SULL'OMICIDIO DI CHARLIE KIRK, AL DI LÀ DI PLAUSIBILI "COMPLOTTISMI"...
Charlie Kirk e Melissa Hortman erano due persone con storie politiche molto diverse -di cui una più che discutibile- accomunate dall’essere morti recentemente a causa della violenza politica, almeno apparentemente… In questo breve editoriale torniamo a parlare di “doppio standard” o “duepesismo”, ossia del doppio metro di giudizio applicato da politici e media mainstream, oltre che di strategia della tensione.
COSA DICEVA CHARLIE KIRK: DALLE TEORIE ANTISEMITE E ISLAMOFOBE SULLA SOSTITUZIONE ETNICA AL RILASCIO DEGLI “EPSTEIN FILES”
Charlie Kirk, classe ‘93, era un influencer statunitense di estrema destra, fondatore dell’organizzazione milionaria “Turning Point USA”, ucciso il 10 Settembre 2025 a Orem, Utah, durante un convegno.
<<Non sopporto la parola empatia, è un termine inventato dalla New Age che fa solo danni>>, e non ne aveva molta nei confronti delle persone che hanno un’identità di genere e un orientamento sessuale non conforme: nella Bibbia si dice che <<'se un uomo dorme con uomo dovrebbe essere lapidato' (...) la perfetta legge di Dio in merito a questioni sessuali>>. E poi diceva, sempre citando l’Antico Testamento, in riferimento alle persone trans: <<'un donna non dovrebbe indossare i vestiti di un uomo, né un uomo il velo di una donna', e chiunque faccia queste cose rappresenta un abominio per Dio>>.
Non sembrava comprendere bene nemmeno le emozioni delle persone nere, schiavizzate per secoli dai suoi antenati, e ancora oggi sottoposte a pesanti discriminazioni dai suoi "camerati": <<Martin Luther King JR era una persona terribile>>; <<quando vedo un pilota di aerei nero penso “Ragazzi, spero sia qualificato!”>>; le donne nere <<non hanno la capacità mentale di processare che hanno rubato il posto a qualche bianco>>, non perché le politiche di "azione affermativa" (quelle simili alle “quote rosa” per capirci) sono eque e riparatorie.
Anche il ruolo delle donne bianche deve essere limitato, in accordo con i sacri comandamenti di migliaia di anni fa, ancora vigenti per alcuni. Alle donne e alla cantante pop Taylor Swift diceva: <<rigetta il femminismo e sottomettiti a tuo marito!>>.
Poi ci sono i musulmani: <<vogliono conquistare l’Europa tramite la sostituzione etnica>>, una politica aperta dagli ebrei del resto, di cui sono stati storicamente accusati e continuano a essere accusati, anche da politici italiani: <<i donatori ebrei sono stati i primi a finanziare meccanismi radicali dell’apertura dei confini, politiche neo-liberali e quasi marxiste, istituzioni culturali e associazioni no-profit. È una bestia creata dagli ebrei laici>>.
A chi scrive appare chiaro che non era certo un martire pacifista o della libera informazione il ché, ovviamente, non giustifica il suo assassinio. Ma non giustifica nemmeno la “caccia al comunista”, il clima d’odio che molti politici stanno alimentando in tutto il mondo, sfruttando la sua morte per fini politici.
<<La Palestina non esiste, ci sono solo la Giudea e la Samaria>>, aveva detto a un convegno in cui provocava degli studenti, una di quelle provocazioni che oggi vengono usate per dipingerlo come un martire aperto a comunicare civilmente con tutti, piuttosto che uno sfacciato provocatore, ignorante su basilari nozioni di storia e geografia, evidentemente.
Però, aveva anche chiesto a Trump -contro il reticente volere dell'imperatore degli USA- di rilasciare più documenti riservati sul “caso Epstein” (per chi non l’ha mai sentito nominare: si tratta dell’oscuro uomo d’affari al centro di un giro di sfruttamento sessuale di minori, forse supportato da entità statali, come il governo di Israele, per raccogliere materiale compromettente su personaggi importanti).
Inoltre, aveva mosso dei dubbi sulla gestione militare israeliana del 7 Ottobre.
Ma, soprattutto, avrebbe pure rifiutato un cospicuo finanziamento dal governo Netanyahu, del quale avrebbe dovuto tesserne le lodi tramite la sua organizzazione fascistoide. Secondo molti era un’offerta che non si poteva rifiutare, specialmente per uno che si definiva un conservatore “pro-Israele”. Questi fatti hanno generato una serie di teorie "complottiste" dietro le ragioni della sua morte: in sostanza sia Trump che Netanyahu avrebbero dei buoni motivi per essere coinvolti nell’omicidio.
Ad aggiungere ulteriori sospetti c’è la dinamica dell’omicidio e la storia personale del presunto attentatore, Tyler Robinson: 22 anni, proviene da una famiglia conservatrice e, clamorosamente, ha annunciato tramite una chat al suə coinquilinə (una persona trans con cui aveva una relazione) che stava provando a recuperare un fucile dal luogo del delitto. E sulla chat ci sarebbero state anche altre persone, almeno una ventina secondo l'FBI. Insomma, scrivere a più persone, online, che si sta cercando di ripulire la scena del crimine, non è una mossa molto astuta da parte di qualcuno che riesce a superare una serie di misure di sicurezza e compiere un attentato del genere.
