3.3.24

PREMIO VANNACCI PER LE PEGGIORI AUTO-PRODUZIONI

ISTITUITO IL "PREMIO AL CONTRARIO"


Istituito il Premio Vannaci per le peggiori auto-produzioni letterarie e artistiche. Ripercorriamo i suoi casi giudiziari, oltre al caso "letterario" e alla probabile "discesa in campo" partitico, con movimenti neofascisti e "rossobruni" o con la Lega. E parliamo anche di mercato editoriale e self-publishing.


IL GENERALE PLURI-INDAGATO PRONTO A "SCENDERE IN CAMPO"


Al centro dell'immagine un trofeo con la figura di Vannaci in divisa. Alla base del trofeo c'è scritto: <<Premio per le peggiori autoproduzioni>>. In alto campeggia la scritta "Premio Vannacci". A sinistra dei libri, a destra una penna stilografica.
Collage de "Lo Skietto"


Il generale Roberto Vannacci, assurto agli onori della cronaca lo scorso Agosto per il libraccio dal titolo "Il Mondo al contrario", sin da subito ha scalato le classifiche delle autoproduzioni cartacee di Amazon.

Adesso è il primo best-seller sulla piattaforma di Jeff Bezos, cioè il libro più venduto in Italia, con almeno duecentomila copie stimate in totale (come riporta anche l'ANSA), per un guadagno di almeno ottocentomila euro lordi (secondo una stima fatta dal Corriere della Sera). Vendite che sono quadruplicate negli ultimi giorni, stando a quanto ha dichiarato alla stampa lo stesso Vannacci, dopo la sanzione disciplinare comminatagli dall'esercito, di cui parliamo meglio nelle prossime righe.

Formatosi in accademia militare, con tre lauree, ha conseguito il brevetto di incursore ed è stato in diversi scenari di guerra, inclusa quella in Afghanistan "per esportare la democrazia".

A Giugno 2023 approda al comando dell'Istituto Geografico Militare di Firenze, dopo due anni come addetto alla difesa di diplomatici italiani a Mosca, prima di essere rispediti in Italia a seguito delle tensioni legate al conflitto in Ucraina.

Dopo lo scoppio del "caso" letterario (più che altro un "caso umano"), significativo dell'arretratezza culturale del pezzo di pianeta chiamato Italia, viene nominato Capo di stato maggiore del Comando delle Forze Terrestri.

Il libro è salito alla ribalta delle cronache perché è un concentrato di opinioni conservatrici, in particolare omofobe e razziste, un ammasso di concetti discriminatori verso le principali minoranze marginalizzate, critico di qualsiasi idea anche solo vagamente progressista. Idee spicciole e opinioni più che controverse, che parlano alla pancia degli italiani più retrivi e "post-fascisti".

Il volume di quasi quattrocento pagine era originariamente "autoprodotto": scritto e impaginato in modalità "fai da te", commercializzato autonomamente tramite strumenti come "Kindle Direct" di Amazon, la più importante piattaforma di shopping online che iniziò la sua immensa fortuna proprio vendendo libri sottocosto per sbaragliare la concorrenza, ma questa è un'altra storia...

Lo scorso autunno ne è stata pubblicata una seconda edizione, per le edizioni conservatrici "Il Cerchio" (che nel loro catalogo annoverano le pubblicazioni del nazista eterodosso, "superfascista" e "antisemita spirituale" Julius Evola), con la prefazione di Francesco Borgonovo e un'intervista al generale. Il volume è stato tradotto anche in tedesco, pubblicato da "Verlag Antaios", casa editrice di estrema destra attenzionata dai servizi della Germania.


Uno screenshot dal sito di Amazon in cui si vedono entrambi i libri citati, attualmente alla modica cifra di 38 euro.
Uno screenshot dal sito di Amazon in cui si vedono entrambi i libri citati, attualmente alla modica cifra di 38 euro.

Dopo la celebrità editoriale (e tripudio elettorale in potenza), indice degli istinti più bassi e retrogradi d'Italia, sta per essere pubblicata un nuova fatica letteraria, l'autobiografia dal titolo "Il coraggio vince. Vita e valori di un generale incursore", per le edizioni "PIEMME" (parte della "famiglia" Mondadori della famiglia Berlusconi).

