23.4.23

DEFINIZIONI DI “SOSTITUZIONE ETNICA” E “REPLACEMENT MIGRATION”

LE BUFALE PARA-NAZISTE DEI POST-FASCISTI AL GOVERNO SULLA SOSTITUZIONE ETNICA (NON SOLO LOLLOBRIGIDA MA ANCHE MELONI, SALVINI E FONTANA)


TOCCA O CLICCA L'IMMAGINE PER INGRANDIRLA: In basso al centro un tweet della Meloni in cui accusa i fantomatici "emissari di Soros". A destra un post Instagram di Lollobrigida. Al centro in alto un articolo di Libero che cita a sproposito un rapporto dell'ONU, come fa Lucio Malan nel tweet in alto a sinistra. In basso a destra il titolo di un articolo della BBC sulla vicenda
TOCCA O CLICCA L'IMMAGINE PER INGRANDIRLA: In basso al centro un tweet della Meloni in cui accusa i fantomatici "emissari di Soros". A destra un post Instagram di Lollobrigida. Al centro in alto un articolo di Libero che cita a sproposito un rapporto dell'ONU, come fa Lucio Malan nel tweet in alto a sinistra. In basso a sinistra il titolo di un articolo della BBC sulla vicenda

LE LETTURE DISTORTE DI UNO STUDIO DELLE NAZIONI UNITE IN DIFESA DI LOLLOBRIGIDA

 

Per la rubrica “Define” parliamo del sottobosco e “sottofogna” culturale che ha prodotto le teorie della “sostituzione etnica”, dopo che l’espressione è stata menzionata dal Ministro Lollobrigida, ma anche da Salvini e Meloni, come avevamo detto già alcuni mesi fa in uno pseudo-editoriale sulle teorie post-fasciste, putiniane e “rosso-brune”...

Definiamo e traduciamo anche l’espressione inglese “Replacement Migration”, resa popolare da uno rapporto dell’ONU e strumentalizzata in maniera goffa per cercare di difendere le assurde parole di Lollobrigida.

Nella conclusione parliamo del concetto di etnia e dell’unico popolo sulla Terra, quello umano, che tra l’altro la sta distruggendo.

 

DA MELONI A SALVINI PASSANDO PER FONTANA E LOLLOBRIGIDA: LA CONTEMPORANEA TEORIA COSPIRAZIONISTA DELLA SOSTITUZIONE ETNICA

Il 18 Aprile Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida è intervenuto al congresso della Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori. Per chi non lo sapesse è detto anche “il cognato d’Italia” in quanto è sposato con la  sorella di Meloni che, come lui, ha iniziato la sua attività politica militando nel Fronte della Gioventù, la sezione giovanile del Movimento Sociale Italiano. Lollobrigida salì alla ribalta delle cronache nazionali quando era assessore per la mobilità e i trasporti della regione Lazio, nel 2012, prima di lasciare il Popolo delle Libertà per fondare con la cognata Fratelli d’Italia (insomma, sono due “carrieristi” neofascisti più che degli “underdog”): era ad Affile all’inaugurazione del mausoleo -pagato con le nostre tasse e il nostro sudore- di Rodolfo Graziani, il gerarca fascista che per la sua attività nel colonialismo italiano si guadagnò ufficialmente il titolo di “criminale di guerra” prima di diventare presidente del MSI.

