UN PROGETTO DI GIORNALISMO SPERIMENTALE, INDIPENDENTE E AUTOPRODOTTO
Sintetizziamo cos’è “FanRivista, La
Fanzina Generalista” e spieghiamo come potete partecipare al progetto o
proporne di altri affini.
COSA È “FANRIVISTA, LA FANZINA GENERALISTA” IN BREVE
Fanrivista è una pubblicazione "publishing fluid" che consiste in auto-produzione giornalistica: è una "Fanzina" per lo spirito indipendente da ogni potere esterno (condizionamenti del "mercato" e meccanismi di "autocensure" inclusi), perché privilegia il contenuto sulla forma non delegando nessun aspetto della testata a terzi ma partecipando collettivamente ai diversi "problemi" produttivi. In questo senso la Fanza rientra nelle logiche dell'"autonomous publishing"...
Ed è "Generalista" per l'ampiezza
dei temi trattati (volutamente indefiniti) e perché propone un modello
di giornalismo aderente agli standard deontologici e informativi
"classici", ma al contempo cercando di scardinare le criticità
del mondo della stampa dal suo "interno" (in questo senso ci
proiettiamo tatticamente verso alcune dinamiche del "self-publishing",
accettando alcuni "compromessi formali" come la registrazione della
testata), dimostrando che un'informazione diversa è possibile, amplificando
la voce di chi vuole cambiare e sovvertire un sistema economico fermo a secoli
fa (il capitalismo), di chi lotta verso ogni forma di discriminazione,
e contrastando gli abusi dei potenti, non essendo il loro "cane da
salotto" ma il "cane da guardia" del popolo.
Autofinanziandoci con il sudore di lavori
precari portiamo avanti un modello di giornalismo indipendente e
sperimentale, abbiamo "coperto" diversi festival di
autoproduzioni, di giornalismo, di tecnologie, realizzato inchieste su fonti
aperte (dalle stragi nelle carceri fino a ricerche nel campo dell'editoria
"anarchicheggiante"), articoli pseudo-accademici sulle
applicazioni della filologia classica nel web, curiamo alcune rubriche
(e ne prepariamo di nuove) come quella psuedo-enciclpedica "Define",
quella di fact-checking "Chekka il Fatto" e quella di
"filosofia spicciola" “Valvola”, scritto articoli su
questioni di attualità come la detenzione di Julian Assange e Alfredo Cospito, la resistenza del Rojava, la giustizia riparativa,
le politiche sulle droghe legali e illegali, e molto altro in poco più
di un anno di vita.
Lo facciamo con un approccio "slow-news", creando articoli "a lunga scadenza" contro i meccanismi delle "catene di montaggio mediatiche" che sfornato "junk-news" in rapida successione da "consumare" voracemente, e soprattutto lo facciamo con un'attenzione "meta-mediatica", ossia dalla prospettiva di un mezzo di comunicazione che indaga i processi di altri media. Inoltre svolgiamo una serie di esperimenti comunicativi e autoproduciamo articoli (che non troverebbero spazio nei circuiti mediali “mainstream”) nella cornice di un giornalismo sperimentale, come quelli sulla “filologia del web”.
Per chi vuole saperne di più: a questo indirizzo si trova un saggio breve-informale sull’universo dei “media alternativi” (cos’è una fanzine? Un blog? Che vuole dire “autonomous publishing”? Cosa sono i media alternativi?) e si spiegano gli intenti programmatici del progetto. Passiamo adesso a spiegare come collaborare e cooperare con noi...
AAA CERCASI COLLABORATOR*/PARTNER/PARTECIPANTI PER TESTATA ONLINE: REDAZIONE DI ARTICOLI, GRAFICA E ALTRI RUOLI (ANCHE/SOPRATTUTTO “MUTUALISTICI”)
Il progetto ha una chiara linea editoriale
per cui, come prima cosa per chi ha intenzione di conoscerci meglio o di
partecipare, vi preghiamo di dare un’occhiata agli intenti programmatici
espressi nel saggio succitato: anche se non la condividete pienamente ma la
ritenete comunque “compatibile” con la vostra maniera di lavorare in
senso stretto, e di “lavorare” come attivistə e militantə, le vostre proposte
ed energie sono più che benvenute!
Tutte le persone che si identificano in valori
o visioni anti-capitalisti, anti-fascisti, anti-sessisti, anti-razzisti, anti-specisti, non
omotransfobici, non abilisti, contro l’abuso della forza (fisica, mentale, comunicativa) e non discriminatori in
generale, al di là di un’eventuale appartenenza politica o partitica
specifica sono benvenute: tuttavia lo spirito che anima questo
progetto è “libertario” (non “liberale” o peggio “liberista”!), nel
senso che è improntato alla libertà (nello specifico di comunicazione ed
espressione) alla sperimentazione contro i dogmatismi, a pratiche
autogestionarie, orizzontali e mutualistiche.
