mali,fra cui l'ingiustizia sociale. ele guerre
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