All’incontro che si è svolto a Roma, un giorno prima dell’83esimo anniversario in cui il regime fascista promulgava le leggi contro matrimoni misti e concubinaggio e quindi per prevenire l’inquinamento della “razza superiore”, e nelle stesse ore in cui Mattarella ad Auschwitz condannava i regimi europei che collaborarono con i nazisti, il ministro stava parlando di come incentivare le nascite: <<non si incentivano convincendo le persone a passare più tempo a casa perché, come qualcuno ha sostenuto, si intensificano i rapporti>>, ma costruendo <<un welfare che permetta di lavorare e di avere una famiglia>> tramite il sostegno <<di giovani coppie per trovare occupazione>>, mettendo <<tutti in condizione di leggere un dato che vede la crescita demografica viaggiare in parallelo su una migliore assistenza anche all’interno del nostro territorio nazionale. Le regioni dove c’è meno welfare vedono il calo demografico molto più importante rispetto alle altre>>. Poi allarga le braccia e dice <<non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica, eh eh, l’idea della sostituzione etnica, gli italiani fanno meno figli e li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada! Io ritengo, e tocco questo tema, l’immigrazione un fatto naturale, fisiologico: sono nipote di un emigrante e mi guardo bene dal pensare che l’emigrazione, e quindi l’immigrazione siano un problema, anzi, diventano un’opportunità di crescita per una nazione, se ci sono richieste di forza lavoro. Quando hai esaurito la domanda di forza interna ti devi dotare di forza lavoro anche che venga da altre nazioni. Però bisogna chiarire che il primo nemico dell’immigrazione regolare, fatta attraverso flussi organizzati, si chiama immigrazione illegale e clandestina>>: allora mandiamo via i profughi ucraini perché non erano richiesti come forza lavoro!? Allora non facciamo arrivare le persone che scappano da guerra e che non hanno i mezzi legali per sfuggire a persecuzioni!? Allora non facciamo arrivare le persone per cui richiedere un passaporto è più costoso di affidarsi ai trafficanti in combutta con i governi che noi finanziamo!? Fermiamoci qua, e ritorniamo al concetto di sostituzione etnica espresso negli scorsi anni da altri esponenti del governo, cominciando dalla presidenta Giogia Meloni.

È da circa sette anni che, in alcuni comizi e su twitter, ha parlato di <<un’invasione pianificata e voluta>> dagli <<emissari di Soros, il finanziere che sostiene e finanzia in tutto il mondo l’immigrazione di massa e il disegno di sostituzione etnica>> finalizzata a rimpiazzare la manodopera italiana in favore del <<grande capitale>>.

Nel 2015 Matteo Salvini twittava: <<496 clandestini sbarcati a Lampedusa, 381 a Porto Empedocle. Continua il tentativo di "sostituzione etnica" voluto dalla sinistra! (...) O fermiamo, andando al governo, il tentativo di "sostituzione etnica" voluto dalla sinistra, o presto i PROFUGHI saremo noi!>> . In un altro tweet del 2017: <<Gli immigrati che sbarcano servono a sostituire gli italiani che non nascono. SOSTITUZIONE ETNICA in corso>>.

Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, quando era ministro per la famiglia e la disabilità, metteva in guardia sul problema della “contaminazione” culturale in un’intervista a un sito cattolico riportata da Wired: <<la sostituzione etnica è una scelta del tutto sbagliata, perché porta a un annacquamento devastante dell’identità del Paese che accoglie>>.

Sul sito del Governo italiano esistono due pagine redatte dall’Osservatorio Antisemitismo, settore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea:

in una pagina si trova la definizione della cosiddetta “Grande Sostituzione”: <<Mito neo-nazista per cui i “bianchi” vengono sostituiti dai “non bianchi”. Un gruppo misterioso (spesso gli ebrei) complotta per sostituire l’identità occidentale. Oggi la grande sostituzione è un mito della cospirazione di estrema destra, diffuso in Europa negli ultimi anni, composto da due fattori. Il primo sostiene che l’identità occidentale sia sotto assedio da parte di massicce ondate d’immigrazione da paesi non europei, portando ad una sostituzione degli europei bianchi sul piano demografico. Il secondo afferma che questa sostituzione sia stata orchestrata da un misterioso gruppo come parte di un loro grande piano per dominare il mondo – cosa che faranno creando una società totalmente omogenea sul piano razziale. Questo gruppo viene spesso identificato con gli ebrei/sionisti>>;

in un'altra pagina si definisce un’altra teoria del genere, denominata “Piano Kalergi<<Falsa idea di un complotto di sostituzione dei popoli europei. La teoria del complotto del piano Kalergi è la credenza secondo la quale esista un piano d’incentivazione dell’immigrazione africana e asiatica verso l’Europa al fine di rimpiazzarne le popolazioni. Prende il nome dal filosofo austriaco Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi (1894-1972), paneuropeista storico, cui viene attribuita la paternità di tale piano; la teoria trova credito soprattutto in ambienti di estrema destra (nazionalisti, sovranisti e separatisti)>>.