COSA OFFRIAMO UMILMENTE E DI COSA ABBIAMO BISOGNO
CINQUE TIPI DI COLLABORAZIONE (CHE NON SI ESCLUDONO A VICENDA)
Attualmente ci sono almeno cinque maniere di partecipare al
progetto di questa testata, un progetto fluido che potrebbe “fondersi”
con altri politicamente o editorialmente affini, ma anche “dissolversi” in
essi.
1) I contribuiti gratuiti sono
ovviamente ben accetti, e possono
consistere in articoli, grafiche, miglioramento del sito web,
“consulense” informali o meno e qualunque altra cosa che secondo voi può
essere utile (se siete un collettivo o un’organizzazione potete anche inviarci
comunicati o invitarci alle vostre iniziative contattandoci via mail redazione@fanrivista.it, via social, di
persona, ma non tramite piccioni viaggiatori perché siamo seriamente contrari allo sfruttamento di qualunque essere senziente, inclusi quelli della nostra specie).
2) I contributi (che mi piace definire, forse impropriamente) “mutualistici” che potrebbero essere strutturati tramite una sorta di “baratto” di competenze, ad esempio: io ti curo la grafica di una pagina, tu mi correggi le bozze di un saggio. Oppure: tu scrivi un articolo aggratis su questo argomento perché sei particolarmente ferrat@ in quella materia, io invece scrivo un altro articolo aggratis su un altro argomento su cui penso di essere sufficientemente preparat@; o ancora: mi piace quell’articolo che hai scritto, tu mi dai la possibilità di ripubblicarlo sul mio sito e io ti faccio pubblicare un pezzo della mia tesi che andrebbe bene per la rubrica “Esami Infiniti”. O anche: voi mi aiutate a migliorare l'aspetto del sito, noi ti aiutiamo a correggere le bozze di una pubblicazione, e così via...
3) Collaborazioni a pagamento (poco ma onesto!): veniamo al tasto
dolente: il budget è molto limitato, io stesso (Direttore Tuttofare ed editore di questa testata) sono un giornalista felicemente
precario da più di 10 anni, per questo non posso promettere grandi cifre, ma
posso promettere tanto olio di gomito e fatica per crescere in qualche maniera
insieme, per sognare e cominciare a disegnare un universo più equo.
Le disponibilità attuali mi permettono di
offrire compensi per collaborazioni più o meno saltuarie, dato che al momento
l’unica fonte di finanziamento sono “qualche soldino” che guadagno con altri
lavori partime che poi impiego nella “Zina”.
Sostanzialmente posso permettermi di pagare un
articolo (o un contenuto video, grafico o di qualunque altro tipo) minimo 5
euro per un contenuto “brevissimo” e che richiede un impegno oggettivamente
minimo e “rapido” (per esempio, in teoria, anche una sola frase, un aforisma
legato all’attualità ma comunque utile/originale, una vignetta satirica,
oppure un video molto breve ma di forte impatto, una foto-notizia di una manifestazione con una brevissima descrizione e il link a un comunicato ecc.) e un minimo di 15
euro per un articolo (o video, opera grafica collegata all’attualità, ecc.)
“medio-lungo”.
Ovviamente queste sono cifre orientative,
perché di fronte a specifiche esigenze (da concordare prima), il budget per un singolo “pezzo”
potrebbe essere alzato, e non è detto che anche un articolo “breve” dal
punto di vista della battute, o un video “breve” dal punto di vista della
lunghezza, possa valere molto di più e richiedere maggiore impegno: in sostanza
il pagamento di qualunque progetto va concordato prima della pubblicazione e non
c’è un prezzo fisso, ma un budget orientativo che attualmente è
legato a esigenze “materialistiche” e “contingenti”.
Poco, ma onesto: non si pagherà in base al numero di “battute” o
al numero di “visualizzazioni”, ma in base all’impegno che ci mettiamo e alle
esigenze di ognun@, a seconda delle proprie capacità, disponibilità e bisogni.
