21.6.23

COLLABORA E COOPERA CON FANRIVISTA!

UN PROGETTO DI GIORNALISMO SPERIMENTALE, INDIPENDENTE E AUTOPRODOTTO


In alto a tutto la scritta: <partecipa al progetto di giornalismo autoprodotto>. Sotto <D.I.Y or die!>. Sotto ancora <we need us>. Diverse persone si indicano tra loro e al centro due figure che satiricamente rappresentano "Unkle Sam": sul loro cappello non c'è la bandiera statunitense. Su quello del primo c'è il simbolo dell'anarchismo, affiancato da quello del pacifismo e sotto una stella rossa. Su quello dell'altra il simbolo del transfemminismo e una bandiera arcobaleno


Sintetizziamo cos’è “FanRivista, La Fanzina Generalista” e spieghiamo come potete partecipare al progetto o proporne di altri affini.


COSA È “FANRIVISTA, LA FANZINA GENERALISTA” IN BREVE

Fanrivista è una pubblicazione "publishing fluid" che consiste in auto-produzione giornalistica: è una "Fanzina" per lo spirito indipendente da ogni potere esterno (condizionamenti del "mercato" e meccanismi di "autocensure" inclusi), perché privilegia il contenuto sulla forma non delegando nessun aspetto della testata a terzi ma partecipando collettivamente ai diversi "problemi" produttivi. In questo senso la Fanza rientra nelle logiche dell'"autonomous publishing"...

Ed è "Generalista" per l'ampiezza dei temi trattati (volutamente indefiniti) e perché propone un modello di giornalismo aderente agli standard deontologici e informativi "classici", ma al contempo cercando di scardinare le criticità del mondo della stampa dal suo "interno" (in questo senso ci proiettiamo tatticamente verso alcune dinamiche del "self-publishing", accettando alcuni "compromessi formali" come la registrazione della testata), dimostrando che un'informazione diversa è possibile, amplificando la voce di chi vuole cambiare e sovvertire un sistema economico fermo a secoli fa (il capitalismo), di chi lotta verso ogni forma di discriminazione, e contrastando gli abusi dei potenti, non essendo il loro "cane da salotto" ma il "cane da guardia" del popolo.

Autofinanziandoci con il sudore di lavori precari portiamo avanti un modello di giornalismo indipendente e sperimentale, abbiamo "coperto" diversi festival di autoproduzioni, di giornalismo, di tecnologie, realizzato inchieste su fonti aperte (dalle stragi nelle carceri fino a ricerche nel campo dell'editoria "anarchicheggiante"), articoli pseudo-accademici sulle applicazioni della filologia classica nel web, curiamo alcune rubriche (e ne prepariamo di nuove) come quella psuedo-enciclpedica "Define", quella di fact-checking "Chekka il Fatto" e quella di "filosofia spicciola" “Valvola, scritto articoli su questioni di attualità come la detenzione di Julian Assange e Alfredo Cospito, la resistenza del Rojava, la giustizia riparativa, le politiche sulle droghe legali e illegali, e molto altro in poco più di un anno di vita.

Lo facciamo con un approccio "slow-news", creando articoli "a lunga scadenza" contro i meccanismi delle "catene di montaggio mediatiche" che sfornato "junk-news" in rapida successione da "consumare" voracemente, e soprattutto lo facciamo con un'attenzione "meta-mediatica", ossia dalla prospettiva di un mezzo di comunicazione che indaga i processi di altri media. Inoltre svolgiamo una serie di esperimenti comunicativi e autoproduciamo articoli (che non troverebbero spazio nei circuiti mediali “mainstream”) nella cornice di un giornalismo sperimentale, come quelli sulla “filologia del web”.

Per chi vuole saperne di più: a questo indirizzo si trova un saggio breve-informale sull’universo dei “media alternativi (cos’è una fanzine? Un blog? Che vuole dire “autonomous publishing”? Cosa sono i media alternativi?) e si spiegano gli intenti programmatici del progetto. Passiamo adesso a spiegare come collaborare e cooperare con noi...

 

AAA CERCASI COLLABORATOR*/PARTNER/PARTECIPANTI PER TESTATA ONLINE: REDAZIONE DI ARTICOLI, GRAFICA E ALTRI RUOLI (ANCHE/SOPRATTUTTO “MUTUALISTICI”)

Fanrivista tecnicamente è un plurisettimanale telematico, regolarmente registrato in tribunale, anche se in pratica è una produzione ibrida tra un blog, una rivista cartacea di approfondimento, un mini-portale di informazione online, ecc.

Il progetto ha una chiara linea editoriale per cui, come prima cosa per chi ha intenzione di conoscerci meglio o di partecipare, vi preghiamo di dare un’occhiata agli intenti programmatici espressi nel saggio succitato: anche se non la condividete pienamente ma la ritenete comunque “compatibile” con la vostra maniera di lavorare in senso stretto, e di “lavorare” come attivistə e militantə, le vostre proposte ed energie sono più che benvenute!

