Abbiamo ricevuto una mail da un “Anarca” che si firma “matteo menchi” (esiste anche un profilo su LinkedIn omonimo, con le prime lettere di nome e cognome scritte in minuscolo. L’indirizzo mail del mittente è “matteo.m71bis@gmail.com”). Non so se interpretarla come una minaccia velata o un’insolita segnalazione. Avendo pubblicato quattro post sul caso Cospito, presumiamo sia riconducibile all'area anarco-insurrezionalista (qui il post in cui spiego perché sono solidale con Cospito, qui invece perché non condivido assolutamente i suoi metodi e quelli dell'area insurrezionale, degli esteti della violenza "ravacholisti").
Questo il testo dove si trova anche un link a una cartella di Google Docs:
<<Se uno si sveglia a quasi 50 anni, ha una propietà, come fa a giustificare la violenza e a praticarla?
Inoltre, questo limite/giustificazione, non mi rende subalterno a chi invece "si diverte", se mai arriverà un bel giorno?
Cambiando discorso, ti faccio un regalo, visto che hai velleità, vedi se capisci, sennò ti spiego meglio.
Un Anarca>>
Se è una minaccia: anche se la violenza minoritaria (dei sedicenti anarco-insurrezionalisti che altro non sono che “leninisti in salsa informale”) ci fa paura come la violenza concentrata (degli stati e di tutti noi che li abitiamo con diversi gradi di consapevolezza e responsabilità), ovviamente non ci fermiamo: Cospito merita il rispetto che merita ogni essere umano, anche se ha portato avanti una strategia terroristica politicamente inutile (che si aliena il consenso della "massa" che dovrebbe essere invece persuasa con i fatti, non quelli violenti) e che potenzialmente poteva coinvolgere “civili” (pure se si volesse ammettere come eticamente giusto il tentativo di ammazzare dei carabinieri, fargli saltare le dita con plichi esplosivi o ferire alle gambe un dirigente di un’azienda nucleare, restano svariati problemi, tra cui il coinvolgimento possibile di persone che non c’entrano niente con gli “obiettivi” che si vogliono colpire, e quindi i cosiddetti “danni collaterali”).
Se è una segnalazione: la tutela delle fonti per un giornalista è sacrosanta, ma bisogna capire anche cosa vuole questa ipotetica fonte, se questa fonte vuole strumentalizzare il giornalista (o minacciarlo in maniera più o meno velata). Inoltre la mia fede la ripongo nella ricerca della verità, ricerca che può e dovrebbe essere anche collettiva: per questo pubblichiamo quello che siamo riusciti a vedere in questa cartella.
Abbiamo preso una serie di precauzioni e usato vecchi device per aprire il link sospetto (che si vede nella foto della mail). Non abbiamo aperto i file ma abbiamo scattato delle foto al contenuto della cartella.
Se qualcun@, incluso lo stesso “anarca” o qualcun@ che ha qualcosa da dire in merito in base alle sue competenze (informatiche, investigative ecc.), capisce di cosa si tratta e vuole fornire delle spiegazioni, lo può fare nei commenti, via social o inviando un’altra mail. L’indirizzo http (da aprire a rischio e pericolo di chi vuole o può cimentarsi in questo genere di attività informatica in cui non sono esperto) non è riportato nel testo, ma nell’immagine.
Come si vede dalle immagini ci sono dei testi in diverse lingue, diversi link e colpisce l’attenzione una scritta: "Report Child Porn url". Aprendo il link con uno dei device usati (troppo vecchio e non aggiornato per visualizzare il contenuto) abbiamo notato la scritta che denoterebbe il nome della cartella: "Scandalo".
È forse una segnalazione di qualche scandalo che riguarda dei potenti? Oppure un semplice “plico incediario digitale” per intimorire una testata umile come la nostra? Una testata che tra l’altro ha una vocazione libertaria e anti-capitalista?
Paolo Maria Addabbo (detto “Anarco-pacifista”)
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