Tutte le forme di comunicazione (artistiche, video-inchieste, video di manifestazioni,
fotografie legate all’attualità, vignette ecc.) possono essere considerate come
un “pezzo” che potete proporre. Potete anche inviare un
articolo/pezzo di prova proponendo un prezzo, ovviamente non è detto che
l’articolo sarà accettato (se non compatibile con l’impostazione
editoriale-“politica” di Fanrivista) o che sono nelle capacità di permettermi
il servizio offerto. Inoltre potete anche inviarci qualcosa che è stato già
pubblicato e che è rappresentativo del vostro “background” e dei vostri intenti,
o magari qualcosa che avete “nel cassetto” e su cui lavorare insieme...
Essendo una testata registrata è possibile
scrivere articoli e ricevere compensi per entrare nell’Albo dei giornalisti
nell’elenco dei pubblicisti (non abbiamo requisiti e mezzi per chi volesse invece
fare il praticantato per diventare giornalista “professionista”). Con molta
trasparenza bisogna fare una precisazione in merito, per chi fosse
interessat# a diventare pubblicista: informatevi da subito presso l’Ordine
regionale in cui vorreste iscrivervi sul compenso totale e sul numero
complessivo di articoli che dovreste scrivere nel periodo necessario e sulla
retribuzione, perché mi risulta che questi parametri variano da regione a
regione, e quindi fatevi dei “conti” per avere un’idea di quanti articoli e
a quanto ammonta la retribuzione minima per l’iscrizione (insieme a
eventuali prove da sostenere alla fine del percorso): non possiamo garantire
continuità (molto probabilmente dovrete collaborare anche con altre testate nel biennio), ma possiamo garantire che non cederemo a meccaniche di
precarizzazione (tranne quella del sottoscritto che si “auto-sfrutta”
full-time): per esempio quando ero un aspirante pubblicista sono stato
pagato anche 0,50 centesimi a pezzo, oppure mi è stato proposto di essere
pagato pochi spicci dopo aver raggiunto migliaia di visualizzazioni, oppure
ancora peggio a colleghe/i è capitato di doversi versare i contributi da
sole/i, di firmare per attestare che avevano ricevuto i soldi quando non era
vero: mi rendo conto che offrire in media e orientativamente 15 euro “a
pezzo” non risolverà i vostri (e i miei) problemi economici “di
sopravvivenza”, ma preferisco offrire “poco ma onesto” che cedere a
magagne morali o legali.
4) Servono idee e
contributi per rendere il progetto sostenibile dal punto di vista economico,
ci serve almeno una “MENTE ECONOMICA”!
È uno dei temi più importanti per chi si
autoproduce: da un lato c’è il rischio di farsi fagocitare dalle tentacolari
logiche di mercato, dall’altro c’è il problema della sopravvivenza
economica nella maniera più eticamente sostenibile.
Attualmente, oltre a essere il direttore
tuttofare-responsabile, sono anche l’editore con una partita IVA per
edizione di periodici (magari in futuro questo progetto, o anche qualcosa di
diverso ma mediaticamente affine, potrebbe evolversi in altre forme
giuridiche e politiche, come una cooperativa per esempio): servirebbe
dunque qualcuno/a che abbia competenze nel campo
economico/editoriale/”aziendale”, con idee che mantengano però l’indipendenza
dell’autoproduzione mediatica e la libera fruizione della conoscenza,
senza però “fare la fame”(sono molto scettico riguardo alle pubblicità e
ai contributi pubblici, così come agli abbonamenti che non garantiscono accesso
alla comunicazione libera).
5) Cerchiamo “Realtà” con cui ASSOCIARCI: Fanrivista non è un progetto “chiuso in sé stesso”: un obiettivo è quello di associarsi ad altre realtà editoriali (non necessariamente periodiche, e quindi anche librarie) e non, sintetizzabile nell’espressione “fare rete” in maniera indefinita. Qualunque idea o proposta in tal senso, come ospitare contenuti vicendevolmente su diversi siti, oppure avviare nuovi progetti editoriali (un libro autoprodotto, una nuova “zine” ecc.) mettendo in discussione anche aspetti stessi della Fanza/rivista, magari per iniziare qualcosa di completamente diverso anche se affine, per poi potenzialmente “dissolversi” in qualcosa di nuovo, sono ben accette!
In generale si cerca qualcun# con cui
condividere conoscenze, esperienze, qualcun* con cui imparare e sperimentare,
qualcun@ che come me pensa di avere idee utili alla società ma che non riesce a
trovare spazio nei circuiti mainstream, cosa che è anche il primo motivo
per cui è nato questo progetto: il “mercato” non ti dà spazio, e allora
creiamone uno alternativo criticandolo, mettiamo in pratica alternative
fattuali, sperimentando orizzontalità e unendoci!
Paolo Maria Addabbo, Direttore Responsabile-Tuttofare di Fanrivista
ultima modifica 24/01/2024 ore 00:34
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