17.11.22

ATTENTATRICE DI ISTANBUL LEGATA ALL’ESERCITO LIBERO SIRIANO

IL PRESUNTO LEGAME È IPOTIZZATO DA SALEH MUSLIM DEL PYD

Pubblichiamo un aggiornamento sull’attentato nel quartiere Taksim di Istanbul, avvenuto quattro giorni fa, e sull’inchiesta delle autorità turche che, in meno di una giornata, hanno dichiarato di aver risolto il caso...


Salih Muslim nella nota diffusa da ANF


Il co-presidente del Partito dell’Unione Democratica curdo-siriano (PYD), Salih Muslim, ha dichiarato che l’autrice dell’attentato di Istanbul Ahlam Al bashir, sarebbe legata a gruppi connessi all’Esercito Libero Siriano (FSA), formazione opposta al regime di Assad e supportata dalla Turchia (da non confondere con le Forze Democratiche SirianeSDF o FDS- composte principalmente dalle YPG/YPJ, “braccio armato” del PYD).

In una nota diffusa dall’agenzia di stampa curda “Firat” (ANF) si legge che l’esponente del PYD parla di una <<cospirazione>> orchestrata <<perché lo stato turco non è ancora capace di portare a termine i suoi piani per attaccare il Rojava>>. Si spiega poi che <<ci sono delle foto della persona arrestata (…) che fanno pensare a dei collegamenti riconducibili a gruppi del FSA, controllato dai turchi>>.  Ci sarebbero infatti delle sue foto, pubblicate sui social, che la ritrarrebbero <<davanti alle bandiere>> dei mercenari della Brigata Sultan Murad. Non ci risulta che tali foto siano state rese pubbliche.

Un altro sito di notizie sul Kurdistan in inglese, “Medya News”, riporta che il Dipartimento degli esteri dell’Amministrazione del Nord-Est della Siria (aka Rojava), negando ogni addebito della propaganda turca sulla vicenda, ha chiesto agli organismi internazionali indagini indipendenti.

 

 

I DUBBI ESPRESSI SULLA VERSIONE UFFICIALE

Lo “scenario” proposto dalla versione ufficiale si ripete come 6 anni fa, quando un’ondata di esplosioni (alcune messe in atto dall’ISIS) investivano la Turchia. La differenza è che allora, dopo che il governò si scagliò contro YPG/YPJ e il PKK, ci furono delle rivendicazioni di un altro gruppo, i Falconi per la Libertà del Kurdistan, noti con l’acronimo TAK, che sarebbe nato come un gruppo “scissionista” e più radicale del Partito dei lavoratori curdo: ad Ankara nel Febbraio del 2016 un’esplosione ad Ankara uccideva più di 20 persone tra militari e dipendenti dell’esercito; circa un mese alcune persone venivano ferite in una moschea della città di Bursa: in entrambi i casi agirono due kamikaze. La loro identità venne rivelata nelle dichiarazioni dei TAK e confermata dalle indagini sui resti dei due corpi. Come avevamo spiegato tre giorni fa, alcuni ritengono che i TAK sono in realtà “sfruttati” dal PKK per compiere attentati in cui il rischio di coinvolgere i civili è alto o sicuro e, al contempo, evitare di “macchiare” la loro immagine, e quindi non compromettendosi. Altri invece ritengono che i TAK siano manipolati dai servizi turchi per screditare il PKK e la resistenza curda.


Un'immagine del sito dei Falchi per la libertà del Kurdistan, ora offline


Tre giorni fa pubblicavamo un articolo in cui mettevamo in dubbio la versione ufficiale del governo turco (con gli arresti quasi più veloci della bomba che ha ucciso sei innocenti), la versione di un governo che guida un paese dove non esiste libertà di stampa, dove la magistratura non è indipendente, dove giornalisti, avvocati, giudici, attivisti, esponenti di partiti non graditi al regime del <<dittatore di cui però abbiamo bisogno>> (parole di quell’ “anarchico sedizioso” che è Mario Draghi) vengono sbattuti in galera con la scusante di combattere il “terrorismo”.






Non ci riteniamo depositari di “verità assolute” su questioni così geo-politicamente complesse come la guerre civile siriana e il terrorismo, ma comunque (cercando di comprendere le dinamiche mediatiche, uno sforzo meta-giornalistico caratteristico della linea editoriale di questa fanza/rivista) ci sembra tanto curioso quanto significativo che il richiamo allastrategia della tensione” nel titolo del nostro post precedente, si trova anche nelle parole usate sul sito di quei “sobillatori bolscevichi” de “Il Giornale” (che appartiene al fratello di Berlusconi). Forse nella loro redazione c’è qualche ex militante di formazioni di estrema destra italiane, ma addestrati dal PKK, per fare propaganda “terrorista”... E gli asini volano, come i droni turchi!


Due articoli de "Il Giornale" in cui si mette in dubbio la versione ufficiale di Ankara

Proto-Redazione

1 commento:

  1. Il politico che avete citato nega che le Unità di Protezione popolare siano il braccio armato del PYD dicendo "hanno la loro amministrazione e i propri comandanti. Non possiamo controllarli e li abbiamo pure criticati nel passato per il reclutamento di minorenni" FONTE : https://www.rudaw.net/english/middleeast/syria/07032016 . Poi pure sul sito delle YPG si dice che sono: "una forza di difesa è non è collegata con nessun partito politico. Tutte le missioni e il lavoro sono portati avanti in una cornice di legittima difesa e nell'interesse delle persone del Rpjava". FONTE : https://www.ypgrojava.org/About-Us

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