Intanto per il libro ci sono due indagini aperte: una per istigazione all'odio razziale, seguita alla denuncia di alcune associazioni. Un'altra per diffamazione nei confronti della nota pallavolista Paola Ogechi Egonu, campionessa nata in Italia da genitori nigeriani, che ha ottenuto la cittadinanza italiana solo nel 2018 e i cui tratti somatici, secondo il generale, non rispecchiano l'"italianità".

C'è poi un'indagine per truffa e peculato, derivante da un'ispezione ministeriale, relativa al periodo moscovita: avrebbe percepito indebitamente indennità per la presenza all'estero dei suoi familiari, organizzato solo sulla carta cene ed eventi per promuovere l'immagine dell'Italia al fine di percepire rimborsi (tra questi eventi uno, particolarmente sospetto, sarebbe posteriore alla presenza nella capitale russa, sua e del corpo diplomatico), insieme a quelli che non sarebbero stati autorizzati per l'auto di servizio, una BMW, e legati a varie autocertificazioni.

Infine è stato sanzionato dall'esercito a seguito di un accertamento per valutare infrazioni disciplinari, collegate alle opinioni omolesbotransfobiche e xenofobe espresse nella sua "opera". Ha ricevuto una sospensione di 11 mesi (12 il massimo previsto) per carenza di senso di responsabilità, pericolo di comportamenti emulativi e divisivi, danneggiamento dell'immagine e dell'imparzialità dell'esercito. La sanzione comporta la detrazione spettante per anzianità e il dimezzamento dello stipendio, che ammonta a circa 100mila euro lordi annui... Perdita economica compensata ampiamente dalle vendite del libraccio e dalla visibilità che ha guadagnato anche dalle copie "piratate"... O diffuse gratuitamente online: si può supporre che alcune copie gratuite siano state divulgate in maniera intenzionale: presumibilmente, diffondere copie più o meno "piratate" e legali, potrebbe anche essere una scelta voluta dallo stesso "auto-editore", e dalla sua cerchia, per ragioni di marketing. Ma possiamo solo supporlo (anche in base a degli elementi di cui si parla in maniera più approfondita nel prossimo paragrafo).

I vertici della Lega lo difendono a spada tratta per le sanzioni, alle quali dovrebbe seguire un ricorso al TAR del Lazio. Ci sarebbe già anche un accordo economico con il partito di Salvini, per coprire tutte le spese per la campagna elettorale delle incombenti elezioni europee

Ma le opzioni per una brillante carriera politica populista, ancora più a destra dei post-fascisti che ci governano, sono molteplici. A cominciare da Forza Nuova che si era detta disponibile a candidarlo alle suppletive nel seggio vacante dopo la morte di Berlusconi...


LE "PORCHERIE" (MASSIMO RISPETTO PER I SUINI E CONSIDERAZIONI ANTI-SPECISTE A PARTE) NEL SUO LIBRO, IL COMITATO PRO-MONDO AL CONTRARIO E IL MOVIMENTO PER UN' "EUROPA SOVRANA E INDIPENDENTE" (E "ROSSO-BRUNA").

Le invettive "moderate" di Vannacci sparano a zero contro qualunque idea anche vagamente progressista e sono in contrasto con principi che dovrebbero essere fondanti delle democrazie liberali-liberiste.

Ovviamente non l'abbiamo comprato, ma chi scrive si è auto-torturato leggendone alcuni passi da una versione gratuita, pubblicata online da un quotidiano trentino. Versione che non linkiamo direttamente anche per non fare ulteriore pubblicità a questo obbrobrio saggistico, il cui successo sembra essere proprio legato ai primi articoli de La Repubblica

In alcuni articoli, usciti intorno a Ferragosto sul quotidiano del Gruppo Gedi, si criticava il testo del generale. Vannacci precedentemente era -poco- noto per le sue denunce sull'esposizione dei militari all'uranio impoverito. In pratica, leggere alcuni passi del libro per riportarveli, è stato un esercizio intellettuale per comprendere come si sviluppano e articolano pensieri discriminatori. Un po' come leggere il Mein Kampf di Hitler per sondare gli abissi dell'odio e per scrutare l'origine di discriminazioni e cattiverie.