Per rendere un’idea del pericolo di tali parole e della disarmante leggerezza (o ignoranza, nella migliore delle ipotesi ) con cui vengono veicolate, ricordiamo che Brenton Tarrant tre anni fa ha sterminato 51 persone in una moschea a Christchurch, nel più grande omicidio di massa in Nuova Zelanda, trasmettendo la strage in diretta sui social e pubblicando uno scritto che insisteva sul problema dei <<tassi di natalità>> insufficienti dei bianchi!

 

A sinistra uno screenshot della pagina sul sito del Governo in cui si definisce il "Piano Kalergi". A destra un tweet del neofascista Roberto Fiore, leader di Forza Nuova: una donna allatta un bambino, lo slogan "l'Italia ha bisgogno di figli, non di unioni gay e immigrati" e poi l'hashtag "reddito alle madri"
A sinistra uno screenshot della pagina sul sito del Governo in cui si definisce il "Piano Kalergi". A destra un tweet del neofascista Roberto Fiore, leader di Forza Nuova

 

LE DIFESE DI LOLLOBRIGIDA E LAREPLACEMENT MIGRATION”

I "post-camerati" di partito e affini che difendono Lollobrigida enfatizzano una parte del suo discorso che ha preceduto l’espressione: <<il problema è l’immigrazione illegale>>. A parte che chi scrive crede che semmai il problema è la criminalizzazione della migrazione (di cui la cosiddetta “criminalizzazione della solidarietà rappresenta un ulteriore e crudo sviluppo), ma ritornando nel merito delle sue dichiarazioni, il collegamento semantico e teorico tra l’“immigrazione illegale” con un piano ordito “a tavolino” per sostituire la popolazione, e quindi la presunta “sostituzione etnica”, è intrinsecamente connesso alle teorie complottiste sopracitate.

Certo, nella storia dell’umanità ci sono stati e ci sono anche dei piani per allontanare o “sostituire” parti di popolazioni non favorevoli a determinati regimi e governi, oltre a dei veri e propri annientamenti tramite genocidi e crimini di guerra, ma sono piani attuati con la forza, tramite deportazioni, occupazionicolonizzazioni e delle azioni di "pulizia etnica". Così come è vero che i flussi migratori possono essere usati come un’arma di ricatto e strumento di pressione geopolitico. Però arrivare a sostenere che in Italia non si fanno figli e non c’è lavoro perché dall’estero arrivano persone che fuggono da condizioni di assoluta precarietà e che finiscono con il cambiare la cultura e il DNA “puri” grazie agli <<emissari di Soros>> è  invece un puro mito cospirazionista di derivazione nazista.

Alcuni alleati del Governo, in particolare certi leghisti, hanno parzialmente “rinnegato” la teoria “sostitutiva” che propugnava “il Capitano Salvini” quando non era ancora al governo, e quindi in un momento in cui era utile “spararla grossa” per acchiappare voti parlando alla pancia degli elettori, mentre quando si governa bisognerebbe evitare certe espressioni che non a caso hanno fatto scalpore anche sulla stampa internazionale.

Altri politici, tra cui Lucio Malan su Twitter, Italo Bocchino e Roberto Castelli in televisione, hanno invece alzato gli scudi in difesa del ministro, citando uno studio dell’ONU che confermerebbe il surrettizio piano di sostituzione dell’identità italiana ed europea. Il titolo in inglese dello studio è <<Replacement Migration: Is it a solution to declining and ageing populations?>>. Il senatore Malan chiede <<ai benpensanti di sinistra>> la <<traduzione politicamente corretta di questo documento delle Nazioni Unite. Quanto alla sostanza sembra piuttosto chiara>>. Allora proviamo a tradurlo: <<La migrazione compensativa>> (e nonsostituzione etnica”) <<è una soluzione al declino demografico e all’invecchiamento della popolazione?>>.

