20.5.24

SCRITTE ANTISEMITE A PROCIDA. COMITATO PER LA PALESTINA LIBERA: "SIAMO ANTISIONISTI, NON ANTISEMITI"

SPAZIO COMUNICA-AZIONI: RICEVIAMO, PUBBLICHIAMO E COMMENTIAMO 

Il Comitato "Procida Per una Palestina Libera - Stop al Genocidio" prende le distanze dalle scritte antisemite apparse cinque giorni fa a Procida

Prima di lasciarvi ai due comunicati che ci ha inviato il Comitato, vi segnaliamo due articoli pubblicati tra queste pagine impalpabili.

Il primo, intitolato "Antisionismo non è antisemitismo", si focalizza sull'accusa strumentale di essere antisemita mossa a chiunque critica le politiche coloniali israeliane. In maniera assurda a diversi ebrei, israeliani, rabbini e perfino sopravvissuti all'Olocausto, che si oppongono al genocidio incrementale avviato 76 anni fa, viene appiccicata addosso l'etichetta di "antisemita" (o di "ebreo che odia sé stesso"). La radice di questo corto circuito semantico risiede nell'identificare Israele con l'ebraismo. Paradossalmente, questa artificiosa e opportunistica identificazione finisce per aumentare l'odio verso gli ebrei: se Israele e l'ebraismo sono la stessa cosa, allora le malefatte dei governanti israeliani vanno addebitate a qualunque ebreo... E purtroppo, secondo chi scrive, per questo meccanismo tale sentimento si è diffuso, ben prima del 7 Ottobre, anche tra alcune persone che si definiscono "di sinistra" (seppure in misura molto minore rispetto a quello che vuole far pensare la propaganda mainstream, che identifica qualunque manifestazione in favore della Palestina come antisemita).

Siamo ritornati sull'argomento in un editoriale sugli Olocausti (il plurale è usato intenzionalmente) in cui abbiamo fatto notare che Amiram Levin, generale in congedo delle forze di offesa israeliane, ha affermato che ci sono similitudini tra le politiche discriminatorie israeliane e quelle naziste: immaginate cosa succederebbe se un'affermazione del genere venisse fatta da un non ebreo... 

Di seguito il comunicato di Michael Leonardi, fondatore del Comitato.


Diverse persone riunite in un cortile sotto una gigantesca bandiera della Palestina
Foto del Comitato Procida per una Palestina Libera



<<Intervengo in quanto fondatore del comitato "Procida Per una Palestina Libera - Stop al Genocidio". Il nostro comitato è stato creato nel dicembre del 2023 in risposta al genocidio perpetrato dallo Stato di Israele, non solo dal 7 ottobre, ma da 76 anni, da quando è iniziata la pulizia etnica e l'uccisione di massa dei Palestinesi indigeni nella loro patria.

In questi giorni, sull'isola di Procida, sono apparse scritte minacciose e antisemite su diversi muri dell'isola. Le parole apparse non hanno nulla a che fare con il movimento per la liberazione e l'autodeterminazione del popolo Palestinese e per la fine dell'orribile genocidio perpetrato dallo Stato sionista di Israele nei confronti del popolo Palestinese. Purtroppo, a causa di quella che sembra essere un'ignoranza diffusa sulla nostra piccola isola, si è tentato di collegare questo atto di origine nazifascista al movimento di solidarietà con il popolo Palestinese.

Inoltre, un cittadino procidano è stato convocato dai Carabinieri perché sventolava una bandiera Palestinese dal suo terrazzo. Riteniamo che sia un atto di intimidazione nei confronti del movimento a livello locale, nazionale e internazionale.

Le scritte razziste e di odio non provengono dal movimento-che è al fianco del popolo palestinese e ne sostiene l’autodeterminazione e la fine del genocidio perpetrato dallo Stato di Israele. Siamo antifascisti, antirazzisti e antisionisti ma assolutamente NON antisemiti. In realtà, ci sono innumerevoli ebrei in tutto il mondo che lavorano fianco a fianco con noi, in un movimento che condanna l'intento suprematista, razzista e genocida del sionismo, da non confondere con il semitismo. È un fatto storico e antropologico che gli arabi Palestinesi e alcune popolazioni ebraiche indigene in Palestina sono tutti semiti, ma in molti non hanno una chiara comprensione della storia.

Questo tipo di scritte, che sono apparse sui muri di Procida, appartiene al nazifascismo e al movimento sionista che lavora direttamente con il terzo reich e che ha creato le condizioni per colonizzare la terra indigena dei palestinesi. Prima della seconda guerra mondiale, la terra di Palestina era conosciuta come Palestina su ogni mappa nel mondo. Oggi, gli eredi del NaziFascismo stanno sostenendo un terrificante atto di genocidio e si sta rispondendo con forza a questa assurda mattanza nei riguardi del popolo Palestinese>>.


Di seguito un secondo comunicato, pubblicato anche sulla pagina Facebook del Comitato.



<<In nome del “Procida Per una Palestina Libera - Stop al Genocidio”.

In questi giorni, sulla nostra isola, sono apparse scritte vergognose (“morte agli ebrei”) con parole note a chi è profondamente razzista e antisemita e, aggiungiamo con dispiacere, nostalgici del nazifascismo. Ci auguriamo che i responsabili vengano individuati e resi responsabili del loro atto.