Tra l'altro, esiste anche il "movimento culturale" e "Comitato promotore dei pensieri espressi nel libro Il Mondo al Contrario", presieduto da Fabio Filomeni, anche lui militare, commilitone e amico di Vannacci. Segretario è Bruno Spatara, già membro di diversi partiti e movimenti di estrema destra, da Casapound a Forza Nuova, passando per Azione Identitaria. Scopo dichiarato è portare avanti le tesi nei dodici capitoli del libro contro il "pensiero unico dominante", propugnato da un'imprecisata "élite del politicamente corretto", per rimettere <<al centro la normalità della libertà>>.


Screenshot del sito del Comitato, con la stessa immagine della copertina del libro di Vannacci.
Screenshot del sito del Comitato, con la stessa immagine della copertina del libro di Vannacci.


Filomeni sarebbe anche fautore  del movimento "Europa Sovrana e Indipendente", dalla cui pagina Facebook emerge una posizione anti-NATO e "rossobruna" (un mix trasversale di pan-europeismo, nazionalismo e socialismo). Anche lui ha auto-prodotto due libri: uno, pubblicato nel 2010 e intitolato "Baghdad: ribellione di un Generale: Non abbandono i miei uomini esposti all'uranio impoverito", racchiude le sue memorie al fianco del generale Vannacci e denuncia la questione dell'uranio impoverito impiegato in alcuni armamenti; l'altro, sempre dal sapore "rosso-bruno", pubblicato qualche mese prima dell'"impresa" saggistica del suo amico e compagno d'armi, si intitola "Morire per la NATO".


Screeshot della pagina FB di "Europa Sovrana e Indipendente". Sopra si intravede in nero una mappa dell'Europa che include anche l'Ucraina.
Screeshot della pagina FB di "Europa Sovrana e Indipendente"


Sulla cronache si è vociferato di un possibile "partito del Generale" che potrebbe essere originato dal movimento "rosso-bruneggiante", o dal comitato "pro-Mondo-dritto", non prima delle europee. Vannacci ha smentito queste voci dichiarando di voler continuare a fare il soldato, ma non precludendosi la possibilità di entrare in politica, eventualmente mettendosi in aspettativa senza abbandonare la divisa. Visto il successo ottenuto sarebbe un candidato perfetto per il Carroccio, ideale per contrastare i fallimenti delle promesse sovraniste della Meloni, oramai completamente asservita ai diktat degli USA e dell'UE, che non è riuscita a "chiudere i porti" e a portare a termine tutte le varie promesse estremiste che propugnava da oppositrice, dato che quando si è al governo le cose cambiano. Inoltre, perfino il ministro della Difesa Crosetto a distanza di una settimana dalla pubblicazione, stigmatizzò <<le farneticazioni personali di un Generale (...) che screditano l'Esercito, la Difesa e la Costituzione>>, avviando la procedura disciplinare. Cosa che ha reso Vannacci più "credibile" e "forte" nel bacino elettorale destrorso, in opposizione alla cerchia di Fratelli d'Italia. Nelle circoscrizioni del settentrione i due principali sfidanti della destra potrebbero essere proprio il "generalissimo-scrittore" e il "ministro-gigante", che prima di arrivare alla Difesa guadagnava dalle consulenze per le industrie di armi.

Il Colonnello "a riposo" Filomeni dai suoi profili social rigurgita gli stessi sentimenti xenofobi, patriarcali e discriminatori di Vannacci, mentre al contempo difende la libertà di espressione della sua confusa e arretrata area di riferimento, che sarebbe minacciata dall'"ideologia woke" (woke letteralmente significa "sveglio", e indica lo stare attenti contro le ingiustizie). Tra i più raccapriccianti commenti ce ne è uno disgustosamente sessista: riguarda Elena Cecchettin, sorella di Giulia, vittima di femminicidio lo scorso Novembre. In un post la critica perché rea di essere apparsa in TV con le <<gambe scoperte>> e si meraviglia che L'Espresso l'ha nominata persona dell'anno.


