10.5.23

PEPPINO IMPASTATO E LA LOTTA PER LA VERITÁ

INFORMAZIONE ALTERNATIVA E SATIRA CONTRO MAFIE E COLLETTI BIANCHI

 

al centro del collage un microfono attorniato da saette che rompono il cerchio (simbolo dell'autogestione). In basso a sinistra il cartello di Radio Aut, a destra un'immagine di Peppino Impsstato
L'immagine di Peppino Impastato in basso a destra nel collage è di Obbino e l'originale si trova su Wikimedia Commons

Sulla rubrica RecenTips proponiamo diversi materiali per ricordare la vicenda politica e umana di Giuseppe Impastato, pioniere dell’informazione alternativa, modello umano e operativo da seguire per chi fa “contro-informazione” rifuggendo dalle narrative mainstream e non arrendendosi alla famelica logica capitalista, oltre che un “santo laico” per chi scrive.


Quarantacinque anni fa Peppino Impastato veniva trucidato dalla mafia: venne fatto saltare in aria con un’esplosione di tritolo su dei binari ferroviari, nello stesso giorno in cui veniva ritrovato il cadavere di Aldo Moro: cercarono anche di sporcare la sua immagine organizzando una messa in scena, <<agevolati dagli organi inquirenti, dai magistrati che accorsero sul posto>>, racconta suo fratello, Giovanni Impastato, al programma Forrest di Rai Radio1: il tentativo era quello di farlo sembrare un attentato terroristico finito male, e in un secondo momento strumentalizzarono una sua lettera per farlo sembrare un suicidio. Molti nutrono ancora tanti dubbi sulla simile morte di Giangiacomo Feltrinelli, che potrebbe essere stata “indotta” o addirittura un omicidio mascherato da un incidente nel tentativo di sabotare un traliccio.

Quarantacinque anni fa moriva <<un ragazzo animato da una grande voglia di giustizia, di legalità, di libertà, non pagato per assumere questo ruolo, non era una figura istituzionale, ma era il figlio di un mafioso che ha operato una grande rottura storica e culturale, non solo nell’ambiente in cui ha lottato fino in fondo, ma all’interno della sua famiglia, lo ripeto, una famiglia di origine mafiosa>>, spiega suo fratello nell’intervista radiofonica, e non è un particolare di secondaria importanza: le lotte vanno portate avanti nelle piazze, nei luoghi del potere, ma anche nel “piccolo” quotidiano, che può essere quello dell’ambito lavorativo personale o familiare, oppure quello della propria comunità locale.

Quarantacinque anni fa moriva un compagno che si era inizialmente avvicinato alla politica e a diversi gruppi marxisti-leninisti e di sinistra <<su un piano più emozionale che politico>> (come si legge in uno scritto autobiografico che citiamo in calce a questo post), in una traiettoria che lo porterà a candidarsi  con il partito trotskista di Democrazia Proletaria, con cui verrà eletto al comune di Cinisi solo simbolicamente, dato che era già stato "giustiziato".

Quarantacinque anni fa moriva un pioniere della contro-informazione e dell’informazione alternativa: dopo aver fondato il giornaletto “L’idea Socialista” (oggi lo potremmo chiamare una “fanzina” esteticamente scarna ma dall’alto valore giornalistico, dato che si guadagnò le ire dei potentati locali che ne causarono la chiusura, seppure temporanea) e il gruppo “Musica e Cultura” (che promuoveva dibattiti ed attività artistica), avvia il più noto progetto autogestito e autofinanziato di “Radio Aut, dove si faceva anche una feroce satira sugli intrecci tra mafia, politica e imprenditoria, su quei legami che connotano la criminalità “organizzata”, un tipo di malavita che è tale in quanto ci sono delle “menti raffinatissime” che la guidano, la “organizzano” per l’appunto, l’amplificano, permettendo il riciclaggio dei proventi illeciti nell’economia legale in cambio di voti e “lavori sporchi”, e che in ultima istanza permettono ai mafiosi-“colletti bianchi” di diventare dei grandi capitalisti che investono per accumulare ulteriori profitti, e quindi non solo di pagare un “prezzo” per ripulire il denaro sporco, ma di entrare a tutti gli effetti nell’economia “legale” ma comunque immorale, essendo fondata sullo sfruttamento, sull’accumulazione e sulla crescita infinita in un pianeta con risorse limitate... E facendo satira si colpiva l’immagine mafiosa, si sfidava un consenso “mediatico-occulto” basato sulla paura camuffata da “rispetto”.

Per questo oggi, su questa umile Zina/Rivista, vogliamo omaggiare Giuseppe Impastato consigliando alcuni materiali sulla sua vita e attività:

sul sito della “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato” tra gli svariati documenti segnaliamo la biografia sua e della madre, Felicia Bartolotta, che insieme al fratello ha rinnegato la mafia e si sono battuti per avere verità e giustizia per Peppino.

Qui invece si trova un estratto dell’autobiografia di Peppino

Segnaliamo anche la lettera di Giovanni Impastato alla figlia di Matteo Messina Denaro (sempre sullo stesso sito) data la stringente attualità del tema.

 

Del sito del “Centro Siciliano di Documentazione Giuseppe Impastato”, il primo centro studi sulla mafia in Italia, segnaliamo la sezione “Per conoscere Peppino in cui si trovano diversi scritti di Giuseppe e dei suoi compagni di lotta: dal manifesto programmatico di Radio Aut in cui si sottolineano tre “livelli” operativi di azione (la Controinformazione, l’Intervento Politico e gli Spazi Autogestiti) a un articolo che sintetizza la storia della “zina” “L’idea Socialista” (e ne riporta almeno uno), passando per le trascrizioni della <<trasmissione satiro-schizo-politica sui problemi locali>> “Onda Pazza” e di diversi volantini di “Lotta Continua”.

 

Su Youtube si trovano diversi “podcast” con stralci e puntate intere andate in onda su RadioAut. Quelle che ci sembrano più complete e che segnaliamo sono nella playlist del canale TonyLandless

 


Onoriamo la memoria di Peppino e di tutti i martiri delle mafie, dei colletti bianchi, di chi vuole mistificare, limitare o accentrare il potere del sapere, costruendo un’informazione indipendente, praticando l’autogestione e sperimentando la partecipazione attiva nella vita sociale e politica!

Non rendiamo vano il sacrificio di un <<rivoluzionario e militante comunista ucciso dalla mafia democristiana>>.

Viva l’informazione libera dai condizionamenti del mercato e della politica di palazzo!

Viva le sperimentazioni autogestionarie!

La mafia e il capitalismo sono una montagna di merda! (e sono intrinsecamente collegati dalle logiche della prevaricazione, dello sfruttamento e del sopruso)

 

Cronista Aut-Aut



Come di consueto chiudiamo l'articolo con delle citazioni musicali: il primo pezzo consiste in un aneddoto musicato di Giovanni Impastato, incluso nell'album "Radici" di Kento & The Voodoo Brothers, intitolato "Peppino e il mulo". 





Il secondo pezzo è l'immancabile "I Cento Passi" dei Modena City Ramblers




 

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