Tutte le persone che si identificano in valori o visioni anti-capitalisti, anti-fascisti, anti-sessisti, anti-razzisti, non omotransfobici, non abilisti, contro l’abuso della forza (fisica, mentale, comunicativa) e non discriminatori in generale, al di là di un’eventuale appartenenza politica o partitica specifica sono benvenute: tuttavia lo spirito che anima questo progetto è “libertario” (non “liberale” o peggio “liberista”!), nel senso che è improntato alla libertà (nello specifico di comunicazione ed espressione) alla sperimentazione contro i dogmatismi, a pratiche autogestionarie, orizzontali e mutualistiche.


COSA OFFRIAMO UMILMENTE E DI COSA ABBIAMO BISOGNO
CINQUE TIPI DI COLLABORAZIONE (CHE NON SI ESCLUDONO A VICENDA)

Attualmente ci sono almeno cinque maniere di partecipare al progetto di questa testata, un progetto fluido che potrebbe “fondersi” con altri politicamente o editorialmente affini, ma anche “dissolversi” in essi.

1) I contribuiti gratuiti sono ovviamente ben accetti, e possono consistere in articoli, grafiche, miglioramento del sito web, “consulense” informali o meno e qualunque altra cosa che secondo voi può essere utile (se siete un collettivo o un’organizzazione potete anche inviarci comunicati o invitarci alle vostre iniziative contattandoci via mail redazione@fanrivista.it, via social, di persona, ma non tramite piccioni viaggiatori perché siamo seriamente contrari allo sfruttamento di qualunque essere senziente, inclusi quelli della nostra specie).


2) I contributi (che mi piace definire, forse impropriamente) “mutualistici” che potrebbero essere strutturati tramite una sorta di “baratto” di competenze, ad esempio: io ti curo la grafica di una pagina, tu mi correggi le bozze di un saggio. Oppure: tu scrivi un articolo aggratis su questo argomento perché sei particolarmente ferrat@ in quella materia, io invece scrivo un altro articolo aggratis su un altro argomento su cui penso di essere sufficientemente preparat@; o ancora: mi piace quell’articolo che hai scritto, tu mi dai la possibilità di ripubblicarlo sul mio sito e io ti faccio pubblicare un pezzo della mia tesi che andrebbe bene per la rubrica “Esami Infiniti”. O anche: voi mi aiutate a migliorare l'aspetto del sito, noi ti aiutiamo a correggere le bozze di una pubblicazione, e così via...


3) Collaborazioni a pagamento (poco ma onesto!): veniamo al tasto dolente: il budget è molto limitato, io stesso (Direttore Tuttofare ed editore di questa testata) sono un giornalista felicemente precario da più di 10 anni, per questo non posso promettere grandi cifre, ma posso promettere tanto olio di gomito e fatica per crescere in qualche maniera insieme, per sognare e cominciare a disegnare un universo più equo.

Le disponibilità attuali mi permettono di offrire compensi per collaborazioni più o meno saltuarie, dato che al momento l’unica fonte di finanziamento sono “qualche soldino” che guadagno con altri lavori partime che poi impiego nella “Zina”.

Sostanzialmente posso permettermi di pagare un articolo (o un contenuto video, grafico o di qualunque altro tipo) minimo 5 euro per un contenuto “brevissimo” e che richiede un impegno oggettivamente minimo e “rapido” (per esempio, in teoria, anche una sola frase, un aforisma legato all’attualità ma comunque utile/originale, una vignetta satirica, oppure un video molto breve ma di forte impatto, una foto-notizia di una manifestazione con una brevissima descrizione e il link a un comunicato ecc.) e un minimo di 15 euro per un articolo (o video, opera grafica collegata all’attualità, ecc.) “medio-lungo”.

Ovviamente queste sono cifre orientative, perché di fronte a specifiche esigenze (da concordare prima), il budget per un singolo “pezzo” potrebbe essere alzato, e non è detto che anche un articolo “breve” dal punto di vista della battute, o un video “breve” dal punto di vista della lunghezza, possa valere molto di più e richiedere maggiore impegno: in sostanza il pagamento di qualunque progetto va concordato prima della pubblicazione e non c’è un prezzo fisso, ma un budget orientativo che attualmente è legato a esigenze “materialistiche” e “contingenti”.

Poco, ma onesto: non si pagherà in base al numero di “battute” o al numero di “visualizzazioni”, ma in base all’impegno che ci mettiamo e alle esigenze di ognun@, a seconda delle proprie capacità, disponibilità e bisogni.