Poi ci sono state una serie di speculazioni riguardo alla sua presunta appartenenza politica. C’erano scritte e segni incisi sui proiettili: “Bella Ciao” e delle freccette che sarebbero dei simboli antifascisti. In realtà, la nota canzone partigiana è sfruttata anche al di fuori di contesti politici (per esempio in questa canzone "grime", un sottogenere rap simile a quello "gangster" americano). Tra gli altri presunti simboli antifascisti, da cui deriverebbe la connotazione politica dell'omicidio, ce ne è uno composto da tre freccette, che sembra in realtà collegato a un gioco di guerra e al più ampio universo dei "gamers" (i videogiocatori), di cui Robinson faceva parte.
Infine, ad aumentare i sospetti, ci si è messo lo stesso Netanyahu che, con il suo sorriso malizioso e sardonico, ha sentito il dovere di andare in televisione a dire che le presunte responsabilità israeliane sono tutte teorie del complotto, che circa un mese fa loro due si erano scambiati delle lettere, e che Charlie Kirk è un eroe per il "popolo eletto" e per tutta la civiltà giudaico-cristiana.
Che Kirk sia stato ucciso in maniera occulta da qualche entità governativa, oppure da una persona con evidenti problemi psico-sociali, resta comunque un fatto: la sua morte viene sfruttata per alimentare la “strategia della tensione” e attira molta più attenzione dei bambini gazawi sterminati con le bombe made in USA. Ma riceve più copertura mediatica anche di altri omicidi negli USA, più simili a quello dell’influencer ultraconservatore...
DOPPIO METRO DI GIUDIZIO E STRUMENTALIZZAZIONI
L’assassinio a colpi d'arma da fuoco di Melissa Hortman, politica del partito democratico del Minnesota, uccisa insieme a suo marito e al suo cane lo scorso 14 Giugno, ha attirato molta meno attenzione di quello di Kirk, ma soprattutto non è stato sfruttato per indire una "caccia al fascista". Vance Luther Boelter, a processo per il duplice omicidio e il ferimento di altri due sopravvissuti (incluso un altro politico democratico), ha il profilo tipico di un estremista cristiano.
Come avevamo scritto tra queste pagine, anche l’assassinio dei due diplomatici israeliani, Yaron Lischinsky e Sarah Milgrim, ha ricevuto molta più attenzione del bambino palestinese assassinato negli USA da un altro "fervente cristiano". Wadea al-Fayoume, 6 anni, è stato massacrato il 14 Ottobre 2023 da un altro fanatico cristiano statunitense, al grido di <<voi musulmani dovete morire tutti!>>. La questione, purtroppo, è sempre la stessa: la violenza, più o meno politicamente motivata, viene sfruttata per biechi fini. Qualche stupido -che si sente pure "di sinistra"- la mitizza, senza pensare a immediate implicazioni morali e a quelle politiche di lungo termine. Altri -nello spettro della destra- la condannano ipocritamente: lo fanno per fini elettorali ed economici.
Queste persone applicano o sono strumento della “strategia della tensione”: sfruttare per fini politici episodi di violenza o attentati terroristici, a volte “creati ad arte” sotto quelle che possono essere definite delle operazioni "false flag", "falsa bandiera".
In pratica qualcuno, appartenente a forze connesse con entità statali e commerciali, compie un attentato fingendo di essere qualcun altro.
Oppure, si individua un soggetto facilmente manipolabile, per spingerlo a compiere un atto violento.
Oppure, ancora più semplicemente, ci si approfitta semplicemente di un evento delittuoso compiuto da qualcuno realmente instabile, magari non facendo nulla per prevenire l’irreparabile e pur sapendo che sta per accadere.
È un antico principio, conosciuto almeno dai tempi de “L’arte della guerra” di Sun Tsu: fai combattere qualcun altro al posto tuo.
Concludo questo editoriale con un monito: non facciamo strumentalizzare le nostre lotte, non cediamo alla tentazione della violenza che deve essere usata solo per difendersi e solo quando tutte le altre possibilità sono realmente esaurite, e non cadiamo nelle loro trappole politiche, comunicative e repressive.
Editorialista Travagliato
"Fanrivista", nel suo piccolo, si sforza di (auto)produrre articoli giornalistici “artigianali” e originali, notizie non omologate e trascurate dal mainstream, approfondimenti esclusivi, dirette e contenuti extra sui profili (a)social. L'informazione, però, ha un costo. Maggiorato per chi è precario e indipendente: sicuramente ci sono persone e cause che hanno ancora più bisogno di noi, ma se ti avanzano almeno gli spicci per un caffè considera la possibilità di offrircelo simbolicamente! E se non puoi fare nemmeno una piccolissima donazione non fa niente, supportaci condividendo i nostri contenuti, commentandoli, criticandoli e seguendoci sui profili (a)social. Il modello di giornalismo indipendente e sperimentale che portiamo avanti viene discriminato dalle logiche algoritmiche e di mercato. Per questo il tuo supporto è fondamentale! I link per le offerte libere sono più sotto, vicino a quelli dei profili (a)social.
Grazie di essere arrivatə fin qui!
Nessun commento:
Posta un commento