Il post di Fabio Filomeni con l'attacco sessista e di cattivissimo gusto alla sorella di Giulia Cecchettin, "rea" di indossare una gonna.
Il post di Fabio Filomeni con l'attacco sessista e di cattivissimo gusto alla sorella di Giulia Cecchettin, "rea" di indossare una gonna.


È curioso notare che sul sito del comitato si denuncia la violazione dei diritti d'autore e di sfruttamento economico dell'opera di Vannacci, mentre al contempo si fornisce l'URL "colpevole", ossia l'indirizzo web contenente la copia liberamente e gratuitamente accessibile. Si trova sul sito del su menzionato quotidiano di Trento (il cui direttore editoriale ha opinioni affini a quelle di Vannaci, e tra le cui pagine sono state pubblicate almeno tre fake news). Ed è ancora più curioso il fatto che Vannacci non se ne sia ancora accorto, a meno che, in realtà, sappia e appoggi la diffusione "gratuita" del suo testo. 

Il Corriere della Sera riporta una dichiarazione di Vannacci, che afferma di non sapere nulla di quel progetto politico e di frequentare sporadicamente Filomeni, quando consumano un paio di bistecche ogni mese. Filomeni ha anche dichiarato che, dopo una bistecca alla brace a casa sua, è stata ricercata e ideata la copertina del libro (che ci risulta realizzata a partire da un'immagine del 2016, gratuitamente disponibile su Pixabay) e che il Comitato non si trasformerà in partito, ma raccoglierà solo il dissenso di tutti quelli che non vogliono far "ribaltare" il Mondo. 

Il libro di Vannacci si scaglia sostanzialmente contro ogni forma di attivismo e attacca ambientalisti, persone in movimento, persone LGBTQI+ e perfino vegani, fomentando discriminazioni rozze nei confronti di minoranze e identità marginalizzate, oltre agli istinti più reazionari del paese che creò il nazi-fascismo. Lo fa celandosi dietro il diritto alla libertà di esprimere, mimetizzando posizioni estremiste in mezzo a un finto dissenso "moderato"

Il problema principale, secondo chi scrive, non risiede tanto nella libertà di esporre idee portatrici di sentimenti come l'odio e il disgusto, ma nel fatto stesso che qualcuno arrivi a concepirle e che tantissime persone le condividono, proiettandoci sempre di più verso una deriva "democraturatica", in cui vige una "dittatura della maggioranza", dove chi non si omologa ed è in minoranza va marginalizzato... Sempre ammesso e non concesso che alle elezioni vada a votare gran parte degli aventi diritto al voto, e non che un "ducetto" o una una "ducetta" vengano eletti da una minoranza, che è maggioranza solo tra chi effettivamente si è recato alle urne, mentre la stragrande maggioranza delle persone non ripone più nessuna speranza nella fallita democrazia liberal-liberista. 

Il mondo confuso e "al contrario" è quello in cui vivono Vannacci e sodali: non sono le minoranze che, come dovrebbe essere in democrazia, andrebbero tutelate e con cui si dovrebbero trovare dei "compromessi". Le <<sparute minoranze>> sono anzi colpevoli di prevaricare <<il sentire comune e le opinioni dei più per le stesse discutibili regole di inclusione e tolleranza imposte da altre minoranze>>. E quindi, sottinteso, di fantomatiche lobby che starebbero attuando un <<vero e proprio assalto alla normalità>> in cui i gruppi minoritari non <<si inquadrano>>, e cioè che non rientrano e non si piegano alla fantomatica "normalità".

Nel capitolo sull'ambientalismo si sentenzia che <<la natura se ne frega del bene e del male>> (come se noi umani non facessimo parte della natura), <<l'animalismo, come l’ambientalismo, il vegetarismo e molte altre preoccupazioni moderne è figlio del benessere e dell’agiatezza superflua che l’uomo si è conquistato proprio anche sfruttando gli animali e la Natura>>. Mentre attacca l'<<agiatezza superflua>> imposta dal liberismo sfrenato che lui stesso sostiene, non si pone minimamente il problema del concetto di "benessere". Concetto che tanto è stabilito dalla maggioranza, e perciò chi è in minoranza deve stare zitto, punto! Le argomentazioni sulla natura sono antiquate, espressioni del negazionismo sul cambiamento climatico. Per lui non c'è bisogno di ridurre le emissioni di gas serra perché si metterebbero a rischio <<investimenti da miliardi, lasciando a casa migliaia di lavoratori, procurando costi aggiuntivi insostenibili alla collettività senza, per questo, produrre alcun effetto positivo sull'ecosistema>>. Il paradigma della crescita del profitto infinita, da lui propugnato, non considera il fatto che le risorse sono finite, così come sono limitate le possibilità umane e ambientali di resistenza e resilienza di fronte al cambiamento climatico.