Tutte le forme di comunicazione (artistiche, video-inchieste, video di manifestazioni, fotografie legate all’attualità, vignette ecc.) possono essere considerate come un “pezzo” che potete proporre. Potete anche inviare un articolo/pezzo di prova proponendo un prezzo, ovviamente non è detto che l’articolo sarà accettato (se non compatibile con l’impostazione editoriale-“politica” di Fanrivista) o che sono nelle capacità di permettermi il servizio offerto. Inoltre potete anche inviarci qualcosa che è stato già pubblicato e che è rappresentativo del vostro “background” e dei vostri intenti, o magari qualcosa che avete “nel cassetto” e su cui lavorare insieme...

Essendo una testata registrata è possibile scrivere articoli e ricevere compensi per entrare nell’Albo dei giornalisti nell’elenco dei pubblicisti (non abbiamo requisiti e mezzi per chi volesse invece fare il praticantato per diventare giornalista “professionista”). Con molta trasparenza bisogna fare una precisazione in merito, per chi fosse interessat# a diventare pubblicista: informatevi da subito presso l’Ordine regionale in cui vorreste iscrivervi sul compenso totale e sul numero complessivo di articoli che dovreste scrivere nel periodo necessario e sulla retribuzione, perché mi risulta che questi parametri variano da regione a regione, e quindi fatevi dei “conti” per avere un’idea di quanti articoli e a quanto ammonta la retribuzione minima per l’iscrizione (insieme a eventuali prove da sostenere alla fine del percorso): non possiamo garantire continuità (molto probabilmente dovrete collaborare anche con altre testate nel biennio), ma possiamo garantire che non cederemo a meccaniche di precarizzazione (tranne quella del sottoscritto che si “auto-sfrutta” full-time): per esempio quando ero un aspirante pubblicista sono stato pagato anche 0,50 centesimi a pezzo, oppure mi è stato proposto di essere pagato pochi spicci dopo aver raggiunto migliaia di visualizzazioni, oppure ancora peggio a colleghe/i è capitato di doversi versare i contributi da sole/i, di firmare per attestare che avevano ricevuto i soldi quando non era vero: mi rendo conto che offrire in media e orientativamente 15 euro “a pezzo” non risolverà i vostri (e i miei) problemi economici “di sopravvivenza”, ma preferisco offrire “poco ma onesto” che cedere a magagne morali o legali.

 

4) Servono idee e contributi per rendere il progetto sostenibile dal punto di vista economico, ci serve almeno una “MENTE ECONOMICA”!

È uno dei temi più importanti per chi si autoproduce: da un lato c’è il rischio di farsi fagocitare dalle tentacolari logiche di mercato, dall’altro c’è il problema della sopravvivenza economica nella maniera più eticamente sostenibile.

Attualmente, oltre a essere il direttore tuttofare-responsabile, sono anche l’editore con una partita IVA per edizione di periodici (magari in futuro questo progetto, o anche qualcosa di diverso ma mediaticamente affine, potrebbe evolversi in altre forme giuridiche e politiche, come una cooperativa per esempio): servirebbe dunque qualcuno/a che abbia competenze nel campo economico/editoriale/”aziendale”, con idee che mantengano però l’indipendenza dell’autoproduzione mediatica e la libera fruizione della conoscenza, senza però “fare la fame”(sono molto scettico riguardo alle pubblicità e ai contributi pubblici, così come agli abbonamenti che non garantiscono accesso alla comunicazione libera).

 

5) Cerchiamo “Realtà” con cui ASSOCIARCI: Fanrivista non è un progetto “chiuso in sé stesso”: un obiettivo è quello di associarsi ad altre realtà editoriali (non necessariamente periodiche, e quindi anche librarie) e non, sintetizzabile nell’espressione “fare rete” in maniera indefinita. Qualunque idea o proposta in tal senso, come ospitare contenuti vicendevolmente su diversi siti, oppure avviare nuovi progetti editoriali (un libro autoprodotto, una nuova “zine” ecc.) mettendo in discussione anche aspetti stessi della Fanza/rivista, magari per iniziare qualcosa di completamente diverso anche se affine, per poi potenzialmente “dissolversi” in qualcosa di nuovo, sono ben accette!

 

In generale si cerca qualcun# con cui condividere conoscenze, esperienze, qualcun* con cui imparare e sperimentare, qualcun@ che come me pensa di avere idee utili alla società ma che non riesce a trovare spazio nei circuiti mainstream, cosa che è anche il primo motivo per cui è nato questo progetto: il “mercato” non ti dà spazio, e allora creiamone uno alternativo criticandolo, mettiamo in pratica alternative fattuali, sperimentando orizzontalità e unendoci!

 

Paolo Maria Addabbo, Direttore Responsabile-Tuttofare di Fanrivista


ultima modifica 24/01/2024 ore 00:34

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