Nessun collegamento è possibile con il nostro comitato: creato nel dicembre del 2023 da persone inorridite dai bombardamenti, dalla distruzione di Gaza e dal genocidio perpetrato dallo Stato di Israele. Fino ad oggi, sono stati uccisi più di 40.000 persone e più di 14.000 bambini. Parliamo di genocidio: è stato riconosciuto dalla Corte Internazionale di Giustizia. Con regolare sentenza si è disposto, con misure provvisorie, che Israele ponga fine all'uso della fame come arma di guerra e di cessare la distruzione di ospedali, chiese, moschee, università, scuole e l'uccisione indiscriminata di civili. Si è riconosciuto, nelle parole dei ministri israeliani, la volontà genocidaria.

E' dal 1948 che Israele pratica la pulizia etnica della popolazione palestinese (750.000 palestinesi cacciati dalla loro terra e case, rasi al suolo 482 villaggi). Dal giugno 1967, occupa militarmente la Cisgiordania compresa Gerusalemme Est, e Gaza, mettendo in atto un sistema di Apartheid e di insediamento coloniale illegale (più di 750.000 coloni sulle terre rubate ai palestinesi, laddove secondo le leggi internazionali dovrebbe esserci lo Stato di Palestina).

Il popolo palestinese ha il diritto di vivere sulla propria terra nella libertà e autodeterminazione. L'accostare questo all'antisemitismo è pura azione di propaganda: il nostro comitato ripudia ogni forma di razzismo, antisemitismo o di islamofobia e siamo profondamente contrari al sistema di apartheid, oggi volto al genocidio, dello Stato sionista israeliano. E come noi -e molto più di noi- lo sono gli ebrei nel mondo che manifestano con i palestinesi dicendo "Not in my name": non nel mio nome, il genocidio, la pulizia etnica, le torture, il furto di terra e vite.

Le scritte apparse sull'Isola non hanno nessun legame con chi chiede il cessate il fuoco permanente e la libertà del popolo Palestinese dall'occupazione militare, dall'apartheid e dall'insediamento coloniale israeliano.

Sventolare una bandiera palestinese, o indossare una kufiah, non deve essere confuso con una volontà antisemita perché è un gesto di solidarietà verso un popolo che ha il diritto di vivere ed esistere in libertà. Un cittadino procidano è stato convocato dai Carabinieri perché sventolava una bandiera Palestinese dal suo terrazzo e ci addolora che si sia pensato ad un collegamento per una possibile ricerca positiva.

Le ignobili scritte appartengono al lessico e agli ideali dei circoli nazifascisti e non fra chi si assume la responsabilità di difendere la legalità internazionale e l'umanità seppellita sotto le macerie di Gaza.>>.


Nota della Redazione: nel secondo comunicato si dice che la Corte Internazionale di Giustizia (i cui giudici sono stati definiti antisemiti da Itamar Ben Gvir) ha <<riconosciuto>> il genocidio. Per essere precisi, la Corte ha affermato che, in questo stadio del procedimento, c'è il rischio che si stia verificando "il crimine dei crimini" e Israele dovrebbe prevenirlo. Dal punto di vista giudiziario, quindi, il genocidio non è stato ancora accertato, anche se ci pare ineccepibile che sia sotto gli occhi di tutti (quelli che vogliono "vedere") l'intenzione (attuata) di distruggere, anche solo in parte, un gruppo etnico. Notizia di queste ore è che il procuratore della Corte Penale Internazionale ha chiesto di emettere mandati di arresto per Benjamin Netanyahu e Yahya Sinwar.


In foto le parole "antisemitismo", "ebraismo" e "giudaismo" nella colonna sinistra insieme a una stella di David. In mezzo più volte è ripetuto il simbolo matematico "≠", "diverso da" e nella colonna destra le parole "antisionismo", "sionismo" e "Israele", insieme alla bandiera di Israele. Si vede anche una bandiera della pace insieme a una della Palestina e un cartello a una manifestazione con la scritta "un olocausto (1933-45) non ne giustifica un altro (1948-oggi)", oltre a una mappa di Israele e Palestina disegnata come un enorme labirinto

Alcuni virgolettati di Gabor Maté, sopravvisuto all’Olocausto: definisce Gaza <<il più grande campo di concentramento al mondo>>; << C’era una terra con delle persone, e altre persone la volevano, se la sono presa e continuano a prendersela, continuano a discriminare, opprimere ed espropriare: questo è quanto>>; <<l’omicidio dei miei nonni ad Auschwitz non giustifica l’esproprio dei palestinesi in corso, che giustizia, verità e pace non sono prerogative tribali. Che il “diritto di difendere sé stessi” di Israele, inattaccabile in principio, non conferisce validità alle uccisioni di massa>>; <<La sproporzione di potere, di responsabilità, di oppressione è così marcata da un lato, che basta pensare alla peggiore cosa che si può dire di Hamas moltiplicata per mille, e quella cosa non sarà paragonabile alla repressione israeliana, alle uccisioni e alle espropriazioni dei palestinesi>>
Foto a sinistra di "Gabor Gastonyi", fonte "Clare Day", rilasciata con licenza "creative commons"



1 commento:

  1. Condivido la precisazione verso tutti coloro che appartengono al popo ebreo perseguitati ingiustamente sono fratelli nostri...mai l' odio...

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