15.3.24

VINCE, ANCORA UNA VOLTA, IL PARTITO DEL NON VOTO!

ASTENSIONE AL 47,8% IN SARDEGNA E AL 52% IN ABRUZZO



Alle ultime elezioni ha vinto ancora il "partito del non voto", con circa la metà degli aventi diritto che non si è nemmeno recata alle urne. Ciò segnala il fallimento del modello della democrazia liberale-liberista e rappresentativa, oltre alla crescente ed endemica sfiducia nell'attuale classe dirigente. È giunta l'ora di pensare e sperimentare nuove forme di governo, o di autogoverno, che allarghino la partecipazione alla vita pubblica a quella parte dell'elettorato che non si sente rappresentata da nessuno.


Un manichino infila una scheda elettorale, con disegnato sopra un punto interrogativo e uno esclamativo, nell'urna.


Marco Marsilio è stato riconfermato alla guida della Regione Abruzzo quattro giorni fa. Appartenente a Fratelli d'Italia dalla prima ora, quella della scissione dal PdL nel 2012, fu lui a tesserare Giorgia Meloni nel Movimento Sociale Italiano, il partito neofascista successore del Partito Fascista Repubblicano, al servizio della repubblica fantoccio dei nazisti a Salò. Ha ottenuto il 53,5% dei voti degli aventi diritto che si sono recati alle urne, il 52,2%. In altre parole, ha ottenuto la metà dei voti dalla metà delle persone che effettivamente si sono recate alle urne. Quindi, il 47,8% degli abruzzesi non è entrato nei seggi: è l'ennesimo record storico del "partito dell'astensione", visto che nel 2019 l'1% in più era entrato in cabina elettorale.

Quasi un mese fa, invece, Alessandra Todde è diventata la prima governatrice della Sardegna. Candidata dal M5S e supportata dal cosiddetto "campo largo" che includeva il PD, Meloni l'aveva presa in giro perché aveva detto che l'antifascismo era centrale nel suo programma. La Todde ha risposto che le matite usate per votare, avevano metaforicamente prevalso sui manganelli, impiegati largamente per reprimere il dissenso. Eppure, anche in questo caso, a impugnare le matite sono stati solo il 52,4% degli elettori. Di questi hanno votato per lei il 45,4%. Gli isolani che hanno scelto di non votare sono il 47,6%, l'1,34% in meno della scorsa tornata elettorale.

Questi dati sono in linea con quelle delle ultime elezioni nazionali, in cui solo 6 italiani ogni 10 hanno espresso una preferenza in cabina, con il raggiungimento del massimo storico per il partito del non voto. Numeri che non si discostano dalle ultime amministrative nel 2023.

Questi dati sulla sempre più bassa affluenza alle urne riflettono il fallimento del modello di democrazia rappresentativa liberale-liberista e, ancor più, la sfiducia dilagante verso una classe dirigente legittimata, almeno formalmente, solo dalla metà della popolazione.

Questi dati ci suggeriscono perciò che c'è bisogno di nuove forme di politica e governo che permettano la partecipazione effettiva del popolo alla vita pubblica.

Per questo riproponiamo due articoli pubblicati nelle scorse settimane. Il primo si intitola "Non ti interessa la politica?! Tanto non cambia niente?!": afferma la necessità di contrastare le de-politicizzazione della società, intendendo la politica non soltanto nella sua accezione "partitica". 

L'altro è dedicato all'anarchismo, non inteso come "caos" ma come forma più pura e ideale della democrazia, verso cui tendere il più possibile. Parla anche del cosiddetto "confederalismo democratico" e si intitola: "Anarchia non è detto che sia... "Caos", può essere anche "pura" democrazia". 

Così, in attesa di vedere cosa succederà alle prossime elezioni europee e in Basilicata, possiamo ragionare e interrogarci non solo sull'opportunità di votare o astenerci, ma anche su nuove forme di fare "Politica" con la "P" maiuscola.



Proto-Redazione


Come di consueto vi lasciamo con una citazione musicale in tema. Si tratta di "Rap Lamento" di Frankie hi-nrg



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1 commento:

  1. Si e' importante saper leggere i dati di partecipazione del Popolo stanco e sfiduciato che non esprimendosi non costruisce ma complica il futuro. Si aspetta sempre che si alzi qualcuno giusto...che ci sarà...

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