Nel capitolo "Il Pianeta lgbtq+++", dopo un banale sproloquio sul concetto di normalità in natura, che nella società umana verrebbe stabilita dall'omologazione della maggioranza, afferma: <<Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione! Non solo ve lo dimostra la Natura, che a tutti gli esseri sani “normali” concede di riprodursi, ma lo dimostra la società: rappresentate una ristrettissima minoranza del mondo. Quando vi sposate ostentando la vostra anormalità la gente si stupisce, confermando proprio che i canoni di ciò che è considerato usuale e consuetudinario voi li superate>>. 

Dopo aver scandito che la sola norma è quella eterosessuale, si scaglia contro un collega-militare, un carabiniere che ha sposato un altro uomo: <<L’aspirazione dei gay sarebbe proprio quella di vedere i loro rapporti sentimentali e sessuali parificati in tutto a quelli degli eterosessuali. Tale obiettivo può raggiungersi solo attraverso la concepita e riconosciuta normalità e parità delle loro unioni, in questo sostenute da determinate politiche artatamente “progressiste” complici di tutte le eccentricità. In realtà, la percentuale di gran lunga più consistente di chi è rimasto, se non turbato, almeno sconcertato e basito dal video dimostra che un matrimonio gay non è normalità per una semplice considerazione: nel mare magnum dei matrimoni le unioni omosessuali, seppur in crescita, rappresentano ancora una risicata minoranza significativamente limitata tale da configurarle come un’eccentricità, una diversità rispetto al comportamento della stragrande maggioranza (...) Nessuno vuole condannare le predilezioni della sfera sessuale o vietare le unioni arcobaleno, anzi, sono tutte accettate e garantite nel riconoscimento e nei diritti, ma le stesse diventano fastidiose quando vogliono a tutti i costi essere parificate e considerate normali soprattutto se questo avviene con pretesa, sbandieramenti e ostentazione>>. Insomma, un esempio da manuale di come fomentare l'omolesbotransfobia e stigmatizzare una minoranza.

Nel capitolo su "La società multiculturale e multietnica" sostiene l'ideale di un liberismo spinto all'estremo, con un concezione esasperata della competizione che ritroviamo in tutti gli ambiti della nostra esistenza, dalla catena di montaggio all'industria culturale, passando per l'educazione: la competizione <<produce selezione, stress, affanno, fa emergere i migliori>> e che i "peggiori", più svantaggiati anche in base a condizioni di partenza precarie, come le diverse abilità e la posizione economica, se ne vadano al diavolo! Tanto non emergeranno mai come "migliori superuomini"...

Oltre alle identità di genere non conformi (che per ignoranza Vannacci confonde con orientamenti sessuali non etero), il bersaglio principale sono i migranti, dipinti come stupratori e ladri (o complici silenti di questi), come se gli italiani non commettessero violenze sessuali e furti, e che minano il principio di una supposta "normalità": <<Il lavaggio del cervello a cui siamo sottoposti giornalmente volto ad imporre l’estensione della normalità a ciò che è eccezionale ed a favorire l’eliminazione di ogni differenza tra uomo e donna, tra etnie (per non chiamarle razze), tra coppie eterosessuali e omosessuali, tra occupante abusivo e legittimo proprietario, tra il meritevole ed il lavativo non mira forse a mutare valori e principi che si perdono nella notte dei tempi?>>.