I difensori di Lollobrigida confondono infatti le teorie cospirazioniste di fantomatici burattinai come il “diabbbbolico ebbbbreo” Soros con studi demografici che, forse in maniera asettica e abbastanza deterministica, prendono in considerazione concetti come quelli dell’invecchiamento della popolazione, del saldo migratorio, e ovviamente del citato declino demografico.

Potremmo tradurre l’espressione letteralmente come “ricambio migratorio” da intendersi però nel senso di “ricambio demografico” e quindi traducibile come “migrazione compensativa”.

Ma loro invece devono affermare che perfino l’ONU sostiene la “sostituzione etnica” pianificata, che in inglese verrebbe tradotta con l’espressione “ethnic replacement” (come ha fatto la BBC commentando la frase di Lollobrigida).

La citazione distorta di questo rapporto è paradossale: sostanzialmente una criticità dello studio delle Nazioni Unite (come nota lo studioso Michele Bruni in un altro studio del 2008) è ravvisabile nel fare “troppo” affidamento sui flussi migratori per rimediare al declino demografico. Quindi i vari “destroidi” e “migrofobi” che vorrebbero restringere quei flussi migratori, tramite la fuorviante retorica dell’immigrazione “legale e buona” (che nei fatti è legalmente impossibile e più costosa di quella illegale), e incentivare la procreazione di italiani “puri”, citano a sproposito il titolo in inglese di uno studio che afferma esattamente il contrario di quello che loro propugnano! In altre parole: gli apologeti di Lollobrigida citano un rapporto che vorrebbe incentivare le migrazioni come prova della sostituzione etnica in atto, sostituzione che loro vorrebbero fermare favorendo un incremento del tasso di nascite degli italiani “veri”...

O forse quei destroidi pensano che le Nazioni Unite sono in combutta con  il “diabbbbolico ebbbbreo” Soros... Il quotidiano Libero, in un articolo intitolato “Lollobrigida, se anche l’Onu parlava di sostituzione etnica” riporta le parole del giornalista e geografo Gianfranco Peroncini che a nostro dire sono palesemente ingannevoli, dato che usa intercambiabilmente le espressioni “sostituzione etnica” -che come abbiamo detto richiama le teorie del complotto degli spostamenti pianificati “a tavolino- e “migrazioni sostitutive” -che è più vicina al concetto di una compensazione demografica non connotata politicamente-: <<Il tema della sostituzione etnica, in realtà, è uno dei cavalli di battaglia dell’Onu. Che difficilmente potrebbe essere accusata di neonazismo. Basta andare a vedere i rapporti sul Replacement migration, le migrazioni sostitutive, che le Nazioni Unite propongono come unica soluzione per risolvere il declino inevitabile di otto delle nazioni più sviluppate ma a bassa fecondità del pianeta: Germania, Stati Uniti, Federazione russa, Francia, Italia, Giappone, Repubblica di Corea e Gran Bretagna>>. L'autore dell'articolo, il giornalista Gianluca Mazzini (che riporta un link non funzionante preso dal sito non aggiornato dell’ONU, il che ci fa evincere che probabilmente l’autore dell’articolo non lo ha nemmeno aperto ma ha solo copiato e incollato) conclude così: <<Per cui fare più figli ed evitare la “sostituzione etnica” appare una ricetta molto sensata e assai concreta. Nonostante le spericolate fake news propalate quotidianamente a getto continuo dalla stampa mainstream e riprese pedissequamente dall’universo mediatico>>.