Arriviamo dunque al passo che ha fatto più notizia del suo libro, insieme a quello in cui dice agli omosessuali che non sono normali, e cioè quello dedicato a Paola Egonu: <<anche se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità che si può invece scorgere in tutti gli affreschi, i quadri e le statue che dagli etruschi sono giunti ai giorni nostri; anche se vi sono portatori di passaporto italiano che pregano nelle moschee, ciò non cancella 2000 anni di cristianità>>. Ovviamente non gli passa nemmeno per l'anticamera del cervello che i primati chiamati umani si sono spostati dall'alba dei tempi, e che perfino i suoi stessi caratteri somatici sono il risultato della "mescolanza genetica" di persone dai più disparati luoghi, soprattutto in una popolazione che si trova al centro del Mediterraneo. Probabilmente sta puntando ad avere una "razza pura" che discende esclusivamente da etruschi e altri popoli italici... Perché non fare delle ricerche genetiche e, sulla base di queste, assegnare la cittadinanza italiana solo a chi ha il "DNA italico" non inferiore del 95%?!

Così come non si rende conto che i passi omofobi del suo scritto stridono con <<la goccia del sangue di Giulio Cesare>> che scorrerebbe nelle sue vene: Giulio Cesare, dovrebbe saperlo se avesse studiato un po' più di storia e un po' meno di tecnica del combattimento, ha avuto rapporti sia con uomini che con donne (ci si potrebbe addentrare nei costumi sessuali degli antichi romani, sulle differenze di come viene concepita la sessualità nelle più disparate culture, ma non è certo questa la sede).



AUTOPRODUZIONI: TRA AUTONOMOUS PUBLISHING E SELF-PUBLISHING

Concludiamo, dunque, con un altro po' di satira che fa riflettere e ridere amaro. Come dicevamo nell'incipit di questo post, abbiamo istituito un premio in "onore" del "generalissimo-scribacchino". Il "Premio Vannacci" sarà attribuito alle peggiori autoproduzioni artistiche e letterarie. Ma cosa vuol dire esattamente "autoproduzioni"?!

Come abbiamo scritto nel primo post di Fanrivista (che è anche un saggio breve su media alternativi, fanzines, giornalismo indipendente e militante) le autoproduzioni editoriali ed artistiche possono essere distinte in due macro-categorie.

La prima può essere definita come "autonomous-publishing": nasce dall'esigenza di auto-prodursi per rompere con le dinamiche dominanti del mercato culturale, per dar vita a contenuti che, probabilmente, non verrebbero mai nemmeno presi in considerazioni da editori "classici" e mainstream.

La seconda è definibile come "self-publishing": in questo caso si autoproduce un'opera per entrare a pieno nelle dinamiche capitaliste del mercato, con il fine principale del profitto in denaro o in visibilità. Vannacci lo ha fatto trattando temi "normali", omologanti, polarizzanti e discriminatori. La cifra astronomica che è riuscito a incassare, è legata proprio alla dinamica di self-publishing, che gli permette di fare più soldi con le royalties di quanti ne guadagnerebbe con l'intermediazione di una casa editrice. In pratica Amazon trattiene una percentuale molto inferiore a quella che spetterebbe a una casa editrice tradizionale. Probabilmente, prima del "fenomeno Vannacci", quasi nessun editore avrebbe scommesso su di lui e sul suo libraccio, sia per la possibilità di querele (che si è verificata), sia per l'oscenità culturale dei contenuti che potevano risultare tali anche ai più conservatori (oscenità che però si è rivelata più che funzionale al clima politico ed economico vigente).

"La Fanzina Generalista", invece, nasce come progetto proiettato principalmente verso l'autonomous publishing. Con un budget bassissimo, ricavato in larga parte da lavori precari, produciamo almeno due articoli a settimana in stile slow-journalism, puntando su approfondimenti "a lunga conservazione", svincolandoci dalle logiche della "catena di montaggio mediatica", che sforna e ci inonda di junk-news. O che ci propina contenuti frivoli da "scrollare" nei feed infiniti dei "social asociali", per i quali "lavoriamo gratis" regalando loro il "nuovo petrolio", i "dati". All'interno di questo progetto ci sono anche dei "compromessi" a metà strada con il self-publishing, come quello di registrarsi come testata e di essere presenti sui socialnetwork dominanti, per cercare di "sovvertire" le dinamiche dell'informazione mainstream dal suo interno, dimostrando che un altro tipo di giornalismo è possibile e sperimentando nuove maniere di farlo.

In conclusione, si potrebbe scegliere di auto-prodursi per omologarsi al "mercato" e sfruttarlo, oppure per evidenziarne le criticità, combattendole, costruendo e praticando delle alternative autogestite di vita ed editoriali. Non è un caso che tra gli strumenti offerti dal mainstream che permettono di non passare tramite un editore, quello della piattaforma di shopping online ideata da Jeff Bezos è tra i più usati. Si può anche auto-produrre perché il mercato "classico" ti taglia semplicemente fuori e diventa perciò l'unica strada per comunicare contenuti senza censure, senza essere sfruttati ma, al più, auto-sfruttandosi. Il problema della sopravvivenza economica resta, ma almeno si può scrivere e comunicare in libertà con il fine di immaginare un'economia e una società "altre", diverse, più inclusive per tutte e tutti, a partire dalle minoranze marginalizzate. Così facendo si possono anche contrastare e rifiutare le meccaniche ricattatorie del precariato nel giornalismo, altra potente arma per farci dipendere da padroni e padrini, ostacolando l'indipendenza economica e culturale che dovrebbe caratterizzare il "quarto potere". Dobbiamo essere i "cani da guardia del popolo" e non "cani da salotto" che leccano il sedere ai potenti.

Segnalateci eventuali candidature per le peggiori autoproduzioni di quest'anno e inviateci le vostre adesioni per partecipare alla giuria popolare!

Grazie di essere arrivat* fin qui! La nostra autoproduzione giornalistica può contare su pochissimi mezzi ed è indipendente. Soprattutto per questo viene penalizzata dagli algoritmi (e da chi li programma) e dal mercato editoriale mainstream che, invece, privilegia abomini "libracei" come quelli di Vannacci. Per questo il tuo supporto è fondamentale: condividi i contenuti che hai trovato tra queste pagine virtuali sui social "asociali" mainstream (i link sono in fondo alla pagina), meglio ancora sul fediverso, tramite passaparola, chat di messaggistica e quant'altro: sosteniamoci a vicenda! Grazie 1000!



Paolo Maria Adddabbo, il direttore-Tuttofare AKA Cronista Autoprodotto


Come di consueto, vi lasciamo con una citazione musicale in armonia con quanto scritto. Si tratta de "L'anguilla" dei 99 Posse. Ci colpisce in particolare il ritornello in cui si scandisce: <<Non mi avrete mai come volete voi!>>, o come vorrebbe qualcuno che pretende di sapere cos'è la fantomatica "normalità".



ultima modifica 12/03/2024 14:50

2 commenti:

  1. Perdere il premio Vannacci può essere una medaglia al valore o la sepoltura definitiva della propria autostima, dipende dai punti di vista. Come quando a scuola se hai un risultato positivo è bene, ma in contesto sanitario "positivo" vuol dire male. Qui non ci si capisce più niente! LOL
    Io sono una blogger e mi piace scrivere storie spazzatura insieme a un mio carissimo amico. Blogger col sito giù, perché abbiamo avuto grossi problemi di migrazione ma quella è un'altra storia. Mi piacerebbe farvi avere qualcosa, dacci tempo!
    Siamo una donna con disabilità visiva e un uomo gay con HIV, vi immaginate come potrebbero essere i titoli dei giornali?
    "Letteratura, premio R. Vannacci: donna cieca e uomo gay sieropositivo giudicati i peggiori scrittori del 2024".
    #sonsoddisfazioni
    Restiamo in contatto che eventualmente ve li faccio leggere dal sito staging, se il polo positivo dell'atomo è d'accordo perché io sono la public relationship negativa, del mondo positivo. Ma se lui e il suo virus non sono d'accordo, non si fa niente LOL

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    1. Ciao, sono Paolo, il direttore-Tuttofare. Grazie del commento che impreziosisce questo post di cronaca-satira. Sembrate troppo brav* per aggiudicarvi l'antipremio... Per questo stiamo meditando su nuove categorie per il concorso! Aspettiamo con ansia i vostri lavori e proposte! Grazie mille! LOVE!

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