Ma il giornale mainstream (che in maniera ridicola si autoesclude da quella categoria, un giornale talmente “libero” che il suo editore è stato sia in Forza Italia che nella Lega) propone una “ricetta” talmente infantile che è anche prossima alle idee che derivano dalla retorica nazifascista: incentivare la natalità, e quindi fare più figli, non esclude il riconoscimento del diritto naturale allo spostamento di una persona. Incentivare l’immigrazione, anche da una prospettiva liberale e per nulla “rivoluzionaria”, porterebbe far diminuire il debito pubblico incrementando il numero di lavoratori, e quindi anche di persone che versano contributi per pagare imposte e pensioni, oltre a più figli... E qui veniamo al problema principale, alla questione per cui i vari destroidi devono arrampicarsi sugli specchi: loro non vogliono (o non ammettono di non volere) i figli dei migranti, non vogliono riconoscere ai figli di migranti gli stessi diritti dei presunti “italiani italiani”, e magari non vogliono nemmeno figli “meticci” che non sono “italiani italiani” per colore della pelle o abitudini culturali...

Non è un caso che esiste una voce di Wikipedia (sempre in inglese) che cita sia lo studio delle Nazioni Unite sia altri studi che lo criticano, e si legge: <<in demografia, “migrazione compensativa” indica una teoria della migrazione necessaria per una regione, al fine di raggiunge un particolare obiettivo (demografico, economico o sociale). Di solito gli studi che ricorrono a questo concetto hanno l’obiettivo di evitare il declino della popolazione complessiva e quello della popolazione in età lavorativa. Nel mondo occidentale, i cospirazionisti di destra hanno pretestuosamente indicato le politiche governative che incoraggiano l’immigrazione compensativa di essere un esempio della “grande sostituzione>>. Quindi dire che l’ONU incoraggia la “sostituzione etnica” non solo è una baggianata, ma è anche una semplificazione dai connotati razzisti! Poi ci saranno dei destroidi che sono sinceramente razzisti ma che non lo ammettono, e ci saranno anche dei destroidi che inconsciamente sono razzisti ma non riescono ad ammetterlo...

A fare ulteriore chiarezza sulla vicenda dello studio dell’ONU ci pensa Francesco Billari, rettore della Bocconi e demografo, che ha spiegato su La Repubblica come diversi complottisti <<parlano senza fondamento scientifico di sostituzione etnica>> citando quel rapporto <<celebre tra gli studiosi di popolazione>>. Nell’articolo, intitolato “Nella vecchia Europa la società multietnica è una ricchezza” porta l’esempio delle migrazioni interne all’Italia <<con braccia, cuori e teste da offrire>> direttamente dal meridione e dalle isole, e che pure hanno causato <<tensioni, talora intolleranze>>.

Forse i meridionali che negli anni si sono trasferiti al nord per lavorare hanno “contaminato” gli ariani settentrionali con i geni impuri del sud...

Non sembra strano che Salvini, nel 2015, dichiarò: <<è in corso un'operazione di sostituzione etnica coordinata dall'Europa>> e i <<padani sono discriminati, vittime di pulizia etnica e di sostituzione di popoli>>.

 

ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA

La sparata di Lollobrigida (chissà se l’ha ideata lui stesso o chi cura la sua comunicazione) sulla sostituzione etnica è un'arma di distrazione di massa doppia: da un lato si contribuisce al meccanismo della “costruzione del nemico”, a sua volta connesso a quello della “guerra fra poveri”, che combinati consistono nell’antico detto del “divide et impera”: la gente “che sta sotto” si fa guerra a vicenda, e chi sta sopra continua a comandare, molto male visti i risultati che sta ottenendo il governo, a cominciare dalla criminalizzazione delle ONG che non solo sta facendo salvare meno vite, ma sta portando a un numero di sbarchi record.

In più si alza un polverone mediatico che ci fa focalizzare su quell’orribile espressione (collegata a un sottobosco ideologico e cospirazionista di estrema destra) e non sulle responsabilità italiane e internazionali sulle stragi nel mediterraneo. Così abbiamo anche meno tempo e "spazio" per ragionare su cosa vuol dire togliere la protezione umanitaria, restando sempre nel campo delle politiche migratorie.


 

I PRO E I CONTRO DELLE “SEMPLIFICAZIONI”

Semplificare può essere utile per creare dei modelli con cui iniziare ad approcciare problemi molto complessi, per identificare degli andamenti generici dei più svariati fenomeni, cosa molto valida per fare delle previsioni, e così via.

Al contrario delle eccessive semplificazioni potrebbero finire per essere troppo riduttive, potrebbero portarci verso generalizzazioni sommarie e pericolose.

Può essere utile, per fini esemplificativi, parlare di etnia per descrivere un gruppo di persone che in un dato periodo si trova in un preciso luogo (almeno dal punto di vista dei confini politici), aiutandoci a descrivere e classificare i “costumi” che vanno per la maggiore in quell’area e in quel tempo.

Al contempo però queste semplificazioni potrebbero rafforzare degli stereotipi, più o meno veritieri; potrebbero indurci addirittura a pensare che un determinato popolo è costituito da persone che hanno un “solo” colore di pelle, potrebbero portarci ad immaginare le lingue come dei “blocchi monolitici” che dovrebbero essere messi al riparo da contaminazioni di altri gruppi linguistici (un’altra arma di distrazione di massa di questi giorni è la proposta di legge per tutelare la lingua italiana) e non come entità comunicative che cambiano perennemente.

Il punto è che siamo talmente tanto interdipendenti a ogni latitudine e “per tutto il globo terraqueo” che forse è più corretto pensare che siamo un unico popolo, quello del pianeta Terra, che si differenzia e si unisce al contempo in determinati luoghi e specifici periodi: il pezzo di terra che oggi si chiama Italia è da secoli un paese di partenza e arrivo di tantissime genti. A partire dagli anni ‘90 del ‘900 siamo meta di diversi “arrivi”, e quindi un paese di immigrazione, ma precedentemente eravamo principalmente un paese di emigrazione (e lo siamo ancora), che “esportava” anche cose brutte, come la criminalità organizzata, un esempio di fenomeno umano (come lo definì il giudice Falcone) che non si sviluppa solo nella penisola ma in tutto il mondo, a riprova che ci sono dei problemi inerenti l’organizzazione sociale, la struttura gerarchica e la prevaricazione che sono comuni a tutta l’umanità, così come esistono anche altri fenomeni positivi.

Invece Lollobrigida, in una successiva dichiarazione, ci ha tenuto a fare un po' di chiarezza nel <<polverone alzato dalla sinistra>>. Ha affermato che intendeva metterci in guardia da un pericolo: <<la denatalità in Italia rischia di far scomparire il popolo italiano>>. 

Qui sta l’errore di fondo: non esiste un “popolo italiano” in senso stretto, esistono delle persone che sono nate o si sono ritrovate all’interno dei confini politici italiani con delle comunanze linguistiche e culturali (per giunta molto eterogenee perché ci troviamo al centro del Mediterraneo) che sono però un “sottogruppo” dell’unica "razza umana", dell’unico popolo umano, di una specie che tra l’altro è talmente “evoluta” e “intelligente” che rischia di autodistruggersi, soprattutto se tutti i “sottogruppi/popoli” e i singoli non iniziano a collaborare e si rinchiudono nel proprio guscio sovranista, invece che cooperare in base a cosa li accomuna nonostante le infinite differenze e sfaccettature individuali e collettive…

Basta con la retorica dell’ “ognuno a casa loro”! Iniziamo a pensare che viviamo tutti in un'unica "casa nostra", indipendentemente da dove nasciamo o dove ci spostiamo: pensare a un mondo senza confini è forse un’utopia, ma se identifichiamo un orizzonte ideale dobbiamo quantomeno cercare di avvicinarci a esso il più possibile!


Editorialista Travagliato



ultima modifica 09/11/2023 